Inserito il 11/12/2009 alle: 09:43:48
Intanto, questa questione del peso dei nosttri mezzi, ci rammenta un dato tanto significativo quanto spesso sottovalutato: e cioè che è molto facile propugnare il rispetto delle leggi che no ci riguardano, quanto difficile rispettare (con gli oneri conseguenti) quelle che ci riguardano.
Voglio dire - portando agli estremi - che sono molto perplesso sul fatto se sia più grave il comportamento di un fotografo che commette una estorsione, o di un evasore fiscale, oppure quello che sceientemente viaggia con mezza tonnellata più del dovuto, dove i primi attentano al patrimonio pubblico e privatio, e i secondi alla vita altrui (ii compresi i propri familiari).
O similmente, è assai difficile comprendere per quale ragione per qualcuno valga la regola "chissenefrega delle esigenze perseguite, devi rispettare le leggi, arrangiati" (vedi il clandestino che entra illegalmente nel paese per sfuggire alla fame o alla tortura); e per altri valga la regola "la legge è eccessiva, quindi me ne frego" (vedi il nostro caso).
D'altro canto, in epoca di diritti, doveri, cautele, sicurezze, garanzie (che tutti invocano se e quando a proprio personale vantaggio)- come questa - si crea una particolare sensibilità da parte sia del legislatore, sia delle forze dell'ordine. Voglio dire che se quell'articolo famoso di qualche tempo fa (camperisti criminali perchè con i loro mastodonti creano le code in autostrada), che suscitò una giusta sollevazione popolare, ci avesse contestato la nostra perenne condizione di illegalità e pericolo, credo non sarebbe rimasto che rimanere in religioso silenzio.
Messo il dito nella piaga (ormai da qualche anno, ripeto, grazie anche all'informazione diffusa, quindi ai forum), come di prassi si cerca l'alibi.
Possiamo trovare sicuramente molti colpevoli, ma per ciascuno esiste una difesa efficace.
Colpa dei costruttori? Forse, ma dovrebbe correttamente dirsi che non esiste possibilità materiale di costruire mezzi co 1.500 kg di portata con una meccanica 3,5 t, e tantomeno a prezzi accessibili e destinata al mercato ordinario.; così come dovrbebe evideniarsi che un mezzo "low" (per risparmiare quanto, poi, 50 kg, pari a poco più di 3 paia di scarpe e due racchette da tennis?) non avrebbe mercato, perchè diciamolo, il garage e il frigorifero da 150 lt. ci piace tanto?
Colpa del legislatore? Forse, ma a questo punto, se vale il principio per cui si devono alzare i limiti che danno fastidio e impongono autolimiti a chicchessia, si dovrebbero riemettere in discussione quasi tutte le norme, dalla taratura dell'impianto di riscaldamento al protocollo di Kyoto?
Colpa delle riviste? Forse, ma che pretendiamo, che ogni prova di veicolo si concluda con un "NB: di fatto questo mezzo non è utilizzabile in condizioni di sicurezza", e ogni prova di accessorio si concluda con un "se ne sconsiglia vivamente l'acquisto"?
Colpa del camperista (vergine immacolata e vittima predestinata)? Forse, ma l'idea del plain air spartano e ai minimi termini, privo di fronzoli, accessori e bandierine è lontana anni luce dal benessere cui, fortunatamente, siamo avvezzi.
Possiamo poi aggiungere le responsabilità dell'allestitore (che dovrebbe rifiutare ogni montaggio e chiudere la ditta?), del poliziotto (che dovrebbe chiudere un occhio perchè è anche lui un campeggiatore?), di Fiat (che dovrebbe investire qualche miliardo di euro per un telaio in carbonio destinato a 5-6 acquirenti?), e via di seguito.
Allora condivido sia quanto dice Maculani, che il rischio, passando alla patente C, è di ridurre del 70% le vendite; ma che ci si vuol fare, la storia economica e sociale è piena di questi episodi, dal produttore di amianto, al gestore di bordelli...
Sia quanto dice Andrea, per il quale chi si avvicinerà in seguito al v.r. (dal nuovo utilizzatore al camperista navigato) dovrà maturare una mentalità diversa.
Tra le due, però, mi pare più corretta la maculanica affermazione.
Nuova mentalità si, ma al prezzo di un calo delle vendite, e non da poco.
Non è tanto il problema deklla patente C, e che ci vorrà mai?
Quanto tutti i problemi connessi.
La riduzione ai minimi termini del noleggio, viatico principale per avvicinarsi all'acquisto.
I dubbi (già parecchi) che ne discenderebbero, dalla preoccupazione che in caso di bisogno la moglie non potrà sostituire alla guida, alla revisione annuale, e via di seguito: piccolezze, idonee a far pendere la bilancia - fisiologicamente già sempre molto in bilico - per il "non acquisto".
Infine, e soprattutto il prezzo (quello dei mezzi maggiorati già oggi lo dimostra), destinato a crescere a dismisura in considerazione di vari fattori: la minor diffusione stessa, le meccaniche superiori, gli accessori che verrebbero installati di serie.
I problema è questo: con tutta la buona volontà, diciamocelo sinceramente, restare nei limiti è molto difficile, quasi un esercizio da monaci tibetani. Ci riesce chi ha un mezzo che lo consente (non un mezzo che esce nuovo con 300 kg di carico equipaggio incluso) e, nel contempo, presta una attenzione certosina. Cioè, si presta a quell'attività tanto difficile chiamata "rinuncia".
Altrimenti, si dovrà concludere che è destinasta a finire l'epoca del
camper per tutti, per fare tornare il v.r. a un hobby molto ma molto costoso, pertanto di nicchia: così potremo avere mezzi su meccanioche maggiorate, o mezzi leggeri frutto di investimenti indiustriali oggi impensabili.
Oppure c'è la terza alternativa: continuare così, un pò "all'italiana" (ma la prassi è ormai internazionale), una mano lava l'altra, una gran quantità di "ma io". Con l'accortezza di avere la stessa indulgenza, però, verso gli altri e le loro magagne, i loro scheletri, le loro illegittimità.
Saluti.