In risposta al messaggio di Hunter85 del 24/10/2019 alle 17:10:58ho imparato che la sfiga ci vede benissimo e di tanto spazio che c'è sembra che gli occhi abbiano la calamita per entrarci qualcosa .
Quella mia h un grosso coperchio rettangolare a pressione con dentro i singoli tappi veri e propri, senza sigillanti o simili. L acqua in superficie è acqua molto acida... Sfiorata col dito per provare non ha fatto nulla... Sugli occhi credo sia deleteria... Prossima volta metterò gli icchiali
www.iz4dji.it
In risposta al messaggio di IZ4DJI del 24/10/2019 alle 17:22:13Yuasa mi sembra una buona marca a leggere in giro e guardare il sito...
ho imparato che la sfiga ci vede benissimo e di tanto spazio che c'è sembra che gli occhi abbiano la calamita per entrarci qualcosa . Ho capito bene come sono i tappi della tua, in qualche auto in passato ne ho avuta unacosì, di solito togliendo la striscia si staccava dai tappi e poi per ricuiuderla infilavo i tappi nei suoi agganci nella striscia e poi qualche bossa con la mano per rimetterli nei buchi. Però, per esempio nella Jimny che ho la Yuasa originale che ha 10 anni, ci sono dei comodissimi tappini a vite, che si svitano, si rabbocca e riavvitano....fa molto batteria vecchia ma è li che sopravvive a tante di quelle tutte belle liscie e carenate che ho avuto in altri veicoli ma che sono nel frattepo finite alla stazione ecologica. Per rabboccare ho una apposita bottiglia, molto comoda, inserisci il beccuccio nel foro e poi premi, l acqua scende fino a livello giusto e c'è un sistema che la blocca. Smetti poi di premere e la passi al foro dopo senza spandere neppure una goccia e piu che altro senza rischiare di mettere troppa acqua. La usano gli elettrauto, e quindi me la comperai.
In risposta al messaggio di vadopiano del 25/10/2019 alle 16:04:17Ottimo grazie per le dettagliate info
Buon pomeriggio, permettetemi qualche info sulle batterie dichiarate “senza manutenzione” . Hanno iniziato a diffondersi a fine anni ‘80 quando alcuni costruttori (Bosch/ Varta in primis) hanno iniziato a sostituirel’antimonio con il calcio nella lega delle griglie. Si chiamavano, appunto, batterie PB-CA e tra i vantaggi c’erano la minor corrosione delle griglie stesse (causa di decadimento e morte della batteria) e il minor consumo di elettrolita. In genere una batteria “senza manutenzione” non richiede rabbocchi di acqua distillata (se correttamente in esercizio) perché: 1) non ha griglie il lega piombo-antimonio 2) ha una carica di liquido elettrolitico maggiore di una batteria tradizionale, che dal costruttore è stimata sufficiente per l’intera sua vita 3) dispone - come giustamente scrive Tommaso- di un sistema di recupero per condensazione dei vapori. Di solito un coperchio con “labirinto” che fa riprecipitare nella batteria sotto forma di liquido parte dei vapori che prima venivano fatti sfiatare totalmente all’esterno. Una batteria AGM, poi, è una batteria simile alla “senza manutenzione” in cui però i separatori tra le griglie non sono fogli o buste tradizionali ma sono di materiali tipo fibra di vetro, che assorbe maggiormente l’elettrolita (più potenza) e che “fissa” maggiormente la pasta attiva di cui le griglie positive sono spalmate. Questo per evitare decadimenti di capacità e corto circuiti dovuti alla caduta sul fondo batteria di pasta attiva. Tutto bello dunque, ma io continuo a chiedermi perché le uniche batterie che mi sono durate non più di tre anni (camper e moto) erano entrambe AGM... Un saluto da Vittorio (MI).