Freni a disco cosa sono e come funzionano
I freni a disco sono
il sistema frenante più utilizzato nell’industria automobilistica. La maggior parte delle vetture moderne li montano su entrambi gli assi (anteriore e posteriore); solo i modelli più attempati utilizzano i freni a tamburo nel retro. Per la precisione, sono posizionati
all’interno della ruota e si compongono essenzialmente di tre elementi:
- Disco: un pezzo circolare realizzato solitamente in ghisa o in acciaio. Gira insieme alla ruota ed è unito alla stessa da bulloni, viti o bussole cilindriche
- Pastiglie: uno degli elementi più importanti per la sicurezza di un veicolo. Devono il loro nome alla forma (sembrano appunto delle grosse pastiglie) e il loro compito è quello di generare attrito con il disco
- Pinza: il dispositivo metallico che regola l’intensità della frenata. A seguito della pressione del pedale, nell'impianto idraulico si crea una pressione che viene immediatamente trasmessa alle pinze. Agiscono direttamente sul disco determinando l’arresto del veicolo
Un po’ di storia
Comunemente, si attribuisce l’invenzione dei freni a disco a
Fredrick William Lanchester. Il progettista e ingegnere britannico brevettò una versione meccanica del freno a disco nel 1902. In realtà, Lanchester si limitò a perfezionare un sistema che era già stato ideato dallo statunitense
Elmer Ambrose Cleveland nel 1898.
Dall’altro lato dell’oceano, lo sviluppo di questa tecnologia stava concentrando gli sforzi degli addetti ai lavori ma lo scoppio del secondo conflitto mondiale rallentò il processo. Una volta cessate le ostilità,
Dunlop si impose come
il principale produttore di freni a disco e la prima vettura ad utilizzare il loro sistema fu la Jaguar C Type nel 1953. Due anni dopo, i freni a disco fecero la loro comparsa anche in un’automobile di produzione di massa: la
Citroën DS.
Con quale frequenza devono essere cambiati i freni a disco?
Per prima cosa, è bene sapere che in linea di massima, la vita media di un freno a disco si attesta
attorno agli 80.000 chilometri. Per quanto riguarda le pastiglie, dovrebbero essere sostituite molto prima: ogni 30.000 o 40.000 chilometri. Tuttavia, alcuni fattori possono far diminuire questa soglia:
- Stile di guida: pilotare un’automobile in modo aggressivo si traduce in un aumento della temperatura dei dischi. In casi come questo, il metallo può facilmente raggiungere i 600/700°C. Picchi così alti possono provocare la deformazione del disco. Fortunatamente, i meccanici possono verificarlo facilmente dato che il surriscaldamento ha un effetto visibile: la comparsa di macchie bluastre
- Condizioni climatiche: umidità e salinità riducono la vita utile del sistema frenante. Il secondo caso non si applica esclusivamente a chi vive vicino al mare ma include anche chi guida in montagna o, più in generale, nelle zone più fredde del paese. Il sale sparso per le strade per evitare il congelamento è un fattore di rischio. Il pulviscolo salino può depositarsi su pastiglie e disco provocando una frenata meno efficace
- Stato della vettura: se un’automobile ha altre problematiche, queste si ripercuotono anche sui freni a disco
- Tipo di strade percorse: sabbia, polvere e piccoli sassi possono penetrare all’interno dei freni creando attrito e peggiorando di conseguenza le prestazioni complessive. I percorsi sterrati sono molto più usuranti rispetto a quelli in asfalto. Tuttavia, anche la città presenta delle insidie dato che i freni vengono sollecitati in continuazione. Un’eventualità che non si verifica in autostrada.
Quanto costa la sostituzione dei freni a disco?
In generale, il prezzo dei pezzi di ricambio
oscilla tra i 300 € e i 500 €. Per quanto riguarda le pastiglie, il costo di una coppia è decisamente più basso: all’incirca
100 € a coppia. Attenzione, questi importi non includono la manodopera.
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