Spagna Verde 2004
Paesi Baschi, Cantabria, Asturie, Galizia
Viaggio in Francia e Spagna
5 Agosto - 23 Agosto 2004
Con la partecipazione di Alessandra, Diana, Roberto e Blonde
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Roma, Civitavecchia, Grosseto, Pisa, La Spezia, Genova, Savona, Ceva: 619 km
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Ceva, Mondovi, Cuneo, B.go S. Dalmazzo, Argentera, Colle della Maddalena, Larche, Barcellonette, Gap, Serres, Nyons: 352 km
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Nyons, Bollene, Bagnol s/Ceze, Remoulins, Pont du Gard, Nimes, Lunel, Gallargues le Monteux: 151 km
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Gallargues le Monteux, Montpellier, Beziers, Coursan, Narbonne, Lezignan Corbieres, Carcassonne, Montreal, Fanjeux, Mirepoix: 253 km
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Mirepoix, Pamiers, Le Mas d'Azil, St. Girons, St. Martory, Orthez, Salies de Bearn, St. Jean Pied de Port: 360 km
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St. Jean Pied de Port, Valcarlos, Roncesvalles, Pamplona, Vitoria Gasteiz, Bilbao, Castro Urdiales, Orinon: 291 km
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Orinon: 0 km
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Orinon, Laredo, Santander, Altamira, Comillas, Gijon, Soto de Luina, Cabo Vidio: 325 km
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Cabo Vidio, San Pedro de la Ribera, Ribadeo, Viveiro, Porto de Bares: 178 km
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Porto de Bares, Ortigueira, Ferrol, Cabo Prior, Praia de Santa Comba: 124 km.
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Praia de Santa Comba, Ferrol, A Coruna, Larino: 212 km.
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Larino, Muros, Bertamirans, Santiago de Compostela: 88 km.
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Santiago de Compostela, Lugo, Ribadeo, As Catedrais: 211 km.
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As Catedrais, Ribadeo, Playon de Bayas, Gijon, Villaviciosa, Selorio, Playa de Rodiles: 217 km.
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Playa de Rodiles, Santander, Torrelavega, La Penilla: 211 km.
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La Penilla, Algorta, Plentzia, Bermeo, Guernica, Lekeitio, Ondarroa, Saturraran, Mutriku: 224 km.
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Mutriku, Zumaia, San Sebastian: 75 km.
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San Sebastian, Cabo Higuer, Biarritz: 76 km.
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Biarritz, Anglet, Lestelle, Capens, St. Sulpice s/Leze, Auterive: 310 km.
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Auterive, Nailloux, Villefranche de Lauragais, Narbonne, Montpellier, Lunel, St. Maries de la Mer: 339 km.
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St. Maries de la Mer, Arles, Salon de Provence, Aix en Provence, Sisteron, Tallard, Bercellonette, Larche, Colle della Maddalena: 425 km.
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Colle della Maddalena, Vinadio, Cuneo, Asti, Piacenza, Verona, Padova, Mestre, Aquileia: 658 km.
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Riflessioni sullo svolgimento del viaggio.
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Prefazione.
Dopo che negli ultimi anni ci siamo dedicati alla scoperta dell'Europa del centro nord, per quest'anno abbiamo deciso di ritornare un poco alle origini e perciò di tornare in Spagna. Se escludiamo la breve escursione in territorio spagnolo nel corso della visita a La Rhune nel 2000, manchiamo dalla penisola iberica dal lontano 1995. Anche ora, come allora, cerchiamo spiagge e sole. Lo spunto ci è dato dalla ricorrenza dell'Anno Santo Giacobeo [Link 10]. Lungo il percorso non disdegnamo di fruire delle spiagge della Francia meridionale e di quelle Galiziane e Basche. Prevediamo di superare i Pirenei attraverso il Col du Pourtalet, per evitare le rigide pendenze del Passo di Roncisvalle, che contiamo di percorrere al ritorno, e il traffico pesante del Col de Somport. Ci siamo comunque premurati di stilare alcuni percorsi alternativi da utilizzare in caso di necessità o virtù. Abbiamo in mente alcune mete che ci farebbe piacere raggiungere, anche variando dal piano originale. Soprattutto speriamo di visitare i Picos d'Europa, i Monasteri di Covadonga e San Juan de la Pena e, per finire di scalare, col camper, il Mont Ventoux.
giovedi 5 agosto 2004.
Oggi cerchiamo di ripercorrere, almeno, le orme del viaggio effettuato quattro anni fa. Nel 2000, partiti da casa alle 10.20 siamo arrivati a Ceva alle 21.40. Partiamo, tanto per non smentirci, molto comodamente, alle 11.30, seguendo la solita direttrice, che ci conduce a Civitavecchia in un'ora e venti. Prendiamo l'Aurelia, per molti tratti superstrada, e, passata l'uscita per Ansedonia, ci fermiamo per il pranzo in una area di sosta, sotto dei pini, dallo stile prettamente italico. Abbiamo incontrato molto traffico sul GRA, in ambo i sensi di marcia. Molto scarso invece sul raccordo per Fiumicino e nel tratto autostradale fino a Civitavecchia. Sull'Aurelia incontriamo, stranamente, un consistente flusso di veicoli pesanti in direzione sud. Il cielo non è completamente sereno, ma il sole, quando c'è, picchia forte. Quando ci fermiamo abbiamo 32 gradi in camper. Fortunatamente la zona è ventosa così, aprendo tutte le finestre e le porte, e con l'ausilio dei secolari pini dell'area, riusciamo a pranzare relativamente freschi con base prosciutto e melone. Ripartiamo alle 15.20 in direzione Grosseto, che raggiungiamo e superiamo in mezz'ora. A Rosignano risaliamo sull'autostrada e approfittiamo della prima area di servizio per una sosta di rilassamento. Tutto il tratto dell'Aurelia percorso ha un fondo stradale decente e quasi tutto rifatto da poco tempo. Cronica la mancanza di segnalazioni che indicano le aree di servizio e quelle che si incontrano, nascondono sistematicamente i prezzi del carburante. Da Cecina siamo entrati in una perturbazione, il cielo è scuro e molto compatto. Nell'entroterra è una raffica di lampi, mentre il vento è girato ed ora tira da est, è più fresco, meno umido, ma più forte, che costringe tutti, a tratti, a rallentare l'andatura. Finalmente piove e la temperatura si abbassa immediatamente. Contiamo di essere per le 20.00 dalle parti di Sestri Levante e speriamo di arrivare a Ceva ad un'ora decente. Ripartiamo sotto la pioggia alle 18.15 e, in tre quarti d'ora, superiamo Viareggio. Alle 19.30 ci fermiamo per la cena nell'area di servizio Magra Est. Restiamo fermi fino alle 20.50 quando, in fortissimo ritardo sul previsto, ci rimettiamo in movimento ampiamente riposati. Arriviamo a Ceva alle 23.30, trovando posto nel solito parcheggio all'uscita del casello autostradale vicino all'ospedale e alla stazione dei carabinieri.
Sommario delle tappe.
venerdi 6 agosto 2004.
Sveglia alle 7.00, a parte i rintocchi, a tutte le ore, della campana della chiesa, abbiamo dormito assolutamente tranquilli. Ci siamo addormentati con la pioggia ma, ora, il cielo è completamente sereno. Sembra che questo parcheggio sia stato scoperto anche dai Tir, ne abbiamo trovati diversi parcheggiati per la notte. Abbiamo percorso la A26, da Savona a Ceva, durante la notte e non abbiamo incontrato problemi di traffico, anche lo strategico svincolo di Genova l'abbiamo superato facilmente, in assoluta assenza di ingorghi. Partiamo alle 8.45, direzione Mondovì, dove arriviamo in poco più di mezz'ora. Approfittiamo del parcheggio dotato di camper service per scaricare e del vicino supermercato Conad per fare la spesa. Nel percorso da Ceva a Mondovì abbiamo notato altre occasioni per la sosta notturna e il bello e austero Santuario di Vicoforte. Ripartiamo alle 10.15 diretti a Cuneo, che raggiungiamo in mezz'ora, nella quale ci districhiamo fino a trovare la giusta direzione verso il Colle della Maddalena. Finalmente, alle 12.50, ci fermiamo in riva allo Stura di Demonte, dopo essere saliti fino al Col de Larche ed esserne ridiscesi per trovare questo posticino, che sa tanto di Klondike, per pranzare. Il parcheggio degli impianti di risalita, dotato di bar, self service e servizi, è ora ufficialmente autorizzato per il pernottamento, ovviamente a pagamento. Dopo pranzo andiamo per un poco su e giù per il torrente poi, alle 15.15, ripassiamo il colle e scendiamo a Larche. Appena terminata la discesa, giunti in paese, ci fermiamo per il consueto rifornimento di acqua da bere, freschissima, dalla fontana di fronte alla chiesa. Riprendiamo rapidamente il viaggio, giungiamo a Gap che sono le 17.30 e prendiamo la direzione Serres. Poco prima della cittadina ci fermiamo presso l'area Bison Fute, giusto per gustare un gelato. Ci rimettiamo in marcia alle 18.40 seguendo la direzione per Rosans, superata la quale, percorriamo le grige e spettacolari Gorge di St. May. Dopo aver visionato il punto sosta di Les Pilles, arriviamo a Nyons che sono le 20.00 e ci rechiamo presso l'area attrezzata, trovata grazie alle indicazioni di un collega italiano che passeggia sul ponte di accesso alla cittadina. L'area si trova vicino al piscina, nella zona degli impianti sportivi e, tra pochi giorni, diverrà a pagamento. Ci prendiamo l'ultimo posto disponibile. Dopo cena facciamo una rilassante passeggiata nel tranquillo centro abitato, arrivando fino al Calvario illuminato sulla cima del colle. Abbiamo notato un sensibile incremento dei prezzi rispetto alle pur care aree autostradali italiane. Alla sosta di Serres un gelato pagato in Italia 1.40 euro costava ben 3.00 euro. Qui un gelato costa 2 euro per una sola palletta, così come una granita. E dire che Nyons non sembra essere Mont St. Michel.
Sommario delle tappe.
sabato 7 agosto 2004.
Sveglia alle 8.00, notte fresca e tranquilla. Oggi splende il sole e spira un vento fresco da nord. Usciamo da Nyons alle 9.45 verso Bollene e, ai lati della strada, troviamo una infinità di coltivazioni di ulivi, che denotano la produzione di olio, e vigne, con le consuete 'Cave', ove è posibile degustare, e acquistare, dell'ottimo vino. Superiamo Bollene alle 10.35 e raggiungiamo Bagnol sur Ceze, che è praticamente tutto un un ingorgo causato dalla presenza di migliaia di ragazzi con le treccine accorsi al locale Jamaica Festival. Fa un caldo terribile, fortunatamente la strada corre all'ombra di gallerie verdi formate da alti platani. Alle 11.45 ci fermiamo, lungo la N86, in un'area di parcheggio a una decina di chilometri da Remoulins per un poco di relax. Stiamo fermi per mezz'ora poi, in breve, raggiungiamo il parcheggio a pagamento in riva sinistra di Pont du Gard. Parcheggiamo e, prima di raggiungere la celebre plage, ci fermiamo al self sevice del centro visitatori per un veloce pranzo a base di baquette farcite e bibite. Arriviamo al fiume attraversando l'arcata più bassa dell'acquedotto. Il parco acquatico naturale che il Gard genera, fa trascurare ai più l'ardire dell'opera ingegneristica portata a termine dai romani ed ancora oggi integra. Prendiamo il sole e facciamo un bagno tra pesci, aironi e nudità femminili più o meno gradevoli poi, a malincuore, torniamo al mezzo, completamente lessi, e ripartiamo alle 17.00. Passata Nimes, mezz'ora più tardi, ci mettiamo in cerca di un campeggio. Abbiamo una segnalazione ad Aimargues ma, giunti in paese, non ne troviamo traccia. Torniamo verso Lunel e, alle 18.35, siamo sistemati in una comoda piazzola del camping Les Amandiers di Gallargues le Monteux, tre stelle, ordinato, con piscina ma senza ristorante. Il cielo si è completamente coperto e ha iniziato a piovere. Il bottino di tappa è piuttosto magro, ma la giornata è stata piena di soddisfazioni. Dopo cena facciamo due passi fuori dal campeggio, ma troviamo un coprifuoco tombale, ci chiediamo allora cosa fanno tutta l'estate gli ospiti del campeggio in un posto come questo.
Sommario delle tappe.
domenica 8 agosto 2004.
Sveglia alle 8.30, il sole picchia forte e fa già caldo, a nulla giova il vento fresco che spira da nord. Partiamo alle 10.00 e, in poco più di mezz'ora, raggiungiamo Montpellier, che superiamo tranquillamente. Ancora un'ora di viaggio e raggiungiamo Meze dove, per entrare e attraversarla, siamo costretti a fare una lunga coda, questo ci permette di ammirare i locali allevamenti di cozze. Ancora tre quarti d'ora e raggiungiamo anche Beziers. Sempre seguendo la N9, alle 12.45, ci fermiamo per il pranzo nel deserto parcheggio di un supermercato Lidl alle porte di Coursan. Il posto non è che sia granché, però è l'ideale per far scorrazzare un poco Blonde, inoltre è defilato dalla strada quel tanto che basta per pranzare in pace. Ripartiamo alle 14.20 e, rapidamente, ci troviamo ad aggirare Narbonne. Prendiamo la N113 con la quale, raggiunta Lezignan Corbieres, facciamo due brevi soste logistiche per il rifornimento di carburante e pane fresco. Notiamo grandi escursioni nel prezzo del gasolio. Nei distributori normali oscilla da 0.920 a 0.998 euro, mentre in quelli dei supermercati va da 0.840 a 0.880 euro. Il percorso mattutino è stato impegnativo e noioso a causa delle innumerevoli rotatorie e della tangenziale di Montpellier. Questo tratto di strada ormai somiglia alla Costa Azzurra, dovendolo solo attraversare è senz'altro meglio utlizzare l'autostrada che, per quanto cara, fa risparmiare carburante, tempo e frizione. Lasciamo Lezignan alle 15.00, quando il sole torna a farsi sentire forte. Abbiamo pranzato al fresco, grazie al cielo coperto e al vento costante che ci accompagna dalla partenza. Raggiungiamo Carcassonne [2][3] alle 15.45 e ne seguiamo la circonvallazione tenendo ben presenti le indicazioni per l'aereoporto. Dobbiamo prendere la D119 che si trova nella medesima direzione. Riusciamo così nel nostro intento abbastanza facilmente. Per le 16.00 siamo a Montreal alla ricerca dell'area attrezzata in Place della Republique. Giunti sul posto la troviamo, ma è occupata dal mercato settimanale della brocanterie. L'ufficio del turismo, posto sulla stessa piazza, ci suggerisce di utilizzare il parcheggio della piscine, nella parte bassa del paese. Ringraziamo ma preferiamo proseguire. Da stamane che attraversiamo immense distese di coltivazioni di girasoli, più che in Francia sembra di essere in Ungheria. La D119, imboccata a Carcassonne, segue fedelmente la morfologia ondulata del territorio, è assolutamente priva di traffico e ci permette di godere appieno della bellezza del paesaggio rurale che stiamo attraversando. Alle 16.30 ci fermiamo nell'area attrezzata di Fanjeux posta nella parte alta del paese, praticamente in cima la colle, in posizione stupendamente panoramica, dietro il calvario con colonnina servizi e ben quattro allacci elettrici gratuiti. Facciamo merenda dondolati dal vento, che quassù si fa sentire, poi carichiamo acqua e ripartiamo che sono le 17.10. Viaggiamo per quasi un'ora, sempre sulla D119, e raggiungiamo Mirepoix, invasa di turisti per il locale Festival delle Marionette. Dato il traffico, i parcheggi approssimativi e la confusione, impieghiamo un poco a ritracciare l'aera attrezzata. Alla fine riusciamo nel nostro intento, la troviamo piena e, solo grazie alla gentilezza di due colleghi francesi, che spostandosi ci fanno spazio, riusciamo a piazzarci. Lasciamo il mezzo all'area e ci rechiamo in centro per assistere ai festeggiamenti. Più che altro troviamo una gran confusione, con una strana fauna in circolazione. Compriamo un pollo cotto e ce ne torniamo al camper per cenare.
Sommario delle tappe.
lunedi 9 agosto 2004.
Ci svegliamo abbastanza presto, alle 7.15, a causa del posizionamento dell'area. Più del progresso, la vicinanza della superstrada alle nostre spalle, potè la natura, i galli del vicino pollaio che dall'alba hanno cominciato la gara a chi grida più forte. La giornata si presenta di quel coperto, umido e appiccicoso, poco adatta ai viaggi. Prima di partire, approfittiamo del pozzetto e scarichiamo i serbatoi di raccolta. Partiamo alle 8.35, riprendendo a nostra rotta lungo la D119. Viaggiamo per poco più di mezz'ora, quasi in solitudine, poi arriviamo a Pamiers [1], dove ritroviamo in Esplanade de Milliane l'ampio parcheggio ombreggiato, con servizi, che ci aveva ospitato nel 1993 e dove troviamo con piacere l'autorizzazione a sostare per 48 ore. Attraversato facilmente il centro urbano, proseguiamo sulla D119 e alle 10.00 siamo a Le Mas d'Azil [1], dove passiamo, sotto la montagna e di fianco al fiume, di fronte all'ingresso delle celebri grotte. L'area di sosta delle grotte è ordinata ed ospitale. La strada, in questo tratto è impegnativa ma, il cielo coperto e la temperatura fresca, fanno sentire meno la fatica. Raggiunta Saint Girons prendiamo la D117 con la quale rapidamente raggiungiamo Saint Martory dove, valutato il tremendo ritardo accumulato in questi giorni, decidiamo di entrare in autostrada che prendiamo al casello di Lestelle. Piove, il cielo è completamente coperto a alla Spagna mancano ancora 300 chilometri. Alle 12.45 ci fermiamo per il pranzo presso l'area di servizio La Pyreneese, già più volte utilizzata. A quest'ora è piena, è fornita ci camper service ed è molto efficiente anche se le docce a vaporizzazione non funzionano più. Sostiamo per un'ora e mezza, pranzando e svagandoci passeggiando tra le aiuole con Blonde. Ripartiamo alle 14.15, per viaggiare ancora un'ora verso ovest. Il traffico è di una regolarità che ci annoia, così deconcentrati, usciamo ad Orthez anziché alla successiva uscita. Siamo costretti a fare una breve sosta in un parcheggio cittadino, tra l'altro sotto la pioggia, per dar modo a Blonde di evacuare. Avendo sbagliato uscita, dobbiamo percorrere un tratto della statale N117 per raggiungere l'incrocio per Salies de Bearn, la cosa non ci dispiace. Presto raggiungiamo la nostra meta e prendiamo la D933 verso sud. Incontriamo ampi campi coltivati e tanto verde. Anche se l'andatura si è ridotta notevolmente, il viaggo è più gradevole. Alle 17.00 arriviamo all'area attrezzata di St. Jean Pied de Port. Appena piazzati, e pagato il ticket, andiamo al vicino supermercato Champion in quanto piove e non c'è modo di girare per il paese vivo e pieno di visitatori come sempre. Alle 21.30 è prevista una corrida, con le vacche, in una arena molto infelicemente allestita proprio a fianco dell'area attrezzata. Usciti dal supermercato ancora piove, per cui, ci rintaniamo in camper cercando di captare qualche buona nuova dal servizio meteorologico in televisione. Alle 21.30, anziché lo spettacolo, comincia il diluvio universale, certamente propriziato dalla danza della pioggia fatta da tutti i camperisti ospiti dell'area, per cui la corrida è rimandata con grande sollievo dei circa 50 mezzi presenti nel parcheggio e frastornati dal volume della musica sparata a tutti decibel.
Sommario
delle tappe.
martedi 10 agosto 2004.
Sveglia alle 7.30 al termine di una notte assolutamente tranquilla. Stamattina non piove ed il sole sembra deciso a contendere alle nubi il dominio del cielo. Prima di partire facciamo camper service. In attesa di espletare tale operazione, data la gran quantità di mezzi presenti nell'area e nel parcheggio del supermercato, riflettiamo sul fatto che sembra che in Francia per ogni camper ci sia almeno un cane a bordo e, in massima parte, anche di grande taglia. Partiamo alle 9.25, quando il cielo sembra essersi definitivamente rasserenato. Ripresa la D933 verso sud, cominciamo ad affrontare i contrafforti dei Pirenei Atlantici e, in un quarto d'ora, raggiungiamo Valcarlos, vecchia dogana al confine spagnolo, ove è rimasto solo il distributore di carburante, che vende il gasolio a 0.77 euro al litro. Ormai in terra ispanica saliamo lentamente ed inesorabilmente verso il Puerto de Ibaneta che raggiungiamo alle 10.10. Spira un vento freddo che ci costringe a coprirci per bene. La salita è stata impegnativa, percorsa a velocità comprese tra i 30 e 50 chilometri l'ora, in quanto la strada è un susseguirsi di curve. Il panorama sui monti circostanti è stupendo, sono ricoperti di una rigogliosa e verdeggiante vegetazione, dai colori maggiormente accesi dalla recente pioggia. Visitiamo il monumento a Rolando [1], da cui è stato asportato il gruppo metallico con le spade incrociate, e facciamo il nostro mucchietto di sassi [2]. Diana, Alessandra e Blonde scendono a piedi, lungo il primo tratto del Camino de Santiago, fino al monastero di Roncesvalles dietro al quale si trova un comodo parcheggio adatto al pernottamento dove, però, non troviamo fontana. Vistiamo tutto il visitabile, nonché la Tomba di Rolando, e ripartiamo alle 11.30. Superato il villaggio di Roncesvalles [5], colorato e caratteristico, scendiamo lungo le verdeggianti vallate del Rio Urrobi, del Rio Erro e del Rio Arga che, seguendo la N135 ci accompagna fino alle porte di Pamplona. Nonostante il caos della grande città, ce la caviamo egregiamente, più fidandoci dell'intuito che dei segnali stradali ed usciamo rapidamente verso ovest, imboccando la N240. Percorsi una decina di chilometri, alle 13.05, ci fermiamo nel disconnesso e lurido parcheggio di un bar, ristorante, stazione di servizio molto frequentato dai camionisti appena sottopassata l'autostrada. La discesa da Roncisvalle è stata lenta e impegnativa quanto la salita. La strada per Pamplona è piena di curve, in compenso siamo riusciti ad attraversare la città in un tempo ragionevole. Dopo pranzato ripartiamo che sono le 14.30 e, in un'ora, raggiungiamo Vitoria Gasteiz [9], al termine di una tranquilla galoppata lungo la superstrada NI. Lungo la circonvallazione che aggira il centro abitato, prendiamo la N240 per Bilbao e ci sorbiamo un'altra ora di viaggio regolare e con poco traffico. Il caos automobilistico che troviamo a Bilbao ci spaventa ma, nonostante ciò, riusciamo ad evadere anche qui abbastanza rapidamente. La strada dopo Bilbao attraversa una miriade di piccoli centri urbani senza alcuna possibilità di sosta. Entriamo in Cantabria alle 17.30, con la strada che sale e si avvicna finalmente alla costa, scoprendo l'oceano e panorami immensi. Lungo uno dei tornanti troviamo il parcheggio del ristorante Saltacaballo, che ci ospita per la sosta di metà pomeriggio. Cominciamo ad incrociare camper e ripetizione. Da una parte vediamo bianche scogliere all'ingresso del porto di Bilbao e dall'altra la cittadina di Castro Urdiales distesa lungo la costa. L'oceano è di una calma assoluta. Ci rimettiamo in viaggio alle 18.00, seguendo fedelmente la strada costiera. Attraversiamo Castro Urdiales [13] e, appena superata la punta di Islares [13], dirigiamo verso Orinon, dove troviamo uno degli ultimi posti disponibili nel locale campeggio. Il camping è qualcosa come un girone infernale. Stracolmo, ha solo due posti liberi, di cui uno solo adatto alle nostre dimensioni. E' più grande e popolato del villaggio di pescatori da cui prende il nome. Finiamo in una specie di quartiere, di lato a quello degli stanziali incalliti. Ci adeguiamo al fuso orario di vita spagnolo e andiamo a vedere la spiaggia. Piove, ma si fa il bagno lo stesso, ci sono surf e bodyboard a sfidare le onde. Domani speriamo in un tempo migliore. La spiaggia, di sabbia fine, è bellissima. Torniamo al camper e, tra bucato e docce, ceniamo che sono le 22.00.
Sommario delle tappe.
mercoledi 11 agosto 2004.
Sveglia alle 8.00, notte tranquilla. Alle 22.00 di ieri sera nel campeggio è calato il silenzio assoluto. Riflettiamo sul fatto che hanno accettato di ospitarci, nella settimana di ferragosto, senza chiederci un periodo di permanenza minima e senza problemi per Blonde. Proprio Blonde sarà il problema odierno in quanto, l'opuscolo sull'utilizzo delle spiagge del Gobierno de Cantabria, dice che non si devono portare animali in spiaggia. Nella striscia di terra tra il camping e la spiaggia, numerosi camper hanno pernottato. Gli equipaggi fanno la spesa nel market del camping e, qualcuno, usa anche i servizi. Il posto di soccorso apre alle 11.00 e chiude alle 19.00. Scambiamo due parole con un equipaggio composta da due ragazzi di Bergamo dai quali apprendiamo che, da San Sebastian a qui, tutti i campeggi e gli alberghi sono pieni. La giornata è assolata e ventilata, dopo aver seguito le evoluzioni di diversi rapaci sulle cime della falesia, in direzione Santander, alle 10.30 scendiamo in spiaggia. Sulla battigia il vento è forte e non si riesce a restare, la sabbia fine penetra dappertutto. Facciamo un bagno di venti minuti, con una fatica immensa e piacevole, con il bodyboard sulle onde, contro il vento e la corrente della foce del fiume. Il popolo iberico comincia a pranzare alle 15.00, quando noi italici abbiamo terminato da un pezzo e cerchiamo di riposare, e prima, durante e dopo pranzo habla, habla e habla, habla siempre, nun s'azzitta mai. Nel pomeriggio cambia nuovamente il tempo e torna il brutto. Non scendiamo in spiaggia ma andiamo a visitare il centro del villaggio giusto per verificare che quello che avevamo intuito, cioè che tutta la popolazione risiede nel campeggio, è perfettamente vero. Pianifichiamo un poco anche la giornata di domani con meta Cabo Vidio e la Playa de San Pedro.
Sommario delle tappe.
giovedi 12 agosto 2004.
Sveglia alle 7.30, notte molto fresca e tranquilla. Anche i giornali parlano delle temperature, non proprio agostane, che stanno interessando il nord della Spagna. Il cielo è sereno e tutti i rapaci volteggiano sulla sierra. La loro nidificazione è protetta e, in luglio e agosto, sono vietate scalate, arrampicate, l'utilizzo del parapendio o pratiche sportive che li possano disturbare in questo delicato periodo della loro vita. Camping eccezionale, servizi puliti, efficienti e sufficienti, nonostante l'affollamento, se avessero lo scarico a pozzetto sarebbero perfetti anche per noi. Partiamo alle 9.40 e riprendendo la N340 lungo la costa presto raggiungiamo Laredo, che impieghiamo un poco per attraversare. Decidiamo di non voler rallentare troppo la nostra marcia verso ovest per cui, usciti da Laredo, saliamo sulla A8, che da qui in poi è gratuita. Alle 11.00 arriviamo all'area di sosta Jesus del Monte, dove effettuiamo le operazioni di carico e scarico nell'apposito camper service, con scarico a pozzetto, di cui essa è dotata. Riprendiamo il viaggio dopo mezz'ora di operazioni e, seguendo il tragitto autostradale, entriamo nel centro abitato di Santander, che lasciamo in direzione di Torrelavega, senza fermarci. Alle 12.20 siamo fermi fuori, ma molto fuori, del parcheggio delle Cuevas de Altamira [3][7][9][10]][13], che abbiamo raggiunto lasciando l'autostrada prima di Torrelavega. Tutto pieno e tutto prenotato, non si visita né l'originale, né la copia, inoltre i cani non possono passare oltre la biglietteria e il parcheggio. Preso atto del fatto, ci rimettiamo in viaggio lungo la C6316, che segue la costa. Siamo costantemente in cerca di un buon posto per il pranzo, non troviamo nulla prima di uno spiazzo proprio sul mare all'ingresso di Comillas, che raggiungiamo alle 13.30. Apriamo subito questo ristorante con vista sulla spiaggia a conca di Comillas e sugli scogli, che sono proprio sotto di noi. Ottimo posto per pranzare, assolato ma anche ventilato. Con Diana ci facciamo fare la doccia di acqua di mare dalle onde che si infrangono violentemente sugli scogli, anche questo è un bel divertimento. Ripartiti alle 15.00, attraversiamo il gioioso centro di Comillas, costeggiamo ancora un poco l'oceano, poi riprendiamo l'autostrada. Presto entriamo nel Principato delle Asturie e continuiamo a viaggiare con regolarità fino alla periferia di Gijon, dove troviamo molti rallentamenti. Alle 17.30 ci fermiamo in un'area di servizio Petronar, sul tratto di circonvallazione che aggira Aviles, giusto il tempo di fare rifornimento e gustare il solito gelato pomeridiano. Ripartiamo alle 17.55 e viaggiamo ancora per un'ora quando lasciamo la superstrada N632 per scendere a Soto de Luina, a fare la spesa. Siamo entrati e usciti dalla A8, sempre gratuita, a seconda che ci sentivamo in anticipo o meno sulla tabella di marcia che avevamo prefissato ieri. Questo comportamento ci ha consentito di attraversare zone paesaggisticamente molto belle e verdeggianti. Ripartiamo alle 19.35, ancora un paio di chilometri e arriviamo a San Pedro e alla sua stupenda spiaggia, completamente attrezzata, con posto soccorso e docce. Chiediamo informazioni e otteniamo risposte contrastanti. C'è chi dice che si può stare anche più di un giorno e chi dice che la Guardia Civil non lascia pernottare. E pensare che il parcheggio è ampio, pianeggiante ha due fontanelle ma sitrova proprio di fronte al campeggio. Fatta una passeggiata per perlustrare l'ambiente, ci consultiamo e conveniamo che è meglio non rischiare, partiamo e saliamo a Cabo Vidio. Arriviamo fino al faro, a goderci un tramonto da sogno sull'oceano spumeggiante e spazzato da un vento tesissimo. Non possiamo restare, oscilliamo sensibilmente, allora torniamo indietro e ci piazziamo nella piazzola che precede l'ultimo tratto di strada per il faro, proprio all'uscita dell'abitato di Riegoabajo. Con qualche difficoltà troviamo la posizione che ci consente di accendere i fuochi della cucina, così riusciamo a cenare nella sala con vista sull'oceano e la costa asturiana. Stasera cena con vista e tramonto sull'ocenao sono offerti da Cabo Vidio. Dopo cena, facciamo mezzanotte a guardare le stelle. Era tempo che non vedevamo costellazioni basse sull'orizzonte come il Serpente. Stasera, oltre la via lattea, splendono anche Cigno, Lira, Aquila, Cassiopea, Piccolo e Grande Carro.
Sommario delle tappe.
venerdi 13 agosto 2004.
Se il tramonto è stato bello, l'alba lo è stata ancora di più. Durante la notte, passata tranquilla, il vento è calato e il cielo si è rasserenato. Stamattina il mare è calmo e il sole rado accentua i contrasti delle scgliere verso ovest. L'oceano pullula di piccole imbarcazioni di pescatori. Dal piazzale dove stiamo, proprio all'uscita di Riegoabajo verso il faro di Cabo Vidio, c'è un sentiero che scende lungo la scgliera fino alla spiaggia sottostante. Alle 10.00 ci spostiamo alla Playa di San Pedro, percorrendo a ritroso, in un quarto d'ora, il breve tragitto fatto ieri sera. Paghiamo il parcheggio a ridosso della spiaggia, che si trova 200 metri oltre il camping, e dove scopriamo che qualcuno ha anche dormito. Lasciamo il camper bene in vista e andiamo al mare. Torniamo alle 14.00 per pranzare. Questa spiaggia è quasi un paradiso terrestre. C'è mare, fiume, tavoli per picnic, fontane, docce, sabbia, roccia, prato, percorso ginnico, posto di soccorso e tutto gratis. Manca l'ombra ma non se ne sente la necessità. Abbiamo preso sole in abbondanaza e fatto un bagno di una mezz'ora alla ricerca dell'onda giornaliera. Attesa vana, perché il mare è troppo calmo, anche per i bodyboard. Ripartiamo alle 15.45, quando il cielo si è coperto e la spiaggia è stata inghiottita dall'alta marea. Riprendiamo la superstrada veso ovest e viaggiamo con tranquillità e regolarità fino alle 17.00, quando raggiungiamo Ribadeo. Alla rotonda all'uscita dell'abitato, sbagliamo direzione e, per un breve tratto, costeggiamo il rio verso sud. Accortici dell'errore, invertiamo la marcia e ci rimettiamo nella giusta direzione. Alle 17.40 ci fermiamo in un'area di descanso, posta proprio sotto il ponte ferroviario sulla foce del Rio Ouro, lungo la N642 in comune di Fazouro, qualche chilometro prima di Nois. Si tratta dell'area annessa alla Playa da Pampillosa con servizi, docce, fontana, tavoli picnic, barbeque e posto di soccorso aperto dalle 12.00 alle 19.00 il tutto, ovviamente, gratis. Prolunghiamo un poco la sosta a causa di un lieve malore che colpisce Alessandra. Ripartiamo dopo un'ora, durante la quale assistiamo alle operazioni svolte da un collega francese che cucina un enorme granchio, buttandolo vivo nell'acqua bollente. Sempre seguendo la N642 alle 19.20 raggiungiamo Viveiro, che attraversiamo senza difficoltà, nonostante la vivacità presente nelle sua vie. Alle 20.30 arriviamo alla Playa de Vares [6], che si raggiunge con un chilometro di stradina molto stretta presa prima dell'abitato di Porto de Bares. Per imboccare la stradina siamo costretti ad una manovra di inversione al centimetro all'interno del centro abitato. Incrociamo le dita e arriviamo a questa isolata baia bianca, in uno scenario tipico norvegese con tanto di fiordo e boschi fino al limitare del mare. Alla spiaggia troviamo la fontana e le docce, un piccolo parcheggio e pochissima gente. Nel pomeriggio abbiamo attraversato una zona molto verdeggiante di coltivazioni e soprattuto di boschi. Stupende spiagge e la cittadina di Viveiro con la sua vitalità e il suo fiordo. Siamo sei camper e il piccolo parcheggio soffre di insufficente capacità, inoltre è sconnesso e con diverse pendenze, con i cunei riusciamo a recuperare in parte la situazione.
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Sabato 14 Agosto 2004.
Come al solito l'alba regala colori e contrasti quanto il tramonto. C'eravamo addormentati con un cielo coperto, e privo di stelle, e ci svegliamo con il sereno e con il mare completamente calmo. Questo posto ha molto di famigliare con la Norvegia, manca la neve, ma il resto c'è tutto, mare, fiordo, bosco, pesce e tanta tranquillità. In fondo al paese di Porto de Bares c'è un'area di di campeggio gratuita, proprio sul porto e la spiaggia e, anche lì, docce e fontane. Torniamo al camper alle 14.00, ci ripuliamo dal sale e ci gustiamo un bel pranzetto molto gradito dato l'appetito accumulato con due bagni, con maschera e pinne, alla ricerca di vita sottomarina. Abbiamo visto grossi granchi pelosi, sogliole, tanti paguri e anemoni sulle rocce. Ripartiamo alle 16.15 sotto un sole cocente. Ripercorrendo il tragitto di strada che ci riporta sulla N642 a Porto de Barquera, abbiamo la fortuna di ammirare magnifiche viste sulla baia fino a che la strada non si immette in un fitto bosco. Ripresa la statale non incontriamo traffico, per gli spagnoli è l'ora della siesta. In mezz'ora arriviamo ad Ortigueira dove, all'uscita dell'abitato, sotto un enorme albero troviamo una invitante fontana dalla quale ci riforniamo di acqua potabile. Poco oltre ci fermiamo nel parcheggio del supermercato ed approfittiamo per fare spesa. Fa un caldo terribile, in camper abbiamo 30 gradi, è la giornata complessivamente più calda da che abbiamo iniziato questo viaggio. Ci rimettiamo in viaggio alle 17.45 con meta la Praia de Santa Comba, vicino Cabo Prior. Seguiamo sempre la statale e arriviamo così a Ferrol, dove perdiamo completamente la bussola. Non trovando indicazioni per Cabo Prior, giriamo e maciniamo chilometri per più di un'ora, alla fine chiediamo in un bar e un signore, che parla a raffica, con ampi gesti ci fa intuire la direzione. Alle 20.20 arriviamo al faro di Cabo Prior, da cui si gode una vista bellissima e si vede tutta l'immensa ansa della Praia de Santa Comba [6]. Troviamo una desolazione totale, una gran quantità di edifici distrutti e il faro non presidiato. Non ci pare sicuro passare qui la notte da soli. Alle 20.40 decidiamo di ridiscendere a valle. Impieghiamo un'ora per raggiungere uno dei due parcheggi posti alle estremità dell'immensa spiaggia di Santa Comba. Il parcheggio è fortemente in pendenza e sconnesso. Per trovare la giusta posizione ci mettiamo parecchio ma, alla fine, con i cunei centriamo l'obiettivo. Dobbiamo dire che dal punto di vista naturalistico il posto merita la fatica fatta per raggiungerlo. La spiaggia è di sabbia bianca fine, che dà all'acqua un colore smeraldo chiaro, di tipo hawaiano. Di fronte al parcheggio c'è uno scoglio raggiungibile, attraverso un percorso attrezzato, solo in bassa marea e che con l'alta diventa un'isola. Sullo scoglio si vede una costruzione che somiglia molto ad una chiesa. La spiaggia, al solito, è fornita di fontane, di docce, di servizi e punto di soccorso a fianco del quale ci siamo piazzati. Durante le prime ore della notte il parcheggio è anche frequentato da romantiche coppie di giovani amanti, ma le sue dimensioni sono tali, che il disturbo è veramente limitato, inoltre da una certa ora in poi cominciano ad arrivare pescatori, insomma non si dorme certo soli.
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domenica 15 agosto 2004.
A parte qualche visita romantica di auto di ragazzi in prima serata, che qui vuol dire fino a mezzanotte, la notte è trascorsa tranquilla e senza vento. Il cielo è coperto e, a tratti, pioviggina. Questo ci toglie la luce giusta per le foto, ma il fascino del posto rimane. Una passeggiata mattutina, sull'isola di fronte al parcheggio ci fa scoprire, oltre a nuovi panorami, anche delle sepolture che confermano in parte la sensazione che la costruzione che vi si trova un tempo fosse una chiesa o una cappella. Dalla parte opposta dell'isola troviamo colonie di gabbiani, mentre sulla spiaggia ce ne saranno un migliaio. Facciamo colazione con vista sulla baia smeraldina e faraglioni di Cabo Prior. Dopo colazione scendiamo tutti sugli scogli e l'isola. Nelle pozze d'acqua si celano piccoli acquari con granchi, pesci e anemoni multicolori. Tra l'erba i ragni hanno steso le loro tele che, inumidite dalla pioggerellina, risplendono come collane d'argento. Il tempo man mano migliora e, a tratti, esce il sole. Noi, di riflesso, alleggeriamo il vestiario. Approfittando della bassa marea, raggiungiamo direttamente la spiagga, senza ripassare per il parcheggio, e ne percorriamo più di metà. Siamo assolutamente soli, tra una duna di sabbia bianca e un mare calmo e speculare dal colore smeraldo, di fronte i faraglioni e il capo. Alle 12.00 apre il posto di soccorso dal quale otteniamo l'informazione che l'acqua della fontana è potabile. Cominciano ad arrivare bagnanti, mentre noi pranziamo si alza il vento. Partiamo alle 15.00 tornando a Ferrol e imboccando la direzione per A Coruna. Alle 16.50 ci fermiamo in uno dei parcheggi del Paseo Maritimo poco distante dal colle della Torre de Hercules [7]. Data la giornata festiva, il parcheggio della Torre è stracolmo e non c'è verso di trovarvi posto. Facciamo una fugace visita alla base dell'antico faro romano dove incontriamo numerosissimi italiani, gran parte dei quali provenienti da Santiago de Compostela. Ripartiamo dopo un'ora e un gelato. Prendiamo rapidamente la direzione sud, imboccando la N552 diretti verso Capo Finisterre. Viaggiamo regolarmente e senza rellentamenti, nonostante la giornata festiva. Alle 20.30 arriviamo all'entrata del camping Ancoradoiro [1], ma non accetta i cani. Torniamo indietro alla ricerca di un posto dove pernottare. A Larino dirigiamo verso il faro che chiude la Praia de Louro dalla parte opposta del camping. Facciamo cinquecento metri in discesa e, di fronte al campo di calcio, troviamo un piazzale con docce e fontana che serve la spiaggia. Per la notte va bene, siamo all'ombra, e luce, del faro e una breve perlustrazione, sugli scogli antistanti la piazzola, ci mostra, in tutta la sua crudezza, l'effetto avuto su queste coste dal naufragio della Prestige. Le rocce sono praticamente asfaltate, la vita nella pozze è limitata ai granchi e i gabbiani preferiscono la spiaggia. Nonostante ciò la vita riprende il suo corso colonizzando tutto con muschi ed alghe. La giornata non s'è ripresa ed il sole tramonta tra le braccia delle nubi.
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lunedi 16 agosto 2004.
Il faro di Larino non è uno di quei fari alti sulle falesie di un capo, ma è basso, a livello del mare. La notte è trascorsa tranquilla e il vento è calato d'intensità. Purtroppo il tempo non è migliorato, vediamo il sereno verso nord ovest ma, verso sud ovest, nella nostra direzione c'è un tempo nero che annuncia un temporale. Diverse piccole baie, lungo la costa sono recintate e rese inaccessibili ai bagnanti per favorire il ripristino biologico dell'ambiente. Prima di lasciare il posto, con Diana e Blonde, perlustriamo per benino la scogliera alla ricerca di variopinti acquari da fotografare. Partiamo alle 11.35, passiamo per Muros. Bella cittadina che, sul fronte del porto, ha case con porticati in pietra e reti di pescatori appese. Nel porto, in bassa marea come ora, centinaia di persone sono alla ricerca di frutti di mare. Prima di raggiungere Noia, con la strada costiera, deviamo sulla A543, che ci condurrà direttamente a Santiago de Compostela. Saliamo rapidamente di quota e, alle 13.00, arriviamo nel parcheggio del supermercato Champion di Bertamirans, con un funzionale camper service comunale, gratuito e sagnalato. Effettuiamo immediatamente le nostre operazioni di carico e scarico, poi parcheggiamo comodamente ed andiamo a fare la spesa. Vallo a spiegare ai gestori dei supermercati italiani che qui non mi sarei fermato se non ci fosse stato il camper service. Approfittiamo del parking, inserito in una zona moderna con giardini pubblici ben curati, piste ciclabili e fontane, per fare spesa e comprare anche il solito pollo per il pranzo. All'uscita troviamo un cielo sereno e un sole caldo. Pranziamo lungo i giardini del parco al fresco e al vento. Ripartiamo alle 15.50 e, in tre quarti d'ora, arriviamo al camping As Cancelas, di cui troviamo subito le indicazioni e altrettanto rapidamente le perdiamo. Dopo aver conquistato un posto, quasi in piano, lo perdiamo per aver confuso un 6 con un 9. Ci sistemiamo, in modo alcuanto instabile, che sono le 17.00, in forte pendenza che neanche i cunei riescono a salvare [1][2][7][8][10].
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martedi 17 agosto 2004.
Quella trascorsa è una delle peggiori nottate che ricordiamo da quando viaggiamo in camper. Usciti dal ristorante, dopo una squisita cena, visto il brutto tempo, ci siamo ritirati e, appena coricati, ha iniziato a piovere. A mezzanotte è iniziato un concerto nello stadio San Lazzaro, con musica sparata a tutti decibel fino alle 4.00 del mattino quando, l'intensità della pioggia scrosciante deve aver spento ogni residua velleità giovanile del pubblico e dei concertisti. Ha piovuto per tutta la notte, anche con forte intensità, e il cielo è tutto coperto di dense nubi. Partiamo alle 10.30, in mezz'ora, siamo parcheggiati presso l'Auditorio de Galicia, sotto Avenida Xuan XXIII, ove diversi equipaggi hanno anche pernottato. Siamo a circa 300 metri dalla cattedrale e andiamo ad assistere alla messa del pellegrino. Speranza vana, quando arriviamo nella grande piazza le porte della cattedrale sono già chiuse e nessuno può più entrare. Intanto ricomincia a piovere. In attesa che termini la celebrazione eucaristica, visitiamo il quartiere centrale di Santiago e gironzoliamo intorno alla cattedrale. Pranziamo appoggiati di fronte all'entrata laterale della chiesa. Terminata la funzione a turno, come la solito per poter tenere Blonde fuori, vistiamo l'interno della chiesa, poi prendiamo la via del ritorno. Lasciamo Santiago alle 15.30 e , seguendo le indicazioni per l'aereoporto, rapidamente prendiamo la N547 in direzione di Lugo. Viaggiamo per due ore tra boschi e vallate rese ancor più verdeggianti dalla pioggia. Alle 17.30 siamo a Lugo, che circumnavighiamo costeggiando l'antica e integra cinta muraria, unica non abbattuta dagli occupanti arabi. Qualche chilometro oltre Lugo, lungo la N640, ci fermiamo presso una caffetteria per un the e una merenda. Da Santiago a Lugo abbiamo percorso un tratto del Camino de Santiago in senso opposto a quello seguito dai pellegrini. Nonostante il tempo inclemente, vento forte e pioggia, abbiamo incontrato decine di pellegrini che, a piedi o in bicicletta, dirigevano verso Santiago. Lugo è una città meravigliosa, tutta racchiusa in una cinta muraria di epoca romana completamente conservata. Dopo Lugo, presa la direzione per Ribadeo, torna a splendere il sole, il vento, invece, continua a soffiare forte e dobbiamo prestare attenzione nella guida. Ci rimettiamo in cammino alle 18.20 e impieghiamo più di un'ora per percorrere i 70 chilometri che ci separano da Ribadeo e la costa del golfo di Biscaglia. L'approssimarsi del mare ci viene anticipato dall'ampia zona umida composta dalla foce del Rio Eo e protetta da un parco naturale. E' da questa foce che prende il nome la stessa città, infatti Ribadeo deriva da Riba de Eo, Riva dell'Eo. Alle 19.45 siamo alla periferia ovest della città e ci immettiamo sulla N642 in direzione A Coruna viaggiando per una decina di chilometri. Arriviamo così al parcheggio della playa As Catedrais di cui una parte, adibita a sosta di mezzi pubblici e pulman, è vietata ai camper. Questo è il posto più bello, paesaggisticamente e scenograficamente parlando, di tutta la costa galiziana. Ci sono faraglioni, archi di roccia, pozzi e grotte in comunicazione con il mare. La morfologia del luogo e i colori delle scogliere e del mare riportano alla mente in parte l'Algarve e in parte Moher. Tutta la zona è efficientemente fornita di servizi con posto di sorveglianza, tavoli picnic, fontanta con acqua potabile e docce. All'occorrenza si possono utilizzare il ristorante e il compeggio poco lontano. Al calare della sera siamo otto camper italiani e un multivan spagnolo ad aver scelto di pernottare.
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mercoledi 18 agosto 2004.
Notte ventosa ma silenziosa e tranquilla. Alle 9.00 passa il panettiere con dolci, pane e tartillas. Il cielo è variabile, il vento, a volte anche forte, sposta le nubi e copre e scopre il sole. La temperatura si mantiene fresca. Alle 10.00 scendiamo al mare in quanto la bassa marea, che avrà il culmine alle 12.37, ha iniziato a scoprire i passaggi per aggirare i faraglioni e raggiungere le piccole baie, le grotte e gli archi di roccia. Mai nome fu più appropriato, Las Catedrales, questo posto è proprio una cattedrale del mare. Archi di roccia, faraglioni, grotte e scogli, scattiamo fotografie a ripetizione, a velocità giapponese, alla fine ne faremo più di quaranta. Prima andiamo lungo la scogliera ad est, poi torniamo verso ovest. In tutto sarà un chilometro di spiaggia, sempre più ampia, lasciata dalla marea. Tra scogli e pozze d'acqua, ci scappa anche il bagno, nonostante il vento teso e insistente. Alle 11.00 arriva l'orda dei turisti da bus e la spiaggia si riempie di camminatori. Quando risalimo, alle 13.00, i due parcheggi sono pieni e in molti hanno dovuto parcheggiare lungo la strada. Prendiamo tre pani, farciti a tonno e sardine, dal chiosco di fronte al parcheggio. Pranziamo tranquillamente in camper al fresco del vento che spira sempre e che, pian piano, porta con sé dense nubi. Alle 14.20 inizia a piovere e subito scatta il fuggi, fuggi dalla spiaggia e dai parcheggi. Ci mettiamo in marcia alle 14.45, quando l'intensità della pioggia è veramente notevole. Torniamo sulla N642 e prendiamo la direzione di Ribadeo. Ai due lati del viadotto sulla foce del Rio, nei due sensi di marcia, notiamo comodi parcheggi, con mirador della zona umida e del porticciolo. A Ribadeo ci immettiamo sulla N634 diretti verso est che diviene una superstrada a scorrimento veloce. Viaggiamo regolarmente fino Pedras Blancas, poco prima di Aviles, per raggiungere prima El Puerto e poi Santa Maria del Mar, sempre lungo la costa. Seguiamo le indicazioni per il Palyon de Bayas. Percorriamo una strada stretta e in forte pendenza, prima in salita, poi in discesa, alla fine arriviamo in un ampio piazzale pianeggiante dove troviamo docce, fontana e chiosco bar. Siamo al Playon alle 17.15. Facciamo una lunga passeggiata lungo lo spiaggione, ammirando le spumeggianti onde del mare in tempesta. La spiaggia è monumento naturale e frequentata anche da naturisti e pescatori. Alle 19.00 ripartiamo in quanto, anche avendo avuto assicurazione sulla sicurezza del posto, non ci sentiamo di dormire da soli in un posto così lontano dai centri abitati. Ripresa la superstrada, ad Aviles riprendiamo la A8, Autostrada del Cantabrico, con la quale aggiriamo agevolmente Gijon che sono le 20.20. Usciamo a Villaviciosa, che troviamo vivace e piena di vita. Appena usciti dall'abitato, lungo la N632, seguiamo le indicazioni per Selorio e la Playa de Rodiles [6]. Arriviamo alla spiaggia alle 21.00 e vi troviamo altri equipaggi e il chiosco gelati il cui gestore ci assicura che possiamo restare anche più giorni, ma senza mettere i cunei. La spiaggia è superattrezzata, con diverse fontane, docce ed è composta di una speciale sabbia rossa.
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giovedi 19 agosto 2004
Notte tranquilla e silenziosa, purtroppo il tempo non ha ancora deciso di volgere al bello e, stamattina, fa decisamente fresco, con cielo coperto. Lungo la spiaggia si trova un fitto bosco, composto da alberi piantati ordinatamente. Sotto il bosco, dove vige un rigoroso divieto di campeggio e di accensione di fuochi, nonché la conduzione di cani sciolti, è un pullulare di camper di surfisti, quasi tutti con il cane, e quasi tutti liberi, e molte tracce di fuochi accesi. Per parcheggiare sotto il bosco, è necessario arrivare di giorno, a causa del pericolo di insabbiamento, di radici e rami bassi degli alberi. Esistono comunque posti molto pratici, quasi in riva la mare, con tavoli per picnic. In fondo alla spiaggia sfocia il Rio de Villaviciosa, in una continua lotta con la marea e le sue onde. Oltre il capo, sui due lati della Playa de Tazones, ci sono due affioramenti di un esteso giacimento di fossili del periodo giurassico, risalenti a circa 200 milioni di anni fa, troviamo dinosauri anche qui. I reperti più importanti, trovati durante la costruzione dell'autostrada, oggi sono presso il Museo del Parco Giurassico delle Asturie. Bagno alle 12.30 per una mezz'ora, con onde alte e numerose, peccato che portino con sé anche molte alghe spezzate. Comunque è un gran divertimento, tanto che usciamo tutti e tre, ovviamente a turno, con il bodyboard e Alessandra viene letteralmente capovolta e sommersa. Alle 14.00, quando il cielo si è ricoperto, ci facciamo la doccia e torniamo al camper. Durante il pranzo il cielo si rasserena e la temperatura sale notevomente. L'illusione dura poco tanto che, alle 15.30, quando comincia a venir giù acqua che più non si può, ci mettiamo in coda con tutti i fuggiaschi della spiaggia e ripartiamo. Percorso un breve tratto di statale N632, riprendiamo l'autostrada, alla prima occasione utile, e, per le 17.40, siamo nel parcheggio del Carrefour di Santander. Usciamo dopo due ore, durante le quali si è scatenato un putiferio di temporale, dopo aver comprato abbastanza per la prossima settimana di viaggio. Dirigiamo verso El Sardinero, arrivati allo stadio, troviamo il parcheggio, e tutta la zona circostante, interdetto alla sosta degli autocarvans con rimozione forzata [3][4]. Puntiamo al campeggio, ma non accettano cani. Proviamo al faro di Cabo Mayor, ma lo troviamo circondato da un recinto che chiude alle 22.30 e, dagli sguardi che ci danno i parcheggiatori, ci pare di capire che la nostra ingombrante presenza non è gradita. Decidiamo di lasciare Santander ma, seguendo le indicazioni per l'autostrada per uscire, prendiamo la direzione di Torrelavega dove, finalmente, prendiamo la direzione per Bilbao. Seguiamo un tratto di statale N634, lontano dalla costa, arrivando così, alle 21.30, a La Penilla dove ci accontentiamo di trovare posto in una sterrata e polverosa, piccola area di descanso per camion e automezzi da lavoro. Roberto ha un improvviso malore, pertanto decidiamo di fermarci a pernottare e rinunciamo a ripartire dopo cena.
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venerdi 20 agosto 2004.
Notte non proprio silenziosa, siamo a bordo statale, non proprio sul ciglio, per cui percepiamo il rumore, ma non lo spostamento d'aria. La zona è prettamente agricola e molto verdeggiante. Partiamo alle 9.50 riprendendo la statale e raggiungendo presto nuovamente l'autostrada. Alle 10.20 siamo fermi all'area di sosta Jesus del Monte, dalla parte opposta di quella utilizzata all'andata, per effettuare le operazioni di carico e scarico al camper service. Ce la sbrighiamo in mezz'ora, poi ripartiamo. Alle porte di Bilbao, facciamo un tentativo di raggiungere le spiagge di Pobena e Las Arenas. Tutto fallisce per l'affollamento trovato e la mancanza di posti adeguati alle dimensioni del camper. Troppe macchine, troppe raffinerie, troppa chimica. Impieghiamo venti minuti, su e giù per le tangenziali di Bilbao, prima di riuscire a prende la direzione di Algorta, così per l'ora di pranzo arriviamo al parcheggio della Playa de Elejalde, sulla costa a nord, vicino Plentzia. Nel parcheggio c'è anche chi dorme, nonostante il vento che ci sbatacchia di qua e di là. La spiaggia si raggiunge dal parcheggio, da cui si gode una sconfinata veduta sulla baia di Bilbao, con un centinaio di gradini ripidi lungo la falesia. Questa è una spiaggia rocciosa, con sabbia rossa, di quelle che la marea alta fa scomparire. E' frequentata da surfisti e naturisti, con esemplari di maggior buon gusto di quelli incontrati finora. Facciamo una passeggiata lungo la spiaggia e gli scogli, con Blonde, al massimo della felicità, che corre e salta da tutte le parti. Risaliti in cima, facciamo la doccia, poi pranziamo e partiamo che sono le 16.00. Da Plentzia dirigiamo su Mungia, qui giunti prendiamo la direzione per Bermeo e, poco dopo, voltiamo per Bakyo. Percorriamo due chilometri di salita in seconda, fino ad arrivare sulla costa e scendere a Bakyo, dove troviamo l'effetto Biarritz, ossia bellissima spiaggia, onde da surf e palazzi a bordo spiaggia. Proseguiamo per Bermeo e saliamo di nuovo sulla falesia, scoprendo stupendi panorami, come quello sull'Ermita de San Juan de Gaztelugatxe, con l'eremo su un'isola raggiungibile attraverso un lunghissimo camminamento. Arrivando a Bermeo notiamo chiaramente le indicazioni per l'area attrezzata per i camper con tanto di camper service. Prendiamo la direzione per Guernica y Luno. Il fondo stradale, da Plentzia in poi, è stato pessimo. Avvallamenti, rattoppi, discontinuità, non c'è stato un chilometro di rettilineo, abbiamo viaggiato e viaggiamo ancora tra i 20 e i 30 chilometri l'ora. A Guernica dirigiamo verso Leikitio, seguendo un percorso bello, ma da rally. Il centro di Leikitio [6] lo attraversiamo con difficoltà, a causa della strada stretta e dell'ottusità di qualche autista locale. Per raggiungere Ondarroa impieghiamo un'ora, a causa della strada dal fondo impossibile, delle curve e delle strettoie. Ondarroa [3][4] è vivace e piena di bagnanti,ma la superiamo agevolmente. A Saturraran cerchiamo di entrare in campeggio, ma non accettano i cani. Il parcheggio della spiaggia non possiamo untilizzarlo in quanto abbiamo bisogno dell'allaccio elettrico. Alle 19.30 arriviamo al camping Galdona di Mutriku, posto in cima a una lunga salita percorsa in prima marcia. Il campeggio è disordinato e verdeggiane, rispecchiando così in pieno il carattere basco dei suoi gestori. Ci sistemiamo alla rinfusa e fruiamo dei servizi e del ristorante.
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sabato 21 agosto 2004.
Nottata tranquilla, ma molto piovosa. Stamattina non piove, ma il cilelo permane coperto per cui, anche in considerazione della lontananza della spiaggia, decidiamo di partire. Scriviamo le cartoline, paghiamo il campeggio e partiamo che sono già le 11.15. Discesi a valle, ci fermiamo al supermercato per fare la spesa quotidiana, mentre fuori ricomincia a piovere. Prendiamo definitivamente il via poco prima delle 12.00 e viaggiamo per quasi un'ora lungo la N634, presa a Deba, senza fermarci fino ad arrivare all'ampio parcheggio del porto turistico di Zumaia, dove diversi camper hanno pernottato. Il parcheggio è privo di servizi, e lontano dal centro e dalla spiaggia. Per raggiungerli è necessario percorrere, a piedi o in bicicletta, il periplo della darsena. Ci fermiamo per il pranzo con vista sul grazioso centro e sulla sua chiesa. Lungo gli scogli della massicciata notiamo decine di granchi e di ostriche. Anche qui assistiamo all'incivile comportamento di un camper francese, con targa 5014RC33, che terminato il pranzo, scarica tranquillamente le acque grigie nel parcheggio, poi mette in moto e se ne va. Facciamo una lunga chiacchierata con una coppia di colleghi francesi proprietari di Tennessee, una graziosa, simpatica e vivace cagna che non smette di giocare con Blonde. Partiamo alle 16.10 e puntiamo direttamente verso San Sebastian [2][3][13]. Alle 17.00 siamo fermi nel parcheggio della zona universitaria dove troviamo, già sistemati, altri equipaggi spagnoli, tedeschi e francesi. Facciamo brevemente il punto della situazione poi ci rimettiamo in movimento e raggiungiamo, in mezz'ora, il camping Igueldo. Lo troviamo completo e non in grado di ospitarci. Rinunciamo anche ad utilizzare la squallida area di sosta a pagamento di fronte al campeggio in quanto, priva di servizi e illuminazione. Torniamo decisamente al parcheggio dei viali dell'Università. Piazziamo il camper ed usciamo per una passeggiata. Percorrendo Avenida de Tolosa e Avenida de Zumalacarregui, raggiungiamo prima la Playa de Ondarreta poi il magnifico e vivace Paseo de la Concha, molto animato. Arriviamo al centro della città vecchia e al porto. Ceniamo nel ristorante Itzalian. Torniamo al camper con l'ultima corsa del bus 33, che ci fa scendere davanti al nostro mezzo. Per passare la nottata ci spostiamo in Paseo de Manuel Lardizabal, di fronte alla facoltà di Informatica, più riparata dal traffico, e buona notte.
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domenica 22 agosto 2004.
Notte passata tutto sommato tranquillamente. Stamattina il cielo è sereno e splende un bel sole caldo. Noi siamo all'ombra della facoltà, chiusa la domenica. Tutte le facoltà dell'università, che ci circondano, sono ripetutamente controllate da guardie giurate, noi siamo di fronte a quella di Informatica ed abbiamo vicino quelle di Diritto e di Chimica. Partiamo alle 11.00 per salire al belvedere del Monte Igueldo. Classico periplo per ammirare stupendi panorami, grazie alla giornata serena e limpida, che si aprono sulla Bahia de la Concha, il Monte Urgull e l'Isla de Santa Clara. Ripartiamo alle 12.45, quando comincia a spirare una gradevole brezza proveniente dall'oceano. Scendiamo a valle e attraversiamo il centro della città cercando, inutilmente, di arrivare alle passeggiate a mare. Disperati, prendiamo la direzione della NI verso la Francia. La voglia di uscire non è molta, infatti impieghiamo un'ora e mezza per percorrere poco più di 30 chilometri. Alle 14.25 arriviamo in un'area di campeggio libero posta oltre il camping El Faro, trovato al completo, a Cabo Higuer. Siamo in fronte all'oceano, ma non c'è modo di scenderci, la costa è troppo alta. La temperatura in camper è di ben 31 gradi. Andiamo a pranzo al ristorante del campeggio, che accetta i cani, e torniamo al mezzo sazi e soddisfatti, che sono le 16.30. Un'ora abbondante di relax a girovagare sulla scogliera, a fare foto e guardare le navi con il binocolo, ci aiuta ad avviare la digestione. Partiamo alle 17.50 ed entriamo in Francia venti minuti dopo. Viaggiamo per un'ora lentamente, accodati a decine di macchine di francesi che rientrano a casa dal week end in terra spagnola. Alle 19.10 arriviamo all'area attrezzata alla periferia sud di Biarritz. Prendiamo l'ultimo posto disponibile e ci sistemiamo. Nonostante l'ora tarda, andiamo in cerca della spiaggia. La troviamo rapidamente grazie al camminamento e al sottopasso della statale. Siamo quasi soli, il sole che splende basso, le onde che sono alte e l'acqua pulita generano un effetto trasparenza molto scenografico. Non resistiamo e ci facciamo un bel bagno ristoratore e rinfrescante. L'area è molto funzionale. Si trova di fronte alla Plage del Milady, fornita di eliporto e punto di soccorso, possiede due camper service, con scarico a pozzetto e fontana, e diverse colonnine per l'allaccio elettrico gratuito. L'uso anarchico che ne viene fatto, con deroghe personalizzate alle più elementari regole di convivenza comunitaria, ne danno un'immagine da accampamento e bidonville. Panni stesi in modo poco decoroso, schiamazzi giovanili, elettrodomestici a volume troppo alto, spostamento di mezzi con pericolsi finestrini aperti, sono comportamenti che non giovano all'immagine del movimento camperistico.
Sommario delle tappe.
lunedi 23 agosto 2004.
Notte tutto sommato tranquilla e fresca. Stamattina il cielo è nuovamente coperto. Ieri, passata la frontiera, abbiamo avuto la sorpresa di trovare il prezzo del gasolio lievitato a 1.01 euro al litro. A conti fatti, facendo il pieno a San Sebastian, abbiamo risparmiato 10 euro, in un colpo solo. Prima di lasciare l'area facciamo camper service. Ci spostiamo di poco in quanto, lungo la strada per il centro, troviamo subito un supermercato alimentare Leclerc e approfittiamo per rifornire la cambusa di alimenti freschi. Partiamo alle 11.10 e navighiamo per venti minuti nei menadri dei sensi unici di Biarritz alla ricerca di una via d'uscita. Raggiunta Anglet non resistiamo a fermarci nel locale ipermercato Carrefour per acquistare un nuovo bodyboard e le pinnette. Nel parcheggio è presente una colonnina servizi, di tipo Flot Bleu, che funziona con monete da 2 euro. Alla cassa, prima di noi, capita una famiglia spagnola che paga il conto con carta di credito. La cassiera copia sulla ricevuta, già firmata dalla signora, il numero del suo documento d'identità. La signora, giustamente, contesta l'operazione in quanto sostiene che con il numero di carta di credito e il numero di documento è possibile fare acquisti in internet. La discussione va avanti parecchio, con interventi di traduttori e funzionari del magazzino. Noi esprimiamo la nostra comprensione alla signora spagnola ma, non avendo molto tempo, cambiamo cassa e paghiamo in contanti. All'uscita il cielo è ancora coperto, ma fa caldo ugualmente. Vista l'ora che si è fatta, pranziamo nel parcheggio che, essendo molto grande, anche se frequentato, ci consente di tenere i finestrini aperti. Prendiamo il raccordo autostradale che ci consente di aggirare Bayonne e di immetterci direttamente sulla A64 verso Tolosa. Alle 15.40 ci fermiamo per una breve sgambatura in una area di parcheggio poco prima di Lannemezan. A Lestelle paghiamo il salato pedaggio e proseguiamo sul tratto gratuito in direzione Tolosa. Raggiunta l'uscita 28, di Capens, ci immettiamo, finalmente, su una dipartimentale, la D622, con la quale raggiungiamo Saint Sulpice sur Leze. Cerchiamo una stazione di rifornimento, ma niente, il villaggio è grazioso, ma piccolo. Proseguiamo in un paesaggio ondulato di coltivazioni e boschi. Alle 18.45 arriviamo, dopo aver fatto rifornimento, al parcheggio per i camper di Auterive. Mal segnalato, si trova di fronte alla posta, dalla parte opposta allo spiazzo del camper service. Ci sistemiamo sotto gli alberi, con altri equipaggi francesi, mentre in lontananza un temporale fa minacciosamente sentire i suoi brontolii, mettendo in agitazione Blonde. Il villaggio versa in un malcelato stato di trascuratezza. Vi si trova il Museo dei vecchi attrezzi agricoli, posto sotto il municipio, uno dei pochi edifici ristrutturati. Di fronte alla Place de Clemenceau, con fontana e toilette, non disponibile la domenica mattina a causa del mercato, c'è un fiorito giardino pubblico, chiamato Le Belvedere, posto proprio in riva all'Ariege.
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martedi 24 agosto 2004.
Alla fine il temporale è arrivato, per la disperazione di Blonde, così, nella prima parte della notte, ha piovuto. Solita tranquillità dei paesini francesi, stamattina cielo coperto e vento. Prima di partire andiamo al camper service, al di là della statale, sotto il palazetto dello sport, per scaricare le grigie. In attesa di queste operazioni, incontriamo un simpatico signore, di origini padovane, qui da 70 anni, il quale ci informa che in paese la maggior parte della popolazione è imparentata con immigranti italiani e che anche il sindaco è un italiano. Partiamo alle 10.10, riprendendo la D622 in direzione di Nailloux. Qui giunti proseguiamo fino a Villefranche de Lauragais, dove risaliamo sulla A61 verso Narbonne. Alle 11.30 ci fermiamo all'area di sosta con il belvedere sulla Cité di Carcassonne, giusto per scattare due foto. Ripreso il nostro cammino, cominciamo a valutare le alternative per il pranzo. Scartiamo l'ipotesi di fermarci all'abbazia di Frontfroide, in quanto è ancora presto, alla fine riusciamo a conquistare una piazzola con tavolino tra gli alberi all'area di servizio di Narbonne Vinassan sulla A9. Questa è la più grande area di sosta e servizi autostradale che conosciamo. Sulla collina ci sono decine di posti, tavoli per picnic e fontane. Anche se è ad alto rischio di furti, con un poco di accortezza, è sempre funzionale e rilassante sfruttarla. Ripartiamo alle 14.25 seguendo l'autostrada fino a Montpellier. Decidiamo che ne abbiamo abbastanza e che abbiamo nostalgia di visitare la Camargue. Scesi sulla statale N113, raggiungiamo Lunel, dove facciamo rifornimento ad una stazione di servizio di un supermercato. Puntiamo su Aigues Mortes e, prima di arrivare all'abitato, giriamo sulla D58 diretti a Saintes Maries de la Mer. Ad un certo punto abbiamo l'illuminante idea di girare sulla D85 con la quale arriviamo all'attraversamento della Petit Rhone con il Bac de Sauvage. La gestione del battello, peraltro gratuito, è, a dir poco, ridicola. La traversata del fiume dura pochi minuti, con un carico massimo di otto autovetture e un camper. Tutta l'operazione viene svolta solo ogni mezz'ora. Arrivati alle 17.00, ci toccherebbe dopo un'ora. Torniamo indietro e percorriamo altri 30 chilometri per arrivare a Saintes Maries de la Mer. Alle porte della cittadina troviamo folte colonie di fenicotteri intenti a mangiare negli stagni. Giriamo per quasi mezz'ora, andando avanti e indietro. Vediamo le due aree di sosta, quella all'ingresso del paese, verso Arles, occupata da cento mezzi, e quella della Palge de l'Est. Alla fine dirigiamo al campeggio, avendo necessità di allaccio elettrico. Al tramonto assistiamo al rientro dei fenicotteri nella caratteristica formazione in fila indiana, con zampe e collo disteso. Dopo le docce, andiamo a cena in città, per gustare qualche buon piatto di pesce. Ritorno con passeggiata a mare e la luna che si specchia sulle onde.
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mercoledi 25 agosto 2004.
Questo campeggio è una metropoli, con piscina e animazione, prossimo al centro e con la spiaggia davanti anche se, per i nostri standard, è un poco caro. Notte tranquilla e giornata che si annuncia assolata e calda. Prima di uscire dal campeggio, facciamo le operazioni al camper service, comodo e con scarico a pozzetto. Percorrendo parte della D570, poi la D37 e la D369, giriamo tutto attorno all'Etang de Vaccares fino ad arrivare a Salin de Giraud. I migliori avvistamenti di fenicotteri, veramente molto ravvicinati, li abbiamo però avuti appena usciti da Saintes Maires de la Mer, nei piccoli stagni che fiancheggiano la D85A. Alle 11.30 prendiamo definitivamente la direzione per Arles, ove ci immettiamo sulla superstrada N113 verso Salon de Provence. La giornara è assolutamente tersa e il sole splende forte, mitigato solo dal vento. A Salon proseguiamo verso Aix en Provence, percorrendo un tratto gratuito della A8. Ad Aix seguiamo le indicazioni per Gap e Sisteron, imboccando la A51, che lasciamo prima del tratto a pedaggio per dirigerci a Pertuis ove, in un supermercato, facciamo rifornimento di gasolio. Ripresa l'autostrada, risaliamo il corso della Durance fino a fermarci, alle 13.45, all'area di sosta Pont de Mirabeau, qualche chilometro prima della confulenza del Verdun. Ripartiamo alle 15.45, dopo un pranzo comodo e tranquillo, consumato in uno spazio verde e riparato particolarmente gradito da Blonde. Percorriamo tutta la A51 fino a Tallard, risalendo la Durance e la sua bellissima vallata. Passaggio magnifico sotto la rocca di Sisteron, certamente una della nostre future mete. Prendiamo poi la direzione per Barcellonette, da dove proseguiamo per Jausiers, Larche e il colle. Alle 18.50 ci fermiamo a Larche, per il consueto rifornimento di acqua potabile della fontana della chiesa. Decidiamo di anticiparci quanto più possibile, pertanto non usufruiamo della possibilità di pernottare presso il parcheggio dell'Office du Tourisme, dove già si trovano altri equipaggi, per cui saliamo al colle. Alle 19.15 rientriamo in Italia e ci fermiamo in uno spiazzo di lato alla strada, in riva al torrente poco oltre il primo albergo, prima dell'inizio della discesa. Le marmotte ci fischiano, quasi a prenderci in giro per il freddo che abbiamo, ne vediamo diverse prima che faccia buio.
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Giovedi 26 Agosto 2004.
Notte molto ventosa, ma completamente tranquilla. Al mattino, in camper, abbiamo 10 gradi ed accendiamo la stufa, mentre fuori le marmotte fischiano al primo spiraglio di sole. Partiti alle 8.55, per scendere dal passo ci fermiamo, quasi ad ogni tornante, per fotografare le numerose marmotte di vedetta accanto alle loro tane. Dopo un'ora siamo a Vinadio e in un'altra mezz'ora arriviamo a Cuneo. Ci fermiamo all'Ipercoop, nella zona industriale, per fare la spesa, sperando di non dover fare altre soste durante la giornata. Partiamo definitivamente alle 11.15 imboccando la N231 diretti a Fossano. Attraversando Bra e Alba, raggiungiamo Asti poco prima delle 13.00 dove saliamo sulla A21 in direzione Piacenza. Alle 13.30 ci fermiamo per il pranzo nell'area di servizio Crocetta Sud. Scopriamo che, stamattina, la stufa si è consumata l'ultimo residuo di gas presente nella bombola e siamo costretti a cambiarla. Nel camper abbiamo 30 gradi ma fuori, in queste stupende aree di servizio italiane, ne farà almeno una decina di più. Ripartiamo alle 14.45 viaggiando con regolarità, nonostante la presenza di un certo traffico, soprattutto di mezzi pesanti. Alle 16.10 siamo a Piacenza e, dopo un'ora, ci fermiamo all'area di servizio Ghedi Est, ultima della A21 prima di immetterci sulla A4 a Brescia. Ripartiamo alle 17.35 e, in meno di un'ora, siamo alla periferia di Verona. Il traffico aumenta notevolmente, la presenza del nodo con l'autostrada del Brennero si fa sentire. Raggiungiamo Padova alle 19.15, quindi superiamo Mestre, abbastanza rapidamente, per fermarci alle 20.45 all'area Caltorta Est per la cena. Ripartiti alle 21.20, in poco più di un'ora, arriviamo finalmente all'area attrezzata di Aquileia, nostra meta odierna e termine di questo nostro viaggio.
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Conclusioni.
Avevamo intrapreso questo viaggio non con lo stesso entusiasmo degli anni precedenti. Ci sembrava di andare a visitare cose già viste, niente di nuovo. Invece, nonostante non abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissi, si è rivelato un vero successo, e ci ha appagato completamente. Non abbiamo visitato i Picos d'Europa, ma nulla toglie che siano oggetto di una nuova puntata in Spagna nei prossimi anni. Abbiamo scoperto invece una Spagna diversa. Pienamente godibile, con spiagge stupende e attrezzatissime, ma prive dell'affollamento e della confusione presenti nella costa mediterranea. Fari e capi spesso sono stati il nostro rifugio notturno e l'ispirazione naturale per splendide fotografie, sia al tramonto che all'alba. Sorpresa nelle sorprese, nessun problema per il pernottamento e l'embrione di quella che, speriamo, divenga una rete di camper service per i veicoli ricreazionali a livello di Francia, Italia e Germania. Tutte le regioni che abbiamo attraversato sono caratterizzate da un forte sentimento campanilistico, i baschi già in Francia, ma questo non arreca alcun disturbo all'esercizio del turismo. Siamo stati sempre ben accettati, rispettati e trattati con cortesia. Anche se tutto è stato bello, ci sono due cose che, rispetto alle altre, ci sono rimaste particolarmente impresse. La prima è il fiordo di Porto de Bares, trovato grazie alle indicazioni fornite da Enrico Lui nel suo diario [6]. Il secondo, solo cronologicamente, è la stupenda Playa de As Catedrais, in comune di Ribadeo, che definiremmo tranquillamente imperdibile. Teniamo a precisare che, solo casualmente, entrambe le mete si trovano in Galizia. L'elencare di seguito la bibliografia, utilizzata per raccogliere informazioni per progettare questo viaggio, vuole essere anche un esplicito ringraziamento verso autori e siti internet che con il loro contributo ci hanno consentito di realizzare, con successo, il nostro progetto e di godere, ancora una volta, di vacanze che ci hanno pienamente soddisfatti.
Sommario
delle tappe.
Bibliografia |
1 | http://www.rsnail.net/magellano/iber93d1.shtml | Lumaca Roberto |
2 | http://cenzon.altervista.org/Fotografia/Viaggi/spagna_diario.htm | Eric Cenzon |
3 | http://www.mclink.it/com/sal.eur/b/spagna1.htm | Maurizio Moroni e Stefania Dantini |
4 | https://www.camperonline.it/viaggi-santiago1999e2001.asp | Mirko Ferranti |
5 | http://members.xoom.virgilio.it/elioborghi/spagnaportogallo2001.html | Elio Borghi |
6 | http://digilander.libero.it/cerino51/viaggi/galizia/galizia.htm | Enrico Lui |
7 | http://www.taccuinodiviaggio.it/mete/spagna-portogallo-2003-er.htm | Erminio |
8 | http://www.taccuinodiviaggio.it/mete/capodanno-compostela-cs.htm | Carlo Struglia |
9 | http://www.turismoitinerante.com/php/itinerari_view.php3?&id=490 | Michele e Chiara |
10 | https://www.camperonline.it/viaggi-spagna2003.asp | Oria e Primo Maraldi |
11 | http://go.supereva.it/prian.freeweb/camargue.txt | Sandro Prian |
12 | http://www.campereavventure.it/avventure-bardenas.htm | Maura |
13 | http://www.taccuinodiviaggio.it/mete/spagnanord-mg.htm | Mauro Gorla |
Link utilizzati |
Informazioni |
1 |
http://www.rsnail.net/magellano/ |
Elenchi aree e diario |
2 |
http://www.campereavventure.it/ |
Elenchi aree e informazioni |
3 |
https://www.camperonline.it/ |
Diari e link informazioni |
4 |
http://www.taccuinodiviaggio.it/ |
Diari |
5 |
http://members.xoom.virgilio.it/elioborghi/ |
Diari |
6 |
http://cenzon.altervista.org/ |
Diari |
7 |
http://www.camperisti.it/ |
Diari |
8 |
http://digilander.libero.it/cerino51/ |
Diari |
9 |
http://www.turismoitinerante.com |
Diari |
10 |
http://www.xacobeo.es/ |
Informazioni |
11 |
http://www.picoseuropa.net/ |
Informazioni |
12 |
http://go.supereva.it/prian.freeweb/index.htm |
Diari |
13 |
http://www.letour.fr/ |
Informazioni |
14 |
http://www.costadelamuerte.com/tour.html |
Informazioni (Galizia) |
15 |
http://www.el-caminoreal.com/ |
Informazioni (Asturie, Covadonga, Picos d'Europa) |
16 |
http://www.iglesiadeasturias.org/ |
Informazioni (Covadonga, Cattedrale di Oviedo) |
17 |
http://www.museojurasico.com/ |
Informazioni (Museo Jurassico) |
Viaggio effettuato nell'Agosto 2004 da Roberto Lumaca
Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario
nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA. |