Pubblicato:
11/11/2009 da
kalon
Periodo:
28/04/2009 - 05/06/2009
(38 giorni)
Non specificato
Partiamo da Bra alle ore 8 per la mitica Samarcanda in compagnia di dei nostri amici Anna e Carmelo, abbiamo appuntamento con altri sette equipaggi a Verona, dobbiamo ancora passare a Milano per ritirare le assicurazioni sanitarie per tutto il gruppo.
Pernottiamo nell’area di sosta di Verona in attesa dell’arrivo del sig. Brasioli che arriva da Roma con i passaporti ritirati all’ambasciata del Kazakistan.
Ore 8 : tutti e nove gli equipaggi sono arrivati, ci dirigiamo verso Trieste per attraversare la frontiera Slovena, viaggiamo tutto il giorno ed entriamo in Ungheria sostiamo per la cena e pernottiamo.
Ore 8,30 : partenza per Budapest dove arriviamo verso mezzogiorno, dobbiamo attraversarla tutta per prendere l’autostrada che ci porterà verso l’Ucraina, nonostante il gran traffico non perdiamo nessun equipaggio, sosta pranzo con distribuzione di numeri, bandierine italiane e documenti vari, proseguimento con sosta cena e pernottamento in un parcheggio custodito per camion (4 euro) a pochi chilometri dalla frontiera Ucraina.
Ore 9 : arriviamo alla frontiera Ucraina dove impieghiamo quasi un’ora per passare, proseguiamo per Leopoli attraversano i Carpazi, arriviamo nel tardo pomeriggio e parcheggiamo all’interno dell’ippodromo.
Ore 16 : incontriamo la nostra guida Vittoria una bella ragazza di venticinque anni di nazionalità Bielorussa ma che parla molto bene l’italiano, è accompagnata dal suo autista Sergej anche lui bielorusso.
Ci illustra tutte le particolarità di questo impegnativo viaggio soprattutto riguardo alle brutte condizioni delle strade in Kazakistan ed Uzbekistan.
Ore 7,30 : partiamo per Kiev, arriviamo al campeggio alle ore 18, primo assaggio di strade dissestate, qui ci fermeremo due notti.
Ore 9 : partenza con un bus per la visita della capitale Ucraina, con noi Giuglia una simpatica guida che parla l’italiano. Visitiamo il Convento delle Grotte, Santa Sofia, un giro per i mercatini e sosta al supermercato per scorta alimentari, rientriamo alle 18 al camping.
Ore 7,30 : lasciamo Kiev in direzione frontiera russa, pernottiamo in un parcheggio di un hotel a circa 50 km dalla frontiera
Ore 7,30 : partiamo per la frontiera, lungo la strada incontriamo diversi posti blocco della polizia, arriviamo alla frontiera Ucraina – Russia alle 8,30 ed attraversiamo quella russa alle 15, abbiamo dovuto pagare una tangente di 5 euro a camper ai doganieri ucraini per sveltire le operazioni doganali, spostiamo le lancette di un’ora in avanti. Proseguiamo per Rossoch e prima di entrare in città siamo fermati dalla polizia russa e dobbiamo pagare pegno con due bottiglie di vino, arriviamo alla sera tardi piove e fa freddo, sostiamo in un parcheggio di hotel.
Ore 9 : con un bus andiamo a visitare il Museo degli Alpini, rientriamo al parcheggio pranziamo poi partiamo in direzione Volvograd (ex Stalingrado), breve sosta per salire su di un belvedere dove è posto un monumento dedicato ai caduti dell’Armata Rossa ed ammirare il fiume Don. Strada facendo ci ferma due volte la polizia, questa volta senza obolo da pagare, arriviamo al parcheggio verso le 22 ancora da cenare.
Ore 9 : partenza per Volvograd sostiamo nel parcheggio di un hotel a ridosso del grandioso mausoleo che commemora la battaglia di Stalingrado, dopo pranzo visitiamo il mausoleo dove assistiamo al cambio della guardia, con il tram andiamo a visitare il museo della battaglia con all’interno splendidi e grandiosi diorami, all’esterno un edificio semidistrutto lasciato intatto alla memoria. Alla sera cena tipica russa in un ristorante caratteristico ambientato al periodo della seconda guerra mondiale.
Ore 7 : partenza di buon mattino perché più tardi le strade saranno chiuse per la festa della vittoria, ci viene donato una coccarda di colore arancio nera, simbolo della festa, che leghiamo alle antenne del CB. Breve sosta al supermercato e poi strada facendo attraversiamo il Volga talmente vasto che sembra un mare, per attraversarlo passiamo sopra una diga lunga due chilometri, che sfrutta il fiume per produrre energia elettrica.
Il paesaggio diventa più arido. La polizia ferma Loris e poi Carmelo, praticamente in due chilometri troviamo tre blocchi di polizia, la temperatura è di 20° altitudine 0 mt. Alle ore 19 arriviamo alla frontiera russa che riusciamo ad attraversare alle 21, tra la dogana russa e quella kazaka ci sono circa 10 km, sostiamo in uno slargo per aspettare gli altri e fotografiamo il paesaggio con il tramonto e ceniamo pensando di essere in terra neutra ma siamo ancora in Russia. Entriamo in dogana kazaka dove ci chiudono in un recinto per il pernottamento in quanto sia questa che quella Uzbeka sono aperte solo dalle 9 alle 19 con tanto di pausa pranzo delle 13 alle 14. Qui le persone cambiano di fisionomia assomigliando più ai mongoli, spostiamo le lancette ancora di un’ora in avanti, tre ore dall’Italia.
Domenica 10 maggio
Ore 9 : assistiamo al cambio turno, dopo quattro ore passiamo la frontiera, in attesa degli altri ci fermiamo a fotografare delle manguste, ancora un posto di blocco poi partiamo per la grande avventura, ora locale 10,30, siamo circondati da n paesaggio stupendo, cavalli, cammelli, mucche, pecore, una distesa di verde ed acqua ed ogni tanto incontriamo dei cimiteri tartari mussulmani molto caratteristici. Proseguendo, il paesaggio si fa via via più arido e selvaggio. Ore 11,30 primo controllo polizia kazaka, temperatura 24° e siamo 27 metri sotto il livello del mare, ci sono parecchi cammelli che ci attraversano la strada. Ore 16,30 attraversiamo il ponte che divide l’Europa dall’Asia, ci fermiamo superiamo la città di Atiray, dopo circa 8 km parcheggiamo presso un ristorante, Vittoria torna indietro a cambiare i soldi e poi anche noi ritorniamo in città per fare il pieno di gasolio. Pernottiamo nel parcheggio del ristorante.
Ore 7,30 : partiamo in direzione Kulsary, ci attendono 90 km di sterrato alternati a strada asfaltata, ad un certo punto una deviazione per lavori in corso ci costringe a proseguire su una pista sabbiosa nel deserto, la macchina degli accompagnatori si insabbia, dobbiamo trainarlo con un cavo attaccato ad un camper, alle 14 fermata in un paesino per pausa pranzo (ore 15 - 28°), proseguiamo per Beyneu, (ore 17) facciamo rifornimento gasolio, pausa caffè poi dobbiamo affrontare 15 km di strada asfaltata e 65 km di sterrato, questa sera dormiremo nel deserto. Ore 18 – 31° percorriamo 80 km ai venti all’ora, sembra di viaggiare su una pedana vibrante, per la presenza di molti sassi appuntiti alto pericolo di foratura, Luigi inizia ad avere le allucinazioni, scambia due pezzi di rottami di ferro a bordo strada per due cammelli, arriviamo alla frontiera uzbeka alle ore 21 cenaiamo e pernottiamo. Orario frontiera 9 – 20.
Ore 6 : piove, la dogana apre alle 8, usciamo alle 10 da quella kazaka, passiamo quella Uzbeka alle 15,30, i nostri accompagnatori sono fracidi per la pioggia, ci sono 17°, ore 18,30 abbiamo percorso 80 km di strada sterrata, e dopo 150 km dalla dogana troviamo la strada sbarrata da un posto di blocco che superiamo grazie all’assistenza della nostra guida Vittoria. Ci fermiamo nel deserto in un posto di ristoro in costruzione, in lontananza si vedono dei lampi enormi, tempo 10 minuti arriva violenta una tempesta di sabbia, che ci avvolge in un turbinio di polvere che entra anche nei camper, per fortuna che si trasforma in un temporale.
Ore 7,30 : proseguiamo in direzione Kiva, (20°), sono due ore che viaggiamo nel nulla del deserto, ore 10,30 ci fermiamo per rifornimento, il gasolio in Uzbekistan è riservato ai mezzi agricoli per la coltivazione del cotone e lo dobbiamo acquistare di contrabbando con dei fusti e l’acqua da un idrante. Ore 12 si decide di proseguire ancora per 150 km prima di mangiare, strada facendo incontriamo un temporale la temperatura scende di 7°.
Sosta pranzo alle 15, durante il tragitto per evitare il passaggio di un ponte difficile, la guida sbaglia strada e ci troviamo improvvisamente alla frontiera con il Turkmenistan, torniamo indietro per una strada secondaria fortemente disastrata, arriviamo a Kiva alle 22 senza aver cenato, sono stati 200 km scansando buche, carretti, pedoni, mucche tutto al buio. Ci sistemiamo nel parcheggio dello splendido hotel Asia proprio sotto le mura.
Ore 9 : con una guida russa e Vittoria che traduce visitiamo la splendida Kiva, pomeriggio libero e cena in un ristorante tipico dentro le mura.
Ore 7,30 : lasciamo Kiva in direzione Buhara (500 km), dopo pochi chilometri la macchina degli accompagnatori buca una gomma, (ore 9 – 25°), ci fermiamo ad un distributore ma ci danno gasolio solo per tre camper, terminiamo il rifornimento ad un altro distributore. 13,30 sosta pranzo proseguiamo su strada a tratti bella ma a tratti molto dissestata, (Ore 16 - 35°). Arriviamo a Buhara alle ore 20 e parcheggiamo presso l’hotel Semurg.
Ore nove : visita alla città di buhara, una perla nel deserto, con una guida russa parlante l’italiano, pranzo in ristorante uzbeko, pomeriggio proseguimento visita della città e rientro in camper in taxi.
Ore nove : ritorniamo in città perché abbiamo una giornata libera, pranzo con spiedini a bordo di una grande vasca d’acqua attorniata da una miriade di zampilli, a ridosso di una vecchia madrassa, spese varie di souvenir e ritorno in taxi al parcheggio. Alla sera cena con spettacolo folkloristico con musica e danze all’interno di una delle più belle madrasse di Buhara.
Ore 7,30 : partenza da Buhara per Samarcanda, (350 km), sosta a Sarislab città natale di Tamerlano, oggi molto nuvoloso con pioggia (17°), attraversiamo un passo a quota 1700 metri, in cima foto d’obblico sotto il cartello della regione Samarcanda, discesa con molte buche, regaliamo scarpe i gadget ai bambini, lungo la strada molte bancarelle che vendono una specie di cardi rossi. Arriviamo a Samarcanda nel tardo pomeriggio e parcheggiamo presso l’hotel Central.
Ore 9 : visita alla città di Samarcanda accompagnato dalla guida Alvero di Bhukara ma che parla molto bene l’italiano.
Ore 9 : giornata libera, ne approfittiamo per visitare il mercato pieno di gente e colori, nel pomeriggio Luigi sale sul minareto che essendo in restauro è chiuso al pubblico ma dopo una piccola mancia ai poliziotti riesce ad entrare Nori rimane in camper perché ha febbre e dissenteria. Alla sera cena con spettacolo folkloristico (Nori mangia solo riso), poi passeggiata serale per vedere Piazza Registran di notte, ma come arriviamo si spengono le luci (ore 10), si avvicinano dei poliziotti dicendo che se paghiamo 30 euro accendono per 5 minuti ma noi non accettiamo, arriviamo ai camper e Sergej è con alcune persone che cercano di aggiustare la macchina che non va più in moto.
Ore 7,30 : lasciamo il parcheggio dell’hotel Central Vittoria deve salire sul camper di Renato perché la macchina è fuori uso, noi carichiamo il suo bagaglio e partiamo per il viaggio di ritorno (17°). Vittoria è preoccupate perché Sergej deve passare la dogana uzbeka e kazaka con noi e la macchina. Viene così trainato per più di duemila chilometri con una corda attaccata ad una vecchia fiat 131 e viaggiando anche di notte riesce ad arrivare alla dogana poco dopo di noi. Ore 10 (25°) pausa caffè, distribuiamo le ultime scarpe a due donne con bambini che ci ringraziano molto contente. Dobbiamo visitare un castello di Alessandro Magno ma lungo la strada incontriamo un posto di blocco, la strada è chiusa per i turisti e dobbiamo tornare indietro per prendere la strada per Buhara. (ore 14 – 27°), arriviamo a Buhara e sostiamo di nuovo presso l’hotel Semurg.
Ore 7,30 : partenza direzione Nukus (km 570), ore 11 nel deserto rosso incrociamo un camper tedesco (31°), sostiamo brevemente più avanti su di un belvedere che da su un grande specchio d’acqua che fa da contrasto all’aridità del deserto, (15,30 – 35°), rifornimento gasolio e pernottamento in un parcheggio di hotel.
Ore 7,30 : partenza direzione dogana kazaka, il cielo è grigio e pioviggina, breve sosta la mercato di Kungrad per acquisto di alimentari, poco dopo ci fermiamo per fotografare un grande cimitero mussulmano. Proseguiamo per 25 km di sterrato ai 20 all’ora sollevando un polverone, (ore 10,30 – 33°). Sostiamo per pranzo in una moderna oasi del deserto per la presenza di una fabbrica di soda, si avvicinano dei bambini incuriositi a cui diamo delle caramelle, in pochi minuti siamo circondati da una miriade di bambini di tutte le età, alcuni di loro ci vogliono regalare una tartaruga, abbiamo mandato in fibrillazione tutto il paese compreso il poliziotto di guardia che sale sul camper di Elio e brinda con lui, poi quasi lo obbliga a visitare il suo ufficio ritardando così la partenza a tutti noi. Proseguendo per una strada a tratti sconnessa, ci troviamo di fronte a dei lavori in corso che ci obbligano a percorrere un tratto di pista sabbiosa nel deserto con alto rischio di insabbiamento, fortunatamente riusciamo a passare senza inconvenienti ma imbarcando molta sabbia. Dopo altri chilometri altra deviazione ma fortunatamente vittoria parlando con gli addetti ai lavori riesce a far spostare i macchinare facendoci passare dalla parte che stavano preparando per l’asfaltatura.
Ore 8 : frontiera uzbeka, (7°) Vittoria inizia a compilare i moduli per la dogana, che apre alle nove, c’è un vento fortissimo e freddo, cominciano a spuntare le prime bancarelle con acqua, bibite e semi che la gente mangia incessantemente, scopriamo che è una sorta di eccitante. Più che una dogana sembra un accampamento di zingari con capanne da ambo i lati della strada. Ore 11 passiamo tutti la dogana uzbeka e poi ed alle 14 con un pegno di due bottiglie quella kazaka, ripercorriamo la srada sterrata in direzione Beyneu. La macchina di Sergej lascia la fiat 131 per essere trainato da un furgone Ford russo. Diamo un panino e caffè a Vittoria che è ancora senza pranzo. (ore 14,30 – 28°). Dopo 80 km di sterrato e 15 di asfalto ma con grosse buche arriviamo ad un distributore per il gasolio e dopo il rifornimento ci fermiamo per cena e pernottamento.
Ore 7,30 : partiamo direzione Astrakan, (prima fotografiamo due cammelli che brucano l’erba dietro i nostri camper), al mattino l’aria è sempre fresca (16°), stiamo percorrendo una bella strada asfaltata, ma nuvole di sabbia alzate dal vento ci rallentano l’andatura per la scarsa visibilità. L’ennesima deviazione ci costringe a percorrere alcuni km su una pista sabbiosa dove veniamo avvolti completamente dalla sabbia, la visibilità è praticamente zero, con difficoltà ritorniamo sulla strada asfaltata. Ore 13 pausa pranzo, poco dopo ci fermiamo per rifornimento alimentare, fortunatamente inizia a piovere e la pioggia porta via un po’ di sabbia. Ore 17 arriviamo ad Atyrau e ripassiamo il ponte che divide i due continenti, lasciamo così l’Asia e ritorniamo in Europa. Attraversiamo la steppa kazaka, lungo la strada bisogna prestare attenzione a cammelli, mucche, cavalli e pecore incustoditi che attraversano la strada. Sosta e pernottamento presso un ristorante dove assistiamo ad un bellissimo tramonto mentre un fila di cammelli che ritorna dal pascolo ci sfila dietro i camper, naturalmente senza ombra di pastore che li accompagna. Oggi abbiamo percorso 530 km.
Ore 7 : si parte per la dogana kazaka ma Piero rimane impantanato e tutti devono spingere per tirarlo fuori, ma noi che siamo già a bordo strada non perdiamo l’occasione di fotografare e filmare tutta la scena.
Lungo la strada ritroviamo il magnifico paesaggio dell’andata, con tanto verde, laghetti vari, con mucche, cammelli, cavalli e pecore al pascolo.
Arriviamo alla dogana alle ore 11, grazie al solito pedaggio di bottiglie di vino la passiamo alle 13, alle 16 passiamo la dogana russa, spostiamo le lancette indietro di un’ora e ci dirigiamo in direzione Astrakan. Ad un certo punto un ponte interrotto per lavori ci costringe ad una deviazione, siamo obbligati ad attraversare il fiume su un ponte di barche con uno sbalzo notevole, data la lunghezza dei nostri mezzi che supera i 7 metri la preoccupazione è quella di toccare con il retro, dopo una attenta ricognizione a piedi decidiamo di provare, noi essendo i primi facciamo da cavia ma tutto si risolve senza danni. Arriviamo ad Astrakan verso le 17, e parcheggiamo presso un Megastore di bricolage e pernottiamo. Ritroviamo Sergej con la macchina riparata ma nell’entrare nel parcheggio con l’auto viene aggredito da un automobilista e riceve un pugno in faccia, di cui non sapremo mai il motivo.
Ore 9 : accompagnati da Vittoria visitiamo il Cremino di Astrakan, sosta ad un supermercato, pranzo e partenza per Elista capoluogo della Repubblica Autonoma dei Calmucchi una popolazione che discende direttamente dai mongoli. Arriviamo ad Elista nel tardo pomeriggio e parcheggiamo proprio a ridosso ad uno splendido tempio buddista, infatti tutta la popolazione calmucchia è di religione buddista. Appena parcheggiati ci affrettiamo a scendere per fotografare questo favoloso complesso religioso, con un maestoso tempio e a lato diversi tempietti con statue di divinità, il tutti colorati con tinte sgargianti. Mentre ceniamo a sorpresa arriva un troupe della televisione russa che ci intervista e sale su di un camper per vedere come sono fatti dentro. Grazie a Caterina che è una professoressa di inglese riusciamo a scambiare qualche battuta con la giornalista noi le doniamo un adesivo del Camper Club Bra ed una tartarughina spiegandole che è il simbolo del nostro club.
Ore 9 : assistiamo alla funzione religiosa che equivale alla nostra messa, al termina visita guidata al tempio, acquisto di souvenir, ultime foto e si riparte in direzione del confine russo – ucraino. Dopo la sosta pranzo veniamo fermati ad un posto di blocco dove ci trattengono per più di mezz’ora, chiedono 200 euro portando motivazione assurde come filmati in cui a loro dira risultavano eccessi di velocità, uso del cb e addirittura prove che le persone dormivano nel retro durante il viaggio. Visto il nostro netto rifiuto alla fine ci lasciano andare senza pagare niente. (oer 19,30 – 19°). Pernottiamo presso un hotel sperduto nei boschi nei pressi del fiume Volga.
Ore 8 : partiamo con un’ora di ritardo in quanto Vittoria ed il suo autista sono stati addormentati. Arriviamo in dogana russa alle 10 ed attraversiamo quella ucraina alle 15, sosta pranzo pio si riparte in direzione Zaparovia dove arriviamo alle 10 di sera. Spostiamo le lancette in avanti di un’altra ora. Ceniamo e pernottiamo in un parcheggio di hotel.
Ore 10 : con il bus andiamo in centro a Zaparovia, abbiamo a nostra disposizione una guida che però non parla italiano e Vittoria provvede alla traduzione, visitiamo prima una diga posta sul fiume Volga, (la prima costruita in Russia) iniziata da Lenin e terminata da Stalin, poi andiamo al museo dei cosacchi, Luigi nella foga di fare fotografie fa scattare l’antifurto. Rientro ai camper alle 14 pranzo ed alle 16,30 si riparte in direzione Kiev.
Dobbiamo fare 600 km su una strada tutta un saliscendi, tanto che sembra di essere sulle montagne russe, d'altronde siamo in Russia. In fondo ad una discesa Piero viene fermato dalla polizia e multato di 50 euro per sorpasso su striscia continua. Sosta e pernottamento in parcheggio di hotel, abbiamo percorso 180 km.
Ore 7,30 : partenza direzione Potava – Kiev, ci aspettano 500 km, nella sosta pranzo sbanchiamo delle bancarelle che vendono oggetti di paglia (bambole, cappelli, ecc.), lungo il tragitto diverse postazioni di polizia ed una di queste ferma e multa per eccesso di velocità Elio e Ferruccio, dopo una contrattazione, invece di 60 euro ne pagano 20. Arriviamo a Kiev nel tardo pomeriggio sostiamo nello stesso campeggio dell’andata e ceniamo presso il ristorante con spiedini e patate concludendo con un brindisi a base di mirto sardo offerto da Loris.
Ore 8 : con un pò di rammarico lasciamo Kiev in quanto questo è l’ultimo giorno del tour, ci dirigiamo verso Leopoli, nei 500 km percorsi se troviamo delle bancarelle ci fermiamo per acquisto souvenir, Elio e Loris fanno la parte del leone comprendo di tutto e di più. Anche oggi prendiamo un temporale, sono le 18 e ci sono 11°.
Arriviamo a Leopoli e dopo aver fatto l’ultimo rifornimento prepagato parcheggiamo all’interno dell’ippodromo come all’andata. Intanto sono già arrivati i componenti del tour successivo. Cena al ristorante dove al termine brindiamo tutti insieme al nostro mitico viaggio e con l’occasione ringraziamo la nostra guida Vittoria e l’autista Sergej in quanto loro ripartiranno per Samarcanda già il giorno successivo con l’altro gruppo.
Ore 8 : (10°) con un po’ di tristezza lasciamo l’ippodromo immerso nella nebbia. Oggi il gruppo si dividerà per diverse destinazioni. Durante il tragitto le solite numerose postazioni di polizia e Renato viene multato per essere senza cinture mentre Loris per non aver capito che si doveva fermare ad un posto di blocco. Arriviamo in dogana alle 12,30 spostiamo indietro per l’ultima volta le lancette di un’ora, c’è una fila lunghissima di macchine che procedono molto lentamente, dopo due ore e mezza di coda si avvicina una signora che parla italiano ed indicandoci una poliziotta ci dice che se sborsiamo 10 euro a testa ci fa passare ma noi rifiutiamo.
Così quando tocca a noi i doganieri ci fanno un controllo minuzioso dei camper facendoci compilare degli strani moduli, tutto questo per rivalsa, ma noi non demordiamo e non paghiamo nulla. Dopo quasi sei ore passiamo la frontiera ucraina e velocemente quella ungherese, ci fermiamo ad acquistare la vignette autostradale e partiamo in direzione Budapest. Sostiamo per la notte ancora tutti insieme a circa 40 km dalla capitale ungherese.
Ore 6 : alcuni equipaggi partono per l’Italia noi con Carmelo e Piergianni andiamo a Budapest dove ci fermeremo un giorno per visitarla. Dopo aver girato per la città in cerca di una sosta troviamo con un pò di fortuna un piccolo ma grazioso campeggio ricavato sulla collina da una vecchia stazione di tram. La gentile signora del campeggio ci fornisce di biglietti per il bus e di cartina per girare la città. Visitiamo Budapest con un bus turistico con tanto di audio guida in italiano che ci permette di scendere e salire alle diverse fermate in continuazione, abbiamo così l’opportunità di visitare i punti più importanti della città. Ritorniamo al campeggio alle 21 stanche ma molto soddisfatti. Costo dell’intera giornata 63 euro a coppia compreso il camping e la prima colazione del mattino.
Ore 9 : dopo aver degustato l’abbondante colazione offerta dal camping partiamo in direzione Slovenia (11°).
Impieghiamo un’ora e mezza per uscire da Budapest (5 km) causa lavori in corso all’ultimo semaforo prima di imboccare l’autostrada, dopo 130 km di nuovo fermi mezz’ora per l’incendio di un camion sulla carreggiata, nell’attesa Nori fa cuocere la pasta che mangiamo poi più avanti in una area si servizio. Ore 14 riprendiamo il viaggio ed alle 15 entriamo in Slovenia, ci attendono ancora 1000 km per arrivare a casa. (ore 17 – 21°).
Pernottiamo in una area di servizio sull’autostrada Venezia – Milano.
Ore 8 : partenza per Bra arrivati a Cinzano salutiamo Carmelo e Piergianni e finalmente dopo 13000 avventurosi ma appassionanti chilometri arriviamo a casa.