Ricordo molto bene i manifesti che a scuola stavano dappertutto e dissuadevano noi ragazzetti dal toccare oggetti metallici che potevamo rinvenire in campagna. E qualche incidente era anche capitato.
Come anche ricordo bene i bambini che "sparivano" da scuola .. e si sapeva avessero la poliomielite e purtroppo solo alcuni tornavano, non sempre indenni. Oppure non frequentavano più essendo infermi .. li andavamo a trovare a casa ma non erano situazioni durevoli. Il senso di liberazione dei nostri genitori (e non solo) con i vaccini Salk e Sebin! Non credo che tanti di quelli che hanno vissuto quei tempi abbiano poi fatto i difficili con le vaccinazioni per il Covid.
Ma venendo ad argomento più leggero, ancora negli anni 60, il telefono da noi in paese non aveva nemmeno il combinatore a rotella, ma c'era una manovella sul fianco, si girava quella e rispondeva il centralino, a cui dicevamo che numero volevamo chiamare. In quello (un ufficio in centro) un banco con tante spine corrispondenti ai numeri e al di sopra altrettante prese; la gentile impiegata infilava ad es. la spina del 114 (mio numero) nella presa del 137 (mio amico Alberto) e noi facevamo le frasi di latino insieme (già, c'era ancora il latino alle medie) ... che comodità! Se arrivava una telefonata, dato che mio papà era veterinario e spesso lo chiamavano, l'impiegata si inseriva e ci sollecitava "allora, la smettete voi o devo dire che chiamino più tardi?". Lei era in grado di mettere in comunicazione a piacere anche il suo telefono, alla faccia della privacy, e se per caso era un'impicciona e stava ad ascoltare poteva essere al corrente di un sacco di cose.
Parecchi anni dopo, lavoravo in una ditta a BS e nel mio ufficio m'era capitata proprio una ex telefonista del mio paese, ormai sposata e abitante in città, che infatti sapeva vita morte e miracoli della nostra e di altre famiglie.
Concordo che la nostra generazione è tra quelle che hanno verificato direttamente un'evoluzione notevole. Anche nei calcoli e nella logica.. ad es. a ingegneria al Poli facevo i conti col regolo. La tesi fu però di ricerca, una simulazione meccanica (dinamica e vibrazione macchine) fatta su un elaboratore Univac della Statale, a cui accedevo portando un pacco di schede perforate al banco accettazione.
Nel 75, andai al Photo Discount di MI (allora la Mecca per le fotocamere e altre cose all'avanguardia) a chiedere se avessero le calcolatrici scientifiche programmabili HP, di cui avevo letto: mi risero in faccia .. "Si, l'elaboratore elettronico ah ah ah" .. e io che gli ribattevo "ma esistono davvero!" ... poi il Digital PDP11-34 sul lavoro, l'Apple IIe a casa, poi la sequenza dei PC, il salto lavorativo da meccanica a informatica, i corsi di informatizzazione a mezza provincia, i vari CAD, i linguaggi e i programmi di vario tipo, le reti, i server fisici e poi virtuali, la Fornero (ah no questa non c'entra).. vabbe' l'evoluzione generale la sappiamo tutti
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OK.
Approfitto dell'occasione di questa "macchina del tempo" per comunicare al gentile pubblico che, essendo "diversamente giovane" quindi con sempre meno tempo da dedicare e ancor meno voglia di polemiche varie come spesso capitano qui, mi asterrò in futuro dallo scrivere. Di gente adatta ce n'è tanta anche se alcuni pare che ... Oddio scusate ma devo proprio mettere un altro ciocco sul fuoco, ciao ciao a tutti
_____________ Armando
Modificato da Armando il 10/03/2024 alle 16:15:41