Siamo ormai oltre metà del percorso e il gruppetto deciso a portare in tutti i punti estremi d’Europa il suo messaggio di rinascita è giunto alla quinta e sesta tappa. Ne mancano solo due.
Il punto più alto d'Europa è ovviamente il Monte Bianco (o Mont Blanc) con i suoi ben
4.807 m (15.774 piedi) sul livello del medio mare. Al confine tra Francia e Italia, è da sempre detto Bianco (o Blanc) perchè perennemente innevato. I nostri vi sono saliti grazie alla funivia
Aiguille du Midi che permettere di raggiungere il punto più alto (senza scalare) posto a 3.842 m e di ammirare questo maestoso gigante da ogni angolazione. Non solo. Qui si può anche muovere un ‘’
passo nel vuoto” entrando nella
cabina completamente trasparente sospesa nel punto più alto d’Europa. Un’attrazione sicuramente turistica ma concepita, in realtà, con lo scopo di far provare a tutti la sensazioni forti degli alpinisti e di tutti coloro che vi si trovano per sport o per lavoro.
In poche ore si raggiunge il punto naturalmente punto più basso d’Europa che dista ‘’solo” 500 chilometri, una bazzecola ormai per i nostri avventurieri! Si tratta di
Étang de Lavalduc, o La Valduc, una laguna di acqua salata con vari livelli di salinità. Il suo periplo interessa il territorio di tre comuni:
Saint-Mitre-les-Remparts,
Istres e
Fos-sur-Mer, nel dipartimento di
Bouches-du-Rhône. Con la sua altitudine media di circa 10 m sotto il livello del mare,
è il punto più basso d’Europa.
La laguna ha una colorazione tra il rosa e l’azzurro cangiante, dovuta alla presenza di piccoli crostacei come l'Artemia salina.
‘
’Emozioni forti che si aggiungono alle emozioni forti già provate durante il viaggio e ai ricordi dei luoghi visitati e delle splendide persone incontrate” ha dichiarato
Salvatore che sembra tuttavia un po’ preoccupato per i suoi amichetti Tizio, Caio e Oronzo...
Preoccupati per la riuscita dell’impresa...
I bruchi sono sani e in ottima forma, ma non hanno ancora iniziato a formare la crisalide e questo preoccupa molto tutti. Sicuramente lo stress di un viaggio così intenso può avere influito molto così come i repentini cambi di temperature, sebbene il camper Malibu si sia comportato egregiamente e, grazie al suo isolamento e all’ impianto di riscaldamento, abbia assicurato una temperatura confortevole all’interno per tutto il viaaggio. Ma ‘’
lo spettacolo deve continuare” e a dita incrociate si punta dritti verso Ovest, per raggiungere il prima possibile il Portogallo, con la speranza che un po’ di temperature miti favoriscano la metamorfosi e i bruchi si trasformino in tempo per poter essere liberati all’arrivo come farfalle.