Sayano-Shushenskaya power station accident - Wikipedia
In risposta al messaggio di franco49tn del 11/04/2024 alle 10:43:32E bravo ... ma cosi non ci sarebbe evidenza mediatica, niente cortei, bandiere e tutto il carrozzone del quale hanno bisogno per far vedere che esistono.
A parte il dispiacere e la vicinanza alle famiglie delle vittime I sindacati invece che uno sciopero senza frutto POTREBBERO far devolvere alle famiglie colpite tutto quanto si guadagna in una giornata ,l magari anche conqualche straordinario in aggiunta. La considerazione del sindacato , che facesse questo, aumenterebbe sicuramente e verrebbero risolti tanti problemi a chi ne è stato colpito o non può più lavorare.
In risposta al messaggio di alexf del 11/04/2024 alle 11:07:49
Buongiorno a tutti e ciao Giovanni. Anticipo che sono decisamente rattristato da questa terribile notizia!! Non riesco ad accettare che una persona al mattino si alzi per andare al lavoro e rischi di non tornare più allasera. Premesso questo non condivido il tuo parere sull'opera del sindacato dei lavoratori, questi sono l'unica espressione che abbiamo e sono frutto del lavoro ed ottengono quanto loro permesso; l'unica loro possibilità è lo sciopero che, in questo dolorosissimo momento era già programmato per 4 ore. Ricordo il movimento sindacale del 1968 ed il suo seguito in quanto ero studente e lavoratore. L'ho seguito fino alla pensione ma alle assemblee aziendali ed agli eventuali scioperi c'ero solo io e sempre meno aderenti o interessati. Quale sarà quindi il motivo? Ho un mai personale e discutibilissima posizione ma non contempla importanti colpe ai sindacati se non nell'aver perso potere e questo dovuto molto ad una base sempre meno interessata e sempre più rassegnata. Oggi il sindacato è forse composto dalle stesse persone e cioè pensionati, iscritti perlopiù forzatamente ma praticamente senza base 'operativa'. Questo è oggi il sindacato e, forse, questo ci meritiamo. D'altra parte e visto anche l'andazzo politico l'unico modo per farsi sentire è più che mai lo sciopero. Al riguardo dei salari bassi è un male tutto Italiano e lo è per insegnanti, medici, operai... in pratica tutti i lavoratori a prescindere dai loro rispettivi rappresentanti. Questo è comunque il mio parere e, pur non condividendolo in toto, accetto anche la tua posizione. Sull'osservazione più importante dico che anch'io ha avuto parecchia esperienza di cantiere e si trattava di montaggi di strutture meccaniche che venivano sempre subappaltate ad aziende esterne alla mia. Posso dire che il grado di preparazione e sicurezza tra le diverse era enormemente diversa e, specialmente negli ultimi anni, questa differenza era strettamente legata al fatto di essersi aggiudicato l'appalto per il solo fatto economico. Parlo quindi di preparazione degli esecutori, qualità delle attrezzature e, non ultima, la fretta di completare il lavoro e che comportava a 'dimenticarsi' di usare gli ausili di sicurezza previsti e presenti in cantiere. Nonostante questo c'è sempre l'imprudenza o la fatalità; il titolare della migliore di queste imprese di montaggio è caduto dal tetto della stazione FS di Milano mentre faceva un sopraluogo per un preventivo di appalto per il rifacimento del tetto. Appalto poi che è stato loro aggiudicato. Le turbine le ho studiate a scuola e sempre a livello scolastico progettate e disegnate. Una macchina che, seppur molto sollecitata e portata al limite non dovrebbe 'scoppiare', è molto plausibile che l'eventuale incidente abbia coinvolto un trasformatore e quindi il disastro, Mi sembra comunque fossero altamente competenti e quindi coscienti di quanto stessero facendo però... l'imponderabile. Resta comunque tanto dolore e tristezza e il forte desiderio che queste tragedie debbano finire.
In risposta al messaggio di Giovanni del 11/04/2024 alle 09:19:45Concordo, dopo i politici, la peggiore categoria sono i sindacalisti
Siamo tutti testimoni della tragedia nella centrale idroelettrica di Suviana. La prima ed unica reazione del Sindacato è quella di indire uno sciopero come se lo sciopero risolvesse il problema. Il problema vero è chei nostri sindacalisti non hanno mai lavorato, sono stati dipendenti ma molto probabilmente in permesso sindacale permanente con carriera automatica, contrariamente ai lavoratori veri che si spezzano la schiena e la carriera se la devono guadagnare. Forse proprio per questo l'Italia si trova con gli stipendi più bassi in Europa pur in presenza del più forte sindacato rispetto agli altri Paesi. Se fossero lavoratori anche loro, saprebbero benissimo dove stanno le responsabilità, se ci sono e chi sono i responsabili: stando sul posto, avrebbero saputo bene come funziona il mondo del lavoro. Quello che lavora realmente e non va ai talk-show per guadagnar voti alle prossime elezioni. Prima osservazione. Seconda osservazione. Per un lustro sono stato gestore degli infortuni, dalla denuncia alla P.A. fino al recupero delle indennità (la mia azienda pagava per intero l'assenza e si faceva rimborsare la percentuale prevista dall'Inail). Curavo la gestione di circa 2.000 dipendenti, un terzo impiegati (di cui un terzo operativi) e due terzi operai. Dato il lavoro particolarmente pericoloso, l'azienda teneva molto all'antinfortunistica tanto che tutto il personale operativo partecipava ogni due anni a due settimane di formazione sul problema; i corsi erano lontani da casa proprio per avere una maggiore attenzione. Gli infortuni che capitavano, e ne capitavano, erano, secondo la mia interpretazione, al 90% per gioco, il 9% per inosservanza delle norme che l'azienda teneva particolarmente fossero osservate e l'1% imponderabile, che qualsiasi cosa fai, il rischio rimane sempre. I due decessi che mi sono capitati, sono stati per infarto che, per riffa o per raffa, i familiari hanno fatto ricorso al rigetto della causa di infortunio decisa dall'Inail ed in tribunale sono stati riconosciuti infortuni sul lavoro, sia per testimonianze di colleghi sia per non ostacolo (per dirla diplomaticamente) da parte dell'azienda, per sostegno alla famiglia. I tre infortuni gravi, molto gravi (un operaio ha perso braccia e gambe) sono stati causa di estrema superficialità dei suoi superiori (capo squadra in due casi ed assistente tecnico nell'altro). Il datore di lavoro non c'entra, inutile fare formazione sull'argomento se, poi, c'è chi non osserva le regole. In due di questi casi si sapeva benissimo della superficialità del responsabile, l'azienda aveva anche provato a rimuoverlo, ma il sindacato ha fatto casino a quattro in quanto contrattualmente non previsto! Poi si decise che per ogni infortunio in cui c'era inosservanza delle norme, si attivava la procedura del provvedimento disciplinare, comunque senza mai arrivare al provvedimento ma solo per attenzionare il personale sul problema. Cause: non ho visitato mai quella centrale, ne ho viste altre. Impossibile dire cosa sia successo. Come ha detto qualche tecnico in televisione, potrebbe essere stato un errore nel rimettere in funzione la turbina (pesantissima e che gira velocemente) e che sia andata fuori asse e saltata dalla sua sede abbia incocciato un trasformatore rompendolo e provocando l'incendio. Ancora nessuno ho sentito parlare di una errata messa in fase dell'impianto. Ricordo che i tecnici di una volta dicevano che quando si metteva in fase manualmente la centrale, se per caso quella grossa lampada non era perfettamente spenta, bastava appena un'inticchia che il sistema faceva un botto della miseria. Se la messa in fase fosse stata sbagliata, in contrapposizione, uno scoppio con un incendio e puzza di olio bruciato, era inevitabile. Mi piacerebbe anche sentire il parere di un forumista che è super esperto del ramo. Se volesse portare la sua conoscenza, gliene saremo grati. Giovanni
In risposta al messaggio di Giovanni del 11/04/2024 alle 12:19:26Giovanni, complimenti per la tua storia, mi sarei comportato anch'io come te.
Ciao Ale, anch'io ho vissuto la vita sindacale, praticamente dal 1971 al 1985 circa, componente direttivo provinciale, membro di segreteria, delegato di reparto per finire come revisore contabile. Qui finì, fecero finire,la mia carriera perché nel redigere il verbale di regolarità dei conti, feci presente a voce, senza metterlo a verbale, ma solo a voce: 'certo, noi facciamo sciopero contro l'evasione fiscale, poi compriamo i gadget natalizi in nero...', qui terminò la mia carriera. La mia esperienza mi ha fatto capire che fino ad allora e per almeno altri cinque anni, si faceva sciopero su tutto, anche contro Pinochet che non so cosa c'entrasse col mio datore di lavoro. La dico papale papale: fino a quell'ora valeva il principio del tanto peggio, tanto meglio e, chi ha un po' di cultura storica sa bene di chi fosse questo motto. Poi ci fu un cambio generazionale, i lavoratori erano tutti licenziati o diplomati, cominciavano a rendersi conto di cosa fosse loro raccontato e cosa fosse invece la realtà e cominciarono ad allontanarsi dal sindacato; non allontanarsi, ma non iscrivendosi perché sapevano bene che una volta iscritti il loro destino era segnato: praticamente impossibile cancellarsi e se si riusciva si faceva la morte civile nell'ambiente di lavoro. Non so nelle piccole aziende, ma da noi era così e, malgrado tutto, sono andato in pensione ancora iscritto al sindacato. Come è stato scritto qui sopra, perché non devolvere quelle ore di sciopero di bandiera a favore delle famiglie sfortunate coinvolte in questa disgrazia? Perché invece di riempirsi la bocca di frasi fatte, ormai dette a memoria, sempre quelle, sempre quelle, da cinquant'anni, non si va sui posti di lavoro, non si discute con chi si guadagna la pagnotta rischiando la vita; troppo facile, va a finire che si combina qualcosa di buono ed addio tanto peggio, tanto meglio. Ma vuoi mettere essere in televisione anziché in un cantiere: in un cantiere chi ti vede? Giovanni
In risposta al messaggio di alexf del 11/04/2024 alle 15:05:03In Italia la cultura della sicurezza e carente.
Giovanni, complimenti per la tua storia, mi sarei comportato anch'io come te. Io non sono mai stato iscritto al sindacato e proprio per uno dei motivi che tu accenni però l'ho sempre vissuto nella mia azienda anche perchè,il titolare da grande illuminato, accettava ed anzi stimolava la discussione sindacale e quanto abbiamo avuto (non poco) e sempre stato frutto di trattative interne e spesso molto discusse. Concordo su certe brutte condotte dei sindacati, spesso vergognose ma questi abbiamo e, come tante altre cose nel nostro sgangherato paese, molto democraticamente le ha volute il popolo. Che dire? se non ci fossero? Mah. Anch'io si a livello regionale che provinciale che interno abbiamo aderito se non proprio istituito collette in sostituzioni di scioperi e questi sono stati momenti di altissima partecipazione. Non so se oggi esistono ancora, ormai sono lontano da diversi anni dal mondo del lavoro. Sul problema della sicurezza sul lavoro molto si parla, molte tavole rotonde dalle quali si esce sempre con buoni propositi ma poi si vede che sono servite a ben poco. Controlli e controllori? Dovrebbero essere anche i datori di lavoro imporre il concetto di sicurezza, imporre di usare i dispositivi prescritti e preoccuparsi che siano sempre aggiornati. I controllori sono pochi, forse sempre meno, al massimo prescrivono delle ammende probabilmente già superate dai maggiori introiti derivati dalle inosservanze. La continua lotta al ribasso e qui qualcuno ed in qualche modo dovrà pure far pareggiare i conti. Una media di tre lavoratori al giorno sono davvero un'enormità e questo dev'essere inaccettabile. Purtroppo spesso succede tutto nel più grande silenzio, non fanno rumore, se ne parla solo nei casi più gravi ma sono sempre tre ogni santo giorno!! Mi piacerebbe sentire delle proposte da chi accusa i sindacati di tutto il male del mondo del lavoro dipendente. Saranno dei privilegiati, degli opportunisti, degli sfaccendati a volte anche corrotti ma non vedo alternative.
In risposta al messaggio di alexf del 11/04/2024 alle 15:05:03Soluzioni
Giovanni, complimenti per la tua storia, mi sarei comportato anch'io come te. Io non sono mai stato iscritto al sindacato e proprio per uno dei motivi che tu accenni però l'ho sempre vissuto nella mia azienda anche perchè,il titolare da grande illuminato, accettava ed anzi stimolava la discussione sindacale e quanto abbiamo avuto (non poco) e sempre stato frutto di trattative interne e spesso molto discusse. Concordo su certe brutte condotte dei sindacati, spesso vergognose ma questi abbiamo e, come tante altre cose nel nostro sgangherato paese, molto democraticamente le ha volute il popolo. Che dire? se non ci fossero? Mah. Anch'io si a livello regionale che provinciale che interno abbiamo aderito se non proprio istituito collette in sostituzioni di scioperi e questi sono stati momenti di altissima partecipazione. Non so se oggi esistono ancora, ormai sono lontano da diversi anni dal mondo del lavoro. Sul problema della sicurezza sul lavoro molto si parla, molte tavole rotonde dalle quali si esce sempre con buoni propositi ma poi si vede che sono servite a ben poco. Controlli e controllori? Dovrebbero essere anche i datori di lavoro imporre il concetto di sicurezza, imporre di usare i dispositivi prescritti e preoccuparsi che siano sempre aggiornati. I controllori sono pochi, forse sempre meno, al massimo prescrivono delle ammende probabilmente già superate dai maggiori introiti derivati dalle inosservanze. La continua lotta al ribasso e qui qualcuno ed in qualche modo dovrà pure far pareggiare i conti. Una media di tre lavoratori al giorno sono davvero un'enormità e questo dev'essere inaccettabile. Purtroppo spesso succede tutto nel più grande silenzio, non fanno rumore, se ne parla solo nei casi più gravi ma sono sempre tre ogni santo giorno!! Mi piacerebbe sentire delle proposte da chi accusa i sindacati di tutto il male del mondo del lavoro dipendente. Saranno dei privilegiati, degli opportunisti, degli sfaccendati a volte anche corrotti ma non vedo alternative.
In risposta al messaggio di dani1967 del 11/04/2024 alle 15:43:24Concordo al 100%.
Non sono assolutamente esperto del merito dell'episodio su cui evidentemente non posso esprimermi ma ho vissuto qualche catastrofe. La mia opinione che i fatti gravissimi come questo non siano il nocciolo della sicurezzasul lavoro, questi sono incidenti in cui il caso rarissimo, vedasi anche un po' di sfortuna, ha un ruolo centrale. Poi magari le indagini accerteranno una qualche imprudenza pazzesca, sempre che siano rimasti gli elementi per capirci qualche cosa. Ma per una tragedia in cui i lavoratori muoiono tutti insieme, magari difficilmente evitabile, ci sono tutti gli incidenti quotidiani che al 99% dei casi sarebbero evitabili con l'osservanza delle norme: qui è la ciccia su cui agire. Norme che delle volte sono sin troppo complesse e articolate, e soprattutto basate su adempimenti burocratici, il che facilita a abitua alla violazione delle stesse. Quello che inoltre manca è la cultura della sicurezza. Sui sindacati ci sarebbe molto da dire, sono peraltro fatti da uomini e molto diversi tra di loro, per cui anche un giudizio unico in blocco mi pare errato. Comunque la gestione della sicurezza non è compito del sindacato.
In risposta al messaggio di dani1967 del 11/04/2024 alle 15:43:24
Non sono assolutamente esperto del merito dell'episodio su cui evidentemente non posso esprimermi ma ho vissuto qualche catastrofe. La mia opinione che i fatti gravissimi come questo non siano il nocciolo della sicurezzasul lavoro, questi sono incidenti in cui il caso rarissimo, vedasi anche un po' di sfortuna, ha un ruolo centrale. Poi magari le indagini accerteranno una qualche imprudenza pazzesca, sempre che siano rimasti gli elementi per capirci qualche cosa. Ma per una tragedia in cui i lavoratori muoiono tutti insieme, magari difficilmente evitabile, ci sono tutti gli incidenti quotidiani che al 99% dei casi sarebbero evitabili con l'osservanza delle norme: qui è la ciccia su cui agire. Norme che delle volte sono sin troppo complesse e articolate, e soprattutto basate su adempimenti burocratici, il che facilita a abitua alla violazione delle stesse. Quello che inoltre manca è la cultura della sicurezza. Sui sindacati ci sarebbe molto da dire, sono peraltro fatti da uomini e molto diversi tra di loro, per cui anche un giudizio unico in blocco mi pare errato. Comunque la gestione della sicurezza non è compito del sindacato.
In risposta al messaggio di Sergione66 del 11/04/2024 alle 16:13:57Quasi tutti i GG sono i. Trattoria,sapete quanti bevono a pranzo?
Concordo al 100%. Eventi come quello di Suviana sono rarissimi e non è detto che ci possa essere anche il fattore umano a fare la differenza. Ma è su tutti gli altri incidenti che bisogna lavorare e sono migliaia. Va anchetenuto conto dell'inosservanza delle norme anche da parte dei lavoratori, nonostante siano dotati di tutti i dispositivi di sicurezza spesso non li usano o li usano in modo improprio. E qui non regge il discorso dei controlli, perchè non è possibile avere un cane da guardia che controlla h24 se tutti hanno i guanti o l'elmetto ecc. ecc. Sta anche al buon senso del singolo capire che non osservare certe regole è un rischio per se stessi e spesso anche per gli altri.
In risposta al messaggio di Giovanni del 11/04/2024 alle 16:15:17Intanto gli anni 60 sono passati da circa 60 anni e le.cose cambiano. In questo mondo di micro imprese il sindacato non esiste, e comunque chi va ai talk show è un politico ben poco rapprentativo. A svolgere certe funzioni ci sono I cug, il consigliere di fiducia, quello di parità, tutte figure che una volta non esistevano. Il sindacato ha soprattutto funzioni contrattuali e in certi settori non fa sciopero da 1000 anni.
Hai scritto: Comunque la gestione della sicurezza non è compito del sindacato. E quali sarebbero i compiti dei sindacati? Quello di essere attorniato da gnocche d'alto bordo in televisione o sul posto di lavoro a controllare,collaborare affinché i propri iscritti abbiano protezione dai datori di lavoro? Il sindacato in Italia è stato sempre un portabandiera politica, ciò che non riusciva a fare il partito di riferimento il sindacato dava una mano. E pagando caramente i vari sindacalisti. Lo sapete che tutti noi non possiamo genericamente avere due pensioni? I sindacalisti si, una dai contributi che l'azienda presso cui era dipendente ma in aspettativa, distaccato perennemente al sindacato, aveva versato, con carriera automatica e calcolata come la nostra (media degli ultimi 10 anni) ed un'altra pensione derivante dai contributi versati dalla sigla sindacale di appartenenza, calcolata sugli ultimi sei mesi! Questo lascia facile gioco a strane retribuzioni (reali o fittizie) per gli ultimi sei mesi. C'è un famoso sindacalista, in pensione, che porta a casa qualche centinaio di migliaia di Euro all'anno di pensione. Ma torno al sindacato. Se tu fai uno sciopero dietro l'altro, lo sciopero perde potenza. Alla fine degli anni 60-primi anni 70, le Prefetture ti tallonavano per avere dati sull'adesione agli scioperi, dati che potevi dare esatti alla fine dello sciopero per avere le fonti a cui attingere le informazioni, anch'esse in sciopero. Alla fine degli anni '80 non trovavi nessuno alla Prefettura a raccogliere i dati sugli scioperi. L'assuefazione ha portato a svalorizzare queste manifestazioni di protesta. Come risolvere il problema: certo, maggiori controlli e buon senso, non procedure difficili da interpretare e mettere in pratica (e ce ne sono parecchie); all'accertamento del mancato rispetto, se è responsabile il datore di lavoro, questi a vita non deve più praticare attività in proprio, a vita, in proprio od in società, direttamente od indirettamente, con confisca della ditta; se è responsabile il lavoratore per mancato rispetto delle norme, questo lavoratore non può più lavorare in imprese simili. Il sindacato? Il sindacato, oltre a stipulare i nuovi contratti collettivi di lavoro (che da qualche decennio non fa più neanche questo), dovrebbe essere presente sul posto di lavoro, verificare, controllare, denunciare comportamenti errati. I sindacalisti di categoria, oggi, non sono sul posto di lavoro, sono distaccati al sindacato per cui non sanno niente di quello che succede sul loro virtuale posto di lavoro. Sembra che io non apprezzi l'organizzazione sindacale in quanto tale: invece no, tutt'altro. Nel rapporto di lavoro, il lavoratore è la parte debole delle parti e va protetto. Cosa che questo sindacato non ha mai fatto in Italia, ha solo gestito se stesso. Giovanni
https://bologna.repubblica.it/c...