In risposta al messaggio di ezio59 del 16/10/2017 alle 14:50:46verso quale paese ha interesato la zona? . mi piacciono molto quei posti ho spesso usato il camping palafavera in val di zoldo come base per escursioni sia in moto che a piedi
Ennesimo crollo dalla parete nord della Civetta che fa parte delle Dolomiti tutela dell'Unesco e patrimonio dell'umanità. Spero che non abbia interessato appassionati di montagna che anche in questo periodo scalano le sue pareti o percorrono l'omonima valle. Ezio Servo per Amikeco by IPAViaggio per vedere non per viaggiare
In risposta al messaggio di dani1967 del 17/10/2017 alle 08:24:57I vecchi del mio paese, compresa mia madre avevano un detto " fin che le crepe del Zuita le resta su no le da se procupà" (fino a quando le rocce della Civetta restano su non bisogna preoccuparsi). Ma ora? due grossi crolli a distanza di un anno e il Civetta non è il solo, vedi le Cinquetorri
Quando passai li sotto fui impressionato dal vedere dove passano la Solldere e il Philippe Flamm, posti così orribili che quei sono contento... Uno di noi, molto più pieno di se rispetto alle reali capacità,manifestò interesse a fare una delle vie; furbescamente un altro amico si diede disponibile e allora il primo si fece venire mal di pancia e scappò via. A parte scherzi e aneddoti, in parte è un fenomeno naturale, il lago di Alleghe è un raro esempio d lago per ostruzione da frana. Certo che l'innalzamento dell temperature provoca lo scioglimento del permafrost e conseguente formazione di questi clamorosi dissesti. Da noi c'è un pezzo di Rocciamelone che viene giù.
https://www.rsi.ch/news/ticino-...
In risposta al messaggio di ezio59 del 17/10/2017 alle 10:00:35Cito un pezzo di quel che scrive wikipedia
I vecchi del mio paese, compresa mia madre avevano un detto fin che le crepe del Zuita le resta su no le da se procupà (fino a quando le rocce della Civetta restano su non bisogna preoccuparsi). Ma ora? due grossi crolli a distanza di un anno e il Civetta non è il solo, vedi le Cinquetorri
lago
si originò nella notte dell'11 gennaio1771
quando dal Piz, modesta altura localizzata alla destra del Cordevole, si staccò una rovinosa frana che travolse il villaggio di Riete, seppellendo l'abitato di Marin e in parte Fusine e causando la morte di 49 persone. Il monte, come narrano le cronache, aveva già dato in passato cenni della sua instabilità con la caduta di sassi, ma nulla avrebbe fatto supporre un simile evento.Repubblica Veneta
inviò per porre rimedio e scongiurare la formazione del lago. La frana era troppo grande e vasta per riuscire a scavare un canale che ne facesse defluire le acque abbassandone almeno in parte il livello e in tal modo permettesse di recuperare alcune campagne e qualche villaggio."In risposta al messaggio di dani1967 del 17/10/2017 alle 11:12:56Il ghiacciaio c'è ancora ma è minuscolo, si nota bene solo quando ci sono le prime nevicate. Per transitare nella valle ci sono due sentieri, il più alto è quello che attraversa i ghiaioni sotto la parete e l'altro è quello che passa sotto il Rifugio Tissi. Questo è abbastanza sicuro ma l'altro, che è stato chiuso, era comunque un incubo. Io l'ho fatto durante un temporale e non ti dico cosa veniva giù. Sicuramente è utilizzato ancora da chi va all'attacco delle vie perchè non c'è alternativa.
Cito un pezzo di quel che scrive wikipedia Il lago si originò nella notte dell'11 gennaio 1771 quando dal Piz, modesta altura localizzata alla destra del Cordevole, si staccò una rovinosa frana che travolse il villaggiodi Riete, seppellendo l'abitato di Marin e in parte Fusine e causando la morte di 49 persone. Il monte, come narrano le cronache, aveva già dato in passato cenni della sua instabilità con la caduta di sassi, ma nulla avrebbe fatto supporre un simile evento. L'ostruzione della valle causata dai detriti della frana sbarrò la naturale via di deflusso delle acque del Cordevole con la conseguente formazione del lago. Le acque dell'invaso che si stava formando incominciarono a sommergere la campagna circostante e il villaggio di Peron, che giaceva nel fondo valle, fu presto sommerso; nelle settimane successive toccò analoga sorte ai villaggi di Soracordevole, Sommariva, Costa e Torre: 208 persone dovettero abbandonare ogni loro avere sotto le acque minacciose del lago e cercare, nella rigida stagione, un ricovero di fortuna. Ci vollero due mesi perché il lago riuscisse a superare il macereto della frana e tracimare, anche se alla fine di gennaio era praticamente già formato. A nulla valsero ispezioni, progetti di ingegneri e tecnici che la Repubblica Veneta inviò per porre rimedio e scongiurare la formazione del lago. La frana era troppo grande e vasta per riuscire a scavare un canale che ne facesse defluire le acque abbassandone almeno in parte il livello e in tal modo permettesse di recuperare alcune campagne e qualche villaggio. Alla fine credo che i detti degli anziani siano un ricordo tramandato di questi fatti. Nel 1771 non avevamo il riscaldamento globale, anzi, eravamo sotto una piccola era glaciale.Quindi, entro certi ambiti è un fenomeno naturale, che ci stupisce quando avviene a scala temporale umana, ma nel complesso non è eccezionale, quello che cambia con il riscaldamento globale è la frequenza di questi fenomeni, sopratutto in relazione allo scioglimento del permafrost. Certo che quella parte è già un incubo da sola. Tu che l'hai vista da vicino di recente (io l'ho sbinocolata molto di lontano), il ghiacciaietto a metà parete c'è ancora ?
In risposta al messaggio di annapasqua del 17/10/2017 alle 16:30:44Il ghiacciaio in Vda sono arretrati in maniera pazzesca.
come dice sempre il figlio forte dei suoi studi di geologia le montagne di oggi sono le pianure di domani di sicuro stiamo aiutando il processo. ieri sono passata dalle parti del Monte Bianco: giornata da maniche corte,e siamo a meta' ottobre, cielo splendido neanche una nuovola, mai visto il Bianco cosi' nitido. ma il ghiacciaio che ricordavo arrivare fin quasi al santuario della Val Ferret era tanto, tanto piu' alto e tanto tanto piu' piccolo
http://www.aineva.it/pubblica/n...
http://www.irpi.cnr.it/project/...
https://www.nature.com/articles...
In risposta al messaggio di ezio59 del 18/10/2017 alle 13:53:42Che magnificenza; incredibile che un inferno simile sia nel contempo anche così bello.
Adesso alla sera è così
In risposta al messaggio di dani1967 del 18/10/2017 alle 14:04:33Ciao, per quanto riguarda la frana so che ci sono pubblicazioni ma per ora non ti so dire molto. Il Rifugio Tissi lo hanno costruito li perchè è proprio difronte alla parete nord e dall'altra parte è servito da una teleferica che porta su le vivande e quanto serve partendo da Masarè di Alleghe. Sembra solo strategia alpina dunque. Per quanto riguarda il ghiacciaio questa è una foto di ieri fatta dal Rifugio Sasso Bianco nel Comune di S. Tomaso.
Che magnificenza; incredibile che un inferno simile sia nel contempo anche così bello. Da forestiero mi sono sempre chiesto il significato geologico del rilievo su cui c'è il Tissi, approfondirò. la prossima estate mipiacerebbe fare un salto da quelle parti. Ezio, che tu sappia c'è qualche libro, non necessariamente scientifico, anche solo divulgativo, che spieghi la storia della frana di Alleghe meglio di uicchipedia ? In fotografia molti disprezzano il cielo blu bollandolo come noioso, io invece trovo quel cielo magnifico. Anche io ho le montagne dalla finestra, ma sono molto meno appariscenti. Cosa curiosa, la parte che vedo dalla finestra è quella che conosco meno dell'arco alpino. ps: da qualche parte ho una mia foto in cima alla civetta, debbo dire che è piuttosto irriverente. Una vacanza che ricordo con nostalgia.
In risposta al messaggio di ezio59 del 19/10/2017 alle 15:06:26Grazie.
Ciao, per quanto riguarda la frana so che ci sono pubblicazioni ma per ora non ti so dire molto. Il Rifugio Tissi lo hanno costruito li perchè è proprio difronte alla parete nord e dall'altra parte è servito da una telefericache porta su le vivande e quanto serve partendo da Masarè di Alleghe. Sembra solo strategia alpina dunque. Per quanto riguarda il ghiacciaio questa è una foto di ieri fatta dal Rifugio Sasso Bianco nel Comune di S. Tomaso. Si vede lo sfregio dei crolli purtroppo e le rocce del Tissi
In risposta al messaggio di ledzep del 23/10/2017 alle 12:03:13Non vorrei essere critico, ma il rosa così non lo vedi nemmeno da macugnaga, oggi con il computer si possono fare molte cose.
Siccome si parlava del Bianco. Avendo abitato 5 anni a Ginevra ho capito la vera essenza di quel massiccio, che dalla Val D'aosta non si coglie appieno. Soprattutto in pena estate, come in questa foto, magari mentre fai il bagno nel lago, incombe su di te, a ricordarti la Natura, con la enne maiuscola ma anche il Rosa da Milano non è male
In risposta al messaggio di ledzep del 24/10/2017 alle 08:51:48Hai ragione in effetti il tele da questo effetto. Io sono troppo schiacciato contro le montagne. IL problema per noi in queste ore è il fuoco.
Il Rosa, la cui vetta dista dalla città meno di cento km, si vede così da Milano ogni volta che tira il Fohn, vento secco da Nord. La foto è fatta da San Siro e non ho usato neanche un tele spinto ma un misero 180mm Ti dirò di più, da Milano se ti metti in alto vedi tutto l'arco alpino dall'inconfondibile Monviso, al Rosa alle Grigne alle montagne Bresciane