Inserito il 22/12/2010 alle: 11:58:02
Come spiego nel blog, il problema non risiede nel meccanismo della società in quanto tale. E' un libero mercato...per cui è ovvio, come tu dici, che ciasucono possa vivere come meglio crede in un mondo simile. Ma questa è solo teoria: la pratica è altro. La pratica è la famosa multinazionale da te citata, che genera ricchezza 100 di cui 99% finisce nelle tasche di 10 persone, e il resto 1% nelle tasche di chi quell'azienda la manda avanti (operai e company).
E non esiste un imperialismo della multinazionale?
Non parliamo poi delle implicazioni etiche...dell'indottrinamento scolastico...dell'importanza del "pezzo di carta", del finto prestigio di cui si fregiano i politici, i "potenti", i "capi"...
Il discorso sarebbe molto lungo..ma questo semplici esempi, per quanto - mi rendo conto - all'apparenza possano sembrare banali e generalisti, credo possano bastareid="red">
Si ho letto le teorie che illustri nel blog: sono suggestive, ma le trovo estremamente generiche e semplicistiche.
Io credo che, quando si parla di società, bisogna distingere tra il "si deve" e il "si sceglie".
Il fatto che molta gente - la gran parte della gente, a mio avviso - faccia una serie di scelte improvvide (operando nel settore legale, ho un discreto spaccato della società, e non è incoraggiante), non implica che ci sia il bau-bau che li costringe.
In altri termini, io non credo affatto che il "popolo bue" sarebbe giusto e saggio se qualcuno più potente di lui (il SIM che pari anacronisticamente evocare) non lo piegasse con la forza e la suggestione ai propri voleri. La gente vota una certa parte politica il cui capo è dedito alle ragazzine perchè VUOLE votarlo, non perchè è costretta. La gente fa debiti idioti per avere tutto il calcio in HD perchè VUOLE averlo, non perchè è costretta.
Si tratta di gente adulta e vaccinata, anche se non risponde al modello ideale cui è bello pensare.
Quanto alla ripartizione della ricchezza... tu ti descrivi come un imprenditore. Agli artigiani che lavoravano con te pagavi il compenso di mercato, oppure ripartivi in maniera egualitaria la ricchezza creata ? Gli immobili acquistati partendo dall'eredità paterna divenivano tuoi, oppure erano spartiti con l'imbianchino, l'elettricista, il muratore e ... il povero notaio che rogava gli atti ? [:D]
E se non lo facevi, ti sentivi disonesto ? E se non ti sentivi disonesto, perchè dovrebbe sentirsi tale chi - più bravo di me e di te - ha messo in piedi un impero economico ?
Io ai miei collaboratori pago il giusto compenso, ma l'azienda e i rischi sono miei (loro sono pagati a fine mese, puntualmente, indipendentemente dalle vicende di gestione), e ritengo quindi che se IO e i mei soci creiamo ricchezza, non rubiamo nulla a nessuno. E se riuscissi a creare molta ricchezza, beh: me la sarei guadagnata.
Le teorie difficilmente reggono alla critica dei fatti di ogni giorno, e al buon senso comune. Vabbè, ci soiamo allontanati dal tema del post. Si fa, in ogni caso, per chiaccherare.