In risposta al messaggio di paegas3 del 12/07/2017 alle 00:30:14
Premesso che consiglio caldamente a quala di non effettuare alcun lavoro elettrico sul camper, aggiungo una cosa a quanto indicato da robvision. Il circuito che hai indicato è a mio avviso foriero di rischi per le apparecchiature elettroniche eventualmente collegate. Supponiamo di avere collegato un dispositivo alimentato a 230V alle prese di bordo, mentre le stesse sono sotto inverter. Se collego il cavo esterno ad una colonnina, il teleruttore commuta, evitando il nefasto parallelo. Però il problema agli utilizzatori collegati a bordo rimane: siccome le due forme d'onda di inverter e rete non sono sincronizzate, e assumendo che il teleruttore spenga l'arco al passaggio per lo zero, un infinitesimo di secondo dopo io mi trovo parallelato al 230V. Se in quell'istante la sinusoide della tensione di rete è al massimo, io sottopongo il dispositivo elettronico prima ad una brusca interruzione dell'alimentazione (il teleruttore che commuta) e subito dopo ad un picco di tensione. Per le varie induttanze e capacità dei circuiti elettronici si può instaurare una botta di corrente molto pericolosa (per la incolumità dei circuiti elettronici, non per la sicurezza delle persone). Peggio ancora, sempre per la salute delle apparecchiature elettroniche collegate, è se il teleruttore è dotato, come avviene quasi sempre, di un elevato potere di interruzione, che lo porterebbe a strappare l'arco, in sostanza non attendendo il passaggio per lo zero. Già questa manovra può fare saltare un alimentatore (i teleruttori si usano per comandare motori, o carichi comunque fortemente induttivi, e non sono pensati per circuiti elettronici), se poi aggiungiamo il salto istantaneo dovuto alle forme d'onda non sincronizzate il tutto si complica. Per capirci: una stufetta o la sempre calda (sul forum) macchinetta espresso non se ne accorgerebbero nemmeno, l'alimentatore di un TV o di una antenna potrebbero subire dei danni. Pertanto, a mio parere, il circuito che propone robvision deve includere anche un dispositivo di ritardo intenzionale: del tipo che quando collego la 230 della colonnina, il teleruttore mi interrompe il circuito che alimenta le prese dall'inverter (e possibilmente, aggiungo io, mi spegne l'inverter agendo sul comando a distanza), cinque secondi di ritardo, e sopo dopo questo tempo commuta un secondo teleruttore che collega le prese di bordo alla alimentazione 230 della colonnina. Idem al contrario: appena stacco l'alimentazione da colonnina, il teleruttore che abilita sulle prese del mezzo la alimentazione da esterno rimane commutato per 5 secondi (per evitare commutazioni inopportune dovute a microinterruzioni della alimentazione, vedi le cd. richiusure automatiche Enel, poi sgancia, altri cinque secondi di attesa e solo poi mi commuta il teleruttore che accende l'inverter e abilita la distribuzione alle prese di bordo di quanto erogato da inverter. Personalmente, ritenendo sproporzionato lo sforzo per automatizzare la selezione della fonte 230V, ho alimentato il caricabatterie strettamente da salvavita, e tutto il resto delle utenze di bordo da un cavo con spina schuko che collego (manualmente) all'inverter. Quando sono allacciato alla colonnina, spengo l'inverter, stacco la spina e la inserisco in una presa schuko che ho alimentato dal salvavita. Il tutto collocato dietro lo schienale del sedile passeggero.
Concordo, il mio voleva essere un esempio di come fare, con la raccomandazione ribadita più volte di farsi fare il lavoro da chi se ne intende: per inciso, i teleruttori possono anche essere dotati di bobina "ritardata" da 1 a 5 sec, spesso usati nel fotovoltaico.