Pubblicato:
05/08/2015 da
bradipo66
Periodo:
19/06/2015 - 11/07/2015
(22 giorni)
Non specificato
Partecipanti: 2 adulti e 2 ragazzi di 15 e 8 anni su Mobilvetta Luna del 2000
Informazioni generali:
viabilità: generalmente le strade sono belle e scorrevoli (non abbiamo mai utilizzato strade a pagamento), ben segnalate.
Soste: nessun problema per le soste diurne e notturne, i parcheggi sono ben segnalati e spesso gratuiti, poco affollati nel nostro periodo, in caso di divieti generici o dubbi basta chiedere, anche alla polizia (molto presente) e non ci sono problemi. Diffusi i campeggi, discretamente le aree di sosta (vedi sito www.areasac.es ). Non abbiamo mai avuto problemi di sicurezza. In tutte le spiagge urbane abbiamo trovato docce fredde.
Costi : simili a quelli italiani, gasolio da 1,08 a 1,30 €/l, leggermente di più in Francia. I menù ai ristoranti partono da 10€, cari i costi delle visite. Quando segnalo i costi intendo:
campeggi – 3 adulti + 1 ridotto + elettricità
visite – 2 adulti + 1 ridotto + 1 gratuito
Meteo: il viaggio è stato effettuato tra giugno e luglio e il tempo è stato sempre bello e caldo (un solo giorno è piovuto a tratti)
GIORNO 1
Partenza al mattino, in Francia limitiamo al massimo le care autostrade optando il più possibile per le scorrevoli strade normali, sosta in un paesino vicino a Narbonne.
GIORNO 2
Al mattino tappa all’area di sosta di Port Vendres, ultima area in Francia e direttamente sul mare per colazione e operazioni di scarico e carico prima di entrare in Spagna. CS gratuito, sosta a pagamento. Proseguiamo lungo la panoramica strada costiera con begli scorci tra scogliere e calette e entriamo finalmente in Spagna. Cerchiamo invano un parcheggio nel primo paese spagnolo, Portbou e quindi proseguiamo oltre. Dalla strada partono sentierini che portano al mare, ma mancano i parcheggi. Arrivati a Colera troviamo un ampio parcheggio e un campeggio all’ingresso del paese con divieto di accesso ai camper (cosa comune nei paesi viste le difficoltà di movimento nei centri storici, ma nessun problema a parcheggiare appena fuori). 10 minuti a piedi attraverso il paese, che non offre nulla di particolare, ed eccoci finalmente al mare con 2 spiagge carine racchiuse da scogliere. Conviene andare comunque pochi km più avanti per scoprire un sito ancora intatto (la cementificazione dei decenni scorsi ha deturpato in maniera rilevante la costa, ma con un pò di sforzo si trovano ancora zone intatte ed incantevoli) con sterrate che si insinuano nella costa frastagliata lambita da uno splendido mare (altra costante), scarse le possibilità di parcheggio. Si avvicina la sera e ci dirigiamo a El Port De La Selva, una macchia di case bianche adagiate in una bella baia. Il solito cartello generico di divieto ci fa decidere di optare per l’area di sosta privata all’ingresso del paese (anche ristorante e albergo) che accetta caravan e tende e offre docce e bagni (con wc chimico), ma senza scarico acque grigie. Direttamente sul mare e con bella vista sul vicino paese non è economica (20 € + 5 € per elettricità) e ci si ritrova ammassati. Passeggiata e cena al piacevole centro urbano e scopriamo che il primo parcheggio all’interno del paese (quello sul mare ha le sbarre) è pieno di camper ed è possibile pernottare senza problemi, confermato dalla polizia che invece fa spostare da tutti gli altri siti.
GIORNO 3
Dall’area di sosta imbocchiamo la strada ciclo-pedonale che costeggia la costa fermandoci in una delle numerose calette. Nel pomeriggio, spostato il camper nel parcheggio sopra descritto, attraversiamo il paese e imbocchiamo il sentiero segnalato verso altre calette. Siamo nel parco di Cabo de Creus con numerosi sentieri tutti perfettamente segnalati (altra piacevole sorpresa sono le segnalazioni capillari degli itinerari a piedi). La prima spiaggia è facilmente raggiungibile e abbastanza affollata, ma, avendo tempo, si può proseguire lungo la costa rocciosa fino a un’altra spiaggia a circa 1 h e mezza di cammino. Pernottamento nel parcheggio cittadino.
GIORNO 4
Tramite una strada panoramica raggiungiamo in breve il bel monastero di Sant Pere de Rodes in splendida posizione dominante la baia di El Port de La Selva. Ci fermiamo nel primo parcheggio, leggermente in pendenza senza divieti per la notte anche se isolato, e ci avviamo lungo il sentiero (10 minuti) con belle viste sull’imponente costruzione. Purtroppo il lunedì è giorno di chiusura (per la maggior parte dei musei) e non possiamo visitarne l’interno.
Delusi ci avviamo verso Cadaques e da qui verso Cabo de Creus. Purtroppo la strada è vietata ai camper e quindi decidiamo di raggiungerlo a piedi. Lasciamo il mezzo a Portlligat in un grande parcheggio sterrato all’ingresso del piccolo borgo, dietro un ristorantino che promette pasti non stop dove ci confermano che non ci sono problemi a pernottare. Ci avviamo quindi lungo la strada che costeggia una bella costa ricca di insenature non troppo deturpata da basse costruzioni tutto sommato ben inserite nell’ambiente. Arrivati al cartello di divieto per i camper imbocchiamo il sentiero segnalato. Ci vogliono in tutto circa 2 ore e mezzo di cammino lungo un sentiero assolato, senz’acqua e ondulato che ci accompagna al faro del cabo (l’area fa parte di un parco naturale) con possibilità di bagnarsi in splendide calette vicino alla meta o all’inizio del sentiero in una insenatura piacevole, ma con acqua bassissima. Pernottamento a Portlligat.
GIORNO 5
Visita del borgo di pescatori di Portlligat che fece innamorare Dalì. Metà del borgo è occupato dalla casa dell’estroso artista e l’altra metà da negozi, ma rimane un luogo piacevole inserito in un bel contesto ambientale. Per visitare la casa (visita guidata in spagnolo o francese) bisogna prenotare l’ora, purtroppo è tutto pieno e dobbiamo aspettare fino alle 19,30 (conviene prenotare il giorno prima) cambiando i programmi del giorno (totale ingresso 30 €).
Il tempo alterna piovaschi a schiarite (unico giorno brutto), decidiamo quindi di visitare Cadaques facilmente raggiungibile a piedi. Appena sopra il borgo troviamo un parcheggio (divieto di pernottamento) e un campeggio, una breve discesa conduce a Cadaques, piacevole e vivace paese di candide case in una bella baia con strette stradine che conducono alla chiesa in posizione panoramica che conserva un prezioso retablo barocco. Nel frattempo, visto il miglioramento del tempo, torniamo a Portlligat per un po’ di mare in attesa della visita della casa-museo di Dalì che si rivela interessante e originale. Pernottamento ancor a Porttligat.
GIORNO 6
Non essendoci strade lungo la costa verso sud, ritorniamo all’interno, superiamo Roses che con i suoi palazzi non ci attira e ci dirigiamo a Empuriabrava. Il paese, creato nel 1973 su un’estesa rete di canali si caratterizza per le ville, costruite in stile sia moderno che classico che moresco, i giardini con piscina e imbarcazioni da diporto ormeggiate fuori casa creando un luogo particolare e di un certo fascino che vale la pena di vedere, anche noleggiando un’imbarcazione ( a motore, a remi o elettriche) per girovagare liberamente fra i canali. La grande spiaggia sabbiosa ci accoglie per un po’ di relax e bagno refrigerante. Nessun problema per parcheggiare o pernottare, anche vicino ai canali. Saltiamo il centro storico poco distante per raggiungere Figueres, luogo di nascita di Dalì e sede del teatro trasformato dall’artista in suo museo personale dove sono racchiuse le sue creazioni più personali e dove fu sepolto sotto la grande cupola di vetro. All’esterno colpisce per le grandi uova di polistirolo ( simbolo del futuro) sul tetto e per le sculture a forma di pane applicate sulle pareti (simbolo del cibo). Anche la piazza che dà sull’ingresso del museo è ornata delle sue particolari (e discutibili) sculture (es. omino michelin su pila di gomma). Purtroppo il museo chiude alle 17 e non riusciamo ad entrare. Breve giro per la cittadina che non offre niente più che una piacevole passeggiata e trasferimento all’area di sosta di San Feliude Giuxols (gratuita) situata vicina al centro e alla stazione degli autobus (seguire indicazioni Tossa de Mar).
GIORNO 7
Ci dirigiamo verso Tossa de Mar, la strada sale lungo la costa rocciosa regalando begli scorci su baia a volte deturpati da urbanizzazioni poco rispettose dell’ambiente, a volte più compatibili. E’ il caso di Canyet de Mar dove una sbarra impedisce l’accesso ai veicoli dei non residenti, ma è permesso l’ingresso ai pedoni. Parcheggiato il camper sulla strada scendiamo lungo la strada (circa 1 km) accerchiata da costruzioni non troppo deturpanti, fino alla bella spiaggia sabbiosa circondata da falesie. Altri sentieri portano a piccole insenature e a un camminamento che si infila tra spettacolari rocce colorate. Nel pomeriggio trasferimento a Tossa de Mar, tralasciamo alcuni sentieri che portano a insenature più o meno attrezzate e parcheggiamo all’inizio del paese che presenta una parte moderna che si prolunga su un lato roccioso della grande spiaggia con deturpanti costruzioni, mentre sull’altro lato si estende il borgo medioevale fortificato ristrutturato e il vecchio borgo bianco ora pieno di ristoranti e negozi. Dopo un bagno ristoratore saliamo al castello con belle viste su costa e paese, scendiamo lungo le stradine acciottolate del borgo medioevale, ci mescoliamo tra la folla che gremisce la piacevole “ Vila Vella” per tornare infine all’area di sosta di San Feliu. Lungo la strada di ritorno incrociamo uno spaventato cinghiale scivolato sulla strada.
GIORNO 8
In mattinata visita a San Feliu de Giuxols che a parte i resti di un monastero e un ampio centro pedonale con alcuni bei palazzi arabeggianti non offre molto di più al visitatore. Trasferimento a Palamos seguendo le indicazioni per la Cala de S’Alguer dove troviamo facilmente parcheggio. Ci incamminiamo verso nord lungo il sentiero dei guardiacoste e ben presto lasciamo la civiltà per inserirci in zone ancora incontaminate o caratteristiche come poco prima di Cala de Castell. Camminiamo immersi in una pineta e accompagnati da un mare invitante per circa un’ora e mezzo fino alla bella Cala Estreta dove veniamo ricompensati dal solito mare cristallino. Per la notte ci spostiamo verso nord, a Llafranc, in un vasto parcheggio gratuito vicino al mare e al centro.
GIORNO 9
Riprendiamo il nostro sentiero dei guardiacoste, stavolta andando verso sud e attraverso un bel camminamento arriviamo in breve a Calella di Palafrugell, bella stazione balneare che ha conservato le sue origini di paese di pescatori. Proseguiamo sempre lungo la costa, ora più urbanizzata, ma sempre affascinante con belle calette, tralasciamo la deviazione per il Jardin Botanico del Cap Roig, e seguiamo le indicazioni per Cap Roig proseguendo poi in discesa fino alla bella cala di El Crit ( dal grido di una donna rapita dai pirati, circa un’ora e mezzo di cammino in parte ombreggiato, come in tutte le escursioni precedenti nessuna fontana) e giornata di mare. Tornati al camper puntiamo verso l’interno fino al paese medioevale di Pals dove troviamo ampio parcheggio di fronte alla Polizia Locale (a pagamento fino alle 20). Dopo cena visita al centro perfettamente conservato inondato dalla luce del tramonto e pernottamento.
GIORNO 10
Partenza verso Girona, strada abbastanza tortuosa e stretta, sosta all’area attrezzata di Quart (in Avinguda Bobila, segnalata e gratuita) per le operazioni di carico e scarico e proseguimento verso la città catalana dove troviamo posto in un ampio parcheggio gratuito e alberato vicino al centro, complice anche il fatto che era domenica. Tramite una passerella pedonale raggiungiamo il centro con vista sulle case colorate del lungofiume che costituiscono una delle caratteristiche della città. Decantata da alcune guide e criticata da alcuni perché paragonata al lungoarno di Firenze, la vista sul lungofiume non è niente di più di un bel esempio di come riqualificare, in maniera semplice, una zona altrimenti abbastanza squallida. Più interessante il vicino centro con la bella chiesa di San Feliu, la cattedrale, i resti delle mura con la passeggiata di ronda e le strette stradine del quartiere ebraico. In tutto mezza giornata (musei esclusi) che vale la pena di vedere. Tralasciamo la casa- museo del castell Gala-Dalì nella vicina Pubol per dirigerci a Banyoles per cercare refrigerio nelle acque del suo bel lago. Trovato parcheggio nonostante la giornata festiva rimaniamo delusi nel constatare che l’unica zona ammessa per bagnarsi è a pagamento ( 11 € per tutto il giorno, 2 piscine comprese), per il resto si può costeggiare le rive lungo un sentiero ciclo-pedonale. Puntiamo quindi su Besalù dove il suo scenografico ponte immette in un ben conservato centro storico, interessante il suo museo delle miniature. Terminiamo la giornata con un bagno nelle tiepide acque del fiume. Pochi km e arriviamo a Castellfollit de la Roca pittorescamente affacciato su una colata di basalto. Seguiamo le indicazioni di un parcheggio di autobus che non troviamo, in compenso parcheggiamo in un ampio spazio sterrato ai bordi del paese. Solito giro dopo cena alla ricerca del fresco per il piccolo centro che non rivela particolari bellezze.
GIORNO 11
Ci inoltriamo nella Garrotxa, zona di vulcani spenti (se ne contano una settantina). Prima tappa a Sant Joan les Fonts dove un sentiero presso l’ imponente chiesa parrocchiale porta prima ad una cascata e poi ad una colata di roccia vulcanica in cui sono visibili i segni di tre eruzioni successive. Il sentiero prosegue brevemente su un panoramico pianoro dove alcuni pannelli illustrativi ricostruiscono la storia della popolazione primitiva locale. Saltiamo Olot, abbastanza trafficata e puntiamo verso Santa Pau. Dopo aver passato la Fageta d’en Jordà, nata su una colata e attraversata da itinerari ciclo-pedonali o possibilità di gite su carrozze trainate da cavalli raggiungiamo un ombroso parcheggio ideale per una sosta (anche pernottamento) vicino a un ristorante che propone piatti della tradizione locale e ad una cartina con i sentieri della zona. Dopo pranzo raggiungiamo il successivo parcheggio da cui partono i sentieri più interessanti. Dapprima saliamo al vulcano di Santa Margarida, caratterizzato dalla presenza di una chiesetta all’interno del vecchio cratere (anche se la sterrata iniziale suggerirebbe l’uso della bicicletta non usatela in quanto, dopo circa 1 km è vietato proseguire con la due ruote). Tornati indietro puntiamo al vulcano di Croscat, ferito da una frana che ne mette in evidenza la brulla terra costituendo un paesaggio di grande suggestione, almeno a vedere le foto, visto che l’area è recintata e accessibile solo tramite guide o con il trenino in partenza dal vicino campeggio. Ci accontentiamo del poco che riusciamo a vedere e, superata di poco Santa Pau, raggiungiamo una bella cascata vista sulla cartina precedente. L’indicazione sulla strada dice circa 800 metri a piedi, a noi sono sembrati almeno il doppio, comunque non lasciatevi scoraggiare e proseguite lungo il sentiero in discesa al termine della strada asfaltata e sarete ricompensati dalla bellezza del luogo e dalle fredde acque dove trovare refrigerio con un bagno ristoratore (esiste anche un altro accesso tramite sterrata fino alla cascata, ma non sappiamo se fattibile in camper). Tornati a Santa Pau dedicate un po’ di tempo a questo delizioso paesino medioevale con caratteristiche case con archi. Puntiamo ora su Barcellona che raggiungeremo l’indomani mattina pernottando in un paese lungo la strada.
GIORNO 12
Per visitare Barcellona puntiamo sulla costa nord a Matarò dove avevo letto di un’area di sosta presso un concessionario a 10€ al giorno. Con molta difficoltà troviamo il posto che però risulta chiuso. Puntiamo sulla città con l’intenzione di andare all’area di sosta City Stop (Rambla Guipuzcoa 163-165 a 34€ al giorno con elettricità), ma arrivati a El Masnou ( 10 km a nord ) vediamo l’omonimo campeggio e decidiamo di fermarci. Il campeggio con piscina è piccolo ( attenzione nei periodi di punta) e non economico ( 51 € al giorno ), ma a dieci minuti dalla stazione e dal passaggio per il mare. In effetti si rivela una scelta azzeccata, i treni si succedono a pochi minuti di distanza e portano in centro ( viaggio singolo 2,50€, 10 biglietti 14€, non valido per metropolitana ) e la piscina dopo una giornata sotto il sole è un toccasana. Sistemato il camper ci avviamo per Barcellona. Il primo impatto è positivo, silenzio, traffico scarso e ordinato, pulizia. Volendo si può usare la bici senza problemi utilizzando le numerose piste ciclabili. E’ possibile anche noleggiarle sul posto o visitare la città con guida in bicicletta. Ci dirigiamo subito alla Sagrada Familia . L’impatto lascia senza fiato, anche se è un cantiere in continua evoluzione, purtroppo per la visita interna ( 15€ ) bisogna aspettare 2 ore ( conviene acquistare i biglietti su internet come per gli siti ) e quindi decidiamo di proseguire oltre sui grandi viali dell’ Eixample, la città borghese ed elegante nata a fine ottocento sulle vecchie mura medioevali con i migliori esempi di architettura modernista che ha visto in Gaudì il suo massimo esponente. Numerose sono le sorprese che ci attendono, da quelle più note ( casa Battlò, Morera, Amatler, Vicens, les Punxes, Milà, il palazzo Guell ) ad altre meno famose, ma altrettanto originali, i lampioni del Passeig de Gracias e quelli disegnati da Gaudì nell’elegante Placa Reial. Passiamo dalla scenografica Placa Catalunya e ci dirigiamo sul lungomare e al quartiere di Barceloneta, ex zona abitata da pescatori e nota come la Napoli di Barcellona per i suoi vicoli stretti e i panni stesi da un lato all’altro facendone una zona piacevole da attraversare con eventuale sosta nella sua lunga spiaggia. Un’occhiata alla struttura in ferro e vetro della Stazione Franca e siamo al Parco della Ciudadella dove troviamo lo zoo, un romantico laghetto con gite in barca, una scenografica fontana e i resti di strutture dell’esposizione universale del 1888 ( arco di trionfo e Castell des tres Dragons.
GIORNO 13
Il secondo giorno di visita lo dedichiamo al centro storico medioevale con i quartieri di Ribera (luogo di dimora dei grandi mercanti con le loro residenze ) e del Barrio Gotico con le sue stradine e Piazze, centro della vita medioevale. Ci spostiamo quindi su uno dei simboli di Barcellona: la Rambla con la sua animazione. Da non perdere nei dintorni il coloratissimo mercato della Boqueria, l’Antic Hospital de la Santa Creu con un bel patio gotico preceduto da un vestibolo decorato con Azulejos e il cortile adibito a giardino pubblico e luogo di relax, il palazzo Guell con i suoi coloratissimi camini, l’elegante Plaça Reial. Con la metro ci spostiamo al Parc Guell e la casa museo di Gaudì. Reso anch’esso a pagamento negli ultimi anni ( 8€ ) e vista l’attesa di 2 ore decidiamo di fare un giro per la parte pubblica del parco con vista parziale sul parco creato dall’estroso architetto e bel panorama sulla città prima di tornare al campeggio.
GIORNO 14
Proseguiamo verso sud e ci fermiamo a Sitges. Seguiamo le indicazioni per l’area di sosta camper che si trova lontano da mare e centro, a pagamento e isolata. Troviamo parcheggio dietro la stazione della polizia locale a circa 20 minuti dal piacevole centro storico ricco di palazzi nobiliari (musei) a picco sul mare e con 2 belle spiagge , mare caldo ma mosso che non ci permette di apprezzarne la limpidezza (costanti nei prossimi giorni di mare). Ci dirigiamo all’interno facendo tappa al paese fortificato di Montblanc. Prendendo la prima deviazione per il centro, si trova un’area di sosta ( 10€ ) presso un concessionario auto/camper e un autolavaggio. E’ un po’ isolato, ma videosorvegliato e di sera chiudono i cancelli (attenzione, l’orario non è segnato e noi, non sapendolo, siamo rimasti chiusi fuori e abbiamo dovuto scavalcare). Dopo cena visita al grazioso centro distante un km circondato da intatte mura medioevali.
GIORNO 15
Ci spostiamo al monastero di Poblet, forse il più famoso dei monasteri cistercensi della zona ( insieme a Santas Creus e Montserrat ) distante pochi km. Un ampio parcheggio gratuito permette anche il pernottamento in loco. La visita è a pagamento ( tot. 15€) e guidata (non in italiano ).Il monastero è ampio e ben tenuto, ma tutto sommato ci saremmo aspettati qualcosa di più emozionante vista la sua fama. Non pienamente soddisfatti ci spostiamo verso sud per mezza giornata di mare fermandoci a L’Ametlla de Mar, descritta come pittoresco porto peschereccio. Conviene parcheggiare al porto, ma il paese non dice niente di particolare, in compenso ha 2 spiagge racchiuse tra scogliere, un campeggio a picco sul mare e calette intorno. Mare mosso e molto sporco. Per la notte ci spostiamo all’interno a Miravet con la parte vecchia a picco su un’ansa del fiume Ebro e dominato da un castello restaurato e sede di museo (chiuso a quell’ora). Parcheggiato ai piedi del borgo risaliamo la stretta strada abbellita da foto d’epoca fino alla chiesa tra belle casa restaurate e, tramite sentiero panoramico, saliamo al castello (raggiungibile anche da una strada e con ampio parcheggio, isolato per la notte) con belle viste sul fiume. Alla sera cena sui tavoli all’aperto sul fiume del piccolo bar (2 adulti e 2 ragazzi 37€) e pernottamento.
GIORNO 16
Visita al Parco del delta dell’Ebro. Prima tappa a Deltebre al bel centro visite ( 6€, vendita prodotti tipici) per prendere coscienza dell’ambiente, recuperare una cartina dettagliata con itinerari cicloturistici e chiedere informazioni sulle aree sosta camper nel parco (divieto di sosta notturna al di fuori di queste). Il centro visite spiega il territorio e la sua antropizzazione, la flora e la fauna ittica con un bell’acquario, ricostruzioni tipiche. Decidiamo di far base alla Casa della Fusta (altro centro visite) con vicino un’area di sosta gestita dall’attiguo ristorante (sosta gratuita, carico e scarico 3€). Togliamo le bici e ci inoltriamo lungo sterrate tra le paludi animate da una gran varietà di uccelli acquatici (tra cui fenicotteri, aironi bianchi e rossi, garzette ecc.) che non lesinano a farsi fotografare, anche grazie alla numerosi torri di avvistamento, e bagno su una grande spiaggia sabbiosa incontaminata a parte un piccolo baretto.
GIORNO 17
Sempre in bicicletta scopriamo un'altra parte del parco tra stagni, risaie e case con tetti in paglia. Dopo tenti giorni di mare e il caldo sempre più opprimente decidiamo di spostarci sui Pirenei alla ricerca di paesaggi diversi e un po’ di refrigerio. Dopo cena e le operazioni di carico e scarico ci avviamo in direzione di Riglos. Sosta lungo la strada all’area camper gratuita di Asco a fianco della centrale nucleare come scopriremo l’indomani.
GIORNO 18
Arrivati a Riglos, pittorescamente sovrastata dai Mallos, torri di arenaria rossa modellate dagli agenti atmosferici e gremite di grifoni facilmente avvistabili, parcheggiamo all’ingresso del paese (ottimo per la notte) e ci avviamo alla scoperta del territorio. All’ingresso del piccolo centro ( possibilità di rafting e arrampicate ) seguiamo i cartelli che in circa 2 ore ci permettono di passare attraverso i Mallos con favolose viste panoramiche accompagnati dai voli dei grifoni anche a bassa quota. Per arrivare al Monastero di San Juan de la Pena (seguire per Santa Creus de la Seros) la strada costeggia il bel canyon formato dal fiume (poco accessibile per un bagno rinfrescante) e poi sale stretta e abbastanza dissestata fino al monastero nuovo (visita a pagamento). Un ampio parcheggio ombreggiato e circondato da prati e tavolini all’ombra invita al relax ( ottimo per la notte). Un breve sentiero nel bosco porta a un punto panoramico sulla catena pirenaica. Se volete visitare il vecchio monastero incastonato nella montagna (a 1,5 km) conviene prendere il bus navetta o andare a piedi vista la scarsità di spazi. In fondo alla discesa non si può saltare Santa Creus de la Seros con una bella chiesa romanica e i camini dalle particolari forme e dimensioni. Raggiungiamo finalmente Torla nel parco nazionale di Ordesa e monte Perdido che visiteremo nei prossimi giorni. All’ingresso del paese un vasto parcheggio gratuito permette la sola sosta diurna (punto di partenza delle navette per l’area protetta, centro visite). Oltrepassata la galleria troviamo la deviazione per un primo campeggio, un altro a circa 1 km e altri 2 più avanti lungo una strada sterrata, possibilità di sosta libera negli spazi oltre il paese. Optiamo per il primo campeggio scendendo ripidamente e oltrepassando il fiume, piccolo ma accogliente e tranquillo (30€ a notte) e a 15 minuti a piedi dal centro e dalla partenza navette.
GIORNO 19
Acquistiamo i biglietti per la navetta (19€ a/r in 4) e prendiamo la navetta che in 20 minuti ci porta nella zona protetta altrimenti accessibile solo a piedi (2 ore da Torla). Arrivati al parcheggio troviamo un bar/ristorante e poco più avanti un ufficio del parco dove avere informazioni e cartine sulle escursioni. Optiamo per quella classica alla cascata Cola de Caballo (5 ore a/r) nella variante più semplice incontrando altre cascate con relativi mirador fino ad arrivare al circolo glaciale con vista sul Monte Perdido e la cascata nascosta alla vista fino all’ultimo. L’escursione è semplice, ma molto appagante dal punto di vista naturalistico. In un’ora e mezzo da Cola de Caballo si raggiunge il rifugio Goriz incastonato tra le alte vette pirenaiche.
GIORNO 20
Lasciamo il campeggio e raggiungiamo velocemente Ainsa, uno dei più bei paesi spagnoli recita un cartello all’ingresso, capitale dell’antico regno di Sobrarbe. Evitiamo il parcheggio a pagamento all’ingresso del centro storico optando per quello gratuito in basso e risalendo la scalinata. Ben tenuto con le case in pietra e i piccoli vicoli stretti fino ad arrivare alla ampia e scenografica Plaça Mayor. Risaliamo la valle verso Bielsa e la Francia per deviare a sinistra verso il Canion dell’Anisco. Pochi km e un invitante torrente ricco di cascatelle e rapide ci invita a fermarci e a rinfrescarci giocando tra le correnti. La strada diventa più stretta (accesso vietato ai veicoli di lunghezza superiore ai 9 metri) diventando a senso unico per 10 km, scelta azzeccata visto che all’interno del canion diventa a carreggiata unica. Alcune rocce sporgenti causano un po’ d’ansia per la ridotta altezza (altezza camper 3 metri), ma riusciamo a passare indenni anche se alcuni passaggi vanno affrontati con molta cautela fino ad arrivare a un parcheggio da cui partono alcuni sentieri e un breve giro ad anello con viste vertiginose sul torrente incassato tra le rocce. Da qui in poi la strada si allarga e si ritorna alla partenza. Proseguiamo fino al piacevole paese di Bielsa e risaliamo la valle di Pineta fino al panoramico parcheggio (a pagamento diurno, passa l’addetto) sul circolo glaciale del fondo valle e pernottamento con altri camper.
GIORNO 21
Un piccolo ufficio del parco ci illustra le passeggiate dei dintorni ricchi i cascate e torrenti. Passeggiamo tra acque e mucche al pascolo e ci rilassiamo tra i prati fino al pomeriggio quando decidiamo di attraversare il confine e passare il giorno seguente sul versante francese. Oltrepassato il tunnel di Bielsa siamo in Francia, la strada scende ripida fino ad incrociare la deviazione per i laghi artificiali d’Oredon e Cap de Long. Il primo ha un parcheggio a pagamento, vietato il pernottamento ai camper, si alle tende nella zona riservata in riva al lago, saliamo quindi al secondo che riserva una parte del campeggio ai camper in un ambiente selvaggio e pietroso. Pernottamento con altri camper.
GIORNO 22
Scendiamo al primo lago e ci incamminiamo verso il lago artificiale d’Auran (raggiungibile anche in auto) un piacevole sentiero che tocca un altro lago fino ad arrivare alla piccola diga (circa 2 ore e mezza a/r) da cui partono itinerari più lunghi. Tornati al camper ci rilassiamo sulle rive del lago d’Oredon osservando alcuni temerari che si tuffano nelle sue acque gelide. E’ ora di intraprendere il viaggio di ritorno, evitiamo il più possibile le care autostrade francesi, passiamo da Carcassone che vediamo di notte illuminata e ci fermiamo all’area di sosta di Narbonne Plage (10€).
GIORNO 23
Ultima mezza giornata di mare sulla grande spiaggia sabbiosa e ritorno a casa.