Sa die de sa Sardigna è una festa recente, inventata col pretesto della liberazione dai piemontesi per anticipare e allungare i festeggiamenti del vero "Giorno della Sardegna", ovvero la sagra di Sant'Efisio che si tiene il 1° maggio. Con un po’ di malizia io credo che l’idea sia stata degli insegnati, infatti tra una cosa e l’altra le scuole restano chiuse per una settimana intera.
Efisio non era nemmeno sardo, era un ufficiale dell'esercito romano nato in Asia minore che si convertì al cristianesimo e venne martirizzato a Nora (nei pressi di Pula) nel 303. Fu venerato da subito, ma la vera fama la conquistò nel 1606, quando la municipalità di Cagliari vi si legò con un voto perpetuo affinché liberasse la città dalla peste. Da allora ogni anno si tiene una processione solenne, compresi quelli della guerra durante i quali anzi il voto venne rinnovato. Il simulacro del santo è custodito in una chiesa del centro storico, il giorno della sagra viene vestito a festa e introdotto in una teca antica, il tutto viene caricato su un cocchio trainato da due enormi buoi anch’essi addobbati a festa. La processione si snoda per le vie principali della città e raggiunge il culmine davanti al palazzo comunale, dove sono radunate le autorità. Da qui i più devoti, generalmente lo si fa per voto individuale, accompagnano il santo a piedi fino al luogo del martirio. Sono 45 km, mica noccioline. Qui rimane nella sua casa al mare, una bella chiesina romanica, per poi tornare a Cagliari sempre in processione quattro giorni dopo.
Col tempo la sagra ha attirato la partecipazione dell’intera isola, diventando spettacolare per la presenza delle rappresentanze dei più lontani paesi ognuno col suo costume tipico. E’ un’orgogliosa gara di colori, tra i quali non manca certo l’oro dei famosi gioielli (prendas) d’artigianato. Ecco perché sostengo che sia questo il vero Giorno della Sardegna.
Tradizionalmente col primo maggio inizia ufficialmente la bella stagione e riaprono le principali strutture turistiche. Negli anni più fortunati si ricomincia ad andare al mare, quest’anno purtroppo abbiamo ancora le coperte nel letto. Tuttavia tra l'estate, l’autunno con le sue “Cortes Apertas”, l’inverno con i falò di Sant’Antonio, le manifestazioni di Carnevale e le processioni della Settimana Santa, il cerchio si chiude e c’è sempre un occasione per far festa e sfoggiare tradizioni. Il messaggio dovrebbe essere chiaro: meditate camperisti, meditate.
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Modificato da Regoleo il 03/05/2016 alle 14:29:35