vedo che in quanto a vittima delle 5 terre sono in buona compagnia...
gennaio 2001, quindi niente streetview e niente forum di col, solo passaparola, segnaletica e mappa cartacea.
Fu così che arrivando nella piazzetta all'ingresso del centro la sera del capodanno sotto la pioggia, una simpatica collega che evidentemente non aveva ancora ben smaltito i fumi del veglione ci disse che si poteva tranquillamente proseguire fino all'area sosta sul mare.
Che fai, non ti fidi? Ti fidi e quindi vai.
Percorso il già non troppo rassicurante km in discesa lungo via Roma tra balconi sporgenti e auto parcheggiate, all'improvviso eccolo lì: il primo passaggio basso della carriera, quello che a seconda della decisione che prenderai potrebbe essere anche l'ultimo oppure fare di te il Chuck Norris dei camperisti...
Che fai ti fermi? Quella t'ha detto "si va!" e quindi vai, piano però, perchè la fiducia nella categoria comincia a vacillare...
Quando sono già col camper mezzo dentro però il dubbio si fa più cocente e allora mi fermo, chiedo alla copilota di scendere a controllare e riparto subito, anche perchè nel frattempo dietro avevo già "inanellato" alcune macchine, ma subito lei rifila una manata tale al fianco del mezzo che lì per lì pensavo mi fosse scoppiata una gomma.
"Fermo!! Stai per toccare, forse, vieni a vedere..."
Scendo ostentando indifferenza e sicurezza alla Fantozzi per mascherare l'imbarazzo nei confronti degli automobilisti e dei pochi passanti, butto una rapida occhiata pronto già a dire "Ma che toccare Pina! qui ci passa un..."... Orrore!
Non solo non ci passava un tir, ma proseguendo anche solo di mezzo metro avrei fatto la fine di un cetriolo nell'imbuto!
Che fare? Da una parte il cetriolo, pardon, il camper infilato sotto la volta, dall'altro i fanali delle macchine che mi puntano minacciosi come tori nell'arena... Fuggire, questo fu il primo e unico pensiero di senso compiuto che mi attraversò la mente, darmela a gambe, imbarcarmi su un mercantile e chiedere asilo politico alla Corsica, ma in quella mi appare l'immagine di Chuck Norris che col ditino dice di no.
Così, più per paura del Texas Ranger che per senso del dovere, mestamente mi avvicino alla prima auto, alzo un ditino umilmente interrogativo a mo' di Fantozzi dal mega direttore ma non faccio nemmeno in tempo a dire "Scusi..." che quello, un tipo con la faccia da Tonno Nostromo, scende e senza nemmeno degnarmi di un'occhiataccia si gira verso gli altri tori, pardon, le altre auto e fa:
"Belìn, se n'è svegliato un altro. Dai figè che si torna indietro!"
E incredibilmente, come le acque davanti a Mosè, le auto hanno iniziato a fare retromarcia e a infilarsi ognuna nel primo pertugio disponibile, così sono risalito, ho innestato la retro ed ho iniziato una della manovre più penose di tutta la carriera: la retromarcia in salita, di notte , sotto la pioggia lungo via Roma a Monterosso con le auto che erano per me barriera a destra e a sinistra, tranne le ultime due che non trovando pertugi mi hanno fatto da apripista come la scorta di un assurdo corteo all'incontrario.
Ovviamente giunto nel parcheggio alla fine di via Roma la "simpatica" non c'era più, così è saltato il proposito di darla in pasto ai toreri che mi immaginavo a quel punto inferociti, ma non ce n'è stato bisogno: finita la "grande manovra" collettiva ognuno è tornato sulla propria retta via: loro verso il centro e noi (dopo abbondante pausa per asciugare i vestiti, soprattutto l'intimo...) verso la provinciale che arriva a Fegina e quindi all'area sosta.
La prossima volta vi racconterò di quanto il navigatore ci piantò in asso a Taranto e ci ritrovammo in mezzo alla città vecchia...