In risposta al messaggio di RinoA del 03/01/2018 alle 00:26:59Confermo quello che dici tu e non riesco a capire dove la gente prende certe informazioni.
Durante il pranzo di Natale ho avuto un'accalorata discussione con un parente, durante la quale ciascuno è rimasto con la propria convinzione. In pratica io sostengo che con le batterie in parallelo secco non serve chei prelievi delle utenze e il caricabatteria siano equidistanti dalle due batterie. Cioè, esagerando, se si lascia com'è l'impianto esistente con batteria singola, e si connettono solo i poli della batteria esistente con quelli di una batteria aggiuntiva, entrambe le batterie si comportano come una singola batteria (con capacità maggiore) nel circuito. Sbaglio? Il mio parente insisteva sul fatto che le utenze e il caricabatteria dovessero essere collegati ad un punto del circuito con cavi equidistanti dalle due batterie.
In risposta al messaggio di ik6Amo del 03/01/2018 alle 08:55:15D'accordo con te, ovviamente anche sul fatto che la parte di cavo da 10cm esercita una resistenza minore della parte da 2m che va alla seconda batteria.
Dobbiamo considerare che ogni elemento elettrico, fra questi anche i cavi di collegamento e le batterie, assumono una certa resistenza al passaggio della corrente. La condizione ideale sarebbe quella di RESISTENZA 0; purtropponon è MAI così. Avremo quindi una resistenza da calcolare per la lunghezza e la sezione di un cavo, una resistenza interna tipica di una batteria (questa addirittura varia a seconda dello stato di usura e di carica, oltre che del tipo) ed una resistenza per qualsiasi tipo di contatto, capocorda, collegamento. Naturalmente può trattarsi a volte di piccoli valori, che possono risultare trascurabili se prendiamo in considerazione basse correnti. Prendiamo quindi in considerazione innanzitutto due batteri diverse fra loro come tipologia: es una per avviamento al piombo ed una per scarica lenta AGM. La batteria da avviamento è fatta per erogare correnti molto elevate, anche se per brevi periodi (la corrente erogabile la trovi in genere scritta sul contenitore), quindi deve avere necessariamente una resistenza interna molto bassa. La AGM a scarica lenta è fatta per erogare correnti relativamente basse, quindi deve avere maggiori doti di resistenza alla scarica, ma può avere una maggiore resistenza interna. Ponendo queste due batterie in parallelo, dobbiamo figurarci non il parallelo secco, bensì un parallelo riportante per ogni elemento una resistenza in serie, pari alla resistenza interna dell'accumulatore. e' logico quindi che l'assorbimento, sia alla carica che alla scarica, sarà diverso fra i due componenti. La differenza sarà tanto più elevata, quanto maggiore sarà la loro differenza di resistenza interna. E' chiaro che, se limitiamo gli assorbimenti o le correnti di carica a pochi A, gli effetti di quanto sopra evidenziato saranno minimii; diventeranno invece considerevoli nel caso di prelievi o cariche elevati. Appare evidente che due batterie in parallelo secco dovrebbero avere, per poter convivere correttamente, la stessa resistenza interna. Non solo questo, ma il valore dovrebbe coincidere nel tempo anche confrontando gli stati di carica e di invecchiamento. Sappiamo bene che CIO' E' IMPOSSIBILE per vari fattori. Consideriamo che non si riesce ad avere gli stessi valori resistivi anche nei vari elementi della stessa batteria, figuriamoci con due batterie diverse. E' inutile estendere il discorso alla lunghezza dei cavi che, è evidente, rappresentano resistenze in serie ad ogni accumulatore. Il discorso teorico, delle due batterie uguali e possibilmente uscite dallo stesso ciclo produttivo, deriva da questi sacrosanti ed incontestabili principi, basandosi sul fatto che due accumulatori usciti dalla stessa linea produttiva riportano fra di loro milori approssimazioni meccaniche ed elettriche, rispetto a batterie diverse; da qui, maggiore uniformità di comportamento e relative resistenze interne. Prendiamo ora in considerazione i nostri camper. Quando effettuiamo un parallelo secco, in genere non ci preoccupiamo del discorso fatto sopra. Quasi sempre ci va bene; riescono male solo i casi veramente eclatanti, fatti magari usando elementi nuovissimi con altri di diversa tipologia e quasi fuori uso. Per capire il perchè la cosa quasi funzione, dobbiamo prendere in considerazione le correnti sia di carica che di scarica in gioco durante l'uso dei nostri mezzi. Ho riscontrato che i prelievi si aggirano in genere fra i 5 ed i 10A; difficilmente eccedono tali valori e, se lo fanno, si verificano per brevi periodi e saltuariamente. A questi valori di prelievo, le differenze prodotte dalla resistenza interna delle batterie, o da quella aggiunta dei cavi, sono quasi insignificanti, MA CI SONO COMUNQUE. Il tutto in genere si traduce in una leggera riduzione dell'efficienza e durata di uno degli accumulatori; tale riduzione viene attribuita spesso ad altri fattori, mai prendendo in considerazione il fatto che comunque una delle due batterie erogherà più o meno corrente dell'altra ed assorbirà, in carica, più o meno corrente dell'altra. E' da sfatare anche il fatto che le batterie, in carica, si autoregolano. Anche questo fatto è da attribuire al comportamento della resistenza interna degli accumulatori, nei vari stati di carica e vecchiaia. Consideriamo che, per es. due accumulatori in parallelo che arrivano a 13,5V, ponendo il caricabatterie in stato di mantenimento, prima di arrivare a tale tensione hanno assorbito corrente in maniera diversa l'una dall'altra e che quindi lo stato di mantenimento per una delle batterie potrebbe rappresentare il raggiungimento della massima carica; per l'altra invece uno stato intermedio che non avrà ulteriori sviluppi, perchè il caricabatterie non erogherà tensioni maggiori fino a quando la tensione generale non scenderà, sollecitando un nuovo ciclo di carica.
In risposta al messaggio di RinoA del 03/01/2018 alle 00:26:59Io ho capito cosa vuol dire il tuo amico ,non tanto in carica dove le correnti sono contenute ma in scarica dove ci siano correnti elevate al limite degli accumulatori la teoria e la pratica non sono esattamente uguali. Non so se consciamente o inconsciamente comunque in parte ha ragione il tuo amico perché anche se è vero che le batterie sono in parallelo per avere una migliore distribuzione della C.D.T. dovresti nel caso di prelievi pesanti farli dal positivo di Batt.1 e dal negativo di Batt. 2 o vicederà.
Durante il pranzo di Natale ho avuto un'accalorata discussione con un parente, durante la quale ciascuno è rimasto con la propria convinzione. In pratica io sostengo che con le batterie in parallelo secco non serve chei prelievi delle utenze e il caricabatteria siano equidistanti dalle due batterie. Cioè, esagerando, se si lascia com'è l'impianto esistente con batteria singola, e si connettono solo i poli della batteria esistente con quelli di una batteria aggiuntiva, entrambe le batterie si comportano come una singola batteria (con capacità maggiore) nel circuito. Sbaglio? Il mio parente insisteva sul fatto che le utenze e il caricabatteria dovessero essere collegati ad un punto del circuito con cavi equidistanti dalle due batterie.
In risposta al messaggio di T i t a n del 03/01/2018 alle 09:35:48Hai ragione, intendevo dire maggiore resistenza interna; ho provveduto a correggere.
Io ho capito cosa vuol dire il tuo amico ,non tanto in carica dove le correnti sono contenute ma in scarica dove ci siano correnti elevate al limite degli accumulatori la teoria e la pratica non sono esattamente uguali. Nonso se consciamente o inconsciamente comunque in parte ha ragione il tuo amico perché anche se è vero che le batterie sono in parallelo per avere una migliore distribuzione della C.D.T. dovresti nel caso di prelievi pesanti farli dal positivo di Batt.1 e dal negativo di Batt. 2 o vicederà. credo sia questo quello che voleva dire e se è cosi ha ragione. Piccola aggiunta : questo per cercare durante forte prelievo una maggiore uguaglianza di tensione sulle batterie. @ ik6amo a circa 1/3 passaggio scrivi le agm hanno una minor R.I. credo volessi scrivere una maggiore R.I.
In risposta al messaggio di RinoA del 03/01/2018 alle 09:20:47Tutto è relativo e dipende soprattutto dalla sezione dei cavi di collegamento. Se usi cavi da 4 mm2 la distanza influisce; utilizzando cavi da 16 mm2 la cosa è praticamente insignificante, a patto di fare correttamente i collegamenti.
D'accordo con te, ovviamente anche sul fatto che la parte di cavo da 10cm esercita una resistenza minore della parte da 2m che va alla seconda batteria. Ma sono differenze trascurabili, sia per la lunghezza ridotta dei cavi,che per gli scarsi prelievi di corrente e anche per l'impossibilità che le batterie siano sempre nelle stesse condizioni (anche nel caso che da nuove siano identiche). Comunque, ringrazio tutti per gli utili interventi.
In risposta al messaggio di Giovanni del 03/01/2018 alle 09:17:25Esatto, proprio quello che intendevo io. Grazie!
Giusto, ma a RinoA non viene contestato il parallelo ma i collegamenti elettrici non equidistanti. E' ovvio che mettere in parallelo due batterie molto diverse tra loro come vetustà, o tipologia costruttiva comportante diversetensioni di carica, non sia il massimo dell'efficienza. Ma nel parallelo di due batterie parallelabili, l'una ad un metro dal caricabatterie e linea di prelievo e l'altra a cinque metri di distanza, se il collegamento è fatto con conduttori di sezione adeguata, la resistenza del conduttore stesso è trascurabile, non vedo controindicazioni. La caduta di tensione lungo quella linea (fra la prima e la seconda batteria) non può essere presa in considerazione in un impianto che si rispetti; ma anche ammettendo una leggera caduta di tensione, 0.1 od anche 0.3 volt (ad esagerare proprio) comporta, al massimo, una minore attività della batteria più lontana, sia in carica che in scarica. Giovanni
In risposta al messaggio di nuvolare del 18/10/2022 alle 19:01:41Inutile e poi dovresti mettere un diodo ideale da 150A, penso costi più della batteria.
Ciao a tutti, riapro questo post per un dubbio su batterie in parallelo. Utilizzo batterie tipo lifepo4, già da 1 anno, vorrei aumentare con un altro pacco batterie da utilizzare in parallelo al precedente, così da averepiù Amper a disposizione. Da un consulto con amici mi suggeriscono di mettere un diodo di blocco per ogni pacco batterie così da renderlo indipendente. Trovate questo suggerimento sensato, oppure questi diodi, considerato la natura delle batterie e la similitudine delle stesse, uno spreco di soldi? Grazie
In risposta al messaggio di RinoA del 03/01/2018 alle 00:26:59questo è ciò che consiglia uno dei più grandi costruttori di batterie al mondo.
Durante il pranzo di Natale ho avuto un'accalorata discussione con un parente, durante la quale ciascuno è rimasto con la propria convinzione. In pratica io sostengo che con le batterie in parallelo secco non serve chei prelievi delle utenze e il caricabatteria siano equidistanti dalle due batterie. Cioè, esagerando, se si lascia com'è l'impianto esistente con batteria singola, e si connettono solo i poli della batteria esistente con quelli di una batteria aggiuntiva, entrambe le batterie si comportano come una singola batteria (con capacità maggiore) nel circuito. Sbaglio? Il mio parente insisteva sul fatto che le utenze e il caricabatteria dovessero essere collegati ad un punto del circuito con cavi equidistanti dalle due batterie.
In risposta al messaggio di nuvolare del 18/10/2022 alle 22:19:43Il mosfet della Bms vedilo come due diodi in parallelo, uno in una direzione e uno nell’altra.
Ok, mi documento meglio sul diodo ideale, ma ho delle domande che non ho capito. Il mosfet nel bms, cosa fa, evita la corrente in ingresso? Poi il pezzo di grondaia lo metti come parallelatore tra i poli? Grazie