Non serve essere né pessimisti né ottimisti. Solo realisti.
Saremo costretti a convivere con il nostro piccolo nemico invisibile ancora per molto, almeno fino a quando non sarà disponibile un vaccino efficace. Il che avverrà sicuramente, come è sempre stato. L’umanità, grazie alla scienza, ha battuto epidemie e pandemie delle quali se ne conserva oggi solo un pallido ricordo. Quindi anche il SARS-CoV-2 sarà sconfitto e in modo definitivo.
Fino ad allora - si parla di un periodo che nelle più ottimistiche delle previsioni non sarà inferiore a 12-18 mesi - dovremo imparare a vivere in modo diverso e, al di là di ovvie limitazioni, potrebbe non essere poi così male come temiamo.
Nella nostra vita quotidiana, tutto dovrà essere più lento, più misurato, più attento. Spariranno gli inni del “fast” che tanto hanno caratterizzato il nostro stile di vita, sempre teso a fare le cose velocemente: veloce non sarà più sinonimo di efficiente, bensì di pericoloso. Una pratica da evitare, sempre e comunque.
Fra i tanti problemi da risolvere sul piano della ripartenza, bisognerà anche fare i conti con situazioni oggettivamente di difficile controllo, tese soprattutto a evitare di generare ricadute dei contagi.
C’è un modo di fare turismo che può salvarci da tutto questo. Un modo che già di sua natura è un inno alla “lentezza”, all’attenzione, alla riflessione, alla cura. Un turismo che permetta, come nessun altro, di porre in opera facilmente distanziamento sociale, isolamento, igiene. E’ il turismo in camper.
Perché - anche se i camperisti più “avventurosi” e “alternativi” spesso rifiutano questa definizione - il camper rappresenta una casa, con tutti i suoi vantaggi.
Il nostro camper ha i letti, ha il bagno, ha la cucina, ha il salotto. E, come in una casa, ha i nostri letti dove dormiamo solo noi, prima e dopo; i nostri bagni che usiamo solo noi, prima e dopo; la nostra cucina che usiamo solo noi, prima e dopo, e il nostro salotto dove mangiamo, ci troviamo e ci rilassiamo solo noi, prima e dopo.
Più di una casa, è una casa su ruote in movimento che ci permette di scegliere dove andare, dove fermarsi, a chi star vicino, come e quando. Ci fa scegliere facilmente una meta di cui godere senza pericoli, tenendosi di fatto lontano da code, affollamenti e vicini di sedile. Una volta arrivati alla meta, ci sono pareti e tetti che ci difendono, ci tengono al sicuro, ci separano in modo efficace.
E se non vogliamo condividere spazi con altri, non siamo obbligati a farlo, perché godiamo di autosufficienza totale. Basta qualche attenzione nelle operazioni comuni da svolgere all’esterno, peraltro le stesse che si devono adottare né più né meno anche stando a casa.
Chi usa il camper da tempo, tutto questo già lo sa. La sfida è quindi raggiungere e motivare coloro che finora il camper non l’hanno mai preso in considerazione.
Si è discusso molto negli ultimi anni su come diffondere correttamente la cultura del turismo in camper evitando di cadere in stucchevoli luoghi comuni che finirebbero poi per essere controproducenti e fuorvianti.
Bene, ora c’è un fondamentale messaggio da trasmettere, in aggiunta o in alternativa a tutti gli altri:
il camper è di fatto il modo più sicuro e agevole per non rinunciare a viaggi e turismo.
Perché il camper che verrà non sarà più solo uno strumento alternativo per fare vacanza, ma soprattutto uno dei pochissimi, se non forse l’unico, a permettere di farla anche in assoluta
sicurezza.