In risposta al messaggio di Mocambo del 23/04/2020 alle 20:47:22Straziante, strano però che famiglia cristiana pubblichi questa denuncia visto che per il 90% ci ‘lavorano’ loro
Dal sito di Famiglia Cristiana, conosco l'ambiente delle rsa e ne riconosco ogni virgola. ADDIO, IN QUESTA PRIGIONE DORATA NON È MI MANCATO NULLA SE NON LE VOSTRE CAREZZE» Su Interris.it è stata pubblicata la straziantelettera di un anziano che viveva in un Rsa e prima di essere ucciso dal Covid-19 saluta la figlia e i nipoti, senza sapere se leggeranno mai queste sue parole: i rimpianti, i rimorsi, le riflessioni di un uomo che sa di morire. Un commovente addio e una forte denuncia. Ecco il testo della lettera 22/04/2020 Pubblichiamo il testo integrale della lettera d’ addio di un anziano morto per coronavirus all’ interno di una Rsa (Residenza sanitaria assistita, ndr) dove purtroppo si sono registrati numerosi decessi e dove le persone sono morte da sole e a causa della pandemia non si è potuto neanche celebrare un funerale Da questo letto senza cuore scelgo di scrivervi cari miei figli e nipoti. (L'ho consegnata di nascosto a Suor Chiara nella speranza che dopo la mia morte possiate leggerla). Comprendo di non avere più tanti giorni, dal mio respiro sento che mi resta solo questa esile mano a stringere una penna ricevuta per grazia da una giovane donna che ha la tua età Elisa mia cara. È l'unica persona che in questo ospizio mi ha regalato qualche sorriso ma da quando porta anche lei la mascherina riesco solo a intravedere un po' di luce dai suoi occhi; uno sguardo diverso da quello delle altre assistenti che neanche ti salutano. Non volevo dirvelo per non recarvi dispiacere su dispiacere sapendo quanto avrete sofferto nel lasciarmi dentro questa bella prigione. Si, così l'ho pensata ricordando un testo scritto da quel prete romagnolo, don Oreste Benzi che parlava di questi posti come di prigioni dorate. Allora mi sembrava esagerato e invece mi sono proprio ricreduto. Sembra infatti che non manchi niente ma non è così…manca la cosa più importante, la vostra carezza, il sentirmi chiedere tante volte al giorno come stai nonno?, gli abbracci e i tanti baci, le urla della mamma che fate dannare e poi quel mio finto dolore per spostare l'attenzione e far dimenticare tutto. In questi mesi mi è mancato l'odore della mia casa, il vostro profumo, i sorrisi, raccontarvi le mie storie e persino le tante discussioni. Questo è vivere, è stare in famiglia, con le persone che si amano e sentirsi voluti bene e voi me ne avete voluto così tanto non facendomi sentire solo dopo la morte di quella donna con la quale ho vissuto per 60 anni insieme, sempre insieme. In 85 anni ne ho viste così tante e come dimenticare la miseria dell'infanzia, le lotte di mio padre per farsi valere, mamma sempre attenta ad ogni respiro e poi il fascino di quella scuola che era come un sogno poterci andare, una gioia, un onore. La maestra era una seconda mamma e conquistare un bel voto era festa per tutta la casa. E poi, il giorno della laurea e della mia prima arringa in tribunale. Quanti grazie dovrei dire, un'infinità a mia moglie per avermi sopportato, a voi figli per avermi sempre perdonato, ai miei nipoti per il vostro amore incondizionato. Gli amici, pochi quelli veri, si possono veramente contare solo in una mano come dice la Bibbia e che dire, anche il parroco, lo devo ringraziare per avermi dato l'assoluzione dei miei peccati e per le belle parole espresse al funerale di mia moglie. Ora non ce la faccio più a scrivere e quindi devo almeno dire una cosa ai miei nipoti… e magari a tutti quelli del mondo. Non è stata vostra madre a portarmi qui ma sono stato io a convincere i miei figli, i vostri genitori, per non dare fastidio a nessuno. Nella mia vita non ho mai voluto essere di peso a nessuno, forse sarà stato anche per orgoglio e quando ho visto di non essere più autonomo non potevo lasciarvi questo brutto ricordo di me, di un uomo del tutto inerme, incapace di svolgere qualunque funzione. «Se potessi tornare indietro direi a mia figlia di farmi restare a casa» Certo, non potevo mai immaginare di finire in un luogo del genere. Apparentemente tutto pulito e in ordine, ci sono anche alcune persone educate ma poi di fatto noi siamo solo dei numeri, per me è stato come entrare già in una cella frigorifera. In questi mesi mi sono anche chiesto più volte: ma quelli perché hanno scelto questo lavoro se poi sono sempre nervosi, scorbutici, cattivi? Una volta quell'uomo delle pulizie mi disse all'orecchio: Sai perché quella quando parla ti urla? Perché racconta sempre di quanto era violento suo padre, una così con quali occhi può guardare un uomo?. Che Dio abbia pietà di lei. Ma allora perché fa questo lavoro? Tutta questa grande psicologia, che ho visto tanto esaltare in questi ultimi decenni, è servita solo a fare del male ai più deboli? A manipolare le coscienze e i tribunali? Non voglio aggiungere altro perché non cerco vendetta. Ma vorrei che sappiate tutti che per me non dovrebbero esistere le case di riposo, le Rsa, le prigioni dorate e quindi, si, ora che sto morendo lo posso dire: mi sono pentito. Se potessi tornare indietro supplicherei mia figlia di farmi restare con voi fino all'ultimo respiro, almeno il dolore delle vostre lacrime unite alle mie avrebbero avuto più senso di quelle di un povero vecchio, qui dentro anonimo, isolato e trattato come un oggetto arrugginito e quindi anche pericoloso. Questo coronavirus ci porterà al patibolo ma io già mi ci sentivo dalle grida e modi sgarbati che ormai dovrò sopportare ancora per poco…l'altro giorno l'infermiera mi ha già preannunciato che se peggioro forse mi intuberanno o forse no. La mia dignità di uomo, di persona perbene e sempre gentile ed educata è stata già uccisa. Sai Michelina, la barba me la tagliavano solo quando sapevano che stavate arrivando e così il cambio. Ma non fate nulla vi prego…non cerco la giustizia terrena, spesso anche questa è stata così deludente e infelice. Fate sapere però ai miei nipoti (e ai tanti figli e nipoti) che prima del coronavirus c'è un'altra cosa ancora più grave che uccide: l'assenza del più minimo rispetto per l'altro, l'incoscienza più totale. E noi, i vecchi, chiamati con un numeretto, quando non ci saremo più, continueremo da lassù a bussare dal cielo a quelle coscienze che ci hanno gravemente offeso affinché si risveglino, cambino rotta, prima che venga fatto a loro ciò che è stato fatto a noi. il est interdit d'interdir
In risposta al messaggio di Grinza del 23/04/2020 alle 21:16:49Forse un tempo: ma ora credo che la quasi totalità delle RSA sia in mano ai privati !
Straziante, strano però che famiglia cristiana pubblichi questa denuncia visto che per il 90% ci ‘lavorano’ loro
In risposta al messaggio di Mocambo del 23/04/2020 alle 20:47:22Sembra di leggere negli occhi di mia nonna quando la andavo a trovare all'ospizio. Sto scrivendo con le lacrime agli occhi perché quando la lascia lì dissi a mia moglie che non avrebbe superato i tre mesi e purtroppo così fu.
Dal sito di Famiglia Cristiana, conosco l'ambiente delle rsa e ne riconosco ogni virgola. ADDIO, IN QUESTA PRIGIONE DORATA NON È MI MANCATO NULLA SE NON LE VOSTRE CAREZZE» Su Interris.it è stata pubblicata la straziantelettera di un anziano che viveva in un Rsa e prima di essere ucciso dal Covid-19 saluta la figlia e i nipoti, senza sapere se leggeranno mai queste sue parole: i rimpianti, i rimorsi, le riflessioni di un uomo che sa di morire. Un commovente addio e una forte denuncia. Ecco il testo della lettera 22/04/2020 Pubblichiamo il testo integrale della lettera d’ addio di un anziano morto per coronavirus all’ interno di una Rsa (Residenza sanitaria assistita, ndr) dove purtroppo si sono registrati numerosi decessi e dove le persone sono morte da sole e a causa della pandemia non si è potuto neanche celebrare un funerale Da questo letto senza cuore scelgo di scrivervi cari miei figli e nipoti. (L'ho consegnata di nascosto a Suor Chiara nella speranza che dopo la mia morte possiate leggerla). Comprendo di non avere più tanti giorni, dal mio respiro sento che mi resta solo questa esile mano a stringere una penna ricevuta per grazia da una giovane donna che ha la tua età Elisa mia cara. È l'unica persona che in questo ospizio mi ha regalato qualche sorriso ma da quando porta anche lei la mascherina riesco solo a intravedere un po' di luce dai suoi occhi; uno sguardo diverso da quello delle altre assistenti che neanche ti salutano. Non volevo dirvelo per non recarvi dispiacere su dispiacere sapendo quanto avrete sofferto nel lasciarmi dentro questa bella prigione. Si, così l'ho pensata ricordando un testo scritto da quel prete romagnolo, don Oreste Benzi che parlava di questi posti come di prigioni dorate. Allora mi sembrava esagerato e invece mi sono proprio ricreduto. Sembra infatti che non manchi niente ma non è così…manca la cosa più importante, la vostra carezza, il sentirmi chiedere tante volte al giorno come stai nonno?, gli abbracci e i tanti baci, le urla della mamma che fate dannare e poi quel mio finto dolore per spostare l'attenzione e far dimenticare tutto. In questi mesi mi è mancato l'odore della mia casa, il vostro profumo, i sorrisi, raccontarvi le mie storie e persino le tante discussioni. Questo è vivere, è stare in famiglia, con le persone che si amano e sentirsi voluti bene e voi me ne avete voluto così tanto non facendomi sentire solo dopo la morte di quella donna con la quale ho vissuto per 60 anni insieme, sempre insieme. In 85 anni ne ho viste così tante e come dimenticare la miseria dell'infanzia, le lotte di mio padre per farsi valere, mamma sempre attenta ad ogni respiro e poi il fascino di quella scuola che era come un sogno poterci andare, una gioia, un onore. La maestra era una seconda mamma e conquistare un bel voto era festa per tutta la casa. E poi, il giorno della laurea e della mia prima arringa in tribunale. Quanti grazie dovrei dire, un'infinità a mia moglie per avermi sopportato, a voi figli per avermi sempre perdonato, ai miei nipoti per il vostro amore incondizionato. Gli amici, pochi quelli veri, si possono veramente contare solo in una mano come dice la Bibbia e che dire, anche il parroco, lo devo ringraziare per avermi dato l'assoluzione dei miei peccati e per le belle parole espresse al funerale di mia moglie. Ora non ce la faccio più a scrivere e quindi devo almeno dire una cosa ai miei nipoti… e magari a tutti quelli del mondo. Non è stata vostra madre a portarmi qui ma sono stato io a convincere i miei figli, i vostri genitori, per non dare fastidio a nessuno. Nella mia vita non ho mai voluto essere di peso a nessuno, forse sarà stato anche per orgoglio e quando ho visto di non essere più autonomo non potevo lasciarvi questo brutto ricordo di me, di un uomo del tutto inerme, incapace di svolgere qualunque funzione. «Se potessi tornare indietro direi a mia figlia di farmi restare a casa» Certo, non potevo mai immaginare di finire in un luogo del genere. Apparentemente tutto pulito e in ordine, ci sono anche alcune persone educate ma poi di fatto noi siamo solo dei numeri, per me è stato come entrare già in una cella frigorifera. In questi mesi mi sono anche chiesto più volte: ma quelli perché hanno scelto questo lavoro se poi sono sempre nervosi, scorbutici, cattivi? Una volta quell'uomo delle pulizie mi disse all'orecchio: Sai perché quella quando parla ti urla? Perché racconta sempre di quanto era violento suo padre, una così con quali occhi può guardare un uomo?. Che Dio abbia pietà di lei. Ma allora perché fa questo lavoro? Tutta questa grande psicologia, che ho visto tanto esaltare in questi ultimi decenni, è servita solo a fare del male ai più deboli? A manipolare le coscienze e i tribunali? Non voglio aggiungere altro perché non cerco vendetta. Ma vorrei che sappiate tutti che per me non dovrebbero esistere le case di riposo, le Rsa, le prigioni dorate e quindi, si, ora che sto morendo lo posso dire: mi sono pentito. Se potessi tornare indietro supplicherei mia figlia di farmi restare con voi fino all'ultimo respiro, almeno il dolore delle vostre lacrime unite alle mie avrebbero avuto più senso di quelle di un povero vecchio, qui dentro anonimo, isolato e trattato come un oggetto arrugginito e quindi anche pericoloso. Questo coronavirus ci porterà al patibolo ma io già mi ci sentivo dalle grida e modi sgarbati che ormai dovrò sopportare ancora per poco…l'altro giorno l'infermiera mi ha già preannunciato che se peggioro forse mi intuberanno o forse no. La mia dignità di uomo, di persona perbene e sempre gentile ed educata è stata già uccisa. Sai Michelina, la barba me la tagliavano solo quando sapevano che stavate arrivando e così il cambio. Ma non fate nulla vi prego…non cerco la giustizia terrena, spesso anche questa è stata così deludente e infelice. Fate sapere però ai miei nipoti (e ai tanti figli e nipoti) che prima del coronavirus c'è un'altra cosa ancora più grave che uccide: l'assenza del più minimo rispetto per l'altro, l'incoscienza più totale. E noi, i vecchi, chiamati con un numeretto, quando non ci saremo più, continueremo da lassù a bussare dal cielo a quelle coscienze che ci hanno gravemente offeso affinché si risveglino, cambino rotta, prima che venga fatto a loro ciò che è stato fatto a noi. il est interdit d'interdir
In risposta al messaggio di immortale1 del 24/04/2020 alle 10:36:09Ressegnati e vivi nel ricordo del bello che c'è stato.
mia madre ricoverata in una rsa da 10 anni è morta a fine marzo improvvisamente ! la struttura ha dichiarato che sia morta di arresto cardio circolatorio ,ma con quello che sta accadendo nella case di riposo a me ildubbio che possa essere morta di covid mi viene , l'oro insistono a sostenere che nella loro struttura non hanno avuto alcun contagiato sia nel personale che nei pazienti ricoverati , però caso strano quando sono andato nella celletta della casa di riposo dove vengono messi i deceduti in attesa del funerale oltre mia madre vi erano altre tre deceduti w tutti a bara aperta quindi dichiarati non covid , la struttura al momento non ha subito alcun intervento delle autorità per accertamenti ,ma il dubbio a me rimane ,era da inizio marzo che non facevano entrare più familiari nella struttura per andarli a trovare e mia madre la vidi tramite il servizio di video chiamata il 15 marzo e stava bene , poi più ci penso a questo dubbio e più sto male che possa essere morta per mancanza di ossigenoda solo nel suo letto ... poi nel mio caso l'ho fatta cremare quindi non mi potrò mai togliere questo dubbio ...io mi sarei atteso che nelle case di riposo essendo ambianti sensibili ,per ogni morte avvenuta avrebbero fatto il tampone obbligatoriamente ,mentre nulla ,basta una dichiarazione del medico sulla cartella specificando il motivo della morte ! appena sarà possibile uscire il 4 maggio il minimo che posso fare è richiedere la sua cartella clinica .. R.I.P
In risposta al messaggio di Mocambo del 24/04/2020 alle 10:44:03purtroppo mia madre avendo avuto un ictus nel 2009 per via delle cure molto complesse che richiedeva non mi è stato possibile poterla tenera a casa con me ! rimarrò sempre con la tristezza nel cuore di non averla fatta morire nel contesto familiare tra le nostre quattro mura
Ressegnati e vivi nel ricordo del bello che c'è stato. Ancora una volta si dimostra l'impermeabilità di certe strutture. Più il livello economico sociale si abbassa peggio è.
In risposta al messaggio di Geogalle del 24/04/2020 alle 11:08:13Quando ti rendi conto che vorresti farlo, non ne hai più la possibilità... visto con mio padre, che poi è mancato, pur se rimanendo accudito ma a casa, per una strana polmonite pochissimo pochi giorni prima che si parlasse di questo virus...(e quindi presa per tale senza pensare ad altro).
Mio padre ci ha passato l'ultimo anno di vita. Lo andavo a trovare due volte alla settimana. Mi parlava con lo sguardo. Portami via da qui. Non era possibile. Centenario, di mente fresca ma deambulante. Voleva continuarea vivere da solo, senza badanti. Era caduto diverse volte in casa, senza, fortunatamente, gravi conseguenze. Poi la polmonite.... Ho giurato a me stesso che non finirò mai in una casa di riposo, per quanto esclusiva possa essere. Molto meglio l'autoestinzione con un bel cappio al collo. L'alternativa nelle RSA non è certo migliore. Anzi...
In risposta al messaggio di Geogalle del 24/04/2020 alle 11:08:13Giurare adesso che non finiremo in casa di riposo non ha senso, perchè dipende da come invecchieremo, e come accade quasi sempre non sono gli ospiti a decidere, ma sono i figli/famigliari/o responsabili delegati a decidere il dafarsi per anziani invalidi 100% non psicofisicamente autosufficenti...!
Mio padre ci ha passato l'ultimo anno di vita. Lo andavo a trovare due volte alla settimana. Mi parlava con lo sguardo. Portami via da qui. Non era possibile. Centenario, di mente fresca ma deambulante. Voleva continuarea vivere da solo, senza badanti. Era caduto diverse volte in casa, senza, fortunatamente, gravi conseguenze. Poi la polmonite.... Ho giurato a me stesso che non finirò mai in una casa di riposo, per quanto esclusiva possa essere. Molto meglio l'autoestinzione con un bel cappio al collo. L'alternativa nelle RSA non è certo migliore. Anzi...