https://www.radiopiu.net/wordpr...
In risposta al messaggio di alexf del 24/11/2018 alle 09:34:41E qualche giorno prima questo:
Ciao Ezio, anche a me viene da piangere! Comunque consoliamoci in quanto seppur spiacevole le vita umana ha dato fortunatamente un contributo esiguo seppur doloroso. Anche la vita animale non ha accusato tante vittime.Le case ed altre opere civili con tanta buona volontà si rimetteranno in ordine in tempi ragionevoli. Quel che invece hanno pagato e che noi non vedremo più sono questi meravigliosi boschi irrimediabilmente compromessi. Quanto dolore.
In risposta al messaggio di ezio59 del 24/11/2018 alle 11:43:39
E qualche giorno prima questo: come vedi gli elementi vento, acqua e fuoco si sono scatenati tutti in un unico posto.
In risposta al messaggio di alexf del 24/11/2018 alle 11:56:10La natura seguira il suo corso con noi e senza di noi. Siamo noi che abbiamo bisogno della natura, la natura di noi non ha bisogno.
Vero, c'è stato anche quel bruttissimo incendio! Davvero la natura si sta rivoltando, speriamo di essere ancora in tempo a porre dei rimedi ma credo che l'evoluzione non darà respiro. Spesso mi chiedo cosa lasceremo ai nostri nipoti, e seppur provi a fare qualcosa, mi vedo assolutamente impotente.
In risposta al messaggio di dani1967 del 26/11/2018 alle 15:13:25Ciao, vedo con piacere che siamo arrivati alle stesse conclusioni.
Ho ascoltato il servizio. Condivisibile in molte cose, non in tutto. Non mi piace il riferimento alla natura come una sorta di soggetto divino. In realtà ci sono eventi naturali, ma non una madama chiamata natura che finalisticamenteci impartisce sofferenze. Anche l'idea dei poteri forti che orientano il nostro futuro è una espressione che non mi piace. Altre cose sono azzeccate. Sto lavorando da un anno al rapporto tra dissesti e gravi incendi, e sicuramente anche in questo caso l'unione dei due fenomeni in successione ne ha amplificato drammaticamente gli effetti. Sono stato ripetutamente in aree colpite da fenomeni calamitosi. E' assolutamente vera una sua osservazione, ovvero della totale cesura tra le zone colpite e quelle limitrofe. da un lato la vita continua nella totale indifferenza e alterità, dall'altra la gente che in qualche modo soffre. Lo scorso anno a Bussoleno abbiamo fatto dormire fuori casa 120 famiglie (una decisione mica facile), dubito che a Bruzolo (comune confinante) lo sapessero. Verissimo che l'informazione mainstream ha abbandonato completamente la cronaca degli eventi calamitosi. Una denuncia azzeccatissima, in cui è inoltre evidente che si bada sopratutto ai costi. In quei casi si preferisce di gran lunga un dibattito televisivo con sedicenti esperti, di solito drammaticamente privi di informazioni di prima mano, che parlano di teoria, e un totale abbandono delle reali conseguenze degli eventi. Siamo ben lontani dalla telecronaca fiume di Vermicino. Il motivo è semplice, la cronaca sul territorio costa. Ed è anche vero l'ignoranza totale dei politici su questi temi. Mi è piaciuta anche la denuncia della nostra dipendenza dalla tecnologia, una riflessione che spesso ho fatto, viviamo dipendenti ogni minuto da acquedotto, fognatura, elettricità, internet, e senza non sappiamo nemmeno gestire il nostro tempo. Molto banali i ragionamenti sul mondo che non sarà più come prima. Il mondo cambia di continuo, noi siamo abituati troppo a un cambiamento impercettibilmente lento, mentre le catastrofi accelerano questo processo. Ma basta guardare foto e dipinti antichi per capire come invece il modo cambi di continuo. Ritengo invece che sopratutto i boschi saranno abbastanza rapidi a riprendere la loro funzione biotica, un po' più lenti per quella paesaggistica, e forse saranno ancora migliori di prima, spesso boschi troppo coltivati con criteri superati e con alcuni difetti funzionali che ne hanno determinato la fragilità. Invece essendo una persona che ha vissuto da sempre a cavallo tra montagna e città, trovo intrisa di luoghi comuni tipici delle popolazioni montane la sparata di molti minuti sulla opposizione tra popolazioni cittadine e quelle montane. Mi sembra un modo di vedere molto semplicistico, quando invece chi sta in città sa benissimo di essere prestato ad un mondo che non è il suo. Una considerazione da camperista. Uno dei motivi per cui mi piace la vita in camper è la possibilità di vivere in totale autonomia, con le gomme che ti separano dal mondo esterno. Autonomo per acqua, riscaldamento, elettricità, devi saper gestire le tue risorse,e questo sopratutto quando fai sosta libera. E ti rendi conto che senza un periodico contatto col resto del mondo per rinnovare le tue scorte hai una autonomia limitata. E difatti nel caso di catastrofi naturali spesso la gente esce di casa e va in camper/roulotte.
https://www.youtube.com/watch?v...
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In risposta al messaggio di ezio59 del 18/12/2018 alle 09:46:11Mah ... a chi racconta queste cose bisognerebbe ricordare la mortalità infantile solo 100 anni fa.
https://www.ildolomiti.it/video...
https://youtu.be/MdOOiGf2Ox0
https://www.rainews.it/tgr/bolz...
http://www.giornaletrentino.it/...
http://iltirreno.gelocal.it/pio...
http://www.fieraboster.it/1322_...
In risposta al messaggio di dani1967 del 18/06/2019 alle 21:38:02Ciao, ho visitato in questi giorni i boschi della mia zona nell'Agordino. E' una disperazione e per ora solamente i privati ci hanno messo mano nelle loro proprietà. Dove prima si camminava nel bosco fitto, ora il bosco non c'è più. La vedo molto dura recuperare tutto perchè strade per grossi trattori non ce ne sono e le zone sono molto impervie. Ci sono ancora molti tetti delle case da sistemare e così pure la viabilità secondaria e la messa in sicurezza dei torrenti.
Un interessante articolo anche se un po' tecnico. La fiera boster è fortissima, l'anno scorso ho partecipato e a parte il fatto di dover parlare è stato bellissimo.
In risposta al messaggio di ezio59 del 19/06/2019 alle 09:19:19Entro certi ambiti delle volte è quasi meglio e più rapido favorire una ripresa naturale che intervenire pesantemente. Sotto questo aspetto gli alberi a terra, pur colpendo psicologicamente, hanno una funzione importante. Faccio un esempio, ombreggiamento e protezione dagli ungulati, per la ripresa dei germogli a terra.
Ciao, ho visitato in questi giorni i boschi della mia zona nell'Agordino. E' una disperazione e per ora solamente i privati ci hanno messo mano nelle loro proprietà. Dove prima si camminava nel bosco fitto, ora il bosconon c'è più. La vedo molto dura recuperare tutto perchè strade per grossi trattori non ce ne sono e le zone sono molto impervie. Ci sono ancora molti tetti delle case da sistemare e così pure la viabilità secondaria e la messa in sicurezza dei torrenti.
In risposta al messaggio di Kinobi del 19/06/2019 alle 11:43:02L'Anas è dello stato centrale, quello di Belluno è un ufficio periferico.
Da veneto, i soldi li darò ai veneti. Infatti sono andato a portare soldi nell'agordino. Nessuno si aspettava che lo stato aiutasse in qualche modo: non lo ha mai fatto a parte succhiare i nostri soldi. Ho visto però lestrade rimesse in sesto e bene (grazie ANAS di Belluno). Tanti alberi sono li stesi. E non li muoveranno. Il motivo c'è: - ombra e riparo - valanghe Ad esempio, poco prima di Rocca Pietore, c'è un gran pendio. E' la statale del Fedaia, per cui molto importante come comunicazione. Purtroppo se nevicherà più di 150 cm (tanto, ma non troppo), gli alberi stesi non potranno fare da antivalalghe e chiuderanno la strada per tutto l'inverno definitivamente ammazzando l'economia locale della zona (Marmolada, Malga Ciapela). Se t5olgono gli alberi, basteranno 50 cm di neve... I Serrai di Sottoguda verranno riaperti nel 2020. I paravalanghe rimessi forse nel 2021. Tristemente tutti gli appalti sono intestati a ditte con ragioni sociali in zone non locali e soggette a sub appalti. Un vero peccato. Si poteva lasciare soldi ai locali con a ragionevole certezza chei lavori li facevano meglio.
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https://www.truenumbers.it/resi...