In risposta al messaggio di Grinza del 08/08/2024 alle 18:06:46W i nonni, anche se sono brontoloni....
Noi ne accudiamo 3 di nipoti, 8-20, è stancante ma basta un sorriso per farti passare tutto Sicuramente non sono solo in questa avventura E, se non ci fossero i nonni…. Il problema non è la gente che non comprende ma la gente che giudica quello che nemmeno comprende
In risposta al messaggio di Grinza del 08/08/2024 alle 18:06:46Vero.
Noi ne accudiamo 3 di nipoti, 8-20, è stancante ma basta un sorriso per farti passare tutto Sicuramente non sono solo in questa avventura E, se non ci fossero i nonni…. Il problema non è la gente che non comprende ma la gente che giudica quello che nemmeno comprende
In risposta al messaggio di Grinza del 08/08/2024 alle 18:06:46
Noi ne accudiamo 3 di nipoti, 8-20, è stancante ma basta un sorriso per farti passare tutto Sicuramente non sono solo in questa avventura E, se non ci fossero i nonni…. Il problema non è la gente che non comprende ma la gente che giudica quello che nemmeno comprende
In risposta al messaggio di dani1967 del 08/08/2024 alle 22:07:47Eccomi,nonno da due anni e in attesa della seconda nipote. Concordo con quanto affermate
Per quanto possa essere bello dovrebbe essere una opzione non una assoluta necessità, questa situazione è la causa della scarsa natalità. Io con i genitori troppo anziani e uno suocero sparito ho scelto di fare un solo figlio, da pendolari sarebbe stato impossibile fare di più con solo mia suocera in pista.
In risposta al messaggio di Grinza del 09/08/2024 alle 06:57:44Condivido in toto.
La scarsa natalità, un po’ tutto, ma principalmente la difficoltà, anche economica, di dover affrontare per chi lavora, ad esempio, la figlia paga 420 euro al mese per il nido, che in parte e non sempre riceve un rimborsodall’INPS, poi le tate, se i genitori lavorano, sono necessarie, se si ammalano anche, ecc, alla fine un genitore lavora per avere la pensione perché mensilmente lo stipendio viene speso per quello. Chi ha la fortuna di avere i nonni, e questi sono disponibili, l’aspetto cambia. Lo stato non fa nulla per incentivare….
In risposta al messaggio di Giovanni del 09/08/2024 alle 12:27:48Prova oggi a campare una famiglia e a pagare un mutuo con uno stipendio unico, dato da un lavoro per cui non servono competenze specifiche o chissà quali titoli; questa è la fortuna che ha avuto la tua generazione.
Potrebbe anche essere che se non fai la settimana bianca, se non fai due tre settimane di vacanza in estate, se non ti vesti con abiti firmati, se non fai tutti i giorni lo spritz, se non vai un giorno e l'altro pure alristorante questi giovani si sentono sfortunati. Personalmente avevo una Vespa in società con mio fratello, poi con i primi stipendi fissi (a meno di vent'anni) mi sono fatto la 500; le prime uniche vacanze furono per le cure termali per i figli e la prima vacanza, in montagna, a 38 anni. Stipendio unico, moglie e due figli, mutuo per 30 anni da pagare. I giovani d'oggi non credono a queste storie. Come i miei figli non credono a quello che racconto sulla vita di tutti i giorni di quand'ero piccolo. Non è lo Stato che non incentiva, è l'approccio verso i figli che è cambiato. Giovanni
In risposta al messaggio di Giovanni del 09/08/2024 alle 12:27:48Quello di fare ferie a gogo non credo sia la maggior parte delle famiglie, anche perché, se lavori in una piccola azienda col cavolo che ti danno le ferie per la settimana bianca, poi ci può essere ma sono le minoranze, e in tutto questo lo stato se ne frega…meno male ci sono i nonni
Potrebbe anche essere che se non fai la settimana bianca, se non fai due tre settimane di vacanza in estate, se non ti vesti con abiti firmati, se non fai tutti i giorni lo spritz, se non vai un giorno e l'altro pure alristorante questi giovani si sentono sfortunati. Personalmente avevo una Vespa in società con mio fratello, poi con i primi stipendi fissi (a meno di vent'anni) mi sono fatto la 500; le prime uniche vacanze furono per le cure termali per i figli e la prima vacanza, in montagna, a 38 anni. Stipendio unico, moglie e due figli, mutuo per 30 anni da pagare. I giovani d'oggi non credono a queste storie. Come i miei figli non credono a quello che racconto sulla vita di tutti i giorni di quand'ero piccolo. Non è lo Stato che non incentiva, è l'approccio verso i figli che è cambiato. Giovanni
In risposta al messaggio di Bicio90 del 09/08/2024 alle 12:44:25
Prova oggi a campare una famiglia e a pagare un mutuo con uno stipendio unico, dato da un lavoro per cui non servono competenze specifiche o chissà quali titoli; questa è la fortuna che ha avuto la tua generazione.
In risposta al messaggio di Bicio90 del 09/08/2024 alle 12:40:43Certo tutti le mamme vorrebbero stare a casa a guardare i figli ma diventa difficile, allora le alternative sono due, o nonni o tate o senza figli, viene normale il perché non nascono bambini
Sarà che sono cresciuto senza nonni per cui non ho mai provato questa sensazione e questa emozione, e ci sta che abbia un punto di vista totalmente diverso, ma se devo pensare di fare un figlio per poi farlo crescere ainonni non so se mai lo farei/farò. Ultimamente ci sto pensando anche perchè gli anni passano, ma la prima condizione deve essere che il figlio durante il giorno deve stare o con mamma o con babbo (o con entrambi), quindi vedremo come organizzarci da un punto di vista lavorativo, anche perchè dei 4 nonni, per motivi geografici, potremmo fare affidamento solo su 1 e in caso sarebbe solo per occasioni eccezionali, non per routine. Fortuna che adesso molte aziende hanno capito che nella vita non contano solo i soldi (leggasi stipendio) ma il benefit maggiore che si può dare ad un dipendente è proprio il tempo da trascorrere con la propria famiglia e la possibilità di conciliare lavoro e vita privata, spero che questo modello possa allargarsi ancora di più in futuro e agevolare una generazione (la mia) decisamente sfortunata sotto tantissimi punti di vista. Certo che mi sarebbe piaciuto avere un nonno/nonna, probabilmente ragionerei in maniera diversa
In risposta al messaggio di Giovanni del 09/08/2024 alle 13:21:22Leggero OT
No. La mia generazione non aveva tante pretese. Un vestito uno per l'estate (e non sempre) ed uno per l'inverno. Niente di firmato. Auto? Dopo che avevi messo da parte, mese per mese, il gruzzoletto necessario. La mia generazionenon è nata con camicia. La fortuna l'ha costruita lavorando, facendo tutti i lavori possibili che i giovani d'oggi si rifiutano di fare. Quando trovavi lavoro, quant'era lo stipendio lo sapevi alla prima busta paga. Oggi i giovani non vogliono i turni, lavorare il sabato e la domenica, fare gli straordinari. Giovanni
In risposta al messaggio di Grinza del 09/08/2024 alle 13:23:18C'è una terza alternativa, la mia: uno dei due genitori sta a casa e l'altro lavora di più.
Certo tutti le mamme vorrebbero stare a casa a guardare i figli ma diventa difficile, allora le alternative sono due, o nonni o tate o senza figli, viene normale il perché non nascono bambini
In risposta al messaggio di Bicio90 del 09/08/2024 alle 13:50:59
Leggero OT Vabbè non arriveremo mai ad una quadra, ognuno vede le cose dal proprio punto di vista: Io ritengo che la tua generazione (che suppongo sia la stessa dei miei genitori, mio padre è del '54) sia stata la piùfortunata poichè dopo le 2 grandi guerre abbia vissuto in un periodo di grande crescita in cui si guardava al futuro con speranza e ottimismo, si poteva progettare di costruire qualcosa e dove con uno stipendio (senza alcun titolo) come quello da operaio di mio padre, si poteva campare un'intera famiglia e permettersi di pagare mutuo, andare in vacanza in roulotte, far studiare i propri figli ecc. Oggi tra stipendi miserabili, in parte dovuti al fatto che dobbiamo pagare la pensione a quelli che ci sono andati 45/50 anni di età (con pensioni da capogiro, che non sono di certo della mia generazione, più facile della tua) guerre, pandemie, cambiamenti climatici, si guarda al futuro con un pessimismo assoluto e forse tutte queste dinamiche hanno fatto si che la mia generazione sia stata la prima a rendersi conto che la vita è una sola e forse non vale la pena passarla dentro una fabbrica, una miniera o in un ristorante in centro a fare il cameriere a 7€ l'ora. Quando parli dei lavori che nessuno vuole più fare evidentemente non hai provato a cercare un lavoro negli ultimi 10 anni, dove tra jobs act e contratti di libera professione travestiti da co.co.co - co.co.pro e chi più ne ha più ne metta si trovano sempre 1000 scuse per non pagare una malattia o un giorno di ferie ad un ragazzo di 26 anni che ha pure studiato per trovarsi anche solo a fare un colloquio. Però si, siccome noi siamo quelli che in cambio di un lavoro pretendono un contratto regolare, dei giorni di ferie o un giorno di smart working, subito veniamo additati come quelli che non hanno voglia di fare un c**** come se il lavoro fosse l'unico obiettivo nella vita di un essere umano, come se i nostri sogni (visto che ci avete sempre detto di sognare in grande) siano di andare a fare il carrozziere 50 ore a settimana o l'idraulico reperibile il 25 dicembre (con tutto il rispetto per questi impieghi, che sono lavori come tanti altri e avrei potuto citarne altri 8000) e infatti poi facciamo crescere i nostri figli ai nonni, e ci passiamo insieme se tutto va bene 3 ore al giorno, le 3 ore serali in cui siamo più stanchi e in cui non vediamo l'ora di andare a riposare perchè l'indomani c'è da andare a lavorare. Non mi sembra la fotografia di una generazione esattamente fortunata... p.s. questa è una descrizione oggettiva e generica della situazione odierna, che abbraccia tantissimi miei coetanei con cui parlo quotidianamente sia per motivi lavorativi che extralavorativi; lo dico perchè sicuramente ora arriva qualcuno e commenta dicendo che il proprio figlio dopo gli studi ad Harvard è ingegnere alla Pincopallo S.p.a. e guadagna 8000€ al mese come se fosse la normalità, senza rendersi conto che si tratta di un caso isolato, da non considerare visto che stiamo parlando di un'intera generazione. Questo è il mio punto di vista
In risposta al messaggio di chorus del 09/08/2024 alle 14:04:10No, non credo sia percorribile perché se sei dipendente non lo puoi fare, se sei autonomo non hai la certezza di poter portare quanto ti serve..
C'è una terza alternativa, la mia: uno dei due genitori sta a casa e l'altro lavora di più. Cosa che abbiamo fatto noi ... E pensa, mentre mettevo al mondo due figli (per me qualche minuto di impegno, chiaramente) contemporaneamentestudiavo. Certo, per anni non ho avuto tempo libero e il mio desiderio era che venisse presto il week end e le vacanze ... per preparare gli esami. E non sono certo un super uomo, anzi mi reputo una persona mediocre. Quando leggo una sequela di problemi e di difficoltà mi rendo conto che volere è potere, e se non vuoi non puoi e resti nel tuo brodo.
In risposta al messaggio di Bicio90 del 09/08/2024 alle 13:50:59
Leggero OT Vabbè non arriveremo mai ad una quadra, ognuno vede le cose dal proprio punto di vista: Io ritengo che la tua generazione (che suppongo sia la stessa dei miei genitori, mio padre è del '54) sia stata la piùfortunata poichè dopo le 2 grandi guerre abbia vissuto in un periodo di grande crescita in cui si guardava al futuro con speranza e ottimismo, si poteva progettare di costruire qualcosa e dove con uno stipendio (senza alcun titolo) come quello da operaio di mio padre, si poteva campare un'intera famiglia e permettersi di pagare mutuo, andare in vacanza in roulotte, far studiare i propri figli ecc. Oggi tra stipendi miserabili, in parte dovuti al fatto che dobbiamo pagare la pensione a quelli che ci sono andati 45/50 anni di età (con pensioni da capogiro, che non sono di certo della mia generazione, più facile della tua) guerre, pandemie, cambiamenti climatici, si guarda al futuro con un pessimismo assoluto e forse tutte queste dinamiche hanno fatto si che la mia generazione sia stata la prima a rendersi conto che la vita è una sola e forse non vale la pena passarla dentro una fabbrica, una miniera o in un ristorante in centro a fare il cameriere a 7€ l'ora. Quando parli dei lavori che nessuno vuole più fare evidentemente non hai provato a cercare un lavoro negli ultimi 10 anni, dove tra jobs act e contratti di libera professione travestiti da co.co.co - co.co.pro e chi più ne ha più ne metta si trovano sempre 1000 scuse per non pagare una malattia o un giorno di ferie ad un ragazzo di 26 anni che ha pure studiato per trovarsi anche solo a fare un colloquio. Però si, siccome noi siamo quelli che in cambio di un lavoro pretendono un contratto regolare, dei giorni di ferie o un giorno di smart working, subito veniamo additati come quelli che non hanno voglia di fare un c**** come se il lavoro fosse l'unico obiettivo nella vita di un essere umano, come se i nostri sogni (visto che ci avete sempre detto di sognare in grande) siano di andare a fare il carrozziere 50 ore a settimana o l'idraulico reperibile il 25 dicembre (con tutto il rispetto per questi impieghi, che sono lavori come tanti altri e avrei potuto citarne altri 8000) e infatti poi facciamo crescere i nostri figli ai nonni, e ci passiamo insieme se tutto va bene 3 ore al giorno, le 3 ore serali in cui siamo più stanchi e in cui non vediamo l'ora di andare a riposare perchè l'indomani c'è da andare a lavorare. Non mi sembra la fotografia di una generazione esattamente fortunata... p.s. questa è una descrizione oggettiva e generica della situazione odierna, che abbraccia tantissimi miei coetanei con cui parlo quotidianamente sia per motivi lavorativi che extralavorativi; lo dico perchè sicuramente ora arriva qualcuno e commenta dicendo che il proprio figlio dopo gli studi ad Harvard è ingegnere alla Pincopallo S.p.a. e guadagna 8000€ al mese come se fosse la normalità, senza rendersi conto che si tratta di un caso isolato, da non considerare visto che stiamo parlando di un'intera generazione. Questo è il mio punto di vista
In risposta al messaggio di Giovanni del 09/08/2024 alle 16:18:43Avete viziato i vostri figli e date la colpa alla Società, allo Stato. La colpa è solo vostra che non avete insegnato loro il valore del denaro, il valore del lavoro. I miei, finita la scuola, sono andati subito a lavorare trovando lavoro da soli, si sono comprati casa con i loro soldi, si sono sposati, hanno entrambi figli che non pretendono questo e quello. Sono partiti dalla gavetta ed oggi, per rami diversi, sono responsabili d'area per delle grandi società internazionali.
Non conosci la Storia. Tutti gli anni si dice che questo Natale è peggio di quello dell'anno scorso. Mi chiedo cosa fosse il Natale del 1946, l'anno prima della mia nascita. Sarà stato meraviglioso. La mia casa con i muriesterni bucati dalle schegge di una bomba di perlustrazione. Sono andato alle scuole elementari, due chilometri da casa, a piedi, estate ed inverno. Allora mamma non mi ci poteva portare col Suv, che fortuna! Si mangiava la carne forse la domenica, si aveva un paio di pantaloni per l'estate ed uno per l'inverno. In inverno zoccoli di legno e pelle di vacca, in estate sandali fatti con i ritagli dei copertoni delle auto. Che fortuna. Il mio primo lavoro estivo a 14 anni, 500 lire a settimana (0.25 centesimi, forse 5 coni gelato piccoli di oggi). L'estate dopo ho fatto il manovale fra i muratori: porta su cemento e mattonelle sulle scale e porta giù i calcinacci. Allora non c'erano gli argani o le gru. Poi tre estati a montare le insegne, senza orari, buchi con martello e scalpello sul marmo delle facciate dei bar. Che fortuna che ancora non erano usciti i trapani elettrici! Ma quanto è stata fortunata la mia generazione. Guarda, voglio continuare a godermi questa spiaggia, altrimenti te ne racconterei di quanto siamo stati fortunati noi nati nell'immediato dopoguerra. Avete viziato i vostri figli e date la colpa alla Società, allo Stato. La colpa è solo vostra che non avete insegnato loro il valore del denaro, il valore del lavoro. I miei, finita la scuola, sono andati subito a lavorare trovando lavoro da soli, si sono comprati casa con i loro soldi, si sono sposati, hanno entrambi figli che non pretendono questo e quello. Sono partiti dalla gavetta ed oggi, per rami diversi, sono responsabili d'area per delle grandi società internazionali. Giovanni