Seguendo la tendenza in atto per le autovetture, i costruttori stanno progressivamente procedendo all’eliminazione della ruota di scorta anche a bordo dei veicoli ricreazionali.
Essa, infatti, viene sempre più spesso rimpiazzata da un kit di riparazione d’emergenza.
Le cause di questa tendenza vanno ricercate, ci spiegano, nei vantaggi che questa operazione porta, e cioè la riduzione del peso e il recupero di spazio a bordo, a fronte di un rischio foratura in costante diminuzione.
Io penso che non sia estranea a questa scelta anche una certa riduzione di costi, ma tant’è.
Accettiamo di buon grado la riduzione di peso, visto che i nostri veicoli non avanzano mai tanta portata utile.
E consideriamo positivo anche lo spazio recuperato a bordo, che può eventualmente servire per altro, sia esso sotto al telaio, oppure nel pregiato spazio interno del garage o del doppio pavimento.
Tuttavia, esprimo qualche perplessità sull’efficacia del kit di riparazione, in particolare per quel che riguarda il caso non di semplice foratura (quando probabilmente il kit riesce a fare il suo dovere) ma di lacerazioni più gravi della copertura, o di stallonamento del pneumatico dal cerchio.
Certo, non situazioni sono frequenti, ma se accadono, senza ruota di scorta il camper, e la famiglia, restano dove sono, senza alcuna alternativa. In questi casi, l’unica soluzione appare la chiamata d’urgenza al servizio di soccorso stradale, con relativi costi e tempi di attesa.
Quindi, tenendo conto che i nostri veicoli si trovano mediamente sempre ad una certa distanza da casa (a differenza di un’auto, che dovesse trovarsi nella situazione di avere uno pneumatico a terra ha maggiori probabilità di trovarsi “a tiro” del gommista o riparatore di fiducia), è bene valutare l’opportunità di avere a bordo una ruota di scorta, anche se non prevista di serie.
In caso di necessità, e purchè il conducente sia in grado di sostituirla, è una soluzione che compensa il fatto di averla portata appresso per anni.