20-29 Aprile 2019 – Racconto semiserio di una gita nella Grecia continentale
“Ante Scriptum”: mai sono riuscito e mai imparerò a fare foto dritte. Siete avvertiti!
Ciao a tutti, sono appena tornato da una gita nella Grecia continentale, ho pensato di scrivere un po' di cose sparse riguardo a questa esperienza, non proprio in forma di diario, se mai possano essere d'aiuto a qualcuno.
Sono partito da solo, da Roma, con il mio fido Sven Hedin del 1986 su VW LT31 2.4D aspirato. L'itinerario, piuttosto sfidante soprattutto considerando la modesta cavalleria a disposizione (55 KW), è stato questo: Roma-Brindisi (sosta notturna [qui il censore del forum aveva messo asterischi, poiché il nome di questa graziosa cittadina nella nostra lingua è anche una parola non molto elegante: inizia per T, finisce per a, e in mezzo c'è roi], FG, paese carinissimo e area camper altrettanto carina).
Troia
Feelings in attesa dell’imbarco: il belga con le tavole da windsurf, io coi pile e i giacconi…
Salita agevole sulla ripidissima rampa interna al traghetto, cosa questa-ho capito poi-niente affatto scontata.
Arrivo a Igoumenitsa di mattina alle 6 ora greca (5 ora italiana). Pieno al primo distributore dell'autostrada verso Ioannina a 1,30/l + mancia per lavaggio rapido del camperino (non richiesto ma tant'è). Prima tappa Metsovo, ameno paese di montagna con negozi di artigianato vario, carino.
L'intenzione era quella di proseguire verso Kalabaka (Meteore) percorrendo la vecchia statale tra i monti (n. 5 del passo di Katara), ed in effetti così ho provato a fare, fino a che non ho trovato una sbarra ed un avviso "Proseguire a proprio rischio".
Ho proseguito, avendo visto tracce fresche di transiti, per una quindicina di km, strada in condizioni a tratti disastrate (presumo a causa di eventi sismici), dopodiché ho trovato neve...
...quindi sono tornato indietro. Ovviamente non ho incrociato alcun essere animato. Un po' un azzardo, pensavo tra me e me, se mi si scassa il camperino qua sono volatili per diabetici. Ed è stato il primo di una serie di tre pensieri analoghi che mi è capitato di fare. Tornato alla sbarra ho incrociato una comitiva di centauri italiani ai quali ho riportato le difficoltà (oltretutto viste le condizioni in cui versava la strada, anche prima del tratto innevato, era impossibile pensare di percorrerla con moto da turismo). Ho saputo poi che da quando è stata aperta l'autostrada, questa strada è stata ufficialmente chiusa e quindi non più manutenuta dallo stato.
Tornando sui miei passi, sosta a Kastraki, paesello abbastanza insignificante ai piedi delle formazioni rocciose delle meteore. Campeggio (Vrachos) carino, e poi, sarà stato perché era la prima, alla taverna del campeggio ho mangiato l'insalata greca più buona di tutto il viaggio.
Dopo la visita al monastero più grande (Grande meteora), imperdibile sebbene molto "ristrutturato" (a me piace il vecchiume), sono tornato a piedi al campeggio, in una piacevole passeggiata (in discesa) di circa 5 km.
Sono poi partito in direzione sud, sosta a Trikala, cittadina carina, sul fiume. Da vedere il castello bizantino, costruito da Giustiniano e ricostruito dagli Ottomani, con una bella torre in fase di restauro, e un caffè interno veramente bellissimo, elegante, particolare. Chiacchiere interessanti con il proprietario, che parla un italiano perfetto. Avevo trovato proprio nel parcheggio del castello un'ottima possibilità di sosta notturna, salvo poi accorgermi, verso le 23.30, che tale parcheggio era utilizzato di notte dai giovanotti del luogo per cimentarsi in gare di sgommate, impennate ed altre silenziosissime attività... quindi sono ripartito sempre in direzione sud, e mi sono fermato a dormire in una specie di autogrill in mezzo ai monti. Nottata tranquillissima, caffè espresso come si deve al bar di questo strano posto.
La mattina dopo, arrivo alle Termopili, in verità con grandissime aspettative, in parte deluse. L'umore si è prestissimo risollevato quando ho scovato la zona termale di Dàmasta, attraversando un paio di bassi guadi, dove ho potuto fare un bagno lunghissimo e bellissimo in un'acqua tiepida che non sarei uscito più!
Sosta pranzo in un paesello sul golfo Maliaco, Kamena Vourla, e poi ripartenza in direzione Delfi. Tappa interessantissima tra i monti a Vagonetto, sito minerario con possibilità di visita alla miniera di bauxite.
La visita, lunga e molto ben spiegata dalla guida in inglese con l'ausilio di supporti audio in italiano, è stata molto interessante, e anche toccante, immaginando come e in quali condizioni i minatori lavora(va)no, devo dire però che non è assolutamente adatta a chi soffre di claustrofobia, poiché si va 18 metri sottoterra con un ascensore, e poi ci si inoltra per un bel pezzo in una galleria con un trenino a gasolio.
Il paesaggio montano all'esterno della miniera sembra poco terrestre, diciamo così, perché tutto ciò che esiste intorno allo stabilimento, ed anche le strade per diverse decine di chilometri, ha assunto un color ruggine, provocato dalla polvere di bauxite trasportata con i camion verso gli impianti di fabbricazione dell'alluminio.
Proseguendo sono arrivato ad Amfissa: sono stato accolto da un barista e da una ristoratrice con molto calore e con anche un po' di stupore, pare che lì nessun turista/straniero si fermi mai. Per me è stata una sosta piacevole.
Dopo essermi rifocillato e riposato sono ripartito per Galaxidi, località di mare molto carina, ove pensavo di pernottare, ma ho visto moltissimi cartelli di divieto, quindi nonostante fosse bassa stagione ho preferito cercare un campeggio aperto, e l'ho trovato a Delfi.
Un po' scomodo da raggiungere ma molto bello, con una bellissima vista, a pochi km dal sito archeologico, che ho raggiunto di buon'ora la mattina dopo, trovando parcheggio proprio davanti all'entrata. Dopo poco tempo c'è stata una vera e propria invasione di turisti locali e stranieri che ha reso la visita a questo sito, che ha davvero dell'incredibile e da sola vale il viaggio, direi faticosa e fastidiosa.
Notevole anche l'annesso museo. Deludenti e malmessi, invece, sia la fonte Kastalia che il santuario di Atena Pronaia, entrambi adiacenti al Santuario di Apollo.
Visitati il sito ed il museo, sono partito in direzione del monastero di Ossios Loukas, che ho raggiunto dopo essermi fermato per un caffè ad Arachova, località montana molto carina.
Il monastero situato in un posto paesaggisticamente meraviglioso, è molto frequentato, di varia e imponente architettura, con interessanti decorazioni nelle due chiese e nella cripta, c'è anche la macabra esposizione del monaco in una bara di vetro. Ho visto i monaci molto attivi, anche a discutere con operai, muratori etc. insomma, mi è parso, positivamente, non solo un posto di preghiera ma anche di azione.
Riparto in direzione Atene. Con molte aspettative "storiche" mi fermo a Tebe (oggi Thiva).
Orrenda, semplicemente.
Via subito, arrivo ad
Atene nel tardo pomeriggio. Sosta al campeggio, unico in città. Ho trovato posto per il rotto della cuffia e solo per una notte, non avendo prenotato. Spostamento agevole dal campeggio al centro con i mezzi pubblici, cena nel quartiere riqualificato di Gkazi, mattina dopo visita al museo dell'acropoli. Parcheggio a pagamento in una stradina strettissima del quartiere Plaka a 20 euro per 3 ore. Sarebbe stato più sensato pagare al campeggio la tariffa "parcheggio" di dieci euro e tornare in centro con i mezzi.
Da Atene, ritorno al nord per l'imbarco. Ponte sul canale di Corinto, portata max. 3T, diceva un cartello, io non conoscevo il mio peso, ma sono stato ottimista ed eccomi qua. Sosta spiedini quasi obbligata, pare che il souvlaki sia proprio la specialità della zona. Li ho mangiati, in effetti, in una taverna del versante Peloponneso, ma niente di che.
Il viaggio è proseguito senza particolari entusiasmi lungo la costa est del Peloponneso, molto anonima.
Liceo Ginnasio
Arrivato a
Rio, in prossimità di Patrasso, non ho ritenuto eticamente sopportabile pagare 32 euro per passare sul ponte, quindi ho optato per il passaggio in traghetto, rapido e comodo, per sei euro e mezzo (tale tariffa, mi è poi stato spiegato, si applica solo ai camper furgonati propriamente detti, con carrozzeria di lamiera, mentre i camper di altre tipologia pagano di più).
Sosta notturna in libera a Missolungi, cittadina universitaria vivace carina e tranquilla, in prossimità del parco pubblico, che merita una visita, cercate la statua di Lord Byron che molto si spese per i greci, e in questa cittadina morì di meningite.
Un po' buffa la traslitterazione in caratteri greci del suo cognome, che si pronuncia, in greco, "Virona".
Avendone letto di magnifiche spiagge, ed anche considerata l'estrema facilità per raggiungerla grazie a un ponte, ho deciso di andare a Lefkada.
Tutto vero, spiagge magnifiche, acqua limpidissima, colori meravigliosi.
Ho dormito in libera a bordo mare in compagnia di un silenzioso equipaggio romeno.
C'è da dire che è stato un risveglio bellissimo!
Proseguendo sempre in direzione nord, ho dovuto mio malgrado percorrere il tunnel sottomarino (per un modico pedaggio) tra Azio e Prevesa.
E' stata la seconda volta in cui ho pensato ai volatili per diabetici. Per fortuna è stato tutto molto breve.
Proseguendo, mi sono lasciato incuriosire dalle indicazioni per le sorgenti dell'Acheronte. Questa volta ho fatto bene: bel posto, bella passeggiata tra natura e animali, acqua fredda e pulita, gommoni e kayak.
Fiume Acheronte e le sue sorgenti
Proseguendo, i miei aiutanti GPS (uno waze l'altro maps) hanno avuto un battibecco e ho mancato l'uscita per Parga, che avevo letto sulla guida essere meritevole di una sosta. Dopo pochissimo però ho visto un'indicazione: Parga a sinistra, e la seguo.
Questa volta ho fatto male, malissimo. In men che non si dica tornanti ripidissimi su una strada larga esattamente come il camper, piena di vegetazione e rami bassi (il mio camperino tra portapacchi e box da tetto sfiora i 3 metri e 40 di altezza). Sono stati i venti minuti di guida più faticosi che io ricordi. Se fosse sopraggiunto qualcuno nel senso contrario davvero non avrei saputo cosa fare, impossibile invertire la marcia, impensabile tentare una retromarcia su strade simili, roccia a sinistra, precipizio a destra e senza nessunissima protezione. L'unica possibilità era insomma procedere verso un ignoto che appariva sempre più minaccioso. Un ramo ha sfondato il box fiamma, poco male. In questa circostanza i volatili per diabetici si sono presentati a stormi. Poteva andare peggio, ma tutto è bene quel che finisce bene.
L'arrivo a Parga mi è servito solo per ripigliarmi da questa fatica, in realtà la cittadina non l'ho visitata, tanto che ero esausto.
Ho preso un caffè, acquistato un po' di frutta e bevande e sono ripartito per un posto tranquillo, che ho trovato nel campeggio Kalami, con una spiaggia bellissima, tra Plataria e Igoumenitsa.
Un giorno di pieno relax prima della partenza, alla mezzanotte del giorno dopo.
Igoumenitsa, tramonto
Poi, perquisizione al porto di BR del camperino, sia lui che io evidentemente abbiamo una faccia poco raccomandabile. E poi da BR a RM in sole undici ore di guida moltissimo rilassata.
Bilancio
Molto positivo. Cosa mi è piaciuto: i posti, la gente, la lingua, i cibi. Cosa non mi è piaciuto: viabilità ordinaria molto migliorabile, le strade pericolose dovrebbero essere adeguatamente segnalate, frequentissime sono le frane di rocce, terra o terra mista ad alberi, e ben poche, delle strade che ho percorso, avevano reti di protezione.
Credo che tornerò, per un giro nella parte bella del Peloponneso, sempre e rigorosamente in bassa stagione.
Farò tesoro di questa esperienza per non avventurarmi più in strade ignote senza prima essere sicuro di poter cambiare idea e senso di marcia senza troppi problemi, ed è soprattutto questo il messaggio che desidero condividere.
Ho avuto senz'altro anche un po' di fortuna, perché il camperino è sì lento, ma ha una impostazione meccanica (passo corto, niente sbalzo, trazione posteriore, buona altezza da terra) che ha contribuito a trarmi d'impaccio nelle situazioni che mi sono sembrate potenzialmente critiche.
PS: con un misto di sgomento e di incredulità ho assistito a poco edificanti attività di scarico selvaggio ad opera di maiali alla guida di camper, uno con targa francese e uno con targa italiana di Siracusa. Peraltro, in uno scenario montano incontaminato. Vergognissima.