In risposta al messaggio di dani1967 del 07/07/2022 alle 12:28:41Decisamente stringati.
Analisi tecnica di Arpa Veneto Oddio, come rapporto di evento potevano fare di più
In risposta al messaggio di penguin46 del 07/07/2022 alle 13:38:32Io mi occupo generalmente di rapporti di evento, mediamente c
Decisamente stringati. grazie per avercelo segnalato
i allarghiamo un po' di più
.In risposta al messaggio di dani1967 del 07/07/2022 alle 12:28:41Anche da profano , ma vedendo le foto di Prima e Dopo
Analisi tecnica di Arpa Veneto Oddio, come rapporto di evento potevano fare di più
https://www.teleambiente.it/ita...
In risposta al messaggio di Ummagamma del 07/07/2022 alle 14:05:25Dai che sono i soliti curiosi e incoscienti, ci sono sempre e ovunque accade qualcosa, mi sembra eccessivo il termine " turisti dell' orrore " più da titolo di giornale.
Faccio fatica a crederci ma succede anche questo…
In risposta al messaggio di masivo del 07/07/2022 alle 15:38:37Una massa di ghiaccio e rocce di varie dimensioni, un fronte di 200 metri di lunghezza alta 60 metri si è abbattuta alla velocità di 300 km/h su degli esseri umani.
Dai che sono i soliti curiosi e incoscienti, ci sono sempre e ovunque accade qualcosa, mi sembra eccessivo il termine turisti dell' orrore più da titolo di giornale.
In risposta al messaggio di dani1967 del 07/07/2022 alle 17:20:43A me sembra che un criterio per decidere se monitorare un ghiacciaio dovrebbe anche essere quanta gente passa sotto quel ghiacciaio ogni giorno. Se passano in pochi anche se crolla fa poche vittime, mentre se e' molto frequentato come nel caso del ghiacciaio della marmolada le vittime sono potenzialmente tante.
Allora, un incidente mortale nasce sempre dalla sommatoria di più cose fatte male. La VDA monitora da anni i suoi ghiacciai più pericolosi, da noi in Piemonte ci si è più volte occupati del ghiacciaio della Rossa (valdi Lanzo), di quello del Rocciamelone per i problemi con la Francia, per cui fui io stesso protagonista (con De Bernardinis, famoso poi per le vicende dell'Aquila), e per quello di Macugnaga, che per un certo periodo venne all'occhio dell'opinione pubblica. Quel ghiacciao non ho letto che fosse monitorato, come invece ha cominciato a fare adesso UNIFI. La parola seracco deriva da un formaggio francese, e identifica una porzione di ghiacciaio che causa una irregolarità, un gradino nel substrato roccioso, determina, durante il movimento dello stesso, una sua profonda fratturazione e spesso una movimentazione per crolli. Questo è normale, e ordinariamente i crolli avvengono per piccole porzioni magari con cadenza quotidiana. Inutile dire che alpinisticamente il superamento dei seracchi è la parte più pericolosa di una salita in montagna. La buona prudenza indica che le seraccate andrebbero superate la notte o il mattino preso, quando ancora fa molto freddo. Inutile dire che spesso non lo si fa, perché magari ci si avvicina ad un rifugio (attività pomeridiana, di solito) oppure perché si sta tornando. Certo che se la regola di buona prudenza si fosse seguita, e si fosse tornati dalla gita prima di mezzogiorno ... ecco, col senno del poi saremmo stati magnifici. Sul fatto che vi siano altre porzioni instabili non mi stupisce, ma occhio, è normale che ogni giorno crollino piccole porzioni, e i ghiacciai hanno sempre crepacci che non danno idea di stabilità. Il rischio è la caduta di ENORMI porzioni in zone NON PIATTE, spesso causato da accumuli idrici (=crepacci colmi d'acqua) retrostanti. Questi laghetti intraglaciali sono molto pericolosi, in quanto per vari motivi che non riesco a spiegare qui tendono ad incunearsi sotto i ghiacciai e a sollevarli. Tuttavia intanto Arpa e Regione (e comuni) non sono tenuti ad osservare tutti i ghiacciai ogni giorno, mi spiace, sarebbe un assurdo e la fine della possibilità di fare passeggiate anche solo su un sentierino in mezzo ai prati, quindi non ha senso l'attuale j'accuse. Se te accorgi, bene blocchi tutto, ma se non te ne accorgi, non te ne accorgi. Anche la salita sul M Bianco oramai la si fa solo più per mezza stagione per questi rischi.
In risposta al messaggio di dani1967 del 07/07/2022 alle 17:20:43Mi sembra stiano chiudendo la stalla, quando i buoi....
Allora, un incidente mortale nasce sempre dalla sommatoria di più cose fatte male. La VDA monitora da anni i suoi ghiacciai più pericolosi, da noi in Piemonte ci si è più volte occupati del ghiacciaio della Rossa (valdi Lanzo), di quello del Rocciamelone per i problemi con la Francia, per cui fui io stesso protagonista (con De Bernardinis, famoso poi per le vicende dell'Aquila), e per quello di Macugnaga, che per un certo periodo venne all'occhio dell'opinione pubblica. Quel ghiacciao non ho letto che fosse monitorato, come invece ha cominciato a fare adesso UNIFI. La parola seracco deriva da un formaggio francese, e identifica una porzione di ghiacciaio che causa una irregolarità, un gradino nel substrato roccioso, determina, durante il movimento dello stesso, una sua profonda fratturazione e spesso una movimentazione per crolli. Questo è normale, e ordinariamente i crolli avvengono per piccole porzioni magari con cadenza quotidiana. Inutile dire che alpinisticamente il superamento dei seracchi è la parte più pericolosa di una salita in montagna. La buona prudenza indica che le seraccate andrebbero superate la notte o il mattino preso, quando ancora fa molto freddo. Inutile dire che spesso non lo si fa, perché magari ci si avvicina ad un rifugio (attività pomeridiana, di solito) oppure perché si sta tornando. Certo che se la regola di buona prudenza si fosse seguita, e si fosse tornati dalla gita prima di mezzogiorno ... ecco, col senno del poi saremmo stati magnifici. Sul fatto che vi siano altre porzioni instabili non mi stupisce, ma occhio, è normale che ogni giorno crollino piccole porzioni, e i ghiacciai hanno sempre crepacci che non danno idea di stabilità. Il rischio è la caduta di ENORMI porzioni in zone NON PIATTE, spesso causato da accumuli idrici (=crepacci colmi d'acqua) retrostanti. Questi laghetti intraglaciali sono molto pericolosi, in quanto per vari motivi che non riesco a spiegare qui tendono ad incunearsi sotto i ghiacciai e a sollevarli. Tuttavia intanto Arpa e Regione (e comuni) non sono tenuti ad osservare tutti i ghiacciai ogni giorno, mi spiace, sarebbe un assurdo e la fine della possibilità di fare passeggiate anche solo su un sentierino in mezzo ai prati, quindi non ha senso l'attuale j'accuse. Se te accorgi, bene blocchi tutto, ma se non te ne accorgi, non te ne accorgi. Anche la salita sul M Bianco oramai la si fa solo più per mezza stagione per questi rischi.
In risposta al messaggio di masivo del 08/07/2022 alle 09:05:44Quello che si dimentica è che l'alpinismo è di per se una attività estrema e pericolosa, e che camminare sui ghiacciai è una attività alpinistica e non turistica. Quando attraversi un ghiacciaio devi tenere conto che rischi la pelle, in quanto non è un ambiente sicuro.
Mi sembra stiano chiudendo la stalla, quando i buoi.... Ma non è più semplice, vietare di andare a circolare sotto, quel ghiacciaio, e forse tutti i ghiacciai? Magari usare dei monitoraggi con termometri e dire che oltre una soglia di temperatura, è pericoloso e vietato?
In risposta al messaggio di dani1967 del 08/07/2022 alle 09:27:58Conosco abbastanza bene la montagna, (abbiamo 2 stanzette tra Borgo Valsugana e il passo Manghen) per questo in certi posti non andrei mai,....( i miei rischi consapevoli, li ho corsi e forse continuo a correrli, con la moto in fuoristrada).
Quello che si dimentica è che l'alpinismo è di per se una attività estrema e pericolosa, e che camminare sui ghiacciai è una attività alpinistica e non turistica. Quando attraversi un ghiacciaio devi tenere conto cherischi la pelle, in quanto non è un ambiente sicuro. Molti anni fa salii la nord del Beithorn, che in vetta ha un seracco che ti può crollare intesta. Partii dal colle del Teodulo a mezzanotte, ma comunque fummo lenti e uscimmo che c'era già il sole. Ero conscio che potevo rimetterci le penne, facemmo un bel fuorisoglia per uscire. Ci sono salite che ad un certo punto dell'anno vengono chiuse, tipicamente la salita al Monte Bianco da certi lati viene chiusa Chiudere TUTTI i ghiacciai non ha senso, alcuni ghiacciai non hanno simili profili di pericolosità, e col caldo sono secchi per cui si vedono i crepacci. La trasformazione dell'alpinismo in turismo, tornando sull'argomento, porta a richiedere caratteristiche di sicurezza inapplicabili in montagna, dove si sommano i rischi soggettivi, legati alle abilità del singolo, a quelli oggettivi legati all'ambiente. Quelli oggettivi puoi essere bravo finché vuoi ma ti uccidono lo stesso. Ricordo che Bressanini (figlio dell'ex ministro, nota guida alpina di Courmayeur e alpinista di prima grandezza) si incavolava per quanti alpinisti forti finissero nei crepacci sulla vallee blanche perché viaggiavano slegati. Nell'alpinismo himalaiano il grosso dei morti, anche su alpinisti di bravura immensa, lo fanno i ghiacciai. Le limitazioni di accesso vanno date in condizioni eccezionali; ripeto, ci è capitato qualche volta, ma di certo non si possono riconoscere sempre. Ma guardate che anche dove viviamo normalmente, ci sono decine di migliaia di frane. Solo noi in Piemonte ne abbiamo nel sistema Sifrap catalogate più di 35000. Non è che possiamo monitorarle in continuo tutte !! Ne monitoriamo qualche centinaia e pochissime in continuo. Oggi siamo in attesa che si attivi il PS Journal, un progetto di ISPRA e DPC, che ci offrirà un quadro settimanale dei cedimenti LENTI attraverso i satelliti sentinel ma garantisco, qualcosa non può non sfuggire (l'interferometria satellitare ha molti limiti fisici).
In risposta al messaggio di masivo del 08/07/2022 alle 09:54:06Come hai ragione .
Conosco abbastanza bene la montagna, (abbiamo 2 stanzette tra Borgo Valsugana e il passo Manghen) per questo in certi posti non andrei mai,....( i miei rischi consapevoli, li ho corsi e forse continuo a correrli, con la motoin fuoristrada). Quindi ora mi chiedo, se chi va a fare questo genere di turismo, è consapevole dei rischi che corre, o crede di fare la solita scampagnata....a me è bastato vedere la foto postata da Franco, del prima, per aver paura di quel pezzo di ghiaccio.
In risposta al messaggio di Ummagamma del 30/06/2022 alle 14:29:31ricordi di gioventù diciamo dai 14 ai 17 anni mietitura grano trattore (TESTA CAUDA) mietitrebbia nell,aia estati torride e siamo ancora tutti vivi (mi tocco).forse abituati da piccoli il fisico reggeva meglio adesso condizionatori ecc mah.resta il fatto che se non piove nei prossimi giorni le campagne renderanno pochissimo in generale e saranno c. amari
Un clima micidiale da quelle parti, ci ho abitato da piccino ma non ricordo niente ma poi ho fatto il Corso in Polizia nel 1978 iniziato il 20 Giugno e ricordo perfettamente l’afa insopportabile figuriamoci ora con Caronte e poi si mette pure a bruciare sterpaglie
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In risposta al messaggio di ex camionaro del 08/07/2022 alle 15:22:49Rimando lo stesso articolo
ricordi di gioventù diciamo dai 14 ai 17 anni mietitura grano trattore (TESTA CAUDA) mietitrebbia nell,aia estati torride e siamo ancora tutti vivi (mi tocco).forse abituati da piccoli il fisico reggeva meglio adesso condizionatori ecc mah.resta il fatto che se non piove nei prossimi giorni le campagne renderanno pochissimo in generale e saranno c. amari
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