In risposta al messaggio di Furio59 del 02/11/2024 alle 00:03:58L'avventura ha caratterizzato gran parte della mia vita, sia professionale che privata.
Non ho la pretesa di essere capito nelle mie avventure, le ho sempre fatte e le continuo a fare per piacere personale. C'è chi non capisce perché un alpinista fa delle fatiche estreme per raggiungere una vetta, oppureun navigatore che attraversa in solitaria un oceano, o ancora un corridore che fa una 100 km a piedi. Io ad esempio non capisco chi va su una spiaggia affollata ad agosto o si chiude in una discoteca a ballare fino alle sei del mattino, e altro ancora. Per fortuna siamo diversi, altrimenti ci troveremo tutti lo stesso giorno nello stesso posto. È da quando avevo 16 anni che vivo il mio tempo libero in avventure di ogni tipo, sono la mia medicina per vivere bene e tenermi in forma, nel corpo e nella mente. Lunghe traversate in mare con imbarcazioni di ogni tipo, sci estremo, trekking in alta montagna, competizioni sportive prima con gli sci, poi in auto e poi ancora a piedi nei trail in montagna. E viaggi, viaggi, viaggi, con ogni mezzo. Conosco bene quel senso di ansia a cui accenna Wippet: ho imparato a conviverci, fa parte della nostra impotenza nei confronti della forza della natura, ma mi fa sentire vivo. In fondo la natura non ha bisogno dell'uomo, mentre noi abbiamo bisogno di Lei. E paradossalmente a volte mi sento molto più solo quando sono nei luoghi in cui vivo abitualmente, che quando vivo le mie avventure. In alcune avventure riesco a sentirmi intimamente avvolto dalla natura, quasi a far parte di lei: mi sembra di raggiungere un livello superiore, in cui regna armonia e serenità. Sono i momenti più belli, che non riesco a trovare parole per descrivere.
In risposta al messaggio di wippet del 02/11/2024 alle 01:42:30dico (solo) COMPLIMENTI
L'avventura ha caratterizzato gran parte della mia vita, sia professionale che privata. Di professione, avendo una specializzazione in Hotel Feasebility Study alla Cornell University di Ithaca (NY), l'avventura consistevanell'arrivare in un posto sperduto nel nulla, e realizzare, in tempi relativamente brevi, una struttura ricettiva turistica di lusso adatta ad ospitarci centinaia di esigenti ospiti. Ho aperto il mitico villaggio turistico di Alimata alle Maldive nel 1976, il primo ad Ari Atoll...per dire, erano tempi in cui i bambini maldiviani, alla vista di noi uomini bianchi, cosa mai vista prima, scappavano credendo fossimo dei morti viventi. Ho aperto il Keekorok Lodge nel mezzo del Masai Mara National Park, (Kenia) dopo una estenuante battaglia incruenta con una mandria di elefanti, che erano soliti soggiornare proprio nel luogo preposto alla costruzione del resort. Noi costruivamo di giorno, loro distruggevano di notte...in un estenuante braccio di ferro. Alla fine si sono stancati e hanno sloggiato: avevamo vinto noi, e il lodge oggi è ancora lì. Ho realizzato il resort di Chauve Souris Relais a Praslin (Seychelles), trasportando sulla piccola isola tutto, utilizzando decine di piccole barche da pesca a motore: tutto, compreso un pianoforte a coda... Eccetera eccetera... Nella vita privata, ho alcune avventure vissute nel corso degli anni, tra cui traversate africane in Land Rover, navigazioni varie a vela, e l'indimenticabile viaggio in India con un bulli VW da me allestito...18 mesi di avventura pura, era il 1979: quindi no internet, no cellulari, no navigatori, no carte di credito...niente di niente o quasi. Lo dico non per vantarmi, era un mestiere come un altro, ma credo di avere le credenziali per capire cos'è la sete di avventura, per me diventata uno stile di vita. Ma, chiedo perdono per la schiettezza, andare a Capo Nord d'inverno dall'Italia in auto o in camper, non lo considero (a mio personale parere) un'avventura: è alla portata di chiunque, ma con il mezzo adatto: ad esempio con un fly and drive. Non è il mezzo inadatto che crea l'avventura, l'emozione. Mi spiego: guidare per giorni e giorni per metà percorso prevalentemente in autostrada, e poi tra due interminabili muri di pini, vedendo poco e niente, durante le poche ore di luce al giorno, per poi arrivare nello stesso posto dove la maggior parte delle persone che ci si troverà, ci è arrivata comodamente con un volo di 2 ore, poi con un comodo pullman granturismo, alloggiando in un comodo hotel , e in procinto di andare a cenare, dopo aver acquistato l'immancabile adesivo a forma di alce, in un confortevole ristorante tipico, non la trovo una granché di avventura, semplicemente piuttosto un'alternativa del modo di viaggiare scelto: il più scomodo e inadatto di sempre. Problema budget risicato? Provate i magnifici treni scandinavi, che si snodano su percorsi a volte spettacolari, laddove nessun mezzo gommato può arrivare. Alloggiate presso ospitali famiglie locali, aiuta a fare conoscenze interessati e a capire ed apprezzare lo stile di vita di quei popoli...questo si è inusuale e stimolante... Parere personale.
In risposta al messaggio di wippet del 02/11/2024 alle 01:42:30Non sono per niente d'accordo. Viaggiare da soli per centinaia di km, in paesaggi immensi, potendo decidere dove e cosa esplorare, non ha niente a che fare con viaggio organizzato e partire da casa con il proprio mezzo non ha niente a che fare con un fly and drive. E visto le tue esperienze dovresti ben saperlo.
L'avventura ha caratterizzato gran parte della mia vita, sia professionale che privata. Di professione, avendo una specializzazione in Hotel Feasebility Study alla Cornell University di Ithaca (NY), l'avventura consistevanell'arrivare in un posto sperduto nel nulla, e realizzare, in tempi relativamente brevi, una struttura ricettiva turistica di lusso adatta ad ospitarci centinaia di esigenti ospiti. Ho aperto il mitico villaggio turistico di Alimata alle Maldive nel 1976, il primo ad Ari Atoll...per dire, erano tempi in cui i bambini maldiviani, alla vista di noi uomini bianchi, cosa mai vista prima, scappavano credendo fossimo dei morti viventi. Ho aperto il Keekorok Lodge nel mezzo del Masai Mara National Park, (Kenia) dopo una estenuante battaglia incruenta con una mandria di elefanti, che erano soliti soggiornare proprio nel luogo preposto alla costruzione del resort. Noi costruivamo di giorno, loro distruggevano di notte...in un estenuante braccio di ferro. Alla fine si sono stancati e hanno sloggiato: avevamo vinto noi, e il lodge oggi è ancora lì. Ho realizzato il resort di Chauve Souris Relais a Praslin (Seychelles), trasportando sulla piccola isola tutto, utilizzando decine di piccole barche da pesca a motore: tutto, compreso un pianoforte a coda... Eccetera eccetera... Nella vita privata, ho alcune avventure vissute nel corso degli anni, tra cui traversate africane in Land Rover, navigazioni varie a vela, e l'indimenticabile viaggio in India con un bulli VW da me allestito...18 mesi di avventura pura, era il 1979: quindi no internet, no cellulari, no navigatori, no carte di credito...niente di niente o quasi. Lo dico non per vantarmi, era un mestiere come un altro, ma credo di avere le credenziali per capire cos'è la sete di avventura, per me diventata uno stile di vita. Ma, chiedo perdono per la schiettezza, andare a Capo Nord d'inverno dall'Italia in auto o in camper, non lo considero (a mio personale parere) un'avventura: è alla portata di chiunque, ma con il mezzo adatto: ad esempio con un fly and drive. Non è il mezzo inadatto che crea l'avventura, l'emozione. Mi spiego: guidare per giorni e giorni per metà percorso prevalentemente in autostrada, e poi tra due interminabili muri di pini, vedendo poco e niente, durante le poche ore di luce al giorno, per poi arrivare nello stesso posto dove la maggior parte delle persone che ci si troverà, ci è arrivata comodamente con un volo di 2 ore, poi con un comodo pullman granturismo, alloggiando in un comodo hotel , e in procinto di andare a cenare, dopo aver acquistato l'immancabile adesivo a forma di alce, in un confortevole ristorante tipico, non la trovo una granché di avventura, semplicemente piuttosto un'alternativa del modo di viaggiare scelto: il più scomodo e inadatto di sempre. Problema budget risicato? Provate i magnifici treni scandinavi, che si snodano su percorsi a volte spettacolari, laddove nessun mezzo gommato può arrivare. Alloggiate presso ospitali famiglie locali, aiuta a fare conoscenze interessati e a capire ed apprezzare lo stile di vita di quei popoli...questo si è inusuale e stimolante... Parere personale.
In risposta al messaggio di wippet del 02/11/2024 alle 01:42:30Mi sembra che ne hai fatte più di me, quindi.
L'avventura ha caratterizzato gran parte della mia vita, sia professionale che privata. Di professione, avendo una specializzazione in Hotel Feasebility Study alla Cornell University di Ithaca (NY), l'avventura consistevanell'arrivare in un posto sperduto nel nulla, e realizzare, in tempi relativamente brevi, una struttura ricettiva turistica di lusso adatta ad ospitarci centinaia di esigenti ospiti. Ho aperto il mitico villaggio turistico di Alimata alle Maldive nel 1976, il primo ad Ari Atoll...per dire, erano tempi in cui i bambini maldiviani, alla vista di noi uomini bianchi, cosa mai vista prima, scappavano credendo fossimo dei morti viventi. Ho aperto il Keekorok Lodge nel mezzo del Masai Mara National Park, (Kenia) dopo una estenuante battaglia incruenta con una mandria di elefanti, che erano soliti soggiornare proprio nel luogo preposto alla costruzione del resort. Noi costruivamo di giorno, loro distruggevano di notte...in un estenuante braccio di ferro. Alla fine si sono stancati e hanno sloggiato: avevamo vinto noi, e il lodge oggi è ancora lì. Ho realizzato il resort di Chauve Souris Relais a Praslin (Seychelles), trasportando sulla piccola isola tutto, utilizzando decine di piccole barche da pesca a motore: tutto, compreso un pianoforte a coda... Eccetera eccetera... Nella vita privata, ho alcune avventure vissute nel corso degli anni, tra cui traversate africane in Land Rover, navigazioni varie a vela, e l'indimenticabile viaggio in India con un bulli VW da me allestito...18 mesi di avventura pura, era il 1979: quindi no internet, no cellulari, no navigatori, no carte di credito...niente di niente o quasi. Lo dico non per vantarmi, era un mestiere come un altro, ma credo di avere le credenziali per capire cos'è la sete di avventura, per me diventata uno stile di vita. Ma, chiedo perdono per la schiettezza, andare a Capo Nord d'inverno dall'Italia in auto o in camper, non lo considero (a mio personale parere) un'avventura: è alla portata di chiunque, ma con il mezzo adatto: ad esempio con un fly and drive. Non è il mezzo inadatto che crea l'avventura, l'emozione. Mi spiego: guidare per giorni e giorni per metà percorso prevalentemente in autostrada, e poi tra due interminabili muri di pini, vedendo poco e niente, durante le poche ore di luce al giorno, per poi arrivare nello stesso posto dove la maggior parte delle persone che ci si troverà, ci è arrivata comodamente con un volo di 2 ore, poi con un comodo pullman granturismo, alloggiando in un comodo hotel , e in procinto di andare a cenare, dopo aver acquistato l'immancabile adesivo a forma di alce, in un confortevole ristorante tipico, non la trovo una granché di avventura, semplicemente piuttosto un'alternativa del modo di viaggiare scelto: il più scomodo e inadatto di sempre. Problema budget risicato? Provate i magnifici treni scandinavi, che si snodano su percorsi a volte spettacolari, laddove nessun mezzo gommato può arrivare. Alloggiate presso ospitali famiglie locali, aiuta a fare conoscenze interessati e a capire ed apprezzare lo stile di vita di quei popoli...questo si è inusuale e stimolante... Parere personale.
In risposta al messaggio di Furio59 del 02/11/2024 alle 00:03:58Mi ritrovo pienamente in quello che dici.
Non ho la pretesa di essere capito nelle mie avventure, le ho sempre fatte e le continuo a fare per piacere personale. C'è chi non capisce perché un alpinista fa delle fatiche estreme per raggiungere una vetta, oppureun navigatore che attraversa in solitaria un oceano, o ancora un corridore che fa una 100 km a piedi. Io ad esempio non capisco chi va su una spiaggia affollata ad agosto o si chiude in una discoteca a ballare fino alle sei del mattino, e altro ancora. Per fortuna siamo diversi, altrimenti ci troveremo tutti lo stesso giorno nello stesso posto. È da quando avevo 16 anni che vivo il mio tempo libero in avventure di ogni tipo, sono la mia medicina per vivere bene e tenermi in forma, nel corpo e nella mente. Lunghe traversate in mare con imbarcazioni di ogni tipo, sci estremo, trekking in alta montagna, competizioni sportive prima con gli sci, poi in auto e poi ancora a piedi nei trail in montagna. E viaggi, viaggi, viaggi, con ogni mezzo. Conosco bene quel senso di ansia a cui accenna Wippet: ho imparato a conviverci, fa parte della nostra impotenza nei confronti della forza della natura, ma mi fa sentire vivo. In fondo la natura non ha bisogno dell'uomo, mentre noi abbiamo bisogno di Lei. E paradossalmente a volte mi sento molto più solo quando sono nei luoghi in cui vivo abitualmente, che quando vivo le mie avventure. In alcune avventure riesco a sentirmi intimamente avvolto dalla natura, quasi a far parte di lei: mi sembra di raggiungere un livello superiore, in cui regna armonia e serenità. Sono i momenti più belli, che non riesco a trovare parole per descrivere.
In risposta al messaggio di Barbabianca del 02/11/2024 alle 09:29:17Belle parole, belle davvero.
Mi ritrovo pienamente in quello che dici. Anch'io non trovo le parole per descrivere situazioni e momenti che restano indelebili nella memoria. A volte le fotografie aiutano, ad esempio per raccontare i mille colori dellaneve nell'inverno scandinavo. A volte nemmeno quelle: lo scorso anno, di ritorno dall'Alaska, mi sono reso conto che le foto non rendevano giustizia, non riuscivano a trasmettere quelle sensazioni forti che ricordavo, in particolare il silenzio, la vastità, la solitudine. E allora provo a prendere in prestito alcune parole da Robert Service nella sua poesia The spell of the Yukon: There’s a land where the mountains are nameless, And the rivers all run God knows where; There are lives that are erring and aimless, And deaths that just hang by a hair; There are hardships that nobody reckons; There are valleys unpeopled and still; There’s a land—oh, it beckons and beckons, And I want to go back—and I will.
In risposta al messaggio di Furio59 del 02/11/2024 alle 09:54:24Assisto .. da spettatore, non essendo coinvolto personalmente nella questione. E mi rispecchio un po' nelle parole dell'una e dell'altra parte.
Belle parole, belle davvero. Le sento mie, descrivono bene le sensazioni che provo quando sono nel mondo che amo. No, le foto non rendono mai giustizia, non respirano, non profumano. Provo a postarne due , che mi sonofatto con il cavalletto, in una escursione sulle Alpi solo con il mio cane, in una fredda giornata con i primi chicchi di neve dura che mi picchiavano sulla faccia, che forse un poco si accompagnano alla parole di Service.
In risposta al messaggio di Barbabianca del 02/11/2024 alle 11:17:07Bravissimi , suppongo tu ne abbia parlato qui, ma non ricordavo. Eh l'età
Belle quelle foto. Mi riconosco nella sensazione della neve dura in faccia, ti fa sentire parte di quell'ambiente. E, come dice Armando, alla fine conta la passione che ci mettiamo. Con l'età le mete si restringono, oranon posso più fare cose che prima facevo, ma la voglia di andare resta e l'importante è non fermarsi. Spesso i limiti più forti sono quelli che abbiamo dentro. In Yukon ci siamo andati in camper lo scorso anno, traghettando il nostro camper. Era il nostro secondo viaggio da quelle parti. E' una lunga traversata e per alcuni può essere noioso, ma per noi è bello vedere il paesaggio che scorre e cambia lentamente, apprezzare i cambiamenti. Ci si rende conto delle dimensioni e delle distanze, si comprende e apprezza l'isolamento estremo di quelle comunità.
In risposta al messaggio di Frank Blue del 02/11/2024 alle 12:22:07In effetti e' cosi. Chi vive in zone calde ama la neve e la trova interessante. Chi ci vive tutto l'inverno a volte la odia.
Ha preso una bella piega questo thread. Questa estate molte persone mi hanno detto frasi tipo se caponord è viaggio da 7 in estate, è da 9 in inverno, sia turisti che avevano fatto entrambi i viaggi che i locali (che perònon sono interessati alla tundra nordica normalmente quindi mi hanno sempre consigliato di fermarmi all'altezza di Alta o prima). Infatti mi hanno messo il pallino che prima non avevo. Al di la della bellezza che si vede credo che sia come dice Messner, che l'essere umano faccia quel tipo di cose estreme per mettersi alla prova con se stesso. Se sulle vette si potesse andare in elicottero gratis gli alpinisti continuerebbero a rischiare la vita per andarci a piedi, imho. Comunque non ingigantiamo la scandinavia in inverno, decine di milioni di persone ci vivono tutta la vita, è speciale solo per noi che viviamo qui. Fatti una passeggiata vestito di nero sulla braccianese di notte..quello si che è sport estremo e fa paura :D
In risposta al messaggio di wippet del 02/11/2024 alle 01:42:30La parete sud della marmolada è una delle più severe della alpi e costituisce un banco di prova obbligatorio per molto arrampicatori; delle volte ci si mette più giorni. Mitiche sono le salite che vi compirono Manolo e Heinz Mariacher, la Via Attraverso il Pesce e Tempi Moderni, ma anche quelle vecchie come la Vinatzer.
L'avventura ha caratterizzato gran parte della mia vita, sia professionale che privata. Di professione, avendo una specializzazione in Hotel Feasebility Study alla Cornell University di Ithaca (NY), l'avventura consistevanell'arrivare in un posto sperduto nel nulla, e realizzare, in tempi relativamente brevi, una struttura ricettiva turistica di lusso adatta ad ospitarci centinaia di esigenti ospiti. Ho aperto il mitico villaggio turistico di Alimata alle Maldive nel 1976, il primo ad Ari Atoll...per dire, erano tempi in cui i bambini maldiviani, alla vista di noi uomini bianchi, cosa mai vista prima, scappavano credendo fossimo dei morti viventi. Ho aperto il Keekorok Lodge nel mezzo del Masai Mara National Park, (Kenia) dopo una estenuante battaglia incruenta con una mandria di elefanti, che erano soliti soggiornare proprio nel luogo preposto alla costruzione del resort. Noi costruivamo di giorno, loro distruggevano di notte...in un estenuante braccio di ferro. Alla fine si sono stancati e hanno sloggiato: avevamo vinto noi, e il lodge oggi è ancora lì. Ho realizzato il resort di Chauve Souris Relais a Praslin (Seychelles), trasportando sulla piccola isola tutto, utilizzando decine di piccole barche da pesca a motore: tutto, compreso un pianoforte a coda... Eccetera eccetera... Nella vita privata, ho alcune avventure vissute nel corso degli anni, tra cui traversate africane in Land Rover, navigazioni varie a vela, e l'indimenticabile viaggio in India con un bulli VW da me allestito...18 mesi di avventura pura, era il 1979: quindi no internet, no cellulari, no navigatori, no carte di credito...niente di niente o quasi. Lo dico non per vantarmi, era un mestiere come un altro, ma credo di avere le credenziali per capire cos'è la sete di avventura, per me diventata uno stile di vita. Ma, chiedo perdono per la schiettezza, andare a Capo Nord d'inverno dall'Italia in auto o in camper, non lo considero (a mio personale parere) un'avventura: è alla portata di chiunque, ma con il mezzo adatto: ad esempio con un fly and drive. Non è il mezzo inadatto che crea l'avventura, l'emozione. Mi spiego: guidare per giorni e giorni per metà percorso prevalentemente in autostrada, e poi tra due interminabili muri di pini, vedendo poco e niente, durante le poche ore di luce al giorno, per poi arrivare nello stesso posto dove la maggior parte delle persone che ci si troverà, ci è arrivata comodamente con un volo di 2 ore, poi con un comodo pullman granturismo, alloggiando in un comodo hotel , e in procinto di andare a cenare, dopo aver acquistato l'immancabile adesivo a forma di alce, in un confortevole ristorante tipico, non la trovo una granché di avventura, semplicemente piuttosto un'alternativa del modo di viaggiare scelto: il più scomodo e inadatto di sempre. Problema budget risicato? Provate i magnifici treni scandinavi, che si snodano su percorsi a volte spettacolari, laddove nessun mezzo gommato può arrivare. Alloggiate presso ospitali famiglie locali, aiuta a fare conoscenze interessati e a capire ed apprezzare lo stile di vita di quei popoli...questo si è inusuale e stimolante... Parere personale.
In risposta al messaggio di mausone46 del 02/11/2024 alle 15:53:51Concordo....la neve non mi piace, non mi è mai piaciuta....da piccolo, in Oregon, la neve voleva dire fine dei giochi all'aperto, ed eventualmente iniziava il supplizio dello spalarne enormi quantità, a turno con i cugini...
In effetti e' cosi. Chi vive in zone calde ama la neve e la trova interessante. Chi ci vive tutto l'inverno a volte la odia. Negli inverni duri dell'alta Baviera a volte per molte settimane tutto e' bianco, il verde dellanatura non e' piu visibile, dopo alcune settimane inizia per me la sofferenza. Vogliamo parlare poi delle 3-4 volte al giorno che si deve scendere a pulire l'auto perche altrimenti sommersa dalla neve non la si trova piu? 3-4 volte al giorno a spalare, spalare per poi ricomnciare a volte solo dopo poche ore. La battaglia della natura contro l'uomo oppure la batttaglia dell'uomo contro la natura? Non sono un appassionato di Mare, ma la neve a volte mi e' antipatica, oltretutto per noi automobilisti e' anche pericolosa. Certo alcune immaggini innevate sono stupende, specialmente vederle dal vivo. Pero' io che la vivo spesso non ne sento la mancanza
In risposta al messaggio di Steu851 del 03/11/2024 alle 12:50:33Ciao Steu,
Io son più di 2 anni che penso al viaggio al Nord in inverno, ha anche parzialmente attrezzato il mezzo, però dopo esserci stato in estate non son più tanto convinto di andarci. La cosa che mi frena dopo l'esperienza estivaè che è più che altro una esperienza di guida, stile camionista, le ore passate al volante sono di gran lunga maggiori di quelle che si passano godendosi il paesaggio o facendo attività outdoor.
In risposta al messaggio di Frank Blue del 03/11/2024 alle 18:32:4413500 km in 3 mesi, é proprio il guidare tutti i giorni e no, il problema non è il trasferimento, in 3 giorni sono arrivato in Danimarca, è poi dopo, dover guidare tutti i giorni mi stanca ed ho anche rimediato una infiammazione al tendine di Achille, però facendo il giro al contrario del tuo ho trovato tempo pessimo fino a metà luglio, quindi il primo mese in Norvegia, c'è stato un momento un cui per 48 ore non siamo scesi dal camper, e in quella situazione l'unica cosa che si può fare è guidare. Ho letto che è stata una estate sfigata, però in inverno è pure peggio, non ci sono molti posti dove fermarsi.
Ciao Steu, mi sembrava te la fossi fatta con comodo, quandi km in quanto tempo alla fine? Si è parlato di questa cosa varie volte e pensavo di essere il solo a vederla così. Io andando liberamente come mi sentivo di fareho fatto 13000km in quasi 4 mesi con 2-3h al giorno..che non sarebbe molto ma poi ti fermi 3gg e diventano 6-9..e certe volte in quelle 6-9h fai solo 300km, che in linea d'aria sono 150. Secondo me c'è una larga fetta di camperisti che vive il camper guidando continuamente con soste rapide, talmente abituata a quello stile di vacanza che gli è diventata normale e quindi fanno questi viaggi che per me/noi sono inavvicinabili. Io salirei in estate e scenderei con la neve, in modo da tenere la cosa sotto controllo e non farmi sia la salita che la discesa lentissime. Ciononostante mi sembra un viaggio impegnativo dal punto di vista della guida, piu di quanto mi piace fare, anche avendo tutto il tempo del caso. Possibile che non si possa spedire il camper in scandinavia? Ho cercato ma non ho trovato nulla. Ho conosciuto varie persone che lo lasciano li, sopratutto tedeschi.
In risposta al messaggio di Steu851 del 03/11/2024 alle 12:50:33Come già molti sanno, quello della appena scorsa estate è stato il quattordicesimo viaggio in Scandinavia, dopo aver lasciato la Finlandia, dove abitavo, causa pensionamento.
Io son più di 2 anni che penso al viaggio al Nord in inverno, ha anche parzialmente attrezzato il mezzo, però dopo esserci stato in estate non son più tanto convinto di andarci. La cosa che mi frena dopo l'esperienza estivaè che è più che altro una esperienza di guida, stile camionista, le ore passate al volante sono di gran lunga maggiori di quelle che si passano godendosi il paesaggio o facendo attività outdoor.