In risposta al messaggio di Sergione66 del 13/11/2018 alle 16:53:30
Il rendimento di una centrale dipende dal tipo di combustibile utilizzato e dal ciclo previsto di funzionamento. Ci sono impianti single fuel (carbone o olio combustibile o gas o gas di altoforno) e dual fuel (olio + gas).Il gas di altoforno ha potere calorifico molto basso ma se ne dispone in enormi quantità a costo zero in quanto residuo di altri processi. Generalmente viene impiegato all'interno di impianti siderurgici per la produzione di energia destinata al funzionamento degli stessi impianti. Praticamente una forma di riciclo. Per quanto riguarda le altre fonti ci sono diverse combinazioni che portano ad avere rendimenti, in casi particolarmente ottimizzati, quasi doppi rispetto ad un motore a combustione semplice. Il ciclo più virtuoso è il ciclo combinato ... bruciando gas naturale in una centrale a ciclo combinato si ottengono allo scarico gas molto caldi che vengono utilizzati per scaldare l'acqua che diventando vapore aziona una seconda turbina che può avere anche 3 stadi (alta-media-bassa pressione) e (volendo) si possono utilizzare residui per il teleriscaldamento. Questo è il ciclo più virtuoso. Da qui si va a scendere :Stesso ciclo senza teleriscaldamento senza teleriscaldamento e senza turbina a vapore quindi con gas che brucia e scarica direttamente in atmosfera.Nell'immagine è rappresentato il ciclo combinato E' ovvio che nessun motore a combustione per quanto ottimizzato e moderno riesce a raggiungere questi valori di rendimento.
In risposta al messaggio di MisterX1 del 13/11/2018 alle 18:13:18Esatto, maggiore flessibilità e allungamento degli intervalli di manutenzione.
Come conbustibile anche syngas soprattutto in centrali vicino a raffinerie. il problema al momento e la discontinuità di esercizio cioè continui spegnimento e riaccensioni. Adesso si cerca un minimo tecnico più bassoper non spegnere completamente e costringere a riavvii più lunghi che portano a diverse problematiche. Il carbone almeno in Italia sta scomparendo.
In risposta al messaggio di Sergione66 del 13/11/2018 alle 09:08:59Scrivi:
Venerdi scorso sono stato all'EICMA a Milano e c'era quasi un padiglione intero dedicato alle 2 ruote eletttriche di ogni tipo, dai monoruota, ai monopattini, fino a bici e moto elettriche. Ovviamente i produttori asiaticisono il 99% ma ci sono anche belle realtà europee. Il settore è in grande evoluzione e le tipologie di mezzi sono per tutte le tasche e tutte le esigenze. Si tratta di aspettare ancora un pò e cercare il mezzo più adatto. Per il commuting urbano o per chi alterna treno+bus o tratti a piedi credo che il mono pattino elettrico sia la soluzione ottimale. E' leggero, trasportabile, comodo e sicuro. Il mono ruota è il top ma è difficile da gestire e non adatto a tutte le età. La classica bicicletta è adatta solo per chi ha possibilità di tenerla in un luogo sicuro. Stanno arrivando delle pieghevoli belle e ben fatte ma il costo è ancora elevato. Molto interessante un miniscooter pieghevole di una azienda lussemburghese ... bello, pieghevole, leggero, con sella integrata nella batteria che è rimovibile e caricabile comodamente in casa o in ufficio. Totalmente integrato con smartphone e altri dispositivi. Da 70 a 110 km di autonomia a 25kmh Purtroppo molto caro al momento tra 8600 e 9400 euro a seconda della batteria scelta. Credo che le città saranno le prime ad essere colonizzate dalla mobilità elettrica al 100% ... ed in particolare saranno lavoratori e studenti a dare il via a questo processo . Si tratta solo di aspettare...
http://francescoghinassi.blogsp...
In risposta al messaggio di IZ4DJI del 12/11/2018 alle 23:51:07Conosco il twitzy , perchè ce l'ha mia cugina. Per la città è l'ideale, si ricarica con la presa in garage anche se ha fatto il contratto da 4,5 kW per poter disporre di energia per gli altri utilizzi. Il difetto più grosso è che non dispone di riscaldamento e gli sportelli lasciano passare abbondanti spifferi quindi in inverno, e parlo del clima di Prato, bisogna abbigliarsi come per viaggiare in scooter. Non si può quindi considerare una vera auto anche se ha 4 ruote, infatti è considerato "quadriciclo a motore".
Io avevo dato un occhiata alla Renault Twizy visto che faccio 20+20km al giorno di cui la metà extraurbani e la metà urbani. Almeno c'è un tetto e non ti piove in testa e si gira abbastanza comodi e relativamente sicurianche in inverno. Poi, anche se nn costa tanto, sono sempre tanti per avere un veicolo che per forza deve essere in piu. Spero di andare in pensione prima che le cose siano troppo stringenti, così risolvo evitando di andare in città .
In risposta al messaggio di Motore 71 del 12/11/2018 alle 14:57:51
Uno studio del CNR dice che il diesel inquina meno dell'elettrico
http://www.butac.it/le-auto-ele...
In risposta al messaggio di Kiboko del 14/11/2018 alle 17:21:23Tempo fa avevo letto, anche qui su COL, che Bosch sta mettendo a punto un motore diesel in grado di abbattere drasticamente gli ossidi di azoto. Potrebbe essere una soluzione temporanea e parziale al problema dell'inquinamento da traffico automobilistico?
BUTAC è ì'acronimo di: Bufale Un Tanto Al Chilo E si occupa di fact checking e de-bunking E no, non è vero che il CNR ha scritto una cosa simile Buon divertimento
https://www.alvolante.it/news/b...
In risposta al messaggio di alexbio del 14/11/2018 alle 14:15:15Chiedi a tua cugina quanto spende di energia elettrica, poi metti il Plus costi del contatore da 4.5kw...
Conosco il twitzy , perchè ce l'ha mia cugina. Per la città è l'ideale, si ricarica con la presa in garage anche se ha fatto il contratto da 4,5 kW per poter disporre di energia per gli altri utilizzi. Il difetto piùgrosso è che non dispone di riscaldamento e gli sportelli lasciano passare abbondanti spifferi quindi in inverno, e parlo del clima di Prato, bisogna abbigliarsi come per viaggiare in scooter. Non si può quindi considerare una vera auto anche se ha 4 ruote, infatti è considerato quadriciclo a motore.
In risposta al messaggio di Giovanni del 13/11/2018 alle 18:16:00Mai stato in Germania a Nord verso la Danimarca, queste pale sono in cielo terra e mare, anzi mi risulta che hanno realizzato un mega campo eolico nel mare del nord, con cui producono bio metano,
E le perdite di linea? Una centrale, comunque sia, non è situata sotto casa, dietro alla presa per la ricarica della batteria dell'auto elettrica ma può essere anche a migliaia di chilometri di distanza con perdite dilinea non trascurabili. Le attuali fonti rinnovabili, fotovoltaico ed eolico, moriranno presto perché non sono affidabili, cioè non producono costantemente ma solo quando le condizioni ambientali lo consentono mentre noi pretendiamo che la lampada sulla scrivania si accenda sempre e comunque, col sole, col vento e con la nebbia (mancanza di sole e vento). Basta questo per spiegare perché le nostre bollette sono gravate di quella tassa sulle fonti alternative: quella energia che si paga al produttore del solare e dell'eolico viene praticamente prodotta contemporaneamente anche con i sistemi tradizionali, quindi si paga due volte. Quando si compra energia all'estero, non c'è un contatore al confine: si compra potenza e questa potenza sia che la consumi (tempo sfavorevole per le fonti alternative) o non la consumi (sole e vento) il distributore deve pagarla. E la paghiamo noi in bolletta. Ma siamo tutti contenti nel vedere le pale eoliche che girano o non girano e le distese di pannelli fotovoltaici. Contenti e mazziati. Giovanni
In risposta al messaggio di Giovanni del 13/11/2018 alle 18:16:00non volevo intervenire,caro sostenitore di Trump,ma le tue inesattezze fanno a gara con la tua malafede
E le perdite di linea? Una centrale, comunque sia, non è situata sotto casa, dietro alla presa per la ricarica della batteria dell'auto elettrica ma può essere anche a migliaia di chilometri di distanza con perdite dilinea non trascurabili. Le attuali fonti rinnovabili, fotovoltaico ed eolico, moriranno presto perché non sono affidabili, cioè non producono costantemente ma solo quando le condizioni ambientali lo consentono mentre noi pretendiamo che la lampada sulla scrivania si accenda sempre e comunque, col sole, col vento e con la nebbia (mancanza di sole e vento). Basta questo per spiegare perché le nostre bollette sono gravate di quella tassa sulle fonti alternative: quella energia che si paga al produttore del solare e dell'eolico viene praticamente prodotta contemporaneamente anche con i sistemi tradizionali, quindi si paga due volte. Quando si compra energia all'estero, non c'è un contatore al confine: si compra potenza e questa potenza sia che la consumi (tempo sfavorevole per le fonti alternative) o non la consumi (sole e vento) il distributore deve pagarla. E la paghiamo noi in bolletta. Ma siamo tutti contenti nel vedere le pale eoliche che girano o non girano e le distese di pannelli fotovoltaici. Contenti e mazziati. Giovanni
In risposta al messaggio di Giovanni del 15/11/2018 alle 08:51:46Giovanni, la faccio breve,
Rispondo a Roberto (latrofa124) ed all'altro il cui nick ricorda bene gli ambientalisti di professione. Sono stato più volte in Germania e Danimarca. Le pale eoliche in Danimarca, in mare e, un po' meno, in terra, fruisconodi una situazione favorevole di correnti per cui girano e le fanno girare praticamente 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Da noi, montata una pala, gira o non gira, chi l'ha montata prende soldi comunque, anche producendo zero wattora in un anno. Le inchieste sulle connessioni mafia-impianti eolici vengono sempre insabbiate. Tralasciando questo aspetto, nelle nostre zone il vento non è sempre presente. Come il fotovoltaico, e l'Italia ne sarebbe avvantaggiata, non è una fonte affidabile, nel senso che non possono produrre 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. L'energia elettrica deve essere prodotta nello stesso momento in cui viene consumata, non si accumula perché a tutt'oggi non esistono sistemi attuabili di accumulazione di potenze gigantesche. Per questo motivo, nello stesso momento in cui c'è sole e vento, da un'altra parte c'è una centrale di produzione tradizionale che non può essere spenta perché, se il giorno dopo non dovesse esserci vento o sole, la centrale deve essere accesa, funzionante ed in rete già dal giorno prima. E quando compriamo energia all'estero, non abbiamo un contatore al confine, non comperiamo, per un dato periodo, tot gigawattora ma comperiamo potenza, ovvero la disponibilità di tot gigawatt; se nello stesso periodo ci sarà sole e vento e non preleviamo tutti quei gigawatt, il produttore i soldi per la potenza contrattata li vuole egualmente perché ha tenuto accesi i suoi impianti nell'evenienza che quei gigawatt fossero richiesti dalla nostra rete nazionale. E questo vale anche per le nostre centrali tradizionali. Solo le centrali idroelettriche ed alcune a gas (ma queste di bassa potenza) possono essere tenute spente ed messe in funzione velocemente; per le idroelettriche nel giro di mezz'ora dalla richiesta, per quelle a gas un po' di più; tutte le altre devono restare accese. Ricordate il black out del 2003? Non è che sono potute intervenire subito le nostre centrali ma in alcune zone hanno dovuto attendere anche un paio di giorni. Incidenti nucleari. Premesso che in quella di Chernobyl non si sa bene cosa stessero facendo là dentro in quel momento su un impianto obsoleto, con valvole manuali e non automatizzate come sulle normali centrali nucleari ma, come per gli incidenti aerei che fanno notizia perché ognuno fa centinaia di morti in contemporanea facendo notizia, mentre, per esempio, dei morti stradali se ne parla solo quando sono casi particolarissimi eppure i morti sulle strade sono molti di più di quelli per incidenti aerei, così è per le centrali nucleari: un incidente nucleare fa molti morti ed invalidi mentre molti di più ne fa l'inquinamento derivante dalle centrali tradizionali ma poiché questi ultimi morti è difficile contarli e non tutte le morti avvengono contemporaneamente, non fa notizia. Voi ambientalisti avete messo in testa alla gente che in Africa i minatori che estraggono l'uranio muoiono per le radiazioni... una puzzanata così rende bene cosa siete. Se tutte le energie spese per le cassate degli ambientalisti di professione fossero spese per la reale ricerca di fonti alternative certe ed affidabili, per la sicurezza reale degli impianti, nel campo dell'energia saremmo avanti non di decenni ma di secoli. Giovanni
In risposta al messaggio di greenpeace del 15/11/2018 alle 09:20:39
caro Giovanni ti tranquillizzo subito dicendoti che non sono un fondamentalista ma semplicemente uno che vorrebbe lasciare un mondo migliore ai propri figli,nipoti o semplici persone che verranno dopo di noi. Nè tantomenoambientalista di professione, che detto così, suona da insulto. Dal mio profilo trovi già delle informazioni che ti possono aiutare...o sei un agente segreto al servizio di potenze pro nucleari Cosa che invece non posso dire di te, dato i tuoi interventi accalorati da esperto quale dici di essere(esperto di cosa?) continui ad insistere attacandoti sugli specchi, rispondendo solo in minima parte al mio intervento, vedi lo sbugiardamento del presidente USA, le tasse riguardanti il nucleare in bolletta, citando invece solo le energie alternativee il destino delle scorie radioattive per millenni che pur avendo abbandonato(con un referendum ricordi?...a già tu ami Trump) il programma nucleare le abbiamo ancora a spasso(Rotondella e Saluggia) e un Programma naziole di smaltimento con la Carta delle aree idonee (il famigerato Cnapi) segretissimo Diciamo che come esperto di sicuro non sei obbiettivo ma hai sparato solo quello che a te conviene dire. Ma non era il tema di questo thread e se lo desideri possiamo continuare in privato o aprendone un'altro..non di meccanica se per te è meglio posso cambiare nick un saluto da uno che non la pensa come te ma che ama anche lui la vacanze in camper
In risposta al messaggio di greenpeace del 15/11/2018 alle 11:47:34
a proposito di scorie ... Rubbia è un....? completa pure tu la frase
In risposta al messaggio di Sergione66 del 15/11/2018 alle 12:46:54La discussione sta derivando per forza.
La discussione sta derivando ... Per quanto mi riguarda, ad oggi non c'è una concreta possibilità di eliminare totalmente le fonti tradizionali e sostituirle con le rinnovabili/alternative. La stessa Germania che almomento è all'avanguardia in questo passaggio sta da un lato dismettendo le centrali nucleari più vecchie ma sta anche mettendo in cantiere un nuovo progetto per un sistema di generazione di energia puntuale e distribuito per farsi carico dei momenti di calo o mancanza delle fonti rinnovabili/alternative. Tutto questo ovviamente utilizzando fonti tradizionali. I grandi paesi industrializzati non sono e non saranno in grado a breve di essere totalmente svincolati dalle fonti tradizionali. E' un lusso che si possono permettere poche nazioni che non hanno un'industria pensante, che non hanno grosse concentrazioni urbane e che possono contare su fonti rinnovabili/alternative in grande quantità e grandi investimenti in questa direzione. La ricerca sta andando nella direzione di trovare una soluzione per lo stoccaggio dell'energia ed i problemi da risolvere non sono per niente banali. Non solo dal punto di vista tecnologico ma anche politico economico. Perchè alcuni materiali potenzialmente adatti allo scopo sono dislocati in precise aree geografiche e questi paesi potrebbero detenere un monopolio molto pericoloso per certi equilibri. Attualmente c'è una situazione simile per il litio anche se meno pericolosa. Oltre a Cile Argentina ed Australia il maggior produttore al mondo è la Cina, alla quale tutti fanno grandi inchini perchè se decide di alzare il prezzo sono dolori. Gli USA si tengono le loro riserve per il futuro come fanno per il petrolio e comprano da Cile e Argentine a prezzi bassi in quanto sono nazioni piene di debiti e che devono fare buon viso a cattiva sorte. Questa è la realtà ...