Inserito il 07/09/2010 alle: 07:28:40
Quando noi andiamo da qualche parte facciamo dei ragionamenti razionali ed irrazionali e, alla fine, raggiungiamo la mèta. Spesso sbagliamo strada, ma non ce la prendiamo con noi stessi. Spessissimo, sulle strade sconosciute ci fermiamo a lato della strada per consultare la cartina; altre volte fermiamo qualcuno per chiedere informazioni sulla direzione da seguire.
Il navigatore, essendo un programma informatico, non ammette ambiguità: osservate le regole imposte dal programmatore, con i dati disponibili (le mappe, esatte o non esatte), calcola matematicamente - con formule matematiche certe - il percorso. Se le mappe sono scarse, se il programma usa degli algoritmi (formule matematiche complesse) non eccellenti, il calcolo del percorso ne risentirà.
Per ridurre i rischi di un uso deludente del navigatore, qualunque esso sia (ma scegliendo il meglio è meglio!), occorre - prima di tutto - imparare a conoscere il proprio accessorio; cioè capire, oltre al funzionamento, anche come ragiona. Una volgta imparato questo, il navigatore diventa perfetto, o quasi.
Come si impara a conoscere il proprio navigatore? Si impara usandolo continuamente, specie sui tragitti conosciuti: andarci a fare la spesa, a comprare il giornale, al lavoro, dal meccanico, dal dottore: sempre! Solo così, alla fine, si entrerà nella filosofia del programma e si intuiranno le regole che ha sfruttato chi ha scritto il programma.
Usarlo solo per raggiungere mète sconosciute è il sistema peggiore per utilizzare il navigatore.
Personalmente uso un Tomtom su cellulare, ormai superatissimo da oltre un lustro (non più aggiornabile) e, a parte qualche strada e qualche rotonda mancante, mi ci trovo benissimo e mi permette di guadagnare uno o due giorni a settimana di vacanza itinerante, abbinato ad un uso accurato dei Pdi per camper.
Elio