In risposta al messaggio di dani1967 del 17/01/2023 alle 10:42:50
Ripeto, a prescindere dalle truffe, il bio garantisce, o dovrebbe garantire, un processo, non un risultato. E si basa su un principio privo di ogni fondamento scientifico, ovvero che l'uso di determinate sostanze compromettala qualità degli alimenti mentre l'uso di altre, solo perché considerate naturali, la migliori. In realtà quello che conta è se eventuali sostanze utilizzate per proteggere le piante lascia dei residui tossici o organolettici. Francamente a me non interessa se hanno utilizzato PRIMA questo o quello per produrre un cibo o una bevanda, ma solo l'eventuale presenza di sostanze tossiche che ingerisco e ovviamente le sue qualità, il suo gusto. Quello che conta è il risultato. parimenti non mi interessa per nulla se le modificazioni genetiche di un alimento avvengono attraverso meccanismi selettivi, come accade da millenni, o attraverso tecniche di editing genetico. Se queste tecniche producono un cibo migliore, ben venga. Peraltro eventuali tecniche non biologiche possono proteggere da parassiti anche potenzialmente tossici, insomma nessuna garanzia che il bio, anche nella più piena onestà, sia meglio. Direi di più, diminuendo la produzione agricola, in un mondo con la popolazione che cresce, affama una parte del pianeta. Dovrebbe essere vietato importare bio da paesi in via di sviluppo con ancora problemi alimentari. Io non dubito che alcune cantine bio facciano ottimo vino. Lo fanno buono perché sono bravi produttori di per se non perché è bio. Parimenti ci sono migliaia di cantine non bio che fanno ottimo vino.
In risposta al messaggio di dani1967 del 17/01/2023 alle 10:42:50Spero di non ricordare male, ma la grossa differenza del bio sta nel vietare concimi chimici e lieviti artificiali, o altre lavorazioni "chimiche", per cui la scelta è etica o di marketing (a seconda delle motivazioni), per l'ottenimento di un prodotto più naturale, non più buono.
Ripeto, a prescindere dalle truffe, il bio garantisce, o dovrebbe garantire, un processo, non un risultato. E si basa su un principio privo di ogni fondamento scientifico, ovvero che l'uso di determinate sostanze compromettala qualità degli alimenti mentre l'uso di altre, solo perché considerate naturali, la migliori. In realtà quello che conta è se eventuali sostanze utilizzate per proteggere le piante lascia dei residui tossici o organolettici. Francamente a me non interessa se hanno utilizzato PRIMA questo o quello per produrre un cibo o una bevanda, ma solo l'eventuale presenza di sostanze tossiche che ingerisco e ovviamente le sue qualità, il suo gusto. Quello che conta è il risultato. parimenti non mi interessa per nulla se le modificazioni genetiche di un alimento avvengono attraverso meccanismi selettivi, come accade da millenni, o attraverso tecniche di editing genetico. Se queste tecniche producono un cibo migliore, ben venga. Peraltro eventuali tecniche non biologiche possono proteggere da parassiti anche potenzialmente tossici, insomma nessuna garanzia che il bio, anche nella più piena onestà, sia meglio. Direi di più, diminuendo la produzione agricola, in un mondo con la popolazione che cresce, affama una parte del pianeta. Dovrebbe essere vietato importare bio da paesi in via di sviluppo con ancora problemi alimentari. Io non dubito che alcune cantine bio facciano ottimo vino. Lo fanno buono perché sono bravi produttori di per se non perché è bio. Parimenti ci sono migliaia di cantine non bio che fanno ottimo vino.
In risposta al messaggio di giorgioste del 17/01/2023 alle 11:14:51Corretto ma ...
Spero di non ricordare male, ma la grossa differenza del bio sta nel vietare concimi chimici e lieviti artificiali, o altre lavorazioni chimiche, per cui la scelta è etica o di marketing (a seconda delle motivazioni), perl'ottenimento di un prodotto più naturale, non più buono. Sicuramente con i fertilizzanti e anticrittogamici la produzione è più stabile, e meno sensibile agli eventi esterni, per cui il maggiore rischio di non usarli comporta la possibilità di produrre di meno quando ci sono problemi, e quindi un maggiore costo a parità di volume. Inoltre, la minore possibilità di intervenire in cantina per risolvere i problemi avuti in vigna, fa si che ci possano essere risultati organolettici peggiori, salvo un rigoroso controllo di qualità con significativa selezione di quanto prodotto, che può avvenire solo con cantine (e clienti) che possono permetterselo. Per cui, salvo pochi casi, il biologico (e ancora di più il biodinamico) ha senso solo per chi è veramente motivato, meno per chi cerca il vino buono, anche se qualche dubbio sugli effetti della produzione chimica, a lungo termine dovremmo farcela.
In risposta al messaggio di dani1967 del 17/01/2023 alle 11:40:10La vitamina C probabilmente è una replica di una composizione chimica esistente in natura, ma non lo sono i concimi e i pesticidi chimici, come alcuni additivi, anche se sempre di atomi e molecole sono composti
Corretto ma ... Ma il termine chimico non vuole dire assolutamente nulla. Una scempiaggine che deriva da un fenomeno psicologico sociale che definirei chemiofobia. Tutto e chimico, qualsiasi materiale è composto da una seriedi sostanze che hanno una formula chimica, e non c'è nessun motivo per cui una sostanza di sintesi sia migliore o peggiore della corrispondente di origine vegetale o animale. La vitamina C delle arance è assolutamente identica a quella di sintesi, ed ha esattamente lo stesso effetto e gusto. Ovviamente l'arancia ha anche altre molecole, un mix che la rendono più piacevole al gusto. La vanillina di sintesi conferisce lo stesso gusto della vaniglia derivata dalla pianta, e potrei continuare all'infinito. Non c'è nessun motivo per cui una molecola di sintesi renda peggiore un alimento rispetto a una molecola che chissà per quale motivo si definisce naturale. Potranno esserci dei singoli procedimenti migliori o peggiori, questo è innegabile, ma la categoria generica naturale o chimica agisce solo sulla fantasia, non ha nessun tipo di fondamento scientifico. Parimenti, la variazione genetica ottenuta attraverso tecniche OGM non differisce per nulla dalla medesima variazione ottenuta con tecniche selettive molto più onerose e costose, ma proprio di niente. Quindi ripeto, il bio e l'opposizione agli ogm hanno esclusivamente una natura psicologica e nessun fondamento di tipo scientifico. Questo non vuol dire che non si debbano cercare prodotti più buoni, gustosi, che non conti soprattutto la possibile presenza di residui tossici. E' indispensabile valutare bene la possibile presenza di residui, pensiamo i solfiti nei vini, perché ovviamente il risultato finale è fondamentale. Conta e tanto cosa mettiamo in bocca. Ma molti trattamenti con sostanze di sintesi lasciano sui cibi nessun valore significativo di residui, quindi ben vengano. Peraltro non è nemmeno detto che queste sostanze lascino residui nelle acque e nel terreno, e se fosse la norma deve puntare li, ma ultimamente le norme a riguardo sono molto severe.
In risposta al messaggio di dani1967 del 17/01/2023 alle 10:42:50Dissento, ma solo per questa frase: il bio garantisce, o dovrebbe garantire, un processo, non un risultato.
Ripeto, a prescindere dalle truffe, il bio garantisce, o dovrebbe garantire, un processo, non un risultato. E si basa su un principio privo di ogni fondamento scientifico, ovvero che l'uso di determinate sostanze compromettala qualità degli alimenti mentre l'uso di altre, solo perché considerate naturali, la migliori. In realtà quello che conta è se eventuali sostanze utilizzate per proteggere le piante lascia dei residui tossici o organolettici. Francamente a me non interessa se hanno utilizzato PRIMA questo o quello per produrre un cibo o una bevanda, ma solo l'eventuale presenza di sostanze tossiche che ingerisco e ovviamente le sue qualità, il suo gusto. Quello che conta è il risultato. parimenti non mi interessa per nulla se le modificazioni genetiche di un alimento avvengono attraverso meccanismi selettivi, come accade da millenni, o attraverso tecniche di editing genetico. Se queste tecniche producono un cibo migliore, ben venga. Peraltro eventuali tecniche non biologiche possono proteggere da parassiti anche potenzialmente tossici, insomma nessuna garanzia che il bio, anche nella più piena onestà, sia meglio. Direi di più, diminuendo la produzione agricola, in un mondo con la popolazione che cresce, affama una parte del pianeta. Dovrebbe essere vietato importare bio da paesi in via di sviluppo con ancora problemi alimentari. Io non dubito che alcune cantine bio facciano ottimo vino. Lo fanno buono perché sono bravi produttori di per se non perché è bio. Parimenti ci sono migliaia di cantine non bio che fanno ottimo vino.
In risposta al messaggio di ezio59 del 17/01/2023 alle 12:38:05Ma i nas controlleranno che i prodotti soddisfino i requisiti di legge che dovrebbero essere uguali per tutti, in quanto il bio è garantito da una certificazione privata.
Dissento, ma solo per questa frase: il bio garantisce, o dovrebbe garantire, un processo, non un risultato. Il Bio deve garantire il processo e anche il risultato. Una azienda richiede la certificazione Bio e per ottenerlavengono o dovrebbero essere fatti tutti i controlli e gli accertamenti previsti dalla legge. Ottenuta la certificazione chi controlla le varie fasi della produzione ? Nessuno, viene lasciato tutto al coltivatore. L'unico controllo possibile sono le analisi del prodotto finito, quindi del risultato. E questo è quello che facevamo al NAS. Poi c'è da dire che nonostante la buona fede di chi coltiva, come fanno ad essere Bio le mele o l'uva prodotta lungo le autostrade o nei pressi di uno stabilimento inquinante ? Eppure la certificazione c'era.
In risposta al messaggio di masivo del 17/01/2023 alle 14:14:36Ma non è nemmeno vero. Puoi tranquillamente trovare alimenti sani al supermecato, all'ipermercato. L'insalata da coltura idroponica è senza dubbio più sana di un wurstel, l'olio extra vergine del supermercato non sarà quello di m48 ma di sicuro ha meno olii saturi del burro. Esiste anche l'istituto del ragionevole compromesso.
Ho letto cose molto interessanti da Dani e Giovanni, e li ringrazio,....e vanno a confermare la mia giusta filosofia di vita: Non perdere tempo ad accumulare ricchezze e denaro, quindi non lavorare troppo. Non star li a cercare alimenti sani, tanto non ci riesci, quindi mangia e bevi bene in base ai tuoi gusti. Tanto alla fine morirai comunque, come Tutti gli altri .
In risposta al messaggio di dani1967 del 17/01/2023 alle 14:26:08Il fatto che non li cerchi, non vuol dire che li evito, ormai leggo bio ovunque, quindi sarebbe impossibile evitare cibi, probabilmente sani....diciamo che non ne faccio un problema di vita.
Ma non è nemmeno vero. Puoi tranquillamente trovare alimenti sani al supermecato, all'ipermercato. L'insalata da coltura idroponica è senza dubbio più sana di un wurstel, l'olio extra vergine del supermercato non sarà quello di m48 ma di sicuro ha meno olii saturi del burro. Esiste anche l'istituto del ragionevole compromesso.
In risposta al messaggio di dani1967 del 17/01/2023 alle 14:23:36Ma infatti sono un organo di controllo non di certificazione.
Ma i nas controlleranno che i prodotti soddisfino i requisiti di legge che dovrebbero essere uguali per tutti, in quanto il bio è garantito da una certificazione privata. Tutti i prodotti sullo scaffale devono soddisfarei requisiti di legge e sono eventualmente soggetti a controlli dei nas e altri enti (arpa, asl). Pertanto, posto che le leggi siano aggiornate e fatte bene, dovrebbero essere sicuri. Se mangi l'insalata di coltura idroponica, sarà meno gustosa, ma di certo è sicura. I Nas al limite verificano che il bio non sia una truffa. Ma non si sostituiranno mai ai certificatori. Ma è proprio qui il punto: siccome abbiamo leggi che ci tutelano dalla presenza di sostanze tossiche, che utilità ha il bio ?
In risposta al messaggio di dani1967 del 17/01/2023 alle 14:23:36
Ma i nas controlleranno che i prodotti soddisfino i requisiti di legge che dovrebbero essere uguali per tutti, in quanto il bio è garantito da una certificazione privata. Tutti i prodotti sullo scaffale devono soddisfarei requisiti di legge e sono eventualmente soggetti a controlli dei nas e altri enti (arpa, asl). Pertanto, posto che le leggi siano aggiornate e fatte bene, dovrebbero essere sicuri. Se mangi l'insalata di coltura idroponica, sarà meno gustosa, ma di certo è sicura. I Nas al limite verificano che il bio non sia una truffa. Ma non si sostituiranno mai ai certificatori. Ma è proprio qui il punto: siccome abbiamo leggi che ci tutelano dalla presenza di sostanze tossiche, che utilità ha il bio ?
In risposta al messaggio di Giovanni del 17/01/2023 alle 12:34:53Biologico significa senza concimi?
Biologico significa, in sintesi, oltre che coltivato senza concimi, coltivato anche senza antiparassitari. Ora, c'è da sapere che qualsiasi frutto si difende dai parassiti producendo, di suo, veleni per questo fine. Neproduce tanto di veleno ed alla fine, se perde muore, se vince arriva a maturazione. Quindi un frutto non protetto artificialmente dai parassiti, se arriva a maturazione, vi arriva molto avvelenato. Nella produzione normale, con l'uso di antiparassitari, il frutto produce poco veleno per proteggersi e dato che sull'uso degli antiparassitari ci sono leggi ben precise (norme che il frutto non conosce e non osserva) per cui arriva al mercato con residui entro certi limiti, se ne deduce che è più pericoloso, per la salute, un frutto biologico che un frutto prodotto convenzionalmente. Giovanni
In risposta al messaggio di ezio59 del 17/01/2023 alle 12:38:05per non garantisce il risultato mi riferisco solamente alle qualità organolettiche. Può essere biologico ma avere un bel retrogusto di aceto.
Dissento, ma solo per questa frase: il bio garantisce, o dovrebbe garantire, un processo, non un risultato. Il Bio deve garantire il processo e anche il risultato. Una azienda richiede la certificazione Bio e per ottenerlavengono o dovrebbero essere fatti tutti i controlli e gli accertamenti previsti dalla legge. Ottenuta la certificazione chi controlla le varie fasi della produzione ? Nessuno, viene lasciato tutto al coltivatore. L'unico controllo possibile sono le analisi del prodotto finito, quindi del risultato. E questo è quello che facevamo al NAS. Poi c'è da dire che nonostante la buona fede di chi coltiva, come fanno ad essere Bio le mele o l'uva prodotta lungo le autostrade o nei pressi di uno stabilimento inquinante ? Eppure la certificazione c'era.
In risposta al messaggio di anasta del 17/01/2023 alle 19:14:54Come si svolge l'agricoltura biologica?
Biologico significa senza concimi? Ma che stai dicendo, ne hai idea?? Comunque contenti voi, contenti tutti, ma per favore rileggete prima di pubblicare Andrea
In risposta al messaggio di anasta del 17/01/2023 alle 19:21:14Si ma li ti dice dei residui nel prodotto, io bio garantisce che non siano usati. Nulla sul contenuto. Si presume che non usandoli non ci siano, ma nessuna garanzia. La garanzia del prodotto finale nei contenuti è identica. Mi dirai ma come può andare un contaminante li ? Poteva esserci prima, o potrebbe essere una sostanza tossica presente naturalmente, due esempi. Io di posti ad esempio con arsenico nel terreno naturalmente fuori dai limiti del 152 ne conosco.
per non garantisce il risultato mi riferisco solamente alle qualità organolettiche. Può essere biologico ma avere un bel retrogusto di aceto. I controlli li fanno annualmente gli enti certificatori con visite sul campoe a volte anche analisi delle piante. Se poi ci sono certificazioni false immagino che i nas - che sono carabinieri - abbiano il dovere di intervenire, anche perchè ci sono in gioco finanziamenti europei, dunque si va sulla truffa Giusto per chiarezza, gli enti certificatori sono autorizzati dal MIPAF, che comunque anche lui fa controlli sul bio Andrea p.s. Non vi è mai capitato di leggere/vedere la pubblicità di coop che dice il tot% di residui di pesticidi in meno? E' ovviamente, per chi non lo sapesse, una dichiarazione che i pesticidi ci sono. Poi direi che è abbastanza sicuro che prima o poi si muore, bisogna solo vedere quando e con quali malattie.