https://www.youtube.com/watch?v...
In risposta al messaggio di vadopiano del 17/05/2022 alle 19:13:29si, è uguale per tutti
Parla per Malibù, ovviamente. Ma ritengo sia uguale per tutti gli altri marchi... Vittorio v...
In risposta al messaggio di vadopiano del 17/05/2022 alle 19:13:29Parole molto chiare, non basta più a questo mondo essere una azienda seria per soddisfare la propria clientela e fare utili.
Parla per Malibù, ovviamente. Ma ritengo sia uguale per tutti gli altri marchi... Vittorio v...
In risposta al messaggio di Furio59 del 17/05/2022 alle 23:50:25Complimenti ai tuoi genitori ed al loro spirito di avventura!!
Parole molto chiare, non basta più a questo mondo essere una azienda seria per soddisfare la propria clientela e fare utili. Il mondo è cambiato sempre più velocemente e ad un certo punto si è fermato, anzi, si è messoa girare al contrario, ora si torna indietro. Nel 1965 mio padre compro una Fiat 1500 familiare , ero presente io quando fece il contratto. Sceglievi il colore e forse altre due o tre cose, nulla più. Ricordo che mio padre disse queste parole, basta che sia una Fiat 1500 , non importa il colore. Dopo qualche mese ci chiamarono che l'auto era arrivata e mi porto nuovamente con lui, ma arrivati alla concessionaria constatammo che era una Fiat 1100! Siamo arrivati a due anni fa, che per configurare un auto ci voleva la laurea in architettura e design, guai a sbagliare l'accostamento della pelle con il colore del cruscotto con la moquette con i listelli sulle portiere con i colori delle luci interne e cosi via. E una volta deciso in 90 giorni al massimo c'eravamo già seduti sopra, per poi rivenderlo non appena il posacenere fosse stato da svuotare, in fondo tutto era conveniente ai fini fiscali. Nessuno si accorgeva che a poco più di un migliaio di km da noi giravano ancora con le Fiat 124, e bene che andavano. Ora torniamo indietro, chissà che presto non andremo a cercarle anche noi, le auto che abbiamo buttato via. P.s: posto la foto della Fiat 1500, aveva quasi trecentomila chilometri quando nel 1969 ci portò a capo Nord: un viaggio di diecimila km, dei quali quattromila di strade sterrate, dormendo sempre in tenda con la mia famiglia, anche quella magica notte sul roccione del capo.
In risposta al messaggio di marcoalderotti del 19/05/2022 alle 04:33:51Anni fa nella Bundesliga ( Serie A tedesca) un giornalista tedesco chiede all'allenatore ( Jugoslavo) di una qualsiasi squadra in poche parole il riassunto della partita. Alche il Jugoslavo ( un po seccato ) gli risponde: perche in poche parole, non ha tempo a sufficienza?
E c'è ancora un sacco di gente che è convinta che se non c'è la crescita andra' peggio... Credo che dovremo accontentarci di restare come siamo e non decrescere,cosa che probabilmente avverra' Comunque 5 minuti per leggere la traduzione a cio' che dice il tedesco sono davvero troppi...
In risposta al messaggio di Furio59 del 17/05/2022 alle 23:50:25Grazie, parole sante adesso si va a passo di gambero, il meccanismo è saltato, altro che transizione energetica obbligata da tasse e costi inarrivabili.
Parole molto chiare, non basta più a questo mondo essere una azienda seria per soddisfare la propria clientela e fare utili. Il mondo è cambiato sempre più velocemente e ad un certo punto si è fermato, anzi, si è messoa girare al contrario, ora si torna indietro. Nel 1965 mio padre compro una Fiat 1500 familiare , ero presente io quando fece il contratto. Sceglievi il colore e forse altre due o tre cose, nulla più. Ricordo che mio padre disse queste parole, basta che sia una Fiat 1500 , non importa il colore. Dopo qualche mese ci chiamarono che l'auto era arrivata e mi porto nuovamente con lui, ma arrivati alla concessionaria constatammo che era una Fiat 1100! Siamo arrivati a due anni fa, che per configurare un auto ci voleva la laurea in architettura e design, guai a sbagliare l'accostamento della pelle con il colore del cruscotto con la moquette con i listelli sulle portiere con i colori delle luci interne e cosi via. E una volta deciso in 90 giorni al massimo c'eravamo già seduti sopra, per poi rivenderlo non appena il posacenere fosse stato da svuotare, in fondo tutto era conveniente ai fini fiscali. Nessuno si accorgeva che a poco più di un migliaio di km da noi giravano ancora con le Fiat 124, e bene che andavano. Ora torniamo indietro, chissà che presto non andremo a cercarle anche noi, le auto che abbiamo buttato via. P.s: posto la foto della Fiat 1500, aveva quasi trecentomila chilometri quando nel 1969 ci portò a capo Nord: un viaggio di diecimila km, dei quali quattromila di strade sterrate, dormendo sempre in tenda con la mia famiglia, anche quella magica notte sul roccione del capo.
In risposta al messaggio di vadopiano del 17/05/2022 alle 19:13:29purtroppo si è una situazione generalizzata perchè noi attendiamo da settembre un adria ma l'azienda stessa non risponde al concessionario e non da comunicazione di quando prevedono la consegna :(
Parla per Malibù, ovviamente. Ma ritengo sia uguale per tutti gli altri marchi... Vittorio v...
In risposta al messaggio di marinox del 02/09/2022 alle 16:40:46Il problema principale è che si sono chiusi i rubinetti delle materie prime , inoltre portare la tecnologia a dei chip a casa richiede tempi lunghi costi enormi , quindi anche se puoi costruire e assemblare in patria ti manca quanto scritto prima.
è anche un certo modo di costruire , tanto nel paese tedesco quanto nell'intera europa è stato un TRASFERIRE ,TRASFERIRE,TRASFERIRE tutti i paesi verso la CINA ,con un antico detto un pugno di riso e vai ,il che valevax certi versi 30/40 anni fà oggi assolutamente NO' ,e cosi' la CINA chiude x il COVID anche x pochi contagi ,ma intanto milioni di persone sono ai domiciliari e NON sappiamo cosa fanno di lavoro MA il reparto elettronico soffre in maniera esponenziale x mancanza di centraline . x mio essere la parola è diversificare ovvero NON incentrare il capitale in unico istituto , lo stesso dovrebbe essere x tutto il comparto produttivo a prescindere COSA . ora APPLE trasporta il tutto fuori CINA , alcuni brand spostano verso paesi con possibilità da esplorare ( x guadagni ulteriori ) ,intanto è caccia x riuscire a tenere in piedi l'azienda che negli anni ha incrementato la sua grandezza e l'occupazione e ora non sa cosa fare x non chiudere del tutto . credo che RIPORTARE certe lavorazioni sia basilare x non sottostare a certi ricatti industriali . magliette in cotone a 2 euro che in 2/4 lavaggi affiorano buchi e le devi buttare , NON E' QUESTO il modo di interpretare la GLOBALIZZAZIONE , tutto a basso prezzo MA se vuoi certe garanzie di prodotto il discorso cambia . carlo
In risposta al messaggio di Roberto66 del 02/09/2022 alle 21:51:11concordo ma è un passo DA FARE non tanto a farlo e basta MA un passo verso il DECIDO IO IL QUANDO E COME anche a costo di andare alla pari . idealmente NESSUNA IMPRESA opera se non in presenza di GUADAGNI , bene ma sappiamo che imprese internazionali spostano la produzione appena cala LA REDITTIVITA' del prodotto . le NOSTRE aziende x quanto piccole esse siano hanno una risposta talmente veloce da risultare ESTREMAMENTE competitive anche se confrontate a multinazionali x volumi di pezzi , inoltre possono SEMPRE contare su altre aziende che INSIEME aumentano le possibilità di lavorazioni particolari che altri SI SOGNANO . A CASA MIA E ' BELLO .
Il problema principale è che si sono chiusi i rubinetti delle materie prime , inoltre portare la tecnologia a dei chip a casa richiede tempi lunghi costi enormi , quindi anche se puoi costruire e assemblare in patria ti manca quanto scritto prima.