Pubblicato il 18/01/2010
Lorena Turri, presidente di Promocamp indica le azioni necessarie per sostenere e rilanciare il turismo all’aria aperta anche con progetti di accoglienza. La provincia di Massa Carrara ne presenterà uno venerdì 22 a Tour.it.
Eletta un anno fa, proprio a Carrara, presidente di Promocamp, Lorena Turri ha approfondito i problemi del settore e oggi ha idee chiare sulle azioni che la sua associazione, e l’intero mondo del turismo mobile, devono intraprendere per sostenere il mercato dei mezzi ricreazionali ma anche tutto il movimento del turismo all’aria aperta.
In visita a Tour.it, il salone del turismo itinerante e all’aria aperta che si svolge a CarraraFiere dal 16 al 24 gennaio, Lorena Turri, manager con ampia esperienza nell’ambito dell’azienda di famiglia (la Wingamm, che produce camper compatti di fascia alta) traccia un quadro della situazione e indica soluzioni da adottare al più presto.
“Dopo quindici anni di crescita spontanea e ininterrotta il nostro settore ha avuto, nel 2009, una flessione nelle vendite. Più forte nel segmento dei camper ma avvertita dall’intera filiera. È stato un periodo difficile che coincide con la crisi generale che non spinge certo i nostri potenziali utenti a compiere investimenti per comprare nuovi mezzi. Dobbiamo partire perciò dalle difficoltà di oggi per definire una strategia che riposizioni il comparto nel suo complesso, ampliando la base dei praticanti, elevando anche gli standard di qualità e di sicurezza dei mezzi mobili e dei nostri prodotti in genere”.
Dunque una terapia a base di qualità e promozione?
“Non solo, anche se sono due elementi essenziali in una strategia di rilancio. Dobbiamo mettere in campo anche altri strumenti. Oggi il pubblico che utilizza il camper è profondamente cambiato. Non si tratta più di pionieri che desideravano solo partire in cerca di avventure ed evasione con i loro mezzi. L’utenza interessa soprattutto le famiglie che fanno una scelta di vita e un investimento rilevante. Chiedono qualità, comfort e una rete di assistenza adeguata, come avviene per le auto, e i produttori, attraverso la rete di distribuzione, devono fare di tutto per assicurare questo supporto. È cambiato il mercato ma sono cambiati anche i mezzi, i motori, la componentistica. C’è tanta elettronica occorre specializzazione per intervenire sugli inconvenienti generati dall’uso. La “rete di distribuzione” deve fare un salto di qualità, è un percorso in salita, impegnativo ma necessario.
Lei presiede un’associazione alla quale fanno capo aziende di tutte le componenti della filiera. Dunque non solo camper, ma anche tende, roulotte e accessori. Che cosa serve a questo comparto per affermarsi definitivamente?
“Il turismo della mobilità e dell’aria aperta deve cominciare a comunicare correttamente. È una componente importante che si fa sentire poco e che spesso non è abbastanza ascoltata. Dobbiamo iniziare ad interagire con le amministrazioni locali, costruire progetti comuni, realizzarli e comunicarli correttamente. L’obiettivo è sviluppare una “cultura dell’accoglienza” soprattutto nei territori, nei piccoli comuni e nelle tante città che dispongono di un patrimonio incredibile da far conoscere e da valorizzare. Dobbiamo creare una rete di accoglienza realizzando aree di sosta, non puntando su strutture troppo complesse, ma coinvolgendo molto di quello che già esiste: poderi e fattorie, alberghi e ristoranti, far capire, attraverso una comunicazione adeguata, che il turismo della mobilità è una risorsa importante ma deve essere stimolato trasformando un territorio in “prodotto”. Ecco perché sarò presente venerdì 22 per la presentazione del progetto per il Turismo Itinerante messo a punto dall’Amministrazione provinciale di Massa Carrara per creare sinergie e valorizzare il territorio.
Questa la terapia d’urto, Presidente; un progetto a lunga scadenza?
“Ampliare il numero dei praticanti comunicando gli aspetti positivi della cultura della mobilità che è anche cultura della conoscenza e del confronto. Possiamo farlo nelle scuole, come abbiamo già iniziato, ma il sogno sarebbe quello di dare vita ad un percorso didattico attraverso il quale far conoscere anche le bellezze del nostro Paese.”