Pubblicato:
30/01/2009 da
Paolo e C.
Periodo:
30/01/2009 - 31/01/2009
(1 giorni)
Non specificato
La Fiera di Sant'Orso, ad Aosta
L'evento, che affonda le sue radici nella storia più remota, ha grandi numeri: secondo la tradizione, è di fatto al terzo millennio, poichè si narra che già si tenesse prima dell'anno Mille. E più di mille sono gli espositori dichiarati, in massima parte valligiani che propogono i loro manufatti artigianali, frutto del lavoro di un anno.
Molti di essi, in realtà, sono veri e propri artisti, le cui opere si fanno ammirare per la sapienza, l'armonia, la maestria di lavorazione, i pregevoli particolari dei quali sono pregne.
Con queti ingredienti, lo storico appuntamento annuale - sempre a fine Gennaio - richiama appassionati e semplici turisti alla scoperta dell'anima culturale di questa fiera senza uguali.
L'esposizione impegna larga parte della città, all'interno dell'antica cinta muraria. Non vi sono particolari problemi di parcheggio, grazie a spaziose aree di sosta che distano pochi minuti a piedi dal centro. Per questa occasione, chi arriva in camper può contare, oltre alla nota area di sosta in via Caduti del Lavoro, su un'area per camper nel Parcheggio P4, espressamente segnalata anche sui pieghevoli informativi predisposti dalla Regione.
Alle centinaia di espositori con un semplice banchetto ai lati delle vie, dove magari trovare un utensile da cucina, un mazzo di fiori, un soprammobile - sempre rigorosamente in legno - fanno da contraltare i padiglioni allestiti nelle principali piazze, dove si concentrano i prodotti di chi ha fatto della produzione artistica la propria professione.
Non mancano padiglioni destinati al ristoro (indispensabile: siamo pur sempre nelle Alpi, e in Gennaio...), con specialità tipiche Valdostane che ormai accettano anche alcune gradite frammistioni di gusti extra-regionali, una sorta di omaggio in rappresentanza di altri sapori che fa sempre piacere ricordare come siano Italiani. Un valido contributo a combattere il freddo lo danno (e, giustamente, lo ricevono anche...) i bar e i locali, nei quali non è facile trovare posto.
Lasciamo la parola alle immagini, ricordando solo che la notte tra le due giornate della Fiera vede lo svolgersi della tradizionale "Veillà", che oggi chiameremmo "notte bianca", una non-stop che mette alla prova la capacità di resistenza dei presenti, sostenuti dalle musiche dei gruppi folkloristici e dai cori di altri gruppi più spontanei, che aumentano con il passare delle ore, fenomeno al quale non è estranea la distribuzione gratuita di brodo caldo e, soprattutto, del tradizionale vin brulè (vino caldo aromatizzato).
Anno dopo anno, una bella tradizione che si ripete.