In risposta al messaggio di ik6Amo del 17/04/2019 alle 13:24:07Ciao, non ho visto la fiction, guardo poco la tv ma sicuramente andrò a rivedere quella puntata perchè sono curiosa.
Il buongiorno si vede dal mattino e se questo è il buongiorno... questa fiction è una grande schifezza. A parte l'ambientazione completamente diversa dalla realtà, questa fiction offende L'Aquila quale città, i suoiabitanti e tutto il territorio della zona. La storia è ambientata nel 2011, nelle immagini si vedono vari ponteggi, operai al lavoro e quant'altro si può trovare in una situazione di attiva ricostruzione del centro storico cittadino. Dall'altra parte vediamo chi manifesta, a questo punto in maniera ridicola, perchè la ricostruzione non parte. Nel 2011 nel centro storico cittadino NON C'ERANO CANTIERI ATTIVI, SE NON QUELLI DEI PUNTELLAMENTI ANCORA IN CORSO. Le manifestazioni che nella fiction appaiono ridicole perchè chiedono l'attuazione di una cosa che già si sta realizzando, sono state fatte perchè LA RICOSTRUZIONE NON PARTIVA. Gli aquilani si sentono offesi da queste immagini che, invece di valorizzare, denigrano un territorio e la sua popolazione. Venite a L'Aquila, venite a vedere la ricostruzione, le case lesionate, i cantieri. Poi andate anche nelle piccole frazioni. Lì troverete ancora, nella maggior parte dei casi, la situazione della notte del 6 aprile 2009. Nelle frazioni non si è fatto praticamente nulla. Questo la fiction, ad oggi, non lo dice. Vedremo le prossime puntate, se ci saranno, perchè stanno già sorgendo comitati per chiedere la sospensione di quell'obbrobrio / L'esperienza?? E' la somma delle fregature!!!
In risposta al messaggio di poesiadAmore del 17/04/2019 alle 17:57:52Al momento la città è invivibile, sia perchè le poche abitazioni ristrutturate si trovano in mezzo a cantieri che bloccano le strade, sia perchè in molte zone mancano ancora servizi tipo gas, energia elettrica e telefono.
Ciao, non ho visto la fiction, guardo poco la tv ma sicuramente andrò a rivedere quella puntata perchè sono curiosa. Sono curiosa di capire, di vedere, di rivedere i luoghi che ho visitato a Natale del 2017. Sono particolarmentesensibile al problema, sono friulana e ho vissuto, per fortuna senza gravi conseguenze, il terremoto del 1976 che ha fatto1000 morti e interi paesi distrutti. Ho fortemente voluto andare a L'Aquila non per la morbosa curiosità di vedere la sofferenza ma per conoscere e, se possibile, portare un contributo ai ristoranti e negozi del luogo. Sarò sincera non mi aspettavo di vedere una situazione così difficile. E' vero che alcuni cantieri sono aperti ma ci sono intere abitazioni con enormi ponteggi, intere vie del centro e non parlo della zona rossa. Capisco i problemi di chi vive la vostra realtà, ho parlato con i pochi negozianti, con gli abitanti, con una splendida ragazza che imperterrita lavorava a tombolo anche se nessuno quasi frequentava la piazza in festa. Loro ci hanno detto che a L'Aquila sono gli stessi abitanti che per primi non hanno consapevolezza del valore della città. Sono tornata a casa con un qualcosa di non risolto, col desiderio di capire cos'erano quella accuse scritte lungo le vie, appese ai cancelli, vorrei capire. NOn ho intento polemico scusa se ho detto qualcosa che involontariamente può ferire. Adoro L'Aquila e tornerei subito così come gli altri paesi della zona ed invito tutti ad andare a visitare l'Abruzzo.
In risposta al messaggio di ik6Amo del 17/04/2019 alle 20:44:44Mi spiace per le difficoltà. Ricordo le persone che vivevano nei prefabbricati, non era facile, nemmeno noi in Friuli abbiamo industrie, non siamo ricchi, non nelle zone terremotate. Siamo però diventati un modello di ricostruzione, con orgoglio oggi andiamo a visitare quegli stessi palazzi distrutti e ricostruiti con le stesse pietre numerate e riposizionate al loro posto.
Al momento la città è invivibile, sia perchè le poche abitazioni ristrutturate si trovano in mezzo a cantieri che bloccano le strade, sia perchè in molte zone mancano ancora servizi tipo gas, energia elettrica e telefono.Si sta facendo molto, ma c'è stato un enorme ritardo per iniziare la ricostruzione del centro storico. Non è vero che gli aquilani non si rendono conto del valore della città; se così fosse, non ci sarebbero le proteste che ci sono e ci sono state in precedenza. Gli aquilani sanno bene cosa significa la città ma sanno anche che, se non si riuscirà a riaprire gli uffici nel centro storico, la città non rivivrà mai. Il lavoro porterà anche la ripresa economica delle attività commerciali che, al momento, sono in maggior parte relegate in periferia. Ormai le zone periferiche sono quasi interamente ricostruite, ma nelle frazioni ancora quasi non si mette mano. Il comune di L'Aquila è molto esteso, basta dire che da un'estremità all'altra fra le due frazioni più distanti ci sono ben 44 Km di strada. Nel 2009 c'è stato chi pensava che, una volta costruito il progetto CASE, si potesse tralasciare, per il momento, la ricostruzione della città; da qui sono nati i vari comitati e le varie proteste. Siamo andati anche a Roma a manifestare pacificamente e ci hanno presi a manganellate. Anche il nostro sindaco di allora è stato malmenato insieme agli altri aquilani. Siamo una popolazione attiva; ci rimbocchiamo le maniche e lavoriamo, ma purtroppo abbiamo pochi mezzi finanziari. Non siamo una zona ricca, non abbiamo grandi industrie, quindi abbiamo bisogno di aiuto. Gli italiani tutti ci hanno aiutato, stiamo finalmente ricostruendo e spero che nei prossimi dieci anni si riesca a tornare come prima. Purtroppo c'è anche la burocrazia a complicare e rallentare il tutto, altrimenti si riuscirebbe ad andare più rapidamente.
In risposta al messaggio di dani1967 del 18/04/2019 alle 09:00:42Lasciamo perdere gli errori sui criteri di ricostruzione. Da persona direttamente coinvolta nel ramo, preferisco non parlarne. Di errori ne sono stati fatti tanti e, da quando mi sembra di capire, non sono neanche stati di insegnamento per gli eventi successivi.
Non ho visto la fiction e di solito non guardo queste fiction, e se posso evitarlo lo evito, per cui non metto in dubbio il giudizio di ik6Amo. Mi chiedo però una cosa. Se fai una fiction all'Aquila nel 2018-19 e ti riferiscial 2011, quando dovrebbe lavorare di effetti speciali la regia per tornare al 2011 ? Potrebbero permetterselo per Avengers end-of-game, ma per una fiction rai ... Ho ascoltato una intervista al vostro attuale sindaco, trovata nei giorni scorsi online ma ammetto non so più dove. L'ho trovata molto interessante e veritiera, sopratutto in alcuni passaggi sui criteri di ricostruzione che oggi scopre potevano essere pensati meglio. Io spero solo che da questi errori si impari per il futuro. Purtroppo, ne dubito molto. E stando alle statistiche di ricorrenza dei terremoti in Italia, ci stiamo avvicinando al prossimo evento.
In risposta al messaggio di ik6Amo del 18/04/2019 alle 09:36:01Se possibile dopo è stato fatto peggio.
Lasciamo perdere gli errori sui criteri di ricostruzione. Da persona direttamente coinvolta nel ramo, preferisco non parlarne. Di errori ne sono stati fatti tanti e, da quando mi sembra di capire, non sono neanche stati diinsegnamento per gli eventi successivi. Riguardo il ricreare l'ambiente del 2011, non sono poi tanto d'accordo, poichè ci sono ancora zone della città non toccate dai cantieri o dove comunque c'è possibilità di girare scene che non riprendano installazioni di ponteggi. La fiction riporta innanzitutto l'effettuazione di una protesta per l'immobilità dimostrata nella ricostruzione, sullo sfondo di cantieri in piena attività; poi l'opera di una banda di sciacalli nella quale fanno parte ben attiva ragazzi aquilani. Nel primo caso la cosa suona come una diffamazione a chi a suo tempo ha manifestato perchè la ricostruzione non partiva; nel secondo caso, degli sciacalli presi, nessuno era aquilano e quest trama risulta diffamatoria nei riguardi della gente del posto. Altra cosa che salta all'occhio degli aquilani, è l'uso delle biciclette. Da noi i ragazzi vanno molto poco in bici. A scuola si va con l'autobus perchè la città non è pianeggiante e l'uso della bicicletta è possibile solo a livello sportivo. Non si può andare in bici all'ufficio od alla scuola, perchè si arriverebbe troppo sudati per affrontare poi la giornata. Oggi, con le bici elettriche la situazione sta un pò cambiando. Questo elemento non pesa sugli aquilani ma la maggior parte di noi l'ha visto come cosa innaturale.
In risposta al messaggio di michele16 del 19/04/2019 alle 00:21:38Le chiese che sono state ristrutturate sono San Bernardini e la basilica di Collemaggio, oltre che quella delle Anime Sante, in piazza.
Nell'agosto scorso,sono stato una settimana in ferie a L'Aquila e alloggiavo all'hotel Federico 2° che si trova a 1 passo dal centro.Bellissime zone e stupendo il comprensorio del Gran Sasso.Parlando della città,la cosache mi ha fatto scalpore è stato vedere tutte quelle chiese ristrutturate e tirate a nuovo,per non parlare poi del palazzo della regione e tutto pagato con i nostri soldi! Premetto che le chiese portano turismo ed io non ce l'ho con nessuno,ma scusate, non si poteva sistemare solo il duomo e dare casa ai cittadini? Si vedeva nel volto della gente tristezza,e nei pochi negozi ancora aperti,quando entravo ricevevo un buongiorno sincero e caloroso e a sua volta acquistavo cose non perchè mi servissero ma per dare contributo a quella gente che stà ancora lottando avere un minimo di dignità.Non vi dico nei paesi limitrofi,commovente le persone anziane che si fermano a parlare raccontando la disgrazia subita e la lotta che stanno facendo per sopravvivere e dopo 3 minuti,vedi le lacrime a scendere. Poco o quasi nulla è stato fatto ma le chiese sono a impeccabili.Se vogliamo anche aiutare italiani,presumo ne abbiamo ancora tantissimi!!
In risposta al messaggio di poesiadAmore del 03/05/2019 alle 16:58:24Una delle cose completamente false, è rappresentata dalle rastrelliere per le biciclette fuori dalle scuole. Chi è stato a L'Aquila sa bene perchè: l'uso della bici (a parte quelle eventualmente elettriche) è riservato ai soli puristi del campo. La città è piena di salite e discese molto pesanti, oltre che soggetta a temperature che non consentono certamente un uso agevole del velocipede. Le biciclette non le usa praticamente nessuno.
Sto seguendo il telefilm, ieri sera ho visto su Raiplay tre puntate una dietro l'altra e oggi mi son vista la sesta. Non sempre riesco a vederla in diretta così quando ho un po' di tempo la ripesco e me la gusto. Vistadal di fuori non è male ( non è certo un capolavoro!) ma forse chi ha vissuto quell'esperienza preferirebbe si parlasse della città e della sua ricostruzione in altri termini.
https://www.blocchiisotex.com/
In risposta al messaggio di poesiadAmore del 17/04/2019 alle 17:57:52Venite a L'Aquila, venite a vedere la ricostruzione, le case lesionate, i cantieri.
Ciao, non ho visto la fiction, guardo poco la tv ma sicuramente andrò a rivedere quella puntata perchè sono curiosa. Sono curiosa di capire, di vedere, di rivedere i luoghi che ho visitato a Natale del 2017. Sono particolarmentesensibile al problema, sono friulana e ho vissuto, per fortuna senza gravi conseguenze, il terremoto del 1976 che ha fatto1000 morti e interi paesi distrutti. Ho fortemente voluto andare a L'Aquila non per la morbosa curiosità di vedere la sofferenza ma per conoscere e, se possibile, portare un contributo ai ristoranti e negozi del luogo. Sarò sincera non mi aspettavo di vedere una situazione così difficile. E' vero che alcuni cantieri sono aperti ma ci sono intere abitazioni con enormi ponteggi, intere vie del centro e non parlo della zona rossa. Capisco i problemi di chi vive la vostra realtà, ho parlato con i pochi negozianti, con gli abitanti, con una splendida ragazza che imperterrita lavorava a tombolo anche se nessuno quasi frequentava la piazza in festa. Loro ci hanno detto che a L'Aquila sono gli stessi abitanti che per primi non hanno consapevolezza del valore della città. Sono tornata a casa con un qualcosa di non risolto, col desiderio di capire cos'erano quella accuse scritte lungo le vie, appese ai cancelli, vorrei capire. NOn ho intento polemico scusa se ho detto qualcosa che involontariamente può ferire. Adoro L'Aquila e tornerei subito così come gli altri paesi della zona ed invito tutti ad andare a visitare l'Abruzzo.
In risposta al messaggio di poesiadAmore del 17/05/2019 alle 09:46:41Se hai visto L'Aquila, non puoi mancare di vedere Amatrice. E' una cittadina che NON C'E' PIU'!!.
Venite a L'Aquila, venite a vedere la ricostruzione, le case lesionate, i cantieri. Io sono venuta a L'Aquila e quello che ho visto mi ha sconvolta. Chi non vive in quelle zone non può capire perchè non le vede, non sene parla se non nei tiggì che già a suo tempo parlavano di ricostruzione. Nei miei resoconti di viaggio amo mettere in evidenza le cose positive, valorizzando i luoghi. L'ho fatto per L'Aquila, l'ho fatto per il Vajont, per il Friuli lo farò sempre. Credo che parlare dei luoghi sia fondamentale per far conoscere e per incuriosire. Quel film a me piaceva, era una storia romanzata ma si parla di L'Aquila, dei suoi problemi, dei suoi abitanti. Che importa a me, cittadina del nord, se i bambini vanno o no in bici? mica è un falso storico, insomma di fronte alla possibilità di conoscere una città io credo che si possa lasciar correre alcune imprecisioni. Sai perchè ho voluto venire a visitare la tua città? perchè ho letto sul touring club di un locale, il primo, aperto tra le macerie ed ho desiderato portare il mio piccolissimo contributo, più simbolico che altro. Mi spiace molto questa opposizione al film, non la capisco e non la condivido. Ps: volevo associarmi alla tua risposta non alla mia!!
In risposta al messaggio di ik6Amo del 17/05/2019 alle 11:16:22A mio avviso ad Amatrice la vicenda sarà più lunga, complicata e dolorosa rispetto all'Aquila. Spero di sbagliarmi.
Se hai visto L'Aquila, non puoi mancare di vedere Amatrice. E' una cittadina che NON C'E' PIU'!!. Sono stato di recente, anche perchè sono originario di quella città, ed ho trovato solo una grande pianura, con i restidi una torre in mezzo, e qualche rudere qua e là. L'occhio spazia su tutta la superficie del centro storico senza ostacoli. I fabbricati non ci sono più. Le macerie sono state rimosse quasi completamente e le vie si distinguono solo perchè si intravede l'asfalto od il selciato. E' una cosa veramente orrenda. Chi non ha visto certe cose di persona, non può rendersi conto come non ci si può rendere conto di cosa è un terremoto se non lo si vive direttamente, non come soccorritore, ma come terremotato.
In risposta al messaggio di dani1967 del 17/05/2019 alle 11:38:23Purtroppo debbo darti ragione, anche perchè la realtà amatriciana è molto diversa dalla nostra. Lì la maggior parte sono seconde case e gli abitanti sono pochi. Limitare la ricostruzione ai residenti significherebbe non ricostruire.
A mio avviso ad Amatrice la vicenda sarà più lunga, complicata e dolorosa rispetto all'Aquila. Spero di sbagliarmi.
In risposta al messaggio di dani1967 del 17/05/2019 alle 14:09:25Concordo con quanto dici, ma bisogna purtroppo fare i conti con diversi fattori.
Dopo il terremoto del Belice fu costruita Gibellina Nuova, una città inventata da architetti di grido in un territorio rurale, su cui si discute ancora se sia stata una totale cavolata o una intuizione, con netta propensioneper la prima risposta. Nel mentre quasi tutta la popolazione fuggì al Nord, come già stava facendo. In seguito si impose il concetto di ricostruzione come e dove era prima, col grave guaio però di pagare spesso molto di più del valore delle case o di fare delle ricostruzioni molto parziali e malfatte, mantenendo una notevole vulnerabilità degli edifici; sopratutto nella zona di Norcia, ho visto molte case che erano già state ristrutturate che hanno avuto gravi danni. Il problema è che quei paesi sono nati e si sono sviluppati in tempi molto diversi dall'attuale, e già oggi il tessuto urbanistico non risponde più alle esigenze attuali. Paesi sovradimensionati, pieni di case abbandonate che sono più un rischio che un valore. A mio avviso in casi come Amatrice bisognerebbe avere il coraggio di ripensarli prima che dal punto di vista edilizio, sotto il profilo del tessuto urbano, senza le esagerazioni di Gibellina e tenendo lontane le archistar, mantenendo una struttura tradizionale, però con maggiori spazi e pulizia, in proporzione a quella che è la reale popolazione. Probabilmente potrebbe essere un modo di fare prima, fare meglio, e pagare di meno. Ma ammetto che si tratta solo di fantasia, che li serve ben poco. Comunque mi risultava che nei maggiori centri le seconde case, a differenza dei precedenti terremoti, non sarebbero state discriminate. E comunque anche altrove se il contributo non era al 100%, sarebbe comunque stato molto importante. Ma ammetto di non aver letto le ultime ordinanze.