November 24, 2024

La moderna e cosmopolita Casablanca è conosciuta per l’imponente Moschea di Hassan II, l’unico complesso religioso di questo genere visitabile del Paese. Posizionata direttamente sull’oceano, è in grado di ospitare, tra l’interno e le corti esterne, più di 100.000 persone.

Lasciamo la meravigliosa cittadina fortificata di Essaouira per risalire la costa, percorrendo una tratto della scenografica strada costiera.

Nonostante le condizioni piuttosto precarie del manto stradale, i paesaggi che ci regalano questi chilometri sono spettacolari, un insieme di scogliere, spiagge, piccoli villaggi e tipici mercati contadini ci accompagnano fino al grosso centro di Safi, dove imbocchiamo l’autostrada A1 che ci condurrà fino alla moderna Casablanca.

E’ la città più grande del Paese, divenuta oggi il centro finanziario, industriale e commerciale del Marocco. Un luogo cosmopolita dagli enormi contrasti, dove convivono alti e moderni edifici, come le torri del suo business center, assieme alle case moresche, alle moschee e ai quartieri operai in continua espansione, i cosiddetti bidonvilles; un mix arricchito ulteriormente da hotel di lusso, ristoranti alla moda, eleganti viali di palme e spiagge curate. Il centro cittadino, realizzato dai francesi, è ricco di sontuosi edifici risalenti all’epoca coloniale ma l’attrattiva principale della città resta l’imponente Moschea di Hassan II, che si affaccia direttamente sull’oceano.

Progettata dall’architetto francese Michel Pinseau, la sua costruzione venne ultimata nel 1993 e finanziata gran parte dalla sottoscrizione pubblica. La moschea sorge sopra un affioramento roccioso sottratto alle acque, un dettaglio che sottolinea un versetto del Corano secondo cui il trono di Dio venne costruito sull’acqua. Il suo minareto, alto ben 210 metri, è considerato il più alto edificio di tutto il Paese ed è sormontato da un affascinante raggio laser che punta verso La Mecca. Altra particolarità è il grande tetto retrattile, che talvolta viene aperto durante i momenti di preghiera, illuminando l’intera sala. In particolare, la sala della preghiera è ricoperta da magnifici intagli in legno, decorazioni con maioliche e modanature di stucco, realizzati da una squadra di ben 6000 mastri artigiani e utilizzando le migliori materie prime provenienti dalle altre regioni del Marocco. A sottolineare la grandezza di questo edificio ci pensa anche il numero di persone che può accogliere: 25.000 all’interno e ben 80.000 nelle corti e nelle piazze che la circondano. Questa è l’unica moschea visitabile del Marocco, in quanto normalmente sono chiuse alle persone che non professano la fede islamica.

Per raggiungere direttamente in camper la Moschea di Hassan II bisogna armarsi di molta pazienza e nervi saldi. Una volta lasciata l’autostrada, ci si immerge immediatamente nel traffico di Casablanca, una delle città in assoluto più caotiche del Marocco, impiegando circa un’ora per raggiungerla. Auto, furgoni, camion, pulmini ma soprattutto motorini sfrecciano per le sue strade incuranti delle altre persone, facendo sorpassi azzardati e spesso non rispettando la segnaletica stradale; bisogna prestare la massima attenzione ma spesso basta semplicemente un deciso colpo di clacson per farsi strada. Non esistono grandi parcheggi nelle immediate vicinanze della Moschea, ma si consiglia di utilizzare quelli lungo le numerose strade laterali. L’esteso lungomare, oggi interessato da importanti opere di rivalutazione, è il punto migliore per ammirare la maestosità del complesso.

Riattraversiamo Casablanca e ci dirigiamo in direzione Rabat, fermandoci per la notte in piccolo campeggio lungo l’oceano in località Mohammedia, poco fuori la città: il “Camping l’Océan Blue”. 

Dove sostare

Mohammedia: “Camping l’Océan Blue” (Coordinate GPS: N 33.737669 ; E -7.324050), campeggio annuale, dotato di camper service e servizi igienici con docce calde. Struttura piccola ma piuttosto curata, situata proprio lungo il mare, ideale come punto d’appoggio durante l’attraversamento o  la visita della costa atlantica.

Fotogallery

Davide Bon

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