www.viaggiaresicuri.it
In risposta al messaggio di tommaso52 del 20/02/2021 alle 14:08:58Ciao, ho letto il tuo post, quindi 800€ nel tuo caso per poter entrare per 3 anni in paesi dove chiedono il CDP. Bisogna capire quanto vale il mio Laika e moltiplicare per 3
Personalmente l'ho fatto nel 2019 quando sono andato in Iran. Le formalità per ottenerlo sono lunghe e costose ed a suo tempo mi sono servito di un'agenzia assicurativa di Milano che si è appoggiata a sua volta ad una assicurazioneGiapponese comunque, i costi per il mio mezzo sono ammontati a circa 800 euro, mezzo il cui valore stimato dall'Aci, ammontava a 40.000 euro (camper del 2013). Per un mezzo più vecchio, il valore di mercato raddoppia e di conseguenza aumenta il costo della fidejussione.
In risposta al messaggio di mario grundy del 22/02/2021 alle 11:14:35Spero che non ti passi la voglia di partire:
Grazie per le risposte, ricapitolando, andare all'Aci e scoprire il valore dei due mezzi, stipulare il CdPs per un numero di anni che ti permetta di ammortizzare la spesa per i viaggi nei paesi che lo richiedono. Leggo Iran, Pakistan, India, Siria, Giordania e Nepal da Cruiser. Per caso hai un report di questi viaggi ?
http://web.tiscali.it/ghiani/in...
http://web.tiscali.it/ghiani/Me...
In risposta al messaggio di cruiser del 22/02/2021 alle 23:22:28Non penso, come nell'aneddoto della rana e dello scorpione, è nella mia natura.
Spero che non ti passi la voglia di partire:
In risposta al messaggio di wippet del 23/02/2021 alle 11:40:30Quello sì che era un viaggio. Dimmi quello che vuoi ma scambierei volentieri la mia settimana di burocrazia al porto indiano di Mundra con la tua esperienza del colpo di stato in Afghanistan.
Vedo che le burocrazie internazionali, negli ultimi decenni, non sono cambiate di molto... Nel mio viaggio compiuto nel 1979/80 fino in India e Sri Lanka, viaggiavo sul mio VW Bully T2, accompagnato da identico Carnet rilasciatomia suon di soldoni dal Touring Club Italiano. Dopo rocambolesche avventure riuscii a sfilarmi dall'Afghanistan in pieno colpo di stato, fui evaquato dai nuovi militari e praticamente buttato fuori dal paese, nella terra di nessuno del Khyber Pass al confine con il Pakistan, senza timbri di uscita su nessun documento. Riuscii a regolarizzare la mia situazione grazie all'efficientissimo ambasciatore d'Italia a Islamabad, ma ci volle una settimana, durante la quale soggiornai parcheggiato nell'ampio giardino dell'ambasciata, con divieto tassativo di varcare il cancello... Altro intoppo, in India, a Cocin (luogo allora non ancora assurto alle cronache internazionali) da dove mi venne in mente di volare alle Maldive; lasciare il camper sotto dogana un un parcheggio della locale stazione di polizia era sulla carta una cosa fattibile, ma il dirigente si mostró insicuro sulla procedura, e solo dopo una decina di giorni e innumerevoli telefonate e telex alla sede centrale del dipartimento di polizia (ma anche con la mia paziente mediazione), riuscii a salire su uno scassato Lockheed TriStar anni '60 diretto a Malé. Altro calvario con il benedetto Carnet lo avrei dovuto vivere qualche tempo dopo, prima di riuscire a mettere il camper su un ottocentesco vapore che collegava Rameswaram (punto piú a sud dell'India) con il porto di Jaffna, in Sri Lanka. Il load master addetto alle pratiche doganali, era un ometto tanto piccolo e magro, quanto venale, vorace e pretenzioso, ed ogni giorno il prezzo del bakshish (la mancia), aumentava. Determinato a non pagare piú di tanto, ingaggiai con lui un braccio di ferro che duró giorni; alla fine, mi inventai una soluzione alternativa dal porto di Pondicherry...una nuova linea appena inaugurata, in realtá del tutto inesistente. Fu allora che molló, e ricevetti l'agognata timbratura. Tre mesi dopo, imbarcando il camper a Colombo (Sri Lanka) su un bel cargo italiano del LLoyd Triestino, destinazione Genova, ebbi la fortuna di essere seguito dal loro agente locale, un simpatico e disponibile connazionale che sbrigó tutta la pratica di esportazione in un pomeriggio. Gli valse un invito a cena nel magnifico grill dell'Hotel Oberoi di Colombo, dove avevo preso alloggio in attesa del volo per Londra. Un ripagante epilogo per tutte le ore e la infinita pazienza, che avevo speso nelle varie frontiere durante i 18 mesi di viaggio. Anche a Genova, al ritiro del camper (puntualmente intatto, ma fortemente profumato di pepe, di cui era in gran parte caricata la stiva), non ci furono che brevi formalitá. La burocrazia italiana non era nulla in confronto a quella asiatica, rimasta pressoché quella vittoriana....e non credo sia migliorata molto, da allora!
In risposta al messaggio di ledzep del 23/02/2021 alle 08:02:51E quale è stata la sfiga peggiore: dover abbandonare la macchina o sbattersi al PRA italiano per la radiazione delle targhe?
figurati! Mi è già capitato di passare la frontiera in macchina e di tornare con le targhe in mano. Le sfighe capitano. e un italiano non può certo aver paura della burocrazia cervellotica e senza senso. Morirebbe da piccolo