In risposta al messaggio di Ummagamma del 11/08/2024 alle 15:07:46Dove sei adesso? Nel posto segreto?
Sono d’accordo la vita è come una lotteria .. con la moglie che prendi, con i figli che crescono bene o male i nipoti idem.. come da tue affermazioni la maggior parte giuste.. e’ tutto un equilibrio sopra la follia l
In risposta al messaggio di Ummagamma del 11/08/2024 alle 15:07:46
Sono d’accordo la vita è come una lotteria .. con la moglie che prendi, con i figli che crescono bene o male i nipoti idem.. come da tue affermazioni la maggior parte giuste.. e’ tutto un equilibrio sopra la follia l
In risposta al messaggio di Grinza del 11/08/2024 alle 17:51:45Nel posto segreto dal 18 agosto
Dove sei adesso? Nel posto segreto? Io sono a Levico…è più fresco a Firenze
In risposta al messaggio di damasi del 11/08/2024 alle 19:28:27Danilo, ti dico questo perché a me e’ andata bene tutto sommato, ma a tanti miei amici, parenti, conoscenti, no
Ciao Walter, scusami ma purtroppo questa volta non sono d'accordo con il tuo ragionamento... la vita non è una lotteria sulle mogli e sui figli, tutto dipende da noi. Se mi permetto di dire ciò è perché ho mia moglieche come professione lavorativa è una psicologa... e non ti puoi immaginare, grazie al suo lavoro quanti amici avevamo per loro convenienza, con cene che finivano sempre a parlare dei loro problemi... una volta ho assistito ad una risposta data da mia moglie al marito di questa coppia, che mi ha fatto molto riflettere... accusava la moglie per alcuni suoi comportamenti, secondo lui non corretti e si definiva sfortunato per aver preso una persona del genere... In sintesi ti scrivo la risposta di mia moglie, che con la sua parlantina da professionista è durata un bel pò... gli ha ha fatto semplicemente capire, che la moglie, che secondo i suoi parametri non era quella che voleva lui, quindi sbagliata e che per questo era stato sfortunato... che la sfortuna in questo caso non c'entrava nulla e che lui era la causa del suo male, perché la moglie era così da prima, e che lui non ha saputo cogliere i segnali del suo attuale comportamento che adesso gli attribuisce, perché i segnali vengono sempre dati e se non vengono visti è per la superficialità dell'individuo, oppure perché è troppo preso da altri fattori tipo il sesso ecc ecc che ti oscura il resto... spiegandogli che la moglie poteva essere sbagliata per lui ma non per se stessa, quindi doveva sempre rispettare le sue idee e vedute... perché la cosa più sbagliata e non corretta in una coppia è quello di voler cambiare il carattere del partner per i propri punti di vista ed egoismi... Per i figli la cosa è differente, i figli fino ad una certa età hanno come punto di riferimento i genitori, ed emulano i loro comportamenti... i figli sono come delle spugne, assorbono i nostri comportamenti e modi di fare, sono come dei salvadanai che riempi di monete, ma se un salvadanaio lo riempi con monete da 10 centesimi non avrai mai il valore di un altro riempito da monete da due euro... poi, purtroppo ci sono molti genitori che lasciano al loro destino i propri figli per farsi i fatti loro... che tutto fanno tranne il loro compito da educatore, con i risultati che specialmente ultimamente vediamo, molti si dimenticano che i figli non hanno chiesto loro di venire al mondo... per come la vedo io, come del resto abbiamo fatto noi, abbiamo rinunciato a tutto per seguirlo in tutte le sue fasi di crescita, mia moglie ha rinunciato al suo lavoro che adorava, ufficiale medico militare (psicologa) ed io alla mia carriera lavorativa, che mi avrebbe portato lontano dalla famiglia... abbiamo fatto delle rinunce che ovviamente ha dato qualche ripercussione sul nostro stato finanziario... ma quando vediamo nostro figlio 24enne in divisa (mia quarta generazione in divisa), che ha intrapreso la carriera da sottufficiale, con l'intenzione di diventare un ufficiale, in una forza di polizia ad ordinamento militare che viene definito l'élite dello stato, le nostre rinunce non ci pesano per niente... anzi ne siamo molto fieri, perché le nostre rinunce lavorative ecc ecc ha portato i frutti da noi sperati. Quindi il nostro destino e quello dei nostri figli, non è una questione di cubo... ma dipende tutto da noi. un saluto.
In risposta al messaggio di Ummagamma del 11/08/2024 alle 22:07:24
Danilo, ti dico questo perché a me e’ andata bene tutto sommato, ma a tanti miei amici, parenti, conoscenti, no Sono tante le variabili della vita che non possiamo controllare
In risposta al messaggio di damasi del 11/08/2024 alle 19:28:27
Ciao Walter, scusami ma purtroppo questa volta non sono d'accordo con il tuo ragionamento... la vita non è una lotteria sulle mogli e sui figli, tutto dipende da noi. Se mi permetto di dire ciò è perché ho mia moglieche come professione lavorativa è una psicologa... e non ti puoi immaginare, grazie al suo lavoro quanti amici avevamo per loro convenienza, con cene che finivano sempre a parlare dei loro problemi... una volta ho assistito ad una risposta data da mia moglie al marito di questa coppia, che mi ha fatto molto riflettere... accusava la moglie per alcuni suoi comportamenti, secondo lui non corretti e si definiva sfortunato per aver preso una persona del genere... In sintesi ti scrivo la risposta di mia moglie, che con la sua parlantina da professionista è durata un bel pò... gli ha ha fatto semplicemente capire, che la moglie, che secondo i suoi parametri non era quella che voleva lui, quindi sbagliata e che per questo era stato sfortunato... che la sfortuna in questo caso non c'entrava nulla e che lui era la causa del suo male, perché la moglie era così da prima, e che lui non ha saputo cogliere i segnali del suo attuale comportamento che adesso gli attribuisce, perché i segnali vengono sempre dati e se non vengono visti è per la superficialità dell'individuo, oppure perché è troppo preso da altri fattori tipo il sesso ecc ecc che ti oscura il resto... spiegandogli che la moglie poteva essere sbagliata per lui ma non per se stessa, quindi doveva sempre rispettare le sue idee e vedute... perché la cosa più sbagliata e non corretta in una coppia è quello di voler cambiare il carattere del partner per i propri punti di vista ed egoismi... Per i figli la cosa è differente, i figli fino ad una certa età hanno come punto di riferimento i genitori, ed emulano i loro comportamenti... i figli sono come delle spugne, assorbono i nostri comportamenti e modi di fare, sono come dei salvadanai che riempi di monete, ma se un salvadanaio lo riempi con monete da 10 centesimi non avrai mai il valore di un altro riempito da monete da due euro... poi, purtroppo ci sono molti genitori che lasciano al loro destino i propri figli per farsi i fatti loro... che tutto fanno tranne il loro compito da educatore, con i risultati che specialmente ultimamente vediamo, molti si dimenticano che i figli non hanno chiesto loro di venire al mondo... per come la vedo io, come del resto abbiamo fatto noi, abbiamo rinunciato a tutto per seguirlo in tutte le sue fasi di crescita, mia moglie ha rinunciato al suo lavoro che adorava, ufficiale medico militare (psicologa) ed io alla mia carriera lavorativa, che mi avrebbe portato lontano dalla famiglia... abbiamo fatto delle rinunce che ovviamente ha dato qualche ripercussione sul nostro stato finanziario... ma quando vediamo nostro figlio 24enne in divisa (mia quarta generazione in divisa), che ha intrapreso la carriera da sottufficiale, con l'intenzione di diventare un ufficiale, in una forza di polizia ad ordinamento militare che viene definito l'élite dello stato, le nostre rinunce non ci pesano per niente... anzi ne siamo molto fieri, perché le nostre rinunce lavorative ecc ecc ha portato i frutti da noi sperati. Quindi il nostro destino e quello dei nostri figli, non è una questione di cubo... ma dipende tutto da noi. un saluto.
In risposta al messaggio di Giovanni del 11/08/2024 alle 23:00:09
La tua signora ha risposto secondo scienza e coscienza; in pratica come avevo risposto secondo la saggezza dei popoli: Le cerque non hanno mai fatto i aranci. E dirò anche che, escluse rarissime circostanze, non esistonole cattive compagnie che rovinano i figlioli ma sono i figlioli (emulando i genitori) a scegliere le cattive compagnie. In pratica un ragazzo 'normale' sta bene in un gruppo 'normale' e si troverebbe male in un gruppo a lui non consono. Come un ragazzo con problemi non si troverebbe in un gruppo 'normale'. Per normale intendo ragazzi educati, rispettosi, volenterosi, che si impegnano in tutto quello che fanno, dalla scuola alla famiglia. Giovanni
In risposta al messaggio di damasi del 11/08/2024 alle 23:22:58
Giovanni, condivido in pieno quello che hai scritto... Ti faccio presente che alcuni nostri amici si sono allontanati da noi, dopo che mia moglie si è espressa in merito ai problemi dei loro figli, consulto che lorostessi gli avevano chiesto a titolo di amicizia... solo perché gli aveva fatto capire che i problemi dei loro figli erano causati dai loro comportamenti che avevano in famiglia...
In risposta al messaggio di Giovanni del 12/08/2024 alle 07:59:16I frutti dipendono dall'albero, se l'albero è malato i frutti non saranno buoni...
Questo è classico. Ho una famiglia di parenti che, a suo tempo, si rammaricava che la loro figlia un po' (?) irresponsabile nei confronti dei genitori e difficile da educare, ed il figlio proprio ingestibile. Poiché sonostato sempre con queste idee, ho fatto loro presente che due su due poteva significare che il problema poteva essere in casa. Apriti cielo, e per anni non ci hanno più parlato riavvicinandoci ultimamente perché bisognosi di qualcuno che li aiuti (ultra ottantenni) ma i figli non si fanno vedere. Giovanni
In risposta al messaggio di Grinza del 12/08/2024 alle 14:41:25Assolutamente. Inoltre ripeto le famiglie come la mia sono ad alto rischio, genitori laureati con una discreta occupazione, in quanto hanno alte pretese per i figli, e va tutto bene se hanno i numeri e le inclinazioni, un disastro se invece hanno difficoltà. I genitori si vedono non nei successi, ma nel trattare difficoltà e fallimenti. Troppo facile essere orgogliosi dei figli di successo, difficile gestire un giovane che non corrisponde ai nostri sogni.
Ci sono regole ed eccezioni, una persona fragile di buona famiglia frequentato dubbie compagnie hanno alte possibilità di ‘ammalarsi’ Mio cugino, omonimo, è psicologo/paicoterapeta, e il primo a doversi curare è propriolui, fatta eccezione per la moglie di Danilo, sono in tanti che dovrebbero farlo, e, in tutta franchezza, credo che la facoltà presa è più per loro stessi che per altri Per fortuna non ha figli Anche i miei figli dati in pasto allo psicologo sono sbagliati ma chi lo definisce il giusto Devo dire che una brava psicologa ha curato mia figlia che aveva attacchi di panico e si incolpava per la morte della nonna, risolti egregiamente Non esiste il bianco e nero
In risposta al messaggio di dani1967 del 12/08/2024 alle 14:51:16Confermo. Il caso di cui avevo parlato, rispecchia proprio il problema delle aspettative oltre le possiblità intellettuali del figlio. Quella famiglia, persa ogni speranza di gestire la figlia, hanno puntato sul figlio aspettandosi che diventasse ingegnere elettronico e fosse assunto nella società dove il padre era operaio. Gli piaceva la letteratura ma doveva studiare per ingegnere. Sta che questo povero disgraziato, pur di soddisfare i desideri dei genitori ma senza le capacità adeguate, a 30 anni ancora studiava da mattina a sera con pochi risultati. Per i genitori, a sentirli, era bravissimo! A 34 anni è diventato ingestibile. Mio figlio, il giorno che è tornato a casa non superando per la seconda volta un esame universitario, gli ho detto: "Domattina vai in Comune a fare il libretto di lavoro" e così ha fatto e da trenta e più anni lavora ed ha anche raggiunto un molto interessante livello in carriera, pur non laureato.
Assolutamente. Inoltre ripeto le famiglie come la mia sono ad alto rischio, genitori laureati con una discreta occupazione, in quanto hanno alte pretese per i figli, e va tutto bene se hanno i numeri e le inclinazioni,un disastro se invece hanno difficoltà. I genitori si vedono non nei successi, ma nel trattare difficoltà e fallimenti. Troppo facile essere orgogliosi dei figli di successo, difficile gestire un giovane che non corrisponde ai nostri sogni.
In risposta al messaggio di Giovanni del 12/08/2024 alle 15:24:24Fece così mio padre con mio fratello che difatti fece un pasticcio scolastico e poi ne venne fuori proprio col militare da ufficiale di complemento, ma quel pasticcio lo ha pagato tutta la vita. Io poi seppi difendermi da certe dinamiche familiari.
Confermo. Il caso di cui avevo parlato, rispecchia proprio il problema delle aspettative oltre le possiblità intellettuali del figlio. Quella famiglia, persa ogni speranza di gestire la figlia, hanno puntato sul figlio aspettandosiche diventasse ingegnere elettronico e fosse assunto nella società dove il padre era operaio. Gli piaceva la letteratura ma doveva studiare per ingegnere. Sta che questo povero disgraziato, pur di soddisfare i desideri dei genitori ma senza le capacità adeguate, a 30 anni ancora studiava da mattina a sera con pochi risultati. Per i genitori, a sentirli, era bravissimo! A 34 anni è diventato ingestibile. Mio figlio, il giorno che è tornato a casa non superando per la seconda volta un esame universitario, gli ho detto: Domattina vai in Comune a fare il libretto di lavoro e così ha fatto e da trenta e più anni lavora ed ha anche raggiunto un molto interessante livello in carriera, pur non laureato. Un particolare. La figlia di questi parenti a circa 14 anni è scappata da casa e la ritrovano dopo un paio di giorni a casa di un ragazzo a Bari, ad oltre 700 chilometri. Saputa la notizia, se fosse successo a me, sarei partito in macchina a tavoletta invece il padre ha atteso la mattina dopo per dormire a casa e partire la mattina dopo in treno. Non dice nulla questo? Siamo noi a dare l'esempio. Io non ho mai presentato sul lavoro un certificato medico se non fosse estremamente necessario. I miei due figli in questo sono anche peggio di me e vanno in ufficio anche con la febbre e durante le ferie fanno egualmente l:assistenza ai clienti. Giovanni
In risposta al messaggio di Pedro2 del 13/08/2024 alle 00:28:32Si ma noi Italiani siamo maestri del divago.
Ma non era evviva i super nonni ? Ho passato tutte le mie estati da bambino con i miei nonni, ho bellissimi ricordi non mi è mancato niente e mi sono divertito tantissimo. p.s. i genitori? Meglio con i nonni...
In risposta al messaggio di Grinza del 13/08/2024 alle 07:44:15I nonni sono più tranquilli meno stressati sanno educarti e gestirti con 2 parole e soprattutto mettono tranquillità e sicurezza. Mai ricevuto uno schiaffo, al contrario dei miei genitori, ed erano gli anni 70-80. Poi il gelato non mancava mai
Si ma noi Italiani siamo maestri del divago. I nonni sono indispensabili, perché svolgono lavori socialmente utili con tanto affetto, e poi servono anche per aiuti familiari.
In risposta al messaggio di Giovanni del 13/08/2024 alle 10:14:06Mmmmm, io vedo situazioni dove il genitore dice "non si fa", e i nonni "fallo", confondendo il bambino che pensa i genitori sono cattivi perché mi limitano e i nonni sono bravi perche mi fanno fare quello che voglio
Ritornando al tema, l'esperienza dei nonni, dove la mettiamo? È lì la differenza. Il genitore dice: non si fa. Il figlio chiede: perché?. Il genitore risponde: perché no! Il nonno risponde non con un perché no, maspiegando i motivi del perché non si fa. Il piccolo è contento perché impara a conoscere le regole del vivere ed apprezza il nonno che lo ascolta e gli spiega i perché. Nonno o nonna, è la stessa cosa. Oggi bisogna spiegarsi bene... Giovanni
In risposta al messaggio di Bicio90 del 09/08/2024 alle 13:50:59io sono del 49
Leggero OT Vabbè non arriveremo mai ad una quadra, ognuno vede le cose dal proprio punto di vista: Io ritengo che la tua generazione (che suppongo sia la stessa dei miei genitori, mio padre è del '54) sia stata la piùfortunata poichè dopo le 2 grandi guerre abbia vissuto in un periodo di grande crescita in cui si guardava al futuro con speranza e ottimismo, si poteva progettare di costruire qualcosa e dove con uno stipendio (senza alcun titolo) come quello da operaio di mio padre, si poteva campare un'intera famiglia e permettersi di pagare mutuo, andare in vacanza in roulotte, far studiare i propri figli ecc. Oggi tra stipendi miserabili, in parte dovuti al fatto che dobbiamo pagare la pensione a quelli che ci sono andati 45/50 anni di età (con pensioni da capogiro, che non sono di certo della mia generazione, più facile della tua) guerre, pandemie, cambiamenti climatici, si guarda al futuro con un pessimismo assoluto e forse tutte queste dinamiche hanno fatto si che la mia generazione sia stata la prima a rendersi conto che la vita è una sola e forse non vale la pena passarla dentro una fabbrica, una miniera o in un ristorante in centro a fare il cameriere a 7€ l'ora. Quando parli dei lavori che nessuno vuole più fare evidentemente non hai provato a cercare un lavoro negli ultimi 10 anni, dove tra jobs act e contratti di libera professione travestiti da co.co.co - co.co.pro e chi più ne ha più ne metta si trovano sempre 1000 scuse per non pagare una malattia o un giorno di ferie ad un ragazzo di 26 anni che ha pure studiato per trovarsi anche solo a fare un colloquio. Però si, siccome noi siamo quelli che in cambio di un lavoro pretendono un contratto regolare, dei giorni di ferie o un giorno di smart working, subito veniamo additati come quelli che non hanno voglia di fare un c**** come se il lavoro fosse l'unico obiettivo nella vita di un essere umano, come se i nostri sogni (visto che ci avete sempre detto di sognare in grande) siano di andare a fare il carrozziere 50 ore a settimana o l'idraulico reperibile il 25 dicembre (con tutto il rispetto per questi impieghi, che sono lavori come tanti altri e avrei potuto citarne altri 8000) e infatti poi facciamo crescere i nostri figli ai nonni, e ci passiamo insieme se tutto va bene 3 ore al giorno, le 3 ore serali in cui siamo più stanchi e in cui non vediamo l'ora di andare a riposare perchè l'indomani c'è da andare a lavorare. Non mi sembra la fotografia di una generazione esattamente fortunata... p.s. questa è una descrizione oggettiva e generica della situazione odierna, che abbraccia tantissimi miei coetanei con cui parlo quotidianamente sia per motivi lavorativi che extralavorativi; lo dico perchè sicuramente ora arriva qualcuno e commenta dicendo che il proprio figlio dopo gli studi ad Harvard è ingegnere alla Pincopallo S.p.a. e guadagna 8000€ al mese come se fosse la normalità, senza rendersi conto che si tratta di un caso isolato, da non considerare visto che stiamo parlando di un'intera generazione. Questo è il mio punto di vista
In risposta al messaggio di Giovanni del 13/08/2024 alle 10:14:06
Ritornando al tema, l'esperienza dei nonni, dove la mettiamo? È lì la differenza. Il genitore dice: non si fa. Il figlio chiede: perché?. Il genitore risponde: perché no! Il nonno risponde non con un perché no, maspiegando i motivi del perché non si fa. Il piccolo è contento perché impara a conoscere le regole del vivere ed apprezza il nonno che lo ascolta e gli spiega i perché. Nonno o nonna, è la stessa cosa. Oggi bisogna spiegarsi bene... Giovanni