Inserito il 13/12/2008 alle: 20:44:43
Tranquilli, tutte strade tranquille e percorribili al cento per cento. Poi, arrivati Leuca vi consiglio di addentrarvi nel Capo. Cos'è il capo? Bella domanda. Qui, da Ostuni in giù, dove i puristi vogliono inizi la regione glottologica Salentina, tutti quelli che abitano un centimetro più giù, sono "quelli di 'ntra lu capu" (quelli di dentro al capo). Così i Brindisini indicano i Leccesi, che a loro volta così identificano quelli di Calimera e via all'infinito. Comunque per comodità, visto che a sud di Leuca c'è solo l'acqua, definiamo Capo appunto i dintorni di Leuca. Allora vi addentrate verso Patù, che è uno splendido tranquillissimo borgo con una altrettanto deliziosa piazza barocca. Parcheggiate tranquilli, nessuno toccherà niente delle vostre cose e andate a mangiare all'osteria "La via de li travai" (si chiama più o meno così, forse sbaglio, ma di poco). Si mangia da re, si beve da principe e si paga onestamente. Ma, poco più su, dirigetevi ad Alessano, passando per Montesardo, piccole frazione dalla cui sommità, in giorni di caligine potrete vedere nitidamente le due coste equidistanti, quella Jonica e quella Adriatica. Ci sono due forni e fanno il pane come lo facevano i bisnonni dei nostri quadrisnonni: fuoco di fascine d'olivo. Il pane tradizionale è una sinfonia di sapori autentici. Però dovete comprare le Friselle. Come le fanno qui, non le fanno da nessuna parte. E' pane rimesso in forno sgomberato dalle braci. Riposa tutta la notte al calduccio e la mattina è duro come un sasso. Però con due gocce d'acqua, qualche lacrima d'olio, tre pomodorini a filo e tanto appetito, rinviene in tutta la sua fragranza, antica e sapida, di quei sapori che sanno. Era il pane dei poveri, che per non mangiare pane vecchio, portavano questi semplici alimenti genuini capaci di riprendere gusto e morbidezza e riempire oltretutto la pancia, per poter riprendere il lavoro. potete gustare le frise di grano e di orzo. Potete farvene una scorta consistente, perché durano anni, al chiuso e al riparo dall'umidità. Poi assaporate le puccette (pane impastato con olive) ed altre prelibatezze del luogo. Da Montesardo scendete ad Alessano. Il borgo antico è un incanto e i palazzi nobiliari pure: palazzo Sangiovanni, palazzo Tamborrino/Sangiovanni, palazzo Legari, la Giudecca.....Poi vi sarà venuta fame e i ristoranti non mancano. Io, tuttavia, consiglio, come al solito, una modestissima locanda. Anzi è un bar, dove il proprietario, a richiesta, in uno stanzino retrostante, prepara specialità e leccornìe caserecce da strepito. Imperdibili, un'altra volta, i pezzetti di cavallo al sugo, che a richiesta vi mette pure nel panino. Fast food alla salentina....E' il "Bar degli amici", meglio noto come il bar di "Cardillo". Chiedete alla gente, lo conoscono tutti. Posso continuare, se volete, salendo per lo Jonio, ma forse vi ho annoiati fin troppo. O forse avrete esaurito i giorni della vacanza. Chiedete e vi sarà scritto........Cordialmente, Michele.