Pubblicato:
29/05/2012 da
dantesol
Periodo:
16/08/2010 - 27/08/2010
(11 giorni)
Non specificato
VIAGGIO FRA BOSNIA E SERBIA
UN VIAGGIO NATO PER CASO, UN MISTO TRA TURISMO E PELLEGRINAGGIO.
Ciao a tutti siamo Dante e Sol, una coppia affiatata che condivide molto del suo tempo insieme e che si mette in discussione continuamente.
Bene verso luglio incominciamo, come ogni anno del resto, ad interrogarci su dove passare le nostre vacanze ad agosto (purtroppo da 6 anni possiamo fare vacanza solo ad agosto, periodo, per noi, molto sofferto: troppi turisti e prezzi lievitati rispetto ad altri periodi): Austria o Bosnia. Mete tutte e due care a noi, l’Austria per i paesaggi fantastici, fresco di notte e quindi si può dormire tranquilli e sopratutto c’è anche l’acqua dove balnearsi (a Sol senza i bagni, non sembra di stare in vacanza). Bosnia, ci siamo stati 4 anni fa nel nord e ci è piaciuta moltissimo: gente affabile, prezzi decisamente abbordabili, notti fresche anche se i giorni a temperature folli, unico neo: scarsità di laghi e fiumi (poi invece scopriamo che quasi ogni località ha la possibilità di balneazione presso il fiume locale) . Sol si prodiga per una settimana buona a capire il tempo meteo: Austria probabilmente freddo e piogge continue, Bosnia caldo estivo con qualche possibile precipitazione…decidiamo per la Bosnia che abbiamo visto 4 anni fa in quasi per caso.
Bene e adesso l’ipotetico tragitto: Trieste (città dove abitiamo), Zagabria, Slavonia, Belgrado, Sarajevo, Mostar, Medugorje, Dubrovnik. E adesso troviamo un po’ di informazioni…come? Per Bosnia e Serbia non ci sono guide? C’è solo i “Balcani Occidentali” della Lonely Planet? Va beh vuol dire che risparmieremo sulle pubblicazioni… Ma cosa trovo inaspettatamente in libreria? Una guida su Belgrado della Versoest: meglio di niente. Ci mettiamo a cercare resoconti in internet: ce ne solo sulla Herzegovina (zona di Mostar e Mediugorje).
Li troviamo su www.camperonline.it e www.turistipercaso.it , e visto che abbiamo un camper, mi iscrivo sul sito di camperonline, e nel forum altri camperesti gentilissimi, ci danno indicazioni sui pernotti: beh qualcosina c’è. Ci mettiamo a fare il conto dei chilometri: 2000 circa in due settimane? Accidenti troppi, poi torniamo a casa e dobbiamo fare una vacanza per riposarci dalla vacanza appena conclusa…ma ecco la soluzione: traghetto, da Dubrovnik a Rrijeka, era meglio se giungesse a Trieste, ma non ce sono e poi Rijeka dista solo 60km da Trieste un’ora di statale e ci siamo; inoltre ci risparmiamo in questo modo 635km di costa dalmata con un mucchio di traffico, oppure un 800km di strade bosniache-croate con scarso traffico. Il 7 agosto acquistiamo presso al nostra agenzia di fiducia, l’Aurora Viaggi, il biglietto del traghetto della Jadrolinija: camper e due cuccette in cabina da soli a 264,00 euro; certo avremmo potuto risparmiare gli ulteriori 10 euro di diritti d’agenzia ed acquistare il biglietto in internet, ma così ci siamo messi al riparo da disguidi dipendenti dalla compagnia. Unico neo dobbiamo rientrare 2 giorni prima: infatti il traghetto parte da Dubrovnik il giovedì 26 con arrivo il venerdì 27 a Rijeka, va beh non importa faremo un giretto nelle isole dalmate al rientro (una a caso: Krk visto che dista solo 55km da Rijeka)…Poi al rientro scopriremo che ci aveva contattato Anna (guida autorizzata per Mostar e Medugorje annamostar@alice) che ci avrebbe permesso di evitare alcune “furbaggini” a Medugorje…Nella nostra città abbiamo anche una nutrita comunità serba e scopriamo che vicino a Belgrado, e precisamente sul Fruska Gora e quindi di strada, vi sono una serie di monasteri ortodossi dove i serbi vi fanno dei pellegrinaggi: passiamo per Medugorje, pellegrinaggio cattolico, proviamo e vedere come sono quelli ortodossi.
Eeeehhhh, si parte, sistemate le ultime cose nel camper rifornito di tutto con un’autonomia di H2O e capienza WC chimico di almeno 4 giorni: sono le 12,30 di lunedì 16 agosto.
Passato il confine in Slovenija, facciamo il pieno (1,18 euro/l), compriamo la vignetta per 7 giorni (15 euro) e ci dirigiamo verso Ljubljana e poi a sud. Ci fermiamo a Novo Mesto, la più piccola cittadina della Slovenija ed unica da noi ancora non visitata: “ma questa piazza la riconosco, pure sta via”, ebbene ci siamo dimenticati d’averla visitata e proseguiamo subito per Zagreb.
Verso le 16,00 arriviamo a destinazione (km percorsi 218): una grande città (circa 1 milione d’abitanti), ordinata e traffico “normale” e decisamente tollerante verso dei camperisti, come noi, che non sappiamo bene dove fermarci. A caso ci ritroviamo nella Trnjaska Cesta, e parcheggiamo davanti ad una chiesa e vi pernottiamo liberamente pure. Bene e per il centro? Wow alcuni zagrebrini ci dicono che siamo a 15’ a piedi dal centro, e c’è pure una ciclabile…bici o a piedi…a causa dello stress non ancora scaricato del lavoro, casa, ecc…non ho voglia di scaricare le bici dal gavone: passeggiatina.
Entriamo in città grazie ad un sottopassaggio proprio sotto la stazione di Zagreb (Glavni Kolodvor)….eeehhh subito abbiamo di fronte un bel vialone alberato con tanto di prati in mezzo alla città, dove la gente passeggia, prende il sole, fa esercizi di salto acrobatico e di sera invasi letteralmente da giovani, e non solo, vogliosi di socializzare con una birra pessima ma economica (abbiamo un Pub-Birreria, dove serviamo birre artigianali di qualità e cibo argentino) e cenare all’aperto sotto le stelle nella quiete cittadina…ebbene sì nonostante siamo in pieno centro e Zagreb abbia circa 1 milione d’abitanti, non si sentono quasi le macchine che non suonano i clacson (!?), invece circolano tantissimi tram. Titubanti ci avviciniamo ai prati, ci togliamo i sandali e proviamo a camminare a piedi nudi sull’erba fresca: “ma non ci sono vetri rotti, né schifezze di qualsiasi genere, né escrementi di cane, il prato è curatissimo…ma su che pianeta siamo capitati? Pensavo fesse una prerogativa delle città nordiche, la pulizia dei prati.” Di prato in prato giungiamo alla cattedrale circondata da qualche resto di mura medievali e poi saliamo giusto per un’occhiatina sulla città fortificata: “e che cos’è quello? Un bosco, non un parco, un vero e proprio bosco ben curato sotto la cittadella?”, niente da fare ci rassegniamo a passeggiare in una città che ha conservato una buona fetta di verde ed è a misura d’uomo, dobbiamo confessarlo: Zagreb ci ha conquistati. Scendiamo dalla cittadella e ci intrufoliamo nella pedonale Pavla Radica, “ma quello parla spagnolo, Barcellona…anche quelli…il negoziante dà spiegazioni in spagnolo? Dovremo parlare italiano per non farci capire”, infatti noi per non farci capire di solito parliamo in spagnolo (Sol è argentina di Bahia Blanca, nella provincia di Buenos Aires e dista 700km dalla città di Buenos Aires), situazione molto insolita: di solito la maggioranza dei turisti sono italiani, chiediamo spiegazioni ad una coppia di Barcellona: in Spagna fanno moltissima pubblicità alla Croazia.
Wow un Brewpub (Pub che produce la birra che vende), ci fiondiamo sull’ultimo tavolo all’aperto rimasto…tra l’altro sono homebrewer (mi produco la birra che voglio direttamente dal malto che macino io e che ho anche provato produrre, maltando l’orzo). La birra è veramente buona e ordiniamo il nostro primo piatto di cevapceci (salsicciotti fatti di carne mista cucinati alla griglia o piastra): decisamente abbondante e solo 195 kune (due piatti unici, due dolci ed un litro di birra!!), ” siamo in una capitale ed è così economica?”, inoltre il cibo supera il test di Sol (Sol è molto sensibile di stomaco ai cibi: si accorge subito se il cibo è fresco o meno; per tutto il viaggio Sol non avrà problemi di stomaco, come invece succede spesso in Italia e qualche volta nella vicina Slovenija)…Torniamo soddisfatti al camper, ripassiamo per i prati del mattino: pieni di giovani che lasciano immondizia sull’erba? Ma oggi erano pulitissimi…Nessuno inopportuna il nostro sonno durante la notte…
Oggi venerdì 17 agosto, torniamo in centro passando per il giardino botanico ed un’altra serie di prati, che sono…tutti pulitissimi, “ma ieri c’era una montagnetta di rifiuti…”, vediamo una squadra d’operai, quasi tutte donne, dedite alla raccolta e cura del prato: svelato l’arcano, non c’è molto senso civico per la spazzatura, ma il comune si prende cura dei suoi prati in maniera esemplare. Risaliamo la cittadella, questa volta da sud, la funicolare, di costruzione metà ‘800, è in manutenzione purtroppo e come siamo in cima sotto una torre….veniamo assordati un botto fora timpani e veniamo immersi nel puzzo di polvere da sparo….incuriositi entriamo nella torre, e scopriamo che ogni giorno alle 12, e sì è già mezzogiorno, un cannone Skoda vero della I guerra mondiale spara a salve…a saperlo ci turavamo almeno le orecchie. Bene torniamo al camper e riprendiamo la strada.
A questo punto ci sorge un dubbio: statale o autostrada, gli eventi poi ci daranno ragione, abbiamo scelto l’autostrada,risparmiando molto tempo.
Ci fermiamo a Nova Gradisca, visto che la guida Turing assicurava un fiorente mercato d’oggettistica in legno fatta a mano. Non sapendo dove andare per trovare i manufatti, chiediamo una ragazza (io mi arrangio con lo sloveno e quindi anche con il croato), che ci porta nell’unico negozio che potrebbe averli: ma non solo altro che oggetti ordinari in legno e senza molta scelta…Rimaniamo delusi e riprendiamo l’autostrada. Verso sera usciamo presso Zupanja e prendiamo la statale 55 in direzione Vukovar.
Si avvicina il buio e proviamo ad infilarci in uno sterrato: soluzione ottima, ci troviamo dietro ad un boschetto isolati acusticamente e visivamente dalla statale, individuiamo un prato e per sicurezza chiediamo se è possibile fermarci ad un contadino lì vicino. Questo ci sconsiglia di dormire lì a causa delle coppiette che vengono a passare un paio d’ore” sotto le stelle”, invece ci invita ad entrare nella sua proprietà e di accomodarci come meglio credevamo (!). Dormiamo tranquillamente, zanzare a parte (km percorsi 276, pedaggi autostradali 140kune, camper incrociati 6).
Al risveglio il 18 agosto, il contadino per non disturbarci ha incominciato a lavorare nella zona più lontana a dov’eravamo…lo ringraziamo con una Samichlaus, una birra che dubito abbiano mai assaggiato in queste zone, e riprendiamo la strada. A Backa Palanca attraversiamo il confine ed entriamo in Serbia , ma lo passiamo in una strada secondaria (la 107) direzione Nestin, perché vogliamo salire da subito sul Fruska Gora, che scopriamo è anche un parco nazionale. Poliziotti croati perquisiscono il camper, ma è più un vederlo da vicino: chiedo caratteristiche e prezzo in euro…i serbi invece cercano merci illecite. Notiamo subito la differenza fra campi croati e serbi: gli uni ordinati curati, macchinari relativamente nuovi, case ben tenute, gl’altri trascurati, macchinari anni ’50 case sporche e trascurate. Bene alla ricerca dei monasteri, secondo la guida ce n’erano 35 ma ora d’attivi ve ne sono solo 15…guarda lì un sentiero che collega i vari monasteri con in sentiero segnato da dei cuori rossi per non perdersi, bella strada immersa nel bosco con tantissimi spiazzi attrezzati per la sosta, ma i monasteri? Non ne troviamo uno…troviamo una cartina del parco, rigorosamente in cirillico e non riusciamo a capire dove siamo e soprattutto dove sono i monasteri, degli austriaci a piedi erano nella nostra medesima situazione. Sconfortati decidiamo di lasciare il monte sacro e di immergerci nella caotica Beograd. Ma quando le speranze sembravano perse, ecco l’indicazione per un monastero verso Beocin e vi ci buttiamo a capo fitto speranzosi…ma stiamo scendendo? I monasteri non erano sul monte? Invece quasi alle pendici del monte vediamo un casermone stile caserma in mattoni a vista, non so perché ma mi fermo, entriamo ed era un monastero di monache ortodosse! Il casermone, semivuoto e che ospita le suore, nasconde una graziosa chiesetta con un bel ciclo d’affreschi rinascimentali all’interno, e dove anche acquistiamo dell’ottimo vino di loro produzione. Per sbaglio ci troviamo sulla statale 21, complice le indicazioni in cirillico, e scopriamo la scioccante guida dei serbi: strada in salita a doppia corsia per senso di marcia, sto superando un camion, a tutta velocità arriva una mercedes che non rallenta (!!), ma ci supera sulla sinistra andando su uno sterrato e se non inchiodo il camper, il mercedes sarebbe finito in un burrone!!!! Non paghi il camionista mi ha dato dell’imbecille e la macchina dietro mi ha suonato (!?), a noi non al mercedes…evidentemente qui usano un codice della strada diverso da quello dettato dal buon senso. Dopo questa scioccante esperienza e cercando di smaltire l’adrenalina accumulata vediamo un altro monastero e decido di fermarmi: rettilineo, incolonnati a velocità bassa, metto la freccia per svoltare a sinistra: sopraggiungono due macchine a folle velocità in sorpasso strombazzandomi!!! Nella speranza di una pausa ristoratrice notiamo la differenza d’accoglienza dei monasteri ortodossi: i cattolici accolgono a braccia aperte i pellegrini senza chiedere nulla in cambio, ovviamente un’offerta al sostentamento del monastero è gradita; gli ortodossi si aspettano invece subito un’offerta di qualsiasi natura, altrimenti ignorano in maniera sconcertante il pellegrino, vediamo infatti con dei serbi offrendo del vino vengano accolti in modo riguardoso. Paese che vai usanze che trovi. Riprendiamo titubanti la strada ed ad Irig tagliamo per prendere la strada (130) che volevamo fare dall’inizio, decisamente più tranquilla…ed incontriamo un altro monastero a Krusedol, pausa esplorativa ed assistiamo ai vespri. Ripresa la strada per Beograd, un po’ stanchi ed affamati ci fermiamo a Indija: carina cittadina vivace e ci prendiamo due panini giganti ai cevapceci, il tutto a 300 dinari (1 euro=103 dinari): io sinceramente non ho sentito più il senso della fame per i 2 giorni successivi, Sol invece non ha finito il panino ed è stata male, non per la pessima qualità della carne, che era ottima invece, ma perché aveva mangiato troppo. Essendo il giorno sul finire decidiamo di fermarci nel posto più carino possibile sul Danubio, ma cerca che non troviamo, l’unico posto bello e tranquillo, scopriamo in seguito, è nel centro della Nova Beograd! E senza volerlo ci troviamo in una posizione ottima sul Danubio, a 5’ di bicicletta dal centro storico, di fronte ad una stazione balneare sul Danubio ad entrata libera e a due passi dai barconi sul Danubio che propongono di tutto al suono di buona musica balcanica. Nei prossimi due giorni rimaniamo qui a dormire in un parcheggio libero senza essere disturbati da nessuno (km totali 233 e zero camper incrociati).
Nonostante la stanchezza, siamo arrivati a Beograd alle 21 circa, decidiamo di fare un giro sul Danubio affollatissimo, e sentiamo in lontana un suono intenso e pensiamo ad una discoteca, avvicinandoci troviamo invece il Beograd Festival Beer: pessima birra a fiumi ed ottima musica serba dal vivo. Polizia ogni dove: a cavallo, in assetto antisommossa, in divisa ordinaria ma tutti al di fuori del perimetro recintato del festival. Decidiamo di entrare a me il servizio d’ordine palpa ogni centimetro del corpo, invece le donne non le toccano anzi non le guardano nemmeno…ritornando al camper notiamo un’usanza curiosa belgradese: premettendo che all’interno del festival c’erano solo 13 bagni chimici e l’anno scorso circa 500.000 presenze, per ovviare all’evidente carenza vi era una fila ordinata di uomini ad urinare verso il Danubio, le donne invece semicelate sotto gli alberi il tutto sotto la supervisione della polizia! Disagi o atteggiamenti molesti incontrati: nessuno!
Al risveglio del giovedì 19, decidiamo di mettere in uso le bici, passando sulla ciclabile lungo il Danubio in direzione centro storico di Beograd, vediamo diverse squadre al lavoro a ripulire i prati da tutti i rifiuti della sera precedente tanto da poter pure qui passeggiare a piedi scalzi sull’erba verdissima. Visitiamo il centro che non ci entusiasma come Zagreb: troppi edifici di stampo comunista, ma comunque molto interessante soprattutto il museo della guerra che ha messo a disposizione nel parco diversi mezzi corazzati della II guerra mondiale: io mi faccio fare la foto da Sol accanto a tutti, con sua grande gioia…quando le parlo di storia (una mia passione) riesce anche ad addormentarsi, pure per strada…Ritornando al camper decidiamo di percorrere una parte della ciclabile della Sava, che qui a Beograd confluisce nel Danubio, e sorpresa: per evitare troppo sforzo ai ciclisti c’è un moderno ascensore (sul ponte del Bulevar Mihajla Pupina) con usciere, il tutto alle spese della municipalità. Dobbiamo dire che il traffico di Beograd, a differenza della provincia, è decisamente ordinato, tranquillo, rispettoso dei ciclisti, e soprattutto non usa il clacson! Ritornati al camper decidiamo di approfittare della stazione balneare proprio di fronte. Attraversiamo un ponte provvisorio militare per giungere sull’isola Veliko Ratno Ostrvo e “ma quella è un rete mimetica militare…quelli sono camion militari…quello è un cingolato! Ma che ci fanno qui in centro a Beograd?” Insomma un’intera brigata militare a 10 metri da una spiaggia piena di bagnanti indifferenti e a 50 metri dalle case del centro di Beograd…mi viene istintivamente la voglia di fare una foto, ma per il semplice fatto che mi sono fermato, ho attirato l’attenzione di tre militari in contemporanea, ed ho deciso, saggiamente , di desistere e trattenere il mio impulso, anche perché non volevo sperimentare l’accoglienza delle carceri serbe…
Il bagno nel Danubio è stata un’esperienza decisamente rinfrescante…Il luogo di balneazione era molto ben delimitato in modo da non esser trasportati dalla corrente del fiume, inoltre vi erano due baldi giovani bagnini pronti ad intervenire nel caso qualcuno sfuggisse alle barriere protettive. Alla sera torniamo al festival, ma prima un cocktail su un barcone lungo Danubio a lume di candela. Entriamo al festival, facciamo una pessima esperienza con le birre locali e “ma tu non sei quello del Sol del Sur?” anche qui incrociamo una coppia di clienti del nostro Pub…Sol rimane decisamente contrariata dalla mia atavica resistenza ad entrare in discoteca, riesce ad estorcermi la promessa di entrare in discoteca a Sarajevo o dove sia…
Venerdì 20 agosto, riprendiamo la strada in direzione Sarajevo e complice il cirillico, riusciamo a perderci…piccola deviazioni di una ventina di chilometri troviamo la 19 la strada che volevamo prendere. Secondo rifornimento di gasolio: 65l a 6500Dn. Presso Loznica, facciamo tappa: riposo e ci bagniamo i piedi nella Drina. Passiamo il confine a Zvornik ed entriamo nella nostra cara Bosnia-Herzegovina, ma prima:
Poliziotto serbo:”da dichiarare?”
Io: “niente”
p.s.:”droga?”
io: “no” e rido involontariamente
p.s.:”armi?”
io : « no »
p.s. : “alcool ? “
io: ”una birra”
e mi sequestra una Mongonzo, birra al cocco, la nostra ultima birra buona, il tutto senza salire a bordo….Ci fermiamo poco dopo Vlasenica a pernottare, su un passo montano in compagnia delle mucche al pascolo notturno: sono le 20,30 (km totali 239, camper incrociati 0).
Sabato 21 agosto, verso le otto veniamo svegliati quasi bruscamente da fare concitato ed alquanto poco coerente di un montanaro bosniaco, che cercava di farci allontanare in quanto timoroso che gli rubassimo le vacche (!?!), spero sinceramente per lui d’aver fra inteso…comunque non ci facciamo impressionare e proseguiamo.
Un paio di chilometri dopo ci fermiamo presso dei contadini ed acquistiamo un litro di latte,un chilo di formaggio il tutto a 7 Dm (1 euro= 1,95Dm), tutto di ottima qualità. Mentre la signora sta preparando la merce: ci viene offerto il buonissimo per noi caffè turco, della ricotta affumicata, conosciamo tutti i componenti della famiglia (coppia con madre di lui, figlia con due nipoti ed anche un amico di passaggio), confortati da questo piacevolissimo scambio culturale (noi offriamo ai bambini del cioccolato), proseguiamo alla volta di Sarajevo: il traffico e la guida in Bosnia-Herzegovina sono decisamente più tranquilli e prudenti. Ci fermiamo anche ad acquistare del miele: 1 chilo a 10Dm, poi scopriremo che dopo Mostar lo troveremo a 4Dm! Verso le 10 arriviamo a Sarajevo e posteggiamo in una parallela alla Mula Mustafe Baseskije, in un posteggio custodito da una coppia di anziani di Tuzla, i quali erano temporaneamente a Sarajevo a casa del figlio, permettendogli così di andare in vacanza senza perdere i guadagni del posteggio (attività secondaria rispetto alla produzione di caloriferi): costo per 24 ore 15Dm…e ci diamo allo shopping folle ed economico nel centro di Sarajevo. Ci sentiamo subito a casa: fra minareti, chiesa cattolica, chiese ortodosse e sinagoga, quest’ultima a dire il vero sembrava un po’ trascurata.
Non so si vi è mai capitato di aver visto, assaporato un luogo pur non essendoci mai stati? Beh passeggiare tra le vie ciottolose di aspetto medievale, sentire e quasi vivere, pur non conoscendo bene il bosniaco ed affatto l’arabo, la preghiera coranica, assaporare il contatto con i sarejevini, complice il fatto che di turisti ce n’erano pochi, ci dava l’impressione di essere a casa. Vediamo però che le fascie più povere della popolazione utilizzano i bambini per chiedere l’elemosina a noi turisti, mendicanti che venivano prontamente allontanati dalla polizia. Alla sera, dovendo io fare ammenda, cerchiamo delle discoteche, ma non ne troviamo, allora ripieghiamo su dei “club”, dove viene proposta musica ad alto volume consumando bibite e può capitare di ballare; la cosa curiosa è che di alcol se consumava veramente poco ma soprattutto analcolici, immaginiamo per la questione coranica, ma dubito che fossero quasi tutti mussulmani, quindi una buona tendenza. Cerchiamo di entrare in un “club”, ma non ci lasciano entrare: io anche se vestito decorosamente porto pantaloni corti e maglietta (consiglio: alla sera vestitevi con pantaloni lunghi e camicia se non volete rischiare di non essere ammessi nei locali). Ritentiamo in un altro “club”, wow passiamo il chek-in, ma decidiamo di cambiare “club”. Anche qui passiamo, il proprietario, inizialmente un po’ guardingo visto il mio abbigliamento, poi saputo di essere colleghi ci mette il “tappetino rosso”; però non si balla e Sol, con mio grande sollievo, considera comunque adempiuta la mia ammenda con riserva: se incontriamo una discoteca nelle prossime località si riserva il diritto di farmi entrare, accetto anche la riserva…qui nei “club” però non abbiamo trovato turisti: rimanevano in pochi nei locali più tranquilli…Insolito che succeda a Sarajevo: un ragazzo ci ha svegliati verso le 5 del mattino con fare prepotente inseguito a breve da una volante della polizia (km totali 79, camper trovati 3).
Domenica 22 agosto, lasciamo la nostra “casa”, ma non senza prima aver condiviso un buon caffè turco con gli anziani custodi: lui ingeniere, lei laureata in economia, da cui veniamo a conoscenza di parte della loro vita. Giungiamo a Mostar verso le 14 e “ma cos’è tutta sta gente? Regalano da ste parti?”…quindi complice un caldo esagerato (36° all’ombra e non c’era ombra…), e una marea di turisti a cui non eravamo abituati, abbiamo fatto un bagno ristoratore nella Neretva stando attenti alla corrente veramente forte e proseguiamo per Medugorje. Al ritorno, scopriamo grazie ad Anna, che ci siamo persi buona parte di Mostar e alcune località molto interessanti nelle vicinanza, cosa che del resto sospettavamo. Inoltre mentre facciamo il bagno rinfrescante giunge un uomo con un rotwailler, fin qui nulla di strano, ma il cane aveva un collare con spuntoni estremamente appuntiti, infatti il cane voleva entrare in acqua, ma l’uomo lo ha strattonato: abbiamo sentito un guaito di dolore straziante, il cane si è appiattito a terra con la coda fra le gambe, insolito per un rotwailler solitamente cani molto fieri; poi l’uomo ha bagnato il cane (!?); ci auguriamo fosse un caso isolato.
Arrivati a Medugorje, praticamente senz’acqua e WC chimico all’orlo, chiediamo informazioni su campeggi: “come? Non ce ne sono? Siamo nei guai…” poi quasi per caso troviamo il camping Zelo (ma non era che non ce n’erano?): 10 euro a notte (qui a Medugorje la moneta corrente è l’euro) per camper, due persone, corrente ed acqua; poi al rientro, grazie ad Anna, scopriamo che ce n’erano altri tre di campeggi, più moderni, più puliti e meno costosi. Quindi ci dedichiamo al bucato, pulizie non proprio piacevoli e rifornimenti, scopriamo inoltre che la lingua ufficiale qui è l’italiano visto la mole impressionante di pellegrini italiani (km totali 157, da qui in poi i camper non si contano…).
Il lunedì 23 agosto, siamo andati ad informarci dov’era il Monte delle Apparizioni, si dimenticano però di avvisarci che c’è un sentiero che taglia in mezzo ai campi (che poi abbiamo visto dall’alto), facendoci allungare la strada di 3km sull’asfalto e sotto il sole…ma nonostante tutto troviamo il sentiero che conduce al monte…una curiosità: io di solito soffro terribilmente il caldo soprattutto camminando in salita incominciando a grondare a mo’ di fontana, invece mentre salivamo a 37° all’ombra con scarsa ombra, non sentivamo caldo eccessivo e soprattutto io non ho quasi faticato né sudato. Arrivati al luogo delle apparizioni “sentiamo” un’energia avvolgente data da una spiritualità molto intensa, certo bisogno crederci un po’, altrimenti si rischia di fare una faticosa scarpinata a vuoto…alla sera ci ritroviamo, per ironia della sorte, a ballare con dei polacchi davanti al piazzale della chiesa: sarà un caso oppure la Madonna desidera la nostra gioia? E finalmente Sol considera adempiuta l’ammenda senza più riserve.
Alla mattina di martedì 24 agosto ascoltiamo la testimonianza di Marija, veggente che riceve a tutt’oggi i messaggi della Madonna ad ogni 25 del mese: molto commuovente. Poi riprendiamo la strada direzione Dubrovnik, prendiamo la strada interna passando per Trebinje, evitando saggiamente il traffico e lo stress della costa dalmata. Durante la strada facciamo incetta di prodotti agricoli herzegovini a buon mercato e di ottimo sapore. Troviamo l’unico posteggio libero a Dubrovnik nella Ante Starcevica, beh il camper è un po’ inclinato ma per due notti stare comodi e tranquilli a metà strada fra l’imbarco di giovedì ed il centro storico di Dubrovnik. Alla sera visita al centro che conserva il suo aspetto medievale-rinascimentale e ben restaurato dopo i danneggiamenti del bombardamento del '91. Facciamo un bagnetto rinfrescante nell'Adriatico ed alla sera ritorniamo in centro per assistere al festival da strada: rispetto alle altre località un po' deludente (Km totali 153).
Il mercoledì del 25 agosto lo passiamo interamente in spiaggia. “Ma guarda quei giovani che si divertono lanciandosi da 3 metri…uuhh e quelli, saranno almeno 10…e quello dove va? Saranno almeno 25!! Sono veramente folli”. Noi invece ci abbronziamo a dovere, osservando ogni tanto con curiosità, lo spirito suicida di questi baldi dalmati.
Alla sera ritorniamo in centro: gelato gigante a 10kune e, guardando Dubrovnik, ripensiamo con nostalgia a Sarajevo e Medugorje….se non fosse per il traghetto, ci ritorneremmo subito…
Il giovedì 26 agosto ci incolonniamo per l’imbarco alle 8,30, per partire con il traghetto alle 10,00, super pieno: consigliamo di prenotare le cuccette o cabine almeno con un mese d'anticipo, infatti molti dormivano alla meno peggio sul ponte, invece noi belli e riposati (spagnoli ubriachi permettendo) abbiamo fatto una mini crocera. Con gli spagnoli ci siamo presi la rivincita al mattino: avendo loro dimentica la chiave in cuccetta gliel’abbiamo chiusa con la chiave all’interno… Curiosità: anche qui abbiamo trovato un nostro cliente del Sol del Sur, abbiamo giocato insieme ai "Coloni di Catan" (km totali 2).
Arrivo a Rijeka alle 10 del venerdì 27 agosto. Trieste è a 60 chilometri, che facciamo? Sol non vuole assolutamente rientrare oggi, beh allora decidiamo di fare una deviazione a sud: Krk, (pedaggio per il ponte 40kune), per una giornata tutto sole, mare e sonnellino sotto il sole. Al pomeriggio facciamo un piccolo giro in centro città, ma “qui si paga un occhio..hai visto com’è più caro di Zagreb? Dubrovnik era meglio: triste ma vero…” quindi sconfortati dalla ennesima astrosità dalmata, in deciso contrasto con la cordialità del resto dei balcani visitati, dei prezzi troppo cari e per non rovinare il bel ricordo di questo viaggio, decidiamo il rientro a Trieste un giorno prima. Siamo al rimessaggio verso le 20 ed a casa alle 22,00, dopo due ore di pulizia e riordino del camper. Entriamo in casa aspettandoci il miagolio di Blanquita, un misto di piacere e disperazione, come ogni volta che ci assentiamo per più di due giorni…ma è vero l’avevamo lasciata a pensione da un’amica…piacere rimandato.
In conclusione, per quanto riguarda i rapporti con la gente sono stati ottimi tranne che con i dalmati: sono fastidiosi quasi volessero succhiare tutti i centesimi possibili ai malcapitati turisti, non è la prima volta che lo riscontriamo nei nostri viaggi in Dalmazia. I croati si sono rivelati fieri della loro identità nazionale, cordiali nei modi e molto disponibili verso i turisti (tranne i dalmati come dicevo sopra). Zagabria con la sua vivacità ci ha affascinato.
I serbi li abbiamo trovati decisamente fieri e si respira la loro indole guerriera, tendenzialmente cordiali verso i turisti tranne i poliziotti a cui è meglio non dare occasioni per far valere la loro autorità. Belgrado si è rivelata un’ottima città nel complesso grazie ai monumenti, vita notturna decisamente vivace e insospettata stazione balneare.
I bosniaci invece, se di popolo bosniaco si può parlare (infatti sono costituiti da slavi di fede mussulmana, croati, serbi ed ungheresi) ci davano l’impressione di essere come dei “bambini” feriti, o meglio non abbiamo fatto nessuna difficoltà ad entrare in relazione con loro anzi era scontato, ma si palpava la sofferenza dell’ultimo conflitto civile e si avvertiva una specie di tradimento dell’idea di Yugoslavija che Tito era riuscito a dare a queste popolazioni slave. Sarajevo ha conquistato il nostro cuore e Medugorje è stata una sorpresa: vi siamo giunti un po' per curiosità, un po' per pellegrinaggio, ma la spiritualità trovata ha superato di gran lunga tutte le aspettative: certo bisogna aver fede ed apertura mentale.
Toccasana il viaggio in traghetto, ci ha fatto risparmiare lo stress del traffico della costa e l'indisponenza della popolazione dalmata.
Un consiglio per chi viaggia all'interno, specie in camper: non portate troppo cibo da casa, lungo il cammino troverete frutta, verdura, carne, latte, formaggio, miele ottimi e "biologici" a basso costo, bisogna tenere presente però che questi sono prodotti caserecci per cui facilmente deperibili a causa della totale assenza di trattamenti chimici e conservanti. Costo totale al netto di tutto (benzina, autostrada, cene, cibo, souvenir, traghetto, campeggio): 700 euro per 12 giorni.
UN SALUTO A TUTTI E BUON VIAGGIO DA DANTE & SOL.