Nè l’uno nè l’altro, probabilmente.
Per una parte dell’utenza che viaggia in camper, le aree di sosta rappresentano il punto di arrivo insostituibile, un riferimento che non può mancare. Indubbiamente, nelle prime uscite a bordo del nostro veicolo sono una meta importante, che dà sicurezza ed un certo livello di confort.
Altri, invece, vi ricorrono solo se assolutamente necessario, preferendo la ricerca di sistemazioni più ‘libere’.
Come per qualsiasi tipo di offerta di servizi o prodotti in una moderna economia, esistono vari livelli di qualità proposti all’utenza, così come diversificate sono le aspettative degli utilizzatori. Ed è molto difficile, probabilmente impossibile, trovare una soluzione ‘ideale’ in senso assoluto, in grado di soddisfare pienamente al tempo stesso sia chi fruisce del servizio sia chi lo eroga.
Le tipologie di aree di sosta
Di fatto, assistiamo al diffondersi di varie tipologie di aree di sosta, che possiamo suddividere in funzione della loro gestione.
Quelle private, per definizione, sono aziende a scopo di lucro, che devono destreggiarsi nell’incertezza legislativa e, affidandosi all’interpretazione del locale ufficio tecnico comunale di leggi non specifiche per questo settore, cercano di offrire servizi di interesse per i camperisti, a fronte di un corrispettivo che giustifichi la loro attività imprenditoriale.
Quelle comunali e gestite, sono tipicamente l’espressione delle Amministrazioni Comunali più illuminate e lungimiranti, talvolta correttamente indirizzate dalla presenza di membri o consulenti che apprezzano le vacanze pleinair, spesso costrette a trovare una soluzione al crescente numero di veicoli ricreazionali che le raggiunge in occasione di eventi o manifestazioni di rilievo. Rappresentano la risposta giusta all’esigenza che centinaia di migliaia di famiglie manifestano in modo silente ma evidente, acquistando o noleggiando i camper e viaggiando con essi.
A volte affidate a locali organizzazioni o Club, in altri casi date in gestione a cooperative o ad operatori privati, sono di norma accoglienti e curate, un ottimo biglietto da visita per un flusso turistico la cui crescita a livello continentale non conosce pause da lustri.
Quelle comunali ad accesso libero sono una variante del caso precedente, spesso assai riuscite ed ben attrezzate, ma purtroppo in taluni casi troppo decentrate o addirittuta posizionate accanto ad aree degradate o abbandonate, come se si trattasse di un servizio che viene erogato malvolentieri. In questi casi testimoniano una non ancora completa conoscenza del turismo di movimento, che in questo modo non viene incoraggiato, ma, al contrario, demotivato.
Queste aree sono, inoltre, sovente a rischio di deperimento fisiologico, occupate abusivamente da utenti, mezzi o materiali cui non erano inizialmente destinate, e che la carenza di risorse o volontà di controlli non impedisce di degenerare in spazi di fatto inutilizzabili per i turisti in camper.
In questi casi, è reale il rischio che gli investimenti di denaro pubblico per opere a supporto di una risorsa preziosa come il turismo si trasformino in spreco.
La sosta in campeggi e villaggi
E le strutture ricettive all’aria aperta per antonomasia, i campeggi?
Si possono apprezzare i primi segnali del superamento della fase iniziale di scetticismo reciproco che ha troppo a lungo mantenuto, in larga misura, i camper lontani dai campeggi.
Esiste, infatti, un inequivocabile crescente interessamento a questa tipologia di utenti da parte dei gestori di campeggi. Lo dimostra il fatto che nascono sempre più aree dedicate ai camper nei campeggi o nelle loro adiacenze (sempre sotto la gestione del campeggio stesso, spesso condividendo i servizi stessi della struttura), per servire anche questo tipo di Clientela.
In altri casi, invece, vengono proposte offerte particolari, specificatamente indirizzate ai camperisti. Non mancano illustri esempi di questo tipo, anche da prestigiosi campeggi che tutta Europa ci invidia, come – tanto per fare qualche nome – il Caravan Park di Sesto in Trentino Alto Adige ed il Camping Village Tahiti di Lido delle Nazioni in Emilia Romagna. E molti altri campeggi già hanno inserito nella loro offerta soluzioni studiate sulla base delle attese dei camperisti: orari estesi, piazzole accessibili, formule week-end, e via elencando.
Auspichiamo vivamente che questi esempi possano essere di riferimento per centinaia di altre strutture, che vogliano seguire questo target di utenza, non solo per sopravvivere ma proprio per farsi trovare pronte a cogliere lo sviluppo del mercato che non aspetterà i ritardatari.
Cosa non va?
Ciò che va evitato e, possibilmente, corretto è la rincorsa ad obbrobriosi e tutto sommato deprimenti parcheggi camper-contro-camper che a volte capita di vedere, apparenti traslazioni pleinair di tristi agglomerati urbani. Di fatto, sono dei rimessaggi abitati, con i bimbi che desolatamente giocano nella polvere o peggio, dove si svolgono scene di vita quotidiana che poco hanno a che fare con una vacanza: malumori per un motore in moto, verifiche delle distanze, finestre alle quali manca lo spazio per essere aperte, animali domestici che invadono gli spazi altrui e via discutendo.
La vacanza in camper non è questa: è, piuttosto, scoprire uno scorcio di natura, un panorama, una vista, trovare uno spazio insospettato, passeggiare lungo un fiume o su un argine, attraversare un bosco, godere di momenti per sè e per la propria famiglia, magari con qualche amico, ma con quel minimo di spazio vitale che dia la sensazione di autonomia, indipendenza, libertà. Insomma, respirando aria libera, senza dover controvoglia ascoltare la TV o i discorsi dell’equipaggio vicino, “troppo” vicino.
Il vero relax è quello di poter cambiare ritmi e abitudini quotidiane, specie se stressanti. Ideale è lo svegliarsi al cinguettio degli uccellini, allo stormire delle fronde, al ritmico sciabordio della risacca: non al trillo di telefonini altrui …
E’ senz’altro consigliabile ed appagante privilegiare le opportunità di sosta che possano offrire questo tipo di contesti, piuttosto che spostarsi dal rimessaggio cittadino ad una situazione quasi paragonabile, solo spostata in altra locazione.
La sosta in campagna, in fattoria, in agriturismo.
Altro punto fondamentale per l’evoluzione delle possibilità di sosta sono le strutture agrituristiche, vera risorsa ancora ampiamente sottoutilizzata, che ha tutte le carte in regola per sposare la disponibilità, gli spazi natura e la quiete rurale con l’auspicato desiderio di vivere all’aria aperta di chi acquista o noleggia un camper.
Spesso favoriti da una collocazione pregevole, nel verde, in collina, in campagna, gli agriturismi hanno dalla loro un’ulteriore carta per attrarre il turista curioso e interessato che viaggia in camper: quella delle specialità eno-gastronomiche tipiche, che da sole possono fungere da molla che scatena la voglia di fare (e poi ripetere) il viaggio.
Sono inoltre molto valide anche dal punto di vista del rilassamento psico-fisico, consentendo a chi vi soggiorna un vero distacco dalla stressante vita di tutti i giorni, calandosi in contesti dai ritmi sconosciuti, con colori, panorami, aromi, ambientazioni poco frequentati. Seguire le lavorazioni, gli eventi stagionali – come fienagione, vendemmia, raccolta di frutta, semina, percorrere in bicicletta deserte strade secondarie, assaporare cibi genuini e fermarsi a chiaccherare con il fattore, sono tutte azioni che fanno bene all’animo, oltre che al corpo.
Queste motivazioni sono alla base del crescente successo di questo tipo di offerta, che è facile prevedere consoliderà l’attuale tendenza positiva.
Il futuro
Siamo nel pieno di un processo evolutivo, iniziato in sordina anni fa e che ci permette di posizionare il nostro Paese su un livello di qualità e quantità dell’offerta di aree di sosta decisamente migliore rispetto ad altri Paesi, ma ancora ad una certa distanza dall’indiscusso leader europeo in questo campo: la Francia.
Ci auguriamo che la sempre più allargata consapevolezza del fenomeno delle famiglie che viaggiano in camper sia di aiuto per chi ha la responsabilità e le leve operative per agire, affinchè il processo evolva rapidamente nella direzione auspicata da tutti.
Alla domanda iniziale, dunque, diamo una risposta che individua una terza via: né approdi insostituibili, né ghetti per emarginare i camper. Piuttosto, una imperdibile opportunità di crescita che coinvolge tutto il comparto: chi ospita, chi viaggia, e dunque chi vende, chi assiste e chi produce. E’ da qui – il complesso e variegato insieme di punti di sosta attrezzati – che deve consolidarsi uno dei segnali di sviluppo che alimenterà il circolo virtuoso che siamo convinti e ci auguriamo caratterizzerà i prossimi anni di viaggi in camper.
Cosa suggeriamo?
Poche cose, ma chiare.
Ai campeggi, suggeriamo di guardare con interesse a chi viaggia in camper. Ha poche pretese, se non quella di non sottostare a tariffe improponibili come corrispettivo di servizi che non usa. Chi desidera sfruttare a fondo servizi di alto livello, lo fa come libera scelta, magari dopo aver constatato con una sosta breve il loro valore. Sforzatevi di superare l’ottica della tariffa capestro, o del periodo minimo di soggiorno, che creano un non costruttivo alone di superbia che respinge due poli che invece devono attrarsi, nel comune interesse. Individuate e proponete formule che attraggano le famiglie che viaggiano in camper: incrementerete il vostro business, ammortizzerete meglio i vostri investimenti, e porrete basi più solide per il vostro sviluppo futuro.
Alle aree di sosta, una raccomandazione: non ponetevi solo l’obiettivo di aumentare i servizi per poter aumentare i prezzi. Ponetevi, invece, l’obiettivo di aumentare il numero di notti di presenze, distribuendole su molti mesi, proponendovi come riferimenti affidabili e sui quali poter contare. Le famiglie in camper vi dimostreranno il loro apprezzamento fermandosi da voi anche in bassa e bassissima stagione, riconoscenti che il vostro lavoro serve a dar loro riferimenti sereni. Sono il vostro futuro, lavorate per farvi da loro apprezzare, non per allontanarli con il caro-prezzi.
Alle aziende agrituristiche diciamo che è ora di rompere gli indugi e accogliere in modo massiccio la grande richiesta di ospitalità che oltre tre milioni di turisti europei è pronta a riversare nelle loro corti, per trascorrere qualche giornata in serene ambientazioni agresti, provando a dimenticare il grigiore delle code metropolitane. Ed i vostri prodotti tipici, la vostra ospitalità sono molto richiesti ed apprezzati. Disponete di una risorsa di grande valore, costituita dal vostro lavoro, dai vostri prodotti, dalla vostra locazione nel verde e della disponibilità di spazi: valorizzatela.
Alle Amministrazioni Comunali segnaliamo che i flussi turistici che si muovono su veicoli ricreazionali sono in crescita inarrestabile, e continueranno a premiare le località che avranno saputo attrezzarsi, sia dotandosi di idonei spazi per ospitare il turismo di movimento, sia nel senso di concedere autorizzazioni ad iniziative private in questo senso. Diversamente, vedranno questi flussi economici prendere altre destinazioni, con scarsa soddisfazione da parte del loro tessuto commerciale locale che con questo tipo di turismo lavora e cresce. Varrebbe la pena porsi la domanda, in modo onesto, se si appartiene alla ristrettissima schiera di località che possono permettersi di rinunciare ad una fascia di utenza turistica sempre più numerosa e che in assoluto, tra tutte le tipologie di turisti, è quella che trascorre il maggior numero di giorni di vacanza all’anno.
A chi viaggia in camper consigliamo di evitare affannose ricerche “ad ogni costo” di improbabili situazioni di sosta libera in prima fila sulla spiaggia alla moda o in altre località di grido, sempre a rischio contravvenzione, oltre che a certezza di sonno disturbato. Meglio, quasi sempre, usufruire con profitto delle aree a loro disposizione, di ogni tipo, privilegiando quelle dove viene salvaguardato lo spazio vitale di ogni veicolo, e conseguentemente quello dell’equipaggio. Non c’è confronto tra una sosta ‘sulle spine’, in ansia per la posizione conquistata ma forse non consentita, ed una serena, dispiegando sul campo – se è il caso o la stagione – le proprie attrezzature sapendo di poterlo fare.
Sempre ricordando che la propria libertà termina quando inizia quella degli altri, e quindi è sempre opportuno fare un esame di coscienza per essere certi di non disturbare la quiete altrui. Il rispetto deve essere alla base del nostro comportamento: nei confronti della località che ci accoglie, di chi lavora per ospitarci, e di chi con noi condivide la sosta.
E concludiamo con un’ultima riflessione: è possibile che i principali attori che operano su questo palcoscenico – Case Costruttrici, grandi Concessionari, grandi circuiti di noleggio – non sentano, tranne rarissime eccezioni (davvero troppo poche!), la necessità di favorire questa componente pur vitale per il loro business, adottando, sponsorizzando, o creando ex-novo almeno una area attrezzata ciascuno che, fregiandosi del loro Marchio, li metta in buona luce agli occhi dei propri stessi Clienti? Ne avrebbero un ritorno di immagine altamente favorevole, un altro elemento positivo in un settore dove i sorrisi certo non mancano.