Pubblicato:
16/09/2018 da
ilcamaleonte
Periodo:
09/06/2018 - 23/06/2018
(14 giorni)
Non specificato
Sabato 9 giugno
Ancora una volta, quello che sembrava il lunghissimo inverno … è passato! La scuola è finita, l’estate è alle porte e finalmente partiamo per il nostro viaggio di inizio estate. Lo facciamo a bordo del nostro “nuovo” camper e per la prima volta andiamo in Sicilia. Varchiamo la soglia del rimessaggio verso le 18:00 in direzione Genova, dove ci imbarcheremo con destinazione Palermo.
Domenica 10 giugno
La traversata, nonostante la durata di 20 ore, scorre abbastanza velocemente. Il comfort offerto dalla cabina, unito ad un mare estremamente calmo, fa sì che la notte trascorra nella tranquillità più assoluta ed anche il giorno seguente, complice la numerica ridotta di passeggeri, scorre rapidamente. Verso le 18:00 la costa è ben visibile ed alle 19:30, di poco in ritardo sul previsto, la Suprema della GNV attracca in banchina. Poco dopo usciamo dall’area portuale e subito siamo proiettati in un traffico tanto caotico quanto capace di autoregolamentarsi nonostante una sorta di anarchia generalizzata … Seguendo le indicazioni in nostro possesso (fornite da un amico di COL) raggiungiamo l’area sosta che abbiamo scelto tra le due disponibili: verso le 21:00 parcheggiamo da GREEN CAR, Via Quarto dei Mille 11b (38.110237, 13.342736).
Lunedì 11 giugno
L’area è circondata da palazzi, ciò nonostante è molto tranquilla. Ci sono servizi igienici, oltre a carico scarico ed allaccio rete elettrica. I gestori, molto cordiali, ci forniscono le informazioni necessarie per cominciare la visita del capoluogo e così, dopo colazione, zainetto in spalla partiamo in direzione centro storico: il cielo è sgombro da nuvole, la giornata si preannuncia decisamente calda e ci adeguiamo con vestiti leggerissimi e cappelli in testa. Poche decine di metri e siamo su Corso Calatafimi quindi, dopo una passeggiata di mezz'oretta scarsa (1 km circa), in piazza Indipendenza. Passiamo sotto la Porta Nuova, storico ed imponente varco di accesso quando a difendere Palermo c’erano mura di cinta. Siamo quindi nell’assolata Villa Bonanno dove decidiamo di fare il tour in bus (ci sono diversi Hop-on Hop-off). La scelta si rivelerà azzeccata, soprattutto per consentire al viaggiatore più “piccolo” di recuperare energie durante i trasferimenti. Sebbene il centro storico non sia particolarmente grande è indubbiamente comodo visitarlo seduti a bordo del bus scoperto! Per pranzo, sempre su suggerimento dell’amico di cui sopra, ci fermiamo da Santoro (in piazza Indipendenza) dove mangiamo ottime Arancina (n.b. con la A finale…), pasta alla norma ed anellini siciliani al forno … Sazi e soddisfatti siamo pronti per ripartire: lo facciamo visitando il famoso Palazzo dei Normanni con la magnifica Cappella Palatina che da sola varrebbe il viaggio fin qui fatto! In tarda serata visiteremo anche l’imponente Teatro Massimo Vittorio Emanuele: si tratta infatti del più grande edificio lirico in Italia e terzo per grandezza in Europa, preceduto solo da quelli di Parigi e Vienna. Per raggiungerlo, tra i vari spostamenti, molti dei quali casuali (ma come detto il centro è piuttosto raccolto), visitiamo i mercati rionali storici di Ballarò e la Vucciria. Rispetto ad un tempo, quest’ultimo in particolare, ha perso la sua vocazione meramente commerciale e “chiassosa” che lo caratterizzava, diventando tempio della movida serale. A baluardo restano poche insegne storiche, oltre a qualche pescivendolo, ahimè oggi (e il lunedì non c’è pescato fresco). Percorriamo corso Vittorio Emanuele quando il sole è coperto da qualche nuvola capricciosa: sfondo ideale alla Cattedrale della città, maestoso edificio risalente al XII secolo. E’ ormai quasi ora di cena quando, piuttosto stanchi per la verità, rientriamo al camper. La giornata è stata impegnativa, ma è stato il miglior esordio che potessimo avere. La doccia lascerà il posto alla cena quindi ad una magnifica serata che passeremo seduti fuori dal camper ad osservare un cielo stellato che non siamo abituati a vedere. Un cielo stellato sopra questa piccola oasi di camper circondata da palazzi piuttosto silenti. Di tanto in tanto si sente il richiamo di una mamma verso il proprio figlio, ma le frasi che pronuncia, in stretto dialetto ovviamente, sono la colonna sonora di questo luogo e senza non sarebbe la stessa cosa.
Martedì 12 giugno
Al risveglio segue lo stesso iter di ieri mattina. Il “programma” prevede la visita di Monreale che raggiungiamo col bus numero 389 (la fermata è su corso Calatafimi, a 300 m circa dalla AA). Sempre dai gestori dell’area ci viene raccomandata particolare attenzione sui mezzi pubblici, evitando sfoggio di apparecchiature fotografiche e monili vari: vere calamite per i borseggiatori. In realtà niente di diverso da qualsivoglia metropoli in qualsiasi regione d’Italia; Sono attenzioni alle quali siamo già avvezzi, ma accogliamo il suggerimento come una coccola nei nostri confronti … Lasciato il caos del corso Calatafimi il bus si arrampica sulla collina adiacente per farne capolinea in cima. Poche decine di metri e siamo al cospetto del duomo. La visita della sola cattedrale è gratuita, ma scegliamo il tour completo che alla ragionevole cifra di € 10 permette la visita del chiostro, le Cappelle adiacenti e la parte superiore, percorrendo la quale si gode di un panorama unico sulla vallata sottostante, ovvero la città di Palermo e lo splendido mare sul quale si affaccia. Terminata la visita ci accingiamo a scendere, ma perdiamo la corsa utile e l’unica pecca di questa linea pubblica è la frequenza prevista ogni 75 minuti! Insieme ad altri turisti troviamo riparo dal sole cocente sotto le fronde di un provvidenziale, enorme albero … Sono passate da poco le 13:00 ed il 389 effettua capolinea opposto a Monreale in piazza Indipendenza, proprio dove c’è lo storico bar Santoro. Non possiamo esimerci dall’approfittare nuovamente delle loro specialità dopo di ché, sempre sotto il sol leone, percorriamo interamente la pedonale corso Vittorio Emanuele in direzione porto. Passiamo i Quattro Canti con la vicina fontana Pretoria o fontana della Vergogna (antico soprannome originato per la presenza di busti femminili semi nudi), vero cuore nevralgico del centro storico. La pianta è ottagonale, l’architettura è barocca ed ai quattro angoli appunto, ci sono le statue che rappresentano le stagioni: oltre la bellezza c’è la particolarità che il sole riesce sempre ad illuminarne (anche solo in parte) la pavimentazione, indipendentemente dal mese in corso. Percorriamo il chilometro che ci separa dal mare e passata la Porta Felice (altro varco storico di accesso alla città, questa volta lato mare) siamo nella zona turistica del porto dove le tante imbarcazioni da diporto fanno da contraltare al vicino porto commerciale. Ci accoglie l’altissimo murales dedicato ai magistrati Falcone e Borsellino, recente memoriale voluto dall’associazione magistrati, realizzato da due “street artists” sul fianco di un istituto scolastico alto cinque piani circa. Perfettamente visibile da buona parte del golfo, ci riporta alle stragi del ’92: un’eredità che la città non dimentica, ma dalla quale vuole al tempo stesso elevarsi mostrando la sua vocazione turistico storico culturale. Un’operazione che a nostro giudizio le riesce perfettamente. Troviamo un po’ di refrigerio sotto l’unico albero presente nel parco della salute intitolato a Livia Morello, prematuramente scomparsa per una rara malattia. Il parco giochi, lodevole progetto voluto da onlus e volontariato privato, si affaccia direttamente sul mare e sebbene risulti ancora da ultimare in alcune sue parti, è proprio un esempio di come la città voglia e riesca a mostrare un volto diverso che esula dai soliti luoghi comuni. Ripercorriamo nuovamente corso Vittorio, la più antica strada di Palermo (già definita Cassaro dall’arabo al-qasr, ovvero al castello) in direzione opposta e dopo aver fatto spesa alimentare, stanchi ma soddisfatti, rientriamo al camper .
Mercoledì 13 giugno
Oggi lasciamo Palermo. Lo facciamo consapevoli che due giorni non sono nulla per visitare le tante meraviglie, ma il nostro equipaggio (che ricordo prevede un adolescente ed un bimbo) ha interessi variegati ovvero la voglia di intervallare la “cultura” con mare e relax ed in questo senso è stato pensato il nostro itinerario. Senza troppe difficoltà imbocchiamo la A19 in direzione Catania, lasciandoci ben presto la città alle nostre spalle. Una città colorata e profumata, assolata, caotica caratterizzata da testimonianze storiche uniche, talvolta alternate a testimonianze contemporanee molto meno edificanti quali cumuli di rifiuti più o meno ingombranti. Una città controversa, accogliente e cosmopolita che ci resterà nel cuore. La nostra destinazione è Siracusa, ma sebbene la distanza non sia eccessiva (poco più di 250 km), serve tutta la mattina. L’autostrada è infatti un susseguirsi di cantieri ed anche i tratti dove questi non sono presenti, i continui famigerati “giunti” del manto stradale, unitamente ad un’evidente scarsa manutenzione, costringono gli utenti a medie difficilmente superiori a 70/80 km/h. L’Etna, leggermente coperto nella sua sommità, svetta sulla nostra sinistra, quando l’autostrada piega verso destra puntando decisamente verso sud, lungo la costa ionica. Un’uscita sbagliata ci costringe a qualche km in più, ma non sarà difficile raggiungere il punto previsto per la sosta: il PARKING PARADISE, in via Giuseppe Agnello 1 (37.073038, 15.276644). L’area, che dal sito web sembra offrire molto più di quanto avverrà in realtà, è su fondo erboso. C’è allaccio alla rete, ma non ci sono servizi igienici e la poca ombra disponibile è garantita dagli alberi presenti solo lungo il perimetro. Il vero centro della città, l’isola di Ortigia, dista meno di due km e per raggiungerla, volendo sono disponibili servizio navetta o auto privata (del gestore) che per € 5 a testa effettua servizio A/R. La distanza è alla nostra portata e così, in una quiete quasi surreale, ci avventuriamo lungo le deserte vie della città. Del resto sono le 15 circa e notoriamente a queste latitudini, per effetto del caldo eccessivo, c’è una sorta di letargo che termina solo nel tardo pomeriggio quando magicamente tutto si rianima per proseguire fino a tarda notte. Consapevoli che una visita serale sarebbe stata più affascinante, ci addentriamo nell’isola di Ortigia, la parte più antica (e bella) di Siracusa. Centro storico della città, caratterizzato da numerosi edifici barocchi, è quasi interamente pedonale. E’ pulito in ogni suo anfratto, abbracciato da un mare turchese, pulito e trasparente. Il Duomo è certamente l’edificio più rappresentativo, ma non mancano numerosissimi altri luoghi da visitare. Il pomeriggio scorre e sul calar del sole, alla ricerca di una pizzeria, ci scopriamo fuori da Ortigia. Siamo stanchi ed escludendo di tornare indietro, proseguiamo verso il camper: ci imbattiamo in un locale caratteristico che (sebbene non ci incoraggi particolarmente il fatto che sia vuoto) in qualche modo ottiene il nostro favore. Mangiamo una pizza senza lode ne infamia, consolati in parte dalla cortesia e disponibilità dei gestori. Nuovamente in cammino percorriamo corso Gelone, tempio dello shopping e locali alla moda … E’ quasi buio quando giungiamo al camper: l’area sosta, adiacente la zona archeologica, è anche parcheggio auto difatti la parte centrale ne è stata parzialmente occupata. Non sarebbe un problema tranne per il fatto che alcuni, lasciando l’area a notte inoltrata, non lo fanno proprio in silenzio. Ma del resto parlare di silenzio, vista la vicina statale, è fuori luogo. A nostro avviso infatti, una pecca di questa sosta, è proprio la scarsa tranquillità offerta …
Giovedì 14 giugno
Come anticipato in precedenza, abbiamo necessità di “rallentare” ed in Lido di Noto individuiamo la sosta che fa al caso nostro. In realtà siamo partiti da casa con una selezione di possibilità e questa ci sembra la migliore tra le tante. I km a destinazione sono pochissimi: facciamo spesa in un grande supermercato (che non aprirà prima delle 9:30) alla periferia della città e riempita la cambusa imbocchiamo la E45 ancora verso sud e dopo pochi km, seguendo le indicazioni del nostro Garmin, la abbandoniamo in favore di improbabili strade secondarie, prive di segnaletica e circondate da terreni agricoli intervallati da piccole modeste abitazioni. D’improvviso alcuni cartelli stradali fanno riferimento a Lido di Noto che in effetti si materializza d’improvviso. L’area sosta è subito lì accanto: si tratta della EUCALYPTUS PARK , via delle sabbie d’oro (36.856108, 15.114204). Parzialmente ombreggiata da alberi ad alto fusto, il caldo è mitigato da un vento piuttosto sostenuto in assenza del quale immaginiamo si patisca decisamente di più … Immancabilmente i gestori (decisamente giovani) si dimostrano molto gentili e ci accolgono come se fossimo amici di vecchia data. L’area è abbastanza capiente, con blocco servizi nuovo, bar e pizzeria (chiusa in questo periodo) è dotata di corrente con carico scarico. A dir la verità lo scarico non è comodissimo, ma è una piccolo neo rispetto a quanto offerto. In primis la vicinanza al mare che dista poche decine di metri: verso le 11:00 siamo infatti sdraiati su una spiaggia di sabbia color oro, davanti ad un mare incredibilmente trasparente dove, complice la scarsità di turisti, passiamo alcune ore in assoluta tranquillità. La città di Noto si trova a pochi km da noi e per raggiungerla utilizziamo il servizio navetta predisposto dal comune. Ancora una volta la frequenza non è elevata, ma adattandosi agli orari si usufruisce di un servizio comodo che permette di non spostare il camper dall’area sosta. In una ventina di minuti circa, il bus ci conduce in prossimità dell’Arco di Trionfo (o porta Nazionale) da dove ha inizio il Corso Vittorio Emanuele: vero centro storico della città offre, in settecento metri scarsi, una varietà di gioielli architettonici ancora una volta in stile barocco perfettamente conservato. Accomunati dal color sabbia, messi in risalto da una chiarissima pavimentazione in pietra levigata, risultano ancor più pregevoli grazie alla calda illuminazione del sole ormai calante all’orizzonte. Davvero una piccola bomboniera che sarebbe stato un peccato non vedere.
Venerdì 15 giugno
Facciamo camper stop e lasciamo l’area diretti ancora verso sud. Tra i luoghi selezionati prima di partire c’era Marzamemi, frazione marinara del comune di Pachino che gli stessi gestori ci suggeriscono di visitare, grazie anche alla vicinanza rispetto a Lido di Noto. Venti km appena e siamo nei pressi di questo piccolo centro. Evitiamo alcuni grossi parcheggi subito prima (numerica di parcheggi che ci danno l’idea di quanto questo luogo possa essere frequentato in alta stagione) e superate con qualche apprensione le strettissime vie del centro troviamo parcheggio presso “la Diga”. Visitiamo questo meraviglioso borgo, risalente al 1700 circa, dove la tonnara, e la pesca in genere, rappresentavano la principale forma di sostentamento. Ad ogni svolta scopriamo un panorama più bello rispetto al precedente ed ogni cosa qui sembra essersi fermata ad un epoca ormai lontana. Altra località davvero imperdibile! Sostiamo circa due ore a lasciando il parcheggio l’addetto non ci chiede nessun corrispettivo: la mia insistenza ottiene solo una stretta di mano e la promessa che “la prossima volta …” salderemo il conto. Percorriamo la SP84 che costeggiando il mare giunge fino a Portopalo di Capo Passero: lo facciamo a velocità ridotta per goderci ogni singolo scorcio. Lo oltrepassiamo e dopo pochi km siamo nel punto più a sud d’Italia, di fronte a Isola delle correnti, lì dove Mar Ionio e Mediterraneo si uniscono creando un’alternanza di colori difficile da descrivere. Per la sosta ci appoggiamo all’area sosta/camping CARRATOIS, SP8 Portopalo di Capo Passero (36.659321, 15.077693). Siamo circondati da distese quasi infinite di serre di pomodoro pachino e l’area appare come una sorta di oasi in mezzo al nulla. Verdeggiante, con blocchi igienici, area giochi per bimbi e servizio ristoro. Le piazzole non sono grandissime, ma siamo gli unici ospiti della struttura e ci sistemiamo comodamente. Indossiamo il costume e lungo un’assolata quanto polverosa strada percorriamo i cinquecento metri che ci separano dal mare. Oltrepassiamo alte dune di sabbia e siamo su una spiaggia lunghissima, di fatto quasi deserta. Un panorama davvero unico nel suo genere. Sebbene il vento abbia rinforzato ulteriormente il suo incedere, i ragazzi ne approfittano per fare il bagno in un mare meno tranquillo di quello trovato a Lido di Noto, ma non per questo meno attraente. Nel pomeriggio il tempo cambia improvvisamente ed il sole lascia spazio a grosse nuvole che presto lasceranno cadere una pioggerella leggera che di fatto ci preclude ogni attività. Considerato che nei dintorni non c’è nulla valutiamo l’ipotesi di spostarci, guadagnando tempo utile altrove. La titolare capisce la situazione e non ci chiede nulla per la sosta: siamo però stati alcune ore, abbiamo usufruito dei loro servizi e insisto per pagare almeno una parte della quota prevista per le ventiquattro ore. Cosa che mi riesce solo dopo alcuni minuti di “trattativa”… La pioggia prosegue ancora per un po’ garantendoci una frescura che comunque non guasta. Cominciamo la salita lungo la costa meridionale dell’isola e nel tardo pomeriggio, dopo una settantina di km, raggiungiamo l’area sosta MARINA CARAVAN, Via porto venere 57 Marina di Ragusa (36.784927, 14.564934). Ancora una volta siamo l’unico equipaggio e per accedere all’area componiamo il numero di telefono riportato all’esterno: dall’altro capo della linea il gestore ci fornisce il codice per aprire il cancello e ci sistemiamo in una delle tante piazzole. I blocchi igienici questa volta lasciano un po’ a desiderare come tutta l’area del resto: ma la stagione deve ancora cominciare e forse, nei periodi di maggior utilizzo, la situazione potrebbe essere diversa … In sosta c’è anche un mezzo datato che appare stanziale: sotto la veranda c’è infatti un ragazzo che funge da custode dell’area stessa. Si dimostra molto gentile arrivando ad offrirci la sua auto per andare a fare spesa: offerta che decliniamo considerata la vicinanza del discount ed il fatto che non abbiamo necessità di grandi cose. Il lungo mare, raggiungibile in pochi minuti dall’area, è piuttosto deserto ed i vari “bagni” sono quasi vuoti, ma giunti a ridosso del centro la situazione cambia lasciando spazio ad animati locali e negozi di vario genere. Al rientro facciamo spesa e dopo cena a nanna nella solitudine più completa. Il custode incontrato al nostro arrivo è infatti andato via e siamo solo noi ed il nostro camper!
Sabato 16 giugno
Com’era prevedibile la notte è passata nel silenzio più assoluto e pochi minuti dopo il nostro risveglio arriva il gestore sentito al telefono il pomeriggio precedente. Facciamo conoscenza e com’è consuetudine da queste parti si prodiga in consigli e suggerimenti vari su cosa fare/vedere in zona. I suoi consigli, unitamente a quella che era la nostra idea iniziale, ci porta a visitare la vicinissima Punta Secca. Località balneare che gravita intorno al famoso personaggio scaturito dalla penna di Camilleri: il commissario Montalbano. In realtà, a parte l’abitazione che nella sua parte esterna è il set dell’omonimo sceneggiato non c’è altro e dopo una breve visita ci spostiamo alla volta di Modica. Parcheggiamo poco prima di entrare nel paese che di fatto si sviluppa tutto sul pendio alla nostra sinistra. Di fronte a noi c’è il viale principale, corso Umberto primo: lo percorriamo quasi fino al termine, seguendo le indicazioni di un Info Point per turisti. Recuperiamo quindi una mappa della città e cominciamo una vera e propria scarpinata tra stradine dalla forte pendenza e lunghe scalinate: tutto intervallato da chiese e monumenti più o meno grandi. Culmine della visita è Pizzo Belvedere da dove, come dice il termine stesso, godiamo di un panorama unico sulla splendida conca sottostante, interamente coperta da edifici con tetti monocromatici. Per pranzo ci concediamo una granita comodamente seduti in un bar nel corso principale quindi facciamo shopping del famoso cioccolato … di Modica appunto! A seguire ci spostiamo a Ragusa, distante pochi km. Il territorio non cambia e siamo circondati da un ambiente decisamente più montano che marittimo. Abbiamo le coordinate di un parcheggio adatto ad accogliere mezzi di grandi dimensioni e lo raggiungiamo senza difficoltà: peccato che giunti sul posto, gli operai addetti al rifacimento della segnaletica stradale verticale (stavano rifacendo le strisce per terra) ci impediscono l’entrata suggerendoci di proseguire oltre senza però fornirci un’alternativa. Le strade piuttosto strette, talvolta a senso unico, unitamente all’impossibilità di parcheggiare un camper ingombrante ci inducono a pensare che forse è meglio proseguire verso altra destinazione. Sempre sulla scia del commissario Montalbano, scegliamo il vicino castello di Donnafugata: sontuosa dimora risalente alla Belle Epoque (sebbene si ipotizzi risalga ai tempi dei Saraceni e degli Arabi) immersa nella campagna iblea. Sull’origine del suo nome, che tradotto vuol dire Donna Fuggita, ci sono diverse ipotesi, spesso alimentate da suggestive leggende tramandate nel corso dei secoli: quel che è certo è la bellezza del luogo che trasporta il visitatore ai fasti di un passato ormai lontano. Sono da poco passate le 16:00 (ahimè orario di chiusura del castello) ed ancora una volta scegliamo di fare qualche km in più, guadagnando tempo da investire magari in spiaggia … Percorriamo quindi i 140 km che ci separano da Agrigento e verso le 18:00 siamo all’area sosta PUNTA PICCOLA PARK di Porto Empedocle, via Nereo 25 (37.288978, 13.492826). La posizione è invidiabile, direttamente sul mare, pulita e dotata di servizi igienici essenziali ma accoglienti. Il fondo è su ghiaia e non c’è ombra, ma la brezza presente rende il mezzo comunque fruibile ed il caldo è meno opprimente di quanto si possa pensare. Inutile sottolineare come i gestori siano cordiali e disponibili: ci spiegano cosa fare/vedere nei dintorni e quando torno per acquistare i gettoni per la doccia calda, mi costringono ad unirmi al gruppo intento a sorseggiare passito di Pantelleria!
Quale servizio aggiuntivo, in serata passano per raccogliere ordini relativi a pane e/o brioche che ci verranno recapitate l’indomani mattina, verso le 9:00.
Domenica 17 giugno
Come previsto la giornata di oggi sarà all’insegna dell’ozio più totale: spiaggia e riposo assoluto … Per cena, dietro suggerimento dei gestori (e grazie alle recensioni lette su Trip Advisor) andiamo nel vicinissimo ristorante Mediterraneo. Affacciato direttamente sul mare, serve ottimo pesce freschissimo, oltre a pizze cotte in forno a legna. Insomma, c’è l’imbarazzo della scelta spendendo una cifra tutto sommato ragionevole (in quattro spendiamo quasi 70€). Dopo cena decidiamo di raggiungere, via spiaggia, la scala dei Turchi: maestosa e spettacolare parete di bianchissima falesia che dirada in un mare variopinto.
Lunedì 18 giugno
Ennesima notte tranquilla e colazione con brioche fresche: difficile pretendere di più. Questa mattina andremo a visitare la Valle dei Templi, che raggiungeremo grazie al servizio navetta offerto dai gestori dell’area: il trasferimento, che in realtà avviene a bordo della loro auto, sebbene non sia proprio economico (€ 8,00 a persona a/r per una distanza di una decina di km), risulta indubbiamente comodo. Il vento dei giorni scorsi oggi sarebbe stato utile ed invece c’è solo una leggerissima brezza, insufficiente ad alleviare la sensazione di calore che si percepisce: è passata da poco la metà di Giugno, ma il caldo di oggi è decisamente estivo. Rientrati al camper verso le 14:00 facciamo pranzo e dopo un’oretta, eseguite le operazioni di carico scarico, lasciamo la provincia di Agrigento in direzione Mazara del Vallo. La distanza è breve e nei pressi del porto troviamo la sosta ideale per il nostro mezzo. Iniziamo così la visita del centro storico quando veniamo avvicinati da un personaggio “particolare”: ha un incedere un po’ strano ed anche il suo parlare risulta poco comprensibile. Per altro parla un dialetto strettissimo ed io stesso, siciliano per discendenza, in alcuni passaggi faccio fatica a comprenderlo. Le sue intenzioni sono però genuine, lo percepiamo da subito. Si offre di farci da guida e così, inizialmente presi alla sprovvista, decidiamo di seguirlo. Potrebbe trattarsi in realtà di una guida volontaria, ma non ha distintivi o altro che ne rendano esplicito il ruolo. Comunque sia passeremo, senza che potessimo minimamente immaginarlo, un pomeriggio più unico che raro, visitando luoghi che diversamente non avremmo visto, ascoltando storie che diversamente non avremmo scoperto. Il centro storico, un tempo racchiuso dentro le mura normanne, vede la presenza di numerose chiese e presenta i tratti tipici dei quartieri islamici con viuzze strette e tortuose spesso decorate da piastrelle sui muri: siamo nella Casbah. La numerosissima presenza Tunisina contribuisce a rendere il luogo ancor più multietnico ed a tratti sembra di non essere più in Sicilia. Del resto siamo nel punto più vicino al nord africa che è subito lì, sull’altra sponda del mediterraneo che dista meno di 190 km. Grazie a Franco, la nostra guida d’eccezione, entriamo dentro le camere di un hotel tunisino, quindi visitiamo la chiesa di San Francesco. L’esterno è piuttosto semplice, quasi trascurato, ma entrando rimaniamo impressionati nell’ammirare la volta della navata, impreziosita da innumerevoli angeli e dalle statue in marmo apposte alle colonne. Decido di scattare qualche foto e Franco si preoccupa di accendere tutte le luci presenti, così da rendere ancor più brillante l’interno di questa chiesa che non a torto definiscono la chiesa più bella del mondo. Un giro nei locali della parrocchia (e presentazioni col simpatico parroco) quindi subito accanto, la visita di una collezione privata davvero unica nel suo genere: in un locale piuttosto angusto infatti, Franco ci presenta Ignazio, anziano signore che nel corso degli anni ha riprodotto fedelmente tutte le chiese di Mazara e da sempre attende la possibilità di dargli la visibilità che meritano. Modellini in legno ingiustamente accatastati uno sull’altro ed un piccolo offertorio all’uscita: davvero un tesoro nascosto … Concludiamo la visita della città con un’ottima granita, mentre Franco, ovviamente nostro ospite, mangia un gelato di gusto assaporandolo quasi fosse un bambino. Lo salutiamo e ringraziamo di cuore, consapevoli di quanto il caso possa farci cambiare direzione: una persona alla quale abbiamo inizialmente dato poco credito, ha cambiato la nostra giornata, offrendoci una visita unica di questa bella città dove il Barocco e le influenze arabo-berbere si fondono perfettamente. Forse l’esperienza più bella di questo viaggio in Sicilia. Il sole tramonta di fronte a noi quando oltrepassiamo Marsala per sistemarci presso l’Area sosta ALBA NAUTICA, Contrada Spagnola 87 (37.846980, 12.465289). Sono le 21:00 circa ed il gestore ci accoglie con la gentilezza alla quale siamo ormai abituati. Parcheggiamo ed allacciato il camper alla rete elettrica facciamo cena, declinando la sua offerta di portarci a Marsala per una visita “by night”. Quanto all’area, i servizi igienici non sono male, mentre le docce, evidentemente le stesse dell’adiacente campo di calcio, sono piuttosto spartane, ma per la prima volta non paghiamo supplemento per l’utilizzo dell’acqua calda. Ancora una volta ci vengono prospettate diverse possibilità e scegliamo, per domattina, la visita di Mozia: dobbiamo solo farci trovare pronti alle 9:30, “qualcuno” verrà a prenderci …
Martedì 19 giugno
Com’era prevedibile la notte trascorre nella quiete più assoluta. Del resto siamo lontani dal centro abitato e la strada che fronteggia l’area è la stessa che fiancheggia lo Stagnone, luogo che non prevede alcuna attività durante le ore notturne. Come previsto, poco prima delle 9:30 viene a prelevarci una persona di mezza età che con la sua auto ci conduce al vicino porto turistico. Alla biglietteria paghiamo quanto previsto per il giro dell’isola e saliamo su un barcone ai comandi del quale c’è la stessa persona che pochi minuti fa ci ha portati sin qui … Evidentemente conoscenti, gli operatori locali collaborano tra loro a tutto vantaggio del turista che viene accolto e coccolato come raramente avviene altrove: inutile sottolinearlo, ma si tratta di una sinergia alla quale non siamo abituati. Nel giro di qualche minuto l’imbarcazione raggiunge la metà circa della sua capienza e così salpiamo verso l’isola di Mozia. Il “comandante” sceglie di non utilizzare l’audio guida, preferendo la narrazione a voce e così scopriamo dettagli di questo posto che ignoravamo totalmente. In primis il fatto che la stessa affonda le sue radici all’epoca dei Fenici, ovvero circa 3000 anni fa, quindi le varie vicissitudini relative alla distruzione ad opera di Dionisio, quindi il passaggio ai Romani prima e Normanni poi … Questo fino a quando una nota famiglia di produttori vinicoli non ne acquisì la proprietà e dagli anni ’70 divenne fondazione e museo a cielo aperto. La leggenda vuole che lo stesso vino Marsala, come spesso avviene scoperto per puro caso, sia in qualche modo legato all’isola di Mozia ed ai vitigni su di essa coltivati. Marsala che, inaspettatamente, ci viene offerto durante la navigazione dal simpatico e preparato “comandante”. Una volta tornati sulla terra ferma scegliamo di tornare all’area sosta a piedi (declinando l’offerta di essere riaccompagnati indietro): del resto è una bella giornata e la strada secondaria quasi per nulla trafficata. Lo Stagnone di fronte a noi, deve il suo nome al fatto che l’isola Grande, la maggiore dell’arcipelago, con una lunghezza di quasi 7 km chiude quasi per intero lo sbocco verso il mare aperto, rendendo questa zona lagunare, i quali fondali oscillano tra i venti cm ed il metro e mezzo massimo, patria dei tanti appassionati di kite surf. Le loro vele sono costantemente gonfiate dal vento che qui non manca mai: quello stesso vento che, unitamente all’azione del sole, rende possibile l’evaporazione dell’acqua di mare nelle vicine saline. Siamo infatti nella famosa zona delle saline di Trapani. Dopo pranzo decidiamo di visitare Marsala ed ancora una volta ci vengono a prelevare direttamente all’area sosta per lasciarci alla porta Garibaldi, uno degli accessi alla città. Ne visitiamo la parte storica che non ha il fascino di Mazara del Vallo, ma nell’insieme risulta piacevole. Per merenda ci concediamo l’immancabile granita e dopo un paio d’ore chiamiamo il nostro “autista personale” che ci riporta all’Alba Nautica. Saldiamo il conto e dirigiamo verso Trapani che oltrepassiamo facilmente grazie alle indicazioni ricevute all’area sosta. Percorriamo il lungo mare che giunto alla punta Ovest della regione piega a destra e per la nostra bussola torna ad indicare l’est. Proprio come una settimana fa circa, quando lasciavamo Palermo. Proseguiamo verso San Vito lo Capo ed intorno alle 20:00 accediamo all’area sosta MONTE MONACO, Via del Secco 80 (38.173978, 12.746053). Per la prima volta troviamo un po’ di affollamento: effetto amplificato dal fatto che l’area non è grandissima, così come appena sufficienti risultano le misure delle piazzole non delimitate, ma con un paio di manovre riusciamo a parcheggiare garantendoci un metro e mezzo circa di spazio per aprire tavolo e sedie di fianco al mezzo. Inutile sottolineare la disponibilità e cortesia dei gestori che ci illustrano i diversi servizi offerti … L’area è spartana, ma perfettamente integrata nell’ambiente circostante ed i blocchi igienici, realizzati in legno, sono perfettamente mimetizzati dalla vegetazione. Dopo cena usciamo e ci rendiamo conto di quanto strategica sia la posizione dell’area: il mare dista 300 metri appena ed il centro pedonale poco di più. In via Savoia, per la prima volta in questa viaggio, respiriamo aria di vacanza balneare: negozi aperti ed illuminati a giorno, bancarelle di venditori ambulanti e tanta, tantissima gente che abbellita dalla tintarella passeggia senza fretta …
Mercoledì 20 giugno
Siamo da poco svegli quando nell’area entrano un pescivendolo prima ed un panettiere dopo: i sensi vengono inebriati e non possiamo esimerci dall’acquistare brioches e pane appena sfornati … Il programma di oggi prevede spiaggia e mare: del resto San Vito lo Capo è un vero paradiso in questo senso. La sabbia fine, bianchissima, ed il mare trasparente riconducono a luoghi caraibici e ci godiamo una giornata scandita soltanto dall’orario dei pasti! Per concluderla degnamente ci concediamo una cena al ristorante (non sarà facile trovare posto) dove tra l’altro assaggeremo il famosissimo cous cous.
Giovedì 21 giugno
Lasciamo l’area di sosta per spostarci nuovamente verso Trapani. Poco prima, in località Pizzolungo, abbiamo dei parenti che rivediamo più che volentieri. Il camper troverà spazio nella loro proprietà e per raggiungere la città, dopo pranzo, ci serviamo della loro utilitaria, sicuramente più adatta per addentrarsi nel traffico. Trapani è un città gradevole, che per certi versi ricorda più un paese che un capoluogo di provincia. E’ fortemente legata alla pesca ma del resto, vista la posizione, non potrebbe essere altrimenti. Ancora una volta la pavimentazione in levigata pietra aumenta la percezione di calore e passeggiare al sole risulta piuttosto impegnativo. Da un precedente viaggio ricordavamo la presenza di “Colicchia” storico bar che offre granite superlative, nettamente al di sopra di quelle normalmente gustate altrove. Senza fatica ne ricordiamo la posizione e comodamente seduti ai loro tavoli, ci regaliamo questa prelibatezza unica!
Venerdì 22 giugno
Le cose da raccontarci con i parenti sono tante e la giornata scorre velocissima. In un attimo sono le sedici e dobbiamo fare rientro al porto di Palermo. La Excelsior della GNV non salperà prima delle 21:00, ma il nostro istinto ci dice che è meglio muoversi con anticipo. Oltrepassiamo Castellammare del Golfo, paese natale di mio papà, e non nascondo un po’ di malinconia ripensando alle innumerevoli volte che sono “sceso” fin qui, dalla prima infanzia all’adolescenza inoltrata: davvero tanti bei ricordi! La A29 ci porta verso Punta Raisi, quindi Capaci dove ancora una volta una stele ci ricorda la triste cronaca degli anni 90. Il traffico diventa caotico e terribilmente disordinato. Se uscire da Palermo è stato piuttosto semplice, la stessa cosa non possiamo dire per farvi rientro. Il Garmin ci costringe a percorsi incomprensibili, tanto da farci decidere che proseguire “a naso” è forse meglio: del resto il porto è sulla nostra sinistra e difficilmente possiamo sbagliare. Ci sono code ovunque e ci muoviamo a passo di lumaca: per fortuna abbiamo dato retta al nostro istinto … Verso le 18:30 siamo in banchina e possiamo tirare un sospiro di sollievo. Mandiamo gli ultimi messaggi e saliamo a bordo, guadagnando un posto sulla balconata di poppa dalla quale godremo di un panorama mozzafiato col sole che tramonta sulla città di Palermo. Prendiamo il largo e ciascuno dei passeggeri presenti cerca di catturare questo bel “quadro” immortalandolo chi con lo smartphone, chi con la macchina fotografica, altri ancora semplicemente con lo sguardo.
Sabato 23 giugno
La traversata, al pari di quella di andata, trascorre in modo tranquillo e tutto sommato veloce. Alle 18:00, perfettamente in orario, vengono gettate le cime e pochi minuti dopo usciamo dal ventre della nave. Imbocchiamo la Genova Voltri Santhià, quindi la Piacenza Torino ed il Giancamper, egregio compagno di avventura, viaggia silenzioso macinando km in modo fluido e regolare. Intorno alle 20:00 siamo al rimessaggio, alle porte del capoluogo Piemontese. Siamo a Torino, siamo a casa nostra (quella in muratura).
Conclusioni
Questo viaggio è nato così, quasi per caso. Conosco da sempre la Sicilia ed i Siciliani, ma come detto era tutto confinato a Castellammare del Golfo e poco altro. Gli stessi ricordi erano cristallizzati in un tempo ormai lontano. Per “sentito dire” sapevamo quanto fosse fruibile ed accogliente anche verso il turismo itinerante e la nostra esperienza non può che confermarlo. Abbiamo trovato aree sosta un po’ ovunque e se anche non avessimo avuto un nostro elenco, non sarebbe stato difficile trovare sistemazioni un po’ ovunque. Il periodo è sicuramente azzeccato: non c’è confusione, i prezzi sono decisamente ragionevoli (mediamente 15/20 € per notte) il caldo non è ancora opprimente e si possono ammirare aree verdi e piante fiorite, improbabili nei mesi più caldi dell’anno. L’accoglienza locale è indescrivibile, paragonabile all’abbraccio di un caro amico. Ci rimarranno nel cuore i luoghi e le persone incontrate; i colori vivaci ed i profumi intensi; le strade di pietra ed il sole che avvolge tutto e tutti. La Sicilia è unica: bella e controversa come pochi altri luoghi al mondo, ha dato i natali a scrittori appassionati e poeti brillanti. La Sicilia è un luogo dove inevitabilmente si vuole tornare. Cosa che noi stessi faremo prima possibile …