November 24, 2024

La meccanica

La base utilizzata dall’Arca M 686 GLT è quella del Fiat Ducato con telaio longheronato alto standard di tipo autoportante (particolarmente indicato per i veicoli mansardati perché limita le sollecitazioni meccaniche nella delicata congiunzione tra mansarda e cabina), nella configurazione con carreggiata posteriore allargata a 1980 mm, sospensioni posteriori con balestra bilama e passo da 4035 mm. Questa scelta, unita a una lunghezza esterna limitata a 686 cm, fa si che lo sbalzo posteriore sia piuttosto contenuto: 1877 mm, pari al 46,5% del passo.

La meccanica torinese è disponibile con le motorizzazioni da 2 litri/115 CV e cambio a cinque marce, o con le due versioni del 2,3 litri, da 130 e 148 cavalli, queste ultime con cambio a sei marce manuale oppure, in opzione con il robotizzato ComfortMatic. L’altezza da terra anteriore è di 27 cm, quella posteriore, misurata al centro del paraurti, è di 45 cm. La larghezza totale è di 232 cm e l’altezza “fuori tutto” di 310 cm; Nella cellula abitativa, la zona anteriore raggiunge un’altezza interna di ben 236 cm che scende a 202 costanti per tutto il resto dell’abitacolo, fino alla zona di coda.

La scocca

Nella costruzione della cellula spiccano le pareti dallo spessore di ben 45 mm, costituite da un sandwich con rivestimento esterno in vetroresina, isolamento in Styrofoam – nel quale sono annegate piastre in alluminio deputate al fissaggio del mobilio – e rivestimento interno in legno rivestito di materiale melaminico.

Il pavimento ha uno spessore di 52 mm, ha un rivestimento interno in linoleum a imitazione di pavimento listellato ed è rivestito esternamente anch’esso in vetroresina: imbullonato al telaio originale Fiat, si collega alle pareti tramite giunzioni in materiale composito estruso, resistente alle infiltrazioni.

Stesso sistema anche per l’assemblaggio del tetto, un sandwich vetroresina/polistirolo/legno di 31 mm di spessore. Un telaio in acciaio verniciato, costruito da due longheroni e una traversa e collegato lateralmente allo chassis originale, costituisce il breve prolungamento necessario a sorreggere la parte posteriore.

La mansarda è realizzata con guscio in vetroresina, sagomato nella parte centrale per accogliere la finestra frontale, e mutua in tutto e per tutto la struttura già vista e apprezzata negli altri mansardati della Casa di Pomezia, qui impreziosita da profili cromati di giunzione. I raccordi tra parti laterali della cellula e cabina sono in vetroresina.

Con lo stesso materiale sono realizzati il paraurti e gli ampi cantonali posteriori a tutta altezza, collegati tramite un profilo in gomma inserito con la finalità di migliorare sia visivamente sia a livello funzionale l’accoppiamento tra le parti, mentre sono in alluminio le bandelle laterali (alte 10 cm, con 2 mm di spessore) e i profili di giunzione tra pareti e tetto, da 50×50 mm.

Beppe Finello

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