Varsavia
Diario
Dopo una notte tranquilla, Varsavia ci accoglie con uno splendido sole. CI svegliamo con calma per riprendere un po’ di fiato dopo la splendida giornata di ieri, dedicata a Sopot e a Danzica, facendo colazione insieme a Lucasz e a tutta la sua splendida famiglia nel patio su uno dei laghi presenti all’interno del resort. I due laghi, non eccessivamente grandi ma estremamente pescosi, contengono più di due tonnellate di pesce, e non è per nulla difficile vederlo a occhio nudo.
Lucasz ha grandi progetti di sviluppo per ciò che concerne il Kaputy Camping: un maxi raduno che superi i consistenti numeri realizzati in occasione della prima edizione, svoltasi lo scorso anno per il lancio in Polonia dei veicoli P.L.A. e ospitata presso la propria struttura, ma anche e soprattutto la creazione di un vero e proprio centro di servizi dedicato ai turisti che desiderino recarsi in Polonia con il proprio veicolo ricreazionale o, perché no, noleggiarne uno proprio presso il centro vendita gestito dalla famiglia di Lucasz.
Oggi è il nostro ultimo giorno qui in Polonia: è stata fino ad ora una splendida avventura percorrere da sud a nord questo paese, incontrare i suoi abitanti e parlare con loro, cercando anche di imparare qualche parola nella (per noi difficile) lingua polacca. Compito che ci è stato estremamente facilitato da Ania, Jacek, Lucasz e Sophie, tutti gentilissimi, estremamente preparati e orgogliosi di poterci accompagnare alla scoperta di alcuni tra gli angoli più suggestivi di questo paese. Un paese che ha tanta, tantissima voglia di crescere, di futuro. Un paese giovane, con tante, tantissime coppie giovani e con bimbi, che pensa al domani con ottimismo perché ha vissuto, nell’ultimo secolo, alcune tra le pagine più buie della propria esistenza e non guarda al domani con paura, ma con voglia di scrivere pagine importanti per se e per i propri abitanti. Che investe nelle infrastrutture (necessarie, a dire la verità, ma con molti cantieri prossimi alla consegna dei lavori), che vuole aprirsi al mondo e all’Europa adottando come moneta l’Euro (che entrerà in vigore nel 2013/2015 mandando in pensione gli Zloty), e che offre tanto, davvero tanto a tutti coloro che vorranno scoprirlo.
A cominciare dalla capitale, da quella Varsavia che sui libri di scuola, e di storia, è raccontata per gli anni più tristi, per quelli del ghetto ebraico, per quelli dell’invasione nazista, della devastazione, dei rastrellamenti e poi della ricostruzione sotto il segno dell’influenza socialista dell’Unione Sovietica. Oggi cerchiamo invece di ritrovare, insieme alla gentilissima Sophie, e a Samuele Giusti, Responsabile vendite estere di P.L.A. Camper, la Varsavia che era conosciuta come la Parigi dell’Est. Lasciamo il nostro Plasy 69 al Kaputy Camping e, in auto, raggiungiamo la città vecchia, la Stare Miasto. Ci guida, come detto, Sophie. Il traffico è scarso, quasi inesistente se rapportiamo il numero di abitanti (circa 1,7 milioni) a ciò a cui siamo abituati in Italia, e trovare un parcheggio non è un problema. Nemmeno con il camper! Tanti, infatti, sono i posti disponibili (a pagamento), lungo le vie che circondano la città vecchia, unico (e meraviglioso) eritaggio di ciò che questa città è stata fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Varsavia, infatti, fu praticamente rasa al suolo, e ciò che vediamo oggi è stato ricostruito, nel modo più fedele possibile, nel dopoguerra.
Lasciata l’auto, ci incamminiamo verso Piazza del Castello: anche questa ricostruita, è ampia, suggestiva e pullula di gente. E’, infatti, il luogo di incontro degli abitanti di Varsavia, e ospita la Colonna di SIgismondo, eretta nel 1644. La forma circolare della piazza è particolarmente suggestiva, così come lo sono i palazzi che vi si affacciano, con le facciate colorate e decorate un po’ sullo stile di quanto visto ieri a Danzica. Il primo pensiero, vedendoli, va alla devastazione compiuta durante l’invasione nazista: la ricorda il monumento al milite ignoto, ma anche lo stridere tra l’architettura della città vecchia e di quella nuova che la circonda. Sullo sfondo non manca il nuovo stadio, costruito per gli Europei di calcio di quest’anno: è in questo stadio che poche settimane fa Balotelli ha segnato i due gol che hanno permesso all’Italia di battere la Germania e di andare in finale…
Ci incamminiamo lungo le vie del centro, oltrepassando gli edifici governativi (la sede del Governo, ma anche la residenza del Presidente della Repubblica), lungo viali ordinati e maniacalmente curati. E’ probabilmente il “salotto buono” della città, ma l’ordine, la cura dei giardini e il rispetto che gli abitanti dimostrano verso questa zona è considerevole. Scendiamo verso l’università, modernissima e con tanto di galleria e di giardino sul tetto, oggi purtroppo non raggiungibile per via di una festa in corso. E’ in questo ateneo che ha studiato Sophie, la nostra insostituibile guida, e si vede: ci conduce attraverso varie scorciatoie e riguadagnamo in fretta la città vecchia. E’ quasi mezzogiorno quando raggiungiamo la piazza del mercato: incantevole, piena di locali tipici, è il cuore della Stare Miasto. Troviamo tanti ristoranti completi di dehors, pieni di gente in attesa di mangiare o anche solo a bere qualcosa, ma ciò che colpisce sono l’ampiezza e la cura per le costruzioni, tutte differenti per architettura ma ben inserite in quello che sembra davvero un quadro. La giriamo tutta, fermandoci poi a pranzo in un ristorante tipico a poca distanza dalla piazza. Approfittiamo per un ultimo assaggio di piatti tipici polacchi (una varietà di Pieroghi, particolarmente appetitosi, e alcuni piatti a base di pesce di acqua dolce), prima di riprendere il nostro giro nel cuore di Varsavia. Ritorniamo alla piazza del mercato, oltrepassandola e raggiungendo le antiche mura medioevali che delimitano di fatto la città vecchia. Proprio lungo queste incontriamo il monumento al Milite Ignoto, rappresentato da un toccante soldato bambino. Un monito che ricorda ciò che è stato e che non deve più essere. Lungo il tragitto che ci separa dall’altissimo Palazzo della Cultura, Sophie ci racconta come la Polonia abbia subito prima l’invasione nazista, poi quella russa, arrivata come liberatrice e poi rivelatasi davvero poco dissimile dalla prima. Durata decenni, l’influenza dell’Unione Sovietica ha pesantemente segnato la storia recente di questo paese, e il Palazzo della Cultura e della Scienza ne è un esempio lampante. Anonimo nell’architettura, massiccia, si affaccia su un immensa piazza completamente asfaltata, stagliandosi nel cielo e dominando, di fatto, Varsavia. E’, infatti, il più alto grattacielo della città, anche se ne sono in costruzione diversi, progettati e realizzati da Polacchi, che lo supereranno presto. E’ facile avvertire, infatti, il disagio dei cittadini di Varsavia nei confronti di questo gigantesco palazzo, oggi sede solo di alcuni uffici e ridotto a una triste attrazione turistica retaggio di un passato che non è stato certo tra i più felici. Prendiamo l’ascensore e ne raggiungiamo la sommità: da quassù si gode davvero di un panorama eccezionale. Individuiamo la città vecchia, quasi sommersa dalla nuova Varsavia. Una città che vuole crescere, e cresce, a un ritmo impressionante. Contiamo almeno una decina di nuovi grattacieli in costruzione, con architetture avveniristiche ben più eleganti rispetto al Palazzo della Cultura, e che presto lo sovrasteranno. E’ questa la parte della Varsavia che guarda al futuro. E’ la Varsavia metropoli occidentale, con immensi centri commerciali e gallerie, boutiques delle firme più famose e prestigiose, che dovrà trovare la chiave per coesistere con la Varsavia storica e con quella degli ultimi cinquant’anni. Perché, come dice Sophie, il passato oggi non si scorda, ma è il futuro quello su cui investire.
Torniamo a Kaputy quando ormai sono quasi le sette di sera: ci attende un’ultima, splendida serata in compagnia di Lucasz, della sua famiglia, di Sophie e di Ania, prima di riprendere la strada di casa, domani mattina. Da qui sfrutteremo la nuovissima autostrada che collega Varsavia a Berlino, prima di tornare in Italia dopo circa 5000 km.
Questa meravigliosa avventura finisce qui: un ringraziamento particolare a P.L.A. Camper, a Harrys Group e a Polski Caravaning per il supporto, l’organizzazione e la fattiva partecipazione a questa iniziativa che ci ha permesso di scoprire un paese splendido abitato da gente meravigliosa, solare e gentile. La Polonia, infatti, ha davvero molto da offrire a coloro che decideranno di sceglierla come destinazione del prossimo viaggio. Magari seguendo un po’ le nostre orme, o magari scegliendo di sfruttare appieno le possibilità offerte dai veicoli ricreazionali, per buttarsi in un’avventura tutta da vivere, sempre accompagnati da scenari da cartolina.
Un abbraccio e un grazie particolare ai nostri splendidi compagni di avventura Ania, Jacek, Lucasz, Sophie e Samuele e a tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa.
Itinerario | Visita a Varsavia |
Km parziali | 0 |
Km totali | 2994 |
Rilevamento GPS | N 52.230467 E 20.792248 |
Condizioni meteo | Cielo sereno in mattinata, un po’ di pioggia in serata |
Temperatura esterna all’arrivo | +19.0°C |
Condizioni strade e viabilità | Traffico davvero poco intenso, insospettabile possibilità di girare senza problemi Varsavia. |
Fotogallery