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TECNOLOGIA DEL RISCALDAMENTO DI UN CAMPER

Siamo in inverno e le osservazioni contenute in questa scheda, potranno servire a capire alcuni problemi di riscaldamento presenti sui nostri camper, oppure ad aiutare ad utilizzare l'impianto di riscaldamento nel migliore dei modi.
In questa scheda si cercherà, infatti, di analizzare la più diffusa tecnologia adottata dai costruttori per riscaldare un camper (stufe a gas e canalizzazione aria calda). Poi si accennerà ai più frequenti difetti che si riscontrano sui camper nella realizzazione di un impianto di canalizzazione dell'aria. Infine un breve accenno alla manutenzione minima possibile, fai da te, ad alcuni componenti.

Tipologia e tecnologia dell'impianto più adottato

La tipologia di impianto più diffusa per scaldare un camper è una stufa, che utilizza come combustibile il gas G.P.L., e che scambia il calore prodotto nella camera di combustione direttamente con l'aria ambiente.
Questo modo di produrre il calore ad uso riscaldamento è definita, in linguaggio tecnico, a "scambio diretto". In altre parole, tra la camera di combustione (ovviamente stagna verso l'interno del camper) e l'aria ambiente da riscaldare non è interposto alcun'altra sostanza per veicolare il calore.
Nelle nostre case, invece, con un riscaldamento classico a radiatori ad acqua calda, il calore è "trasportato" dalla camera di combustione all'ambiente da riscaldare tramite l'acqua che vi circola. Questo secondo modo di veicolare il calore è definito tecnicamente a "scambio indiretto".
Dopo questa piccola divagazione per definire meglio il concetto di "scambio diretto" del calore, ritornando alla nostra stufa a gas, si può aggiungere che questo scambio può avvenire: sia a circolazione naturale dell'aria ambiente, sia forzando la stessa per mezzo di un sistema di ventilazione.
Nella circolazione naturale non abbiamo bisogno di mezzi meccanici per distribuire il calore, perché sfruttiamo il principio fisico della dilatazione dei corpi quando sono riscaldati. L'aria calda dilatandosi diventa più leggera di quella fredda presente nel camper e di conseguenza sale verso l'alto, mentre la fredda occupa in basso lo spazio lasciato vuoto da quest'ultima. Si avvia così una circolazione naturale del calore ed un lento riscaldamento del mezzo.
La circolazione naturale presenta dei pregi e dei difetti. I pregi sono che non necessita di mezzi meccanici per veicolare il calore e quindi non è presente il sia pur minimo rumore generato dai motori di quest'ultimi. Inoltre non necessita di energia elettrica, sempre scarsa su di un camper. Per contro introduce numerosi difetti. Il primo è che l'aria circola naturalmente solo nei luoghi ove non è impedita da ostacoli. Infatti, le cassapanche, gli armadi, la mansarda ed il vano toilette possono beneficiare del calore prodotto se non in minima parte. Di conseguenza la temperatura nel veicolo non è uniforme. Inoltre in alto avremo una temperatura di alcuni gradi più alta di quella in basso e il pavimento rimarrà sempre freddo.
Con la circolazione forzata, per mezzo di un ventilatore centrifugo, si costringe l'aria a raggiungere tutte, o quasi, le zone del camper e a rendere più uniforme il calore entro lo stesso. Inoltre si sfrutta quasi totalmente la potenzialità massima della stufa e non solo in parte come avviene nella circolazione naturale. La rotazione del motore della ventilazione assorbe, però, una certa quantità di energia dalla batteria ausiliaria del camper. I vantaggi non sono quindi tutti a nostro favore.

Abbiamo detto precedentemente che, con la circolazione naturale, il generatore di calore (la nostra stufa) riesce a scambiare tutto il calore prodotto solo se è installato in un luogo ideale privo o quasi di ostacoli circostanti. Nei nostri camper, per motivi estetici o di arredamento, la stufa è montata, molte volte, entro un mobile che può risultare parzialmente incassato tra quelli circostanti. La circolazione naturale è quindi, in parte, impedita. Conseguenza: la stufa è in grado di generare, ma non di diffondere nell'ambiente tutta la sua potenzialità teorica di calore.
Per capire meglio quest'ultimo concetto occorre richiamare, sempre semplificando al massimo, alcune leggi che regolano la diffusione del calore. Il calore, infatti, si trasmette da un oggetto all'altro, o da un corpo caldo all'ambiente circostante per convezione, conduzione e irraggiamento. Inoltre passa dai corpi aventi temperatura maggiore a quelli a temperatura minore.
Dei tre modi suddetti la nostra stufa a circolazione naturale sfrutta principalmente la convezione che avviene in base a determinate leggi fisiche, tra cui la differenza di temperatura. La quantità di calore trasportata dal corpo caldo della stufa all'aria circostante è, infatti, direttamente proporzionale alla differenza di temperatura. L'aria circostante deve però liberamente circolare attorno alla stessa, e se ne è impedita la differenza di temperatura si annulla, ed il calore prodotto non può essere ceduto. Il termostato, presente sulla stufa, riduce di conseguenza la fiamma e noi non otteniamo il riscaldamento desiderato. Tutto questo è messo maggiormente in risalto quando si è alla presenza di basse temperature esterne, mentre ne risentiamo meno nelle stagioni intermedie.

Tecnologia costruttiva e di funzionamento di un ventilatore

Analizzato tecnicamente la differenza tra circolazione naturale e la circolazione forzata, sempre rimanendo nel sistema di riscaldamento a stufa semplice alimentata a G.P.L., esaminiamo ora la tecnologia costruttiva ed il relativo funzionamento di un ventilatore. Prenderemo in considerazione uno dei più diffusi sui nostri camper e cioè: il "trumavent" della Truma.
Questo ventilatore centrifugo, che è inserito nel lato posteriore della stufa (cioè quello che normalmente non si vede perché è incassato in un mobile), è mosso da un motore a velocità variabile sia automaticamente sia manualmente.
All'esterno del mobile, oppure integrato entro la mascherina della stufa, un apposito comando permette di scegliere il modo di rotazione del ventilatore suddetto. Possiamo, infatti, impostare la velocità di rotazione ad un determinato valore fisso da noi scelto, oppure farlo ruotare alla velocità appropriata al quantitativo di calore prodotto scegliendo solo la velocità massima desiderata.
Il comando suddetto e formato da un selettore a slitta a zero centrale, mentre la regolazione della velocità si ottiene agendo su di una manopola graduata.
Il selettore lo possiamo impostare sulla lettera "A", ed otteniamo il funzionamento automatico del ventilatore, ed in questo modo stabiliamo che velocità di rotazione del ventilatore sia in funzione del calore prodotto. Oppure possiamo impostarlo sull'altra posizione simmetrica, identificata dalla lettera "M" o da un simboletto che indica la rotazione, e in questo modo scegliamo il funzionamento manuale.
La manopola graduata, normalmente con numeri impressi da 1 a 5, permette invece di impostare la velocità fissa di rotazione del motore con il funzionamento manuale e la velocità massima di rotazione dello stesso con il funzionamento automatico. I numeri corrispondono ad una determinata velocità di rotazione del ventilatore. Impostando il numero 1 si otterrà la velocità minima, con il 5 quella massima.
Scelto il funzionamento automatico, il ventilatore ruoterà quindi più o meno velocemente in base al quantitativo di calore prodotto. La sua velocità massima dipenderà però dalla posizione scelta sulla manopola che comanda la velocità del motore. Tenendo conto che più alta è la velocità e maggiore sarà il quantitativo d'aria che circolerà sulla stufa, questa impostazione andrà scelta in funzione delle nostre esigenze. Ad esempio di notte, per limitare la rumorosità del ventilatore, nel caso in cui la stufa non debba funzionare a pieno regime (ad esempio con temperatura esterna non molto fredda) possiamo impostare una velocità massima relativamente bassa (n. 1 o 2). Se invece fa molto freddo sarà necessario impostare la manopola della velocità sul massimo e la velocità di rotazione dipenderà solo dalla regolazione del termostato della stufa e quindi dal calore richiesto dal mezzo.
Se scegliamo invece il funzionamento manuale e impostiamo la manopola suddetta su di un determinato numero, la velocità del motore sarà costante. Il quantitativo di aria che lambirà la stufa sarà sempre lo stesso, anche quando la stufa sarà al minimo o addirittura spenta. A questo punto occorre anche ricordare che la potenza della stufa è comandata unicamente dal termostato situato in basso e nei pressi della mascherina esterna. Quest'ultimo regola automaticamente l'afflusso del combustibile alla camera di combustione ed in ultima analisi determina la quantità di calore prodotto. Il ventilatore con il suo funzionamento manuale od automatico provvede unicamente a veicolare il calore e a riscaldare uniformemente tutti gli ambienti del camper.

La canalizzazione dell'aria: difetti frequenti

Parlare della canalizzazione dell'aria in un camper potrebbe sembrare un discorso banale o inutile. I costruttori dei mezzi dovrebbero studiare il percorso delle tubazioni, il loro diametro e le posizioni delle bocchette di uscita. Noi utilizzatori dovremo solo attivare la stessa ed aspettarci soddisfacenti risultati di diffusione dell'aria in tutti gli angoli del camper, compreso le cassepanche ed i gavoni.
Molte volte però non è così e molte persone si chiedono perché nel nuovo camper il riscaldamento risulta meno efficiente di quello che possedevano prima. Il calore a volte arriva troppo in toilette e poco in mansarda e nelle cassepanche, oppure è sbilanciato da un lato del camper. Oppure ci sono delle bocchette da cui non esce niente, o quasi, aria calda.
Cerchiamo insieme di capire il perché di questi mal funzionamenti del sistema. Ipotizziamo, per semplificare le spiegazioni, di avere a disposizione un apparecchio base di ventilazione dotato di sole due uscite. Con un impianto correttamente eseguito l'aria dovrebbe arrivare a tutte le bocchette o per lo meno con la stessa intensità alle due bocchette più lontane dei due rami di uscita. Se l'aria non arriva con la stessa intensità a quest'ultime può darsi che lo stesso sia mal realizzato. In un canale, infatti, l'aria incontra delle resistenze costituite dalla rugosità delle tubature, dalle curve e dal posizionamento delle bocchette.
Oltre alle osservazioni generiche sopra riportate gli errori che si riscontrano maggiormente sui camper sono i seguenti:

  • l'esistenza di una prima bocchetta posta a poca distanza dall'apparecchio di ventilazione, a volte ad appena 50 centimetri da quest'ultimo. Aprendola tutta, l'aria prodotta dal ventilatore imbocca quasi totalmente quest'ultima e non permette di raggiungere quelle più lontane, che presentano maggiori resistenze al moto.
  • diversità di lunghezza dei due rami oppure un numero di curve eccessivo su uno dei due. In questo caso su di un lato del camper si ha una minore distribuzione del calore prodotto dalla stufa, a causa del maggior attrito che incontra l'aria in quest'ultimo canale.
  • percorsi all'esterno della cellula da parte di uno dei due rami della canalizzazione per semplificare la posa delle tubazioni. Questo percorso, oltre che presentare maggiori resistenze d'attrito, diminuisce l'efficacia della stufa ed in ultima analisi sbilancia il riscaldamento.

Questo elenco di cause più comuni può adattarsi a quasi tutti i casi pratici, perché la canalizzazione per funzionare bene deve essere innanzi tutto equilibrata. Questa condizione si ottiene soltanto ripartendo equamente l'aria tra le uscite esistenti nell'impianto di ventilazione. Solo in questo modo la temperatura del camper è abbastanza uniforme e l'ambiente risulta confortevole agli occupanti.

Manutenzione minima "fai da te"

A volte succede che accendendo la stufa si senta un noioso odore di bruciato che dopo un certo tempo cessa. Il più delle volte è dovuto a peli di tessuto che si sono depositati sul mantello interno della stufa e sulle palette del ventilatore. Il calore prodotto provoca una piccola combustione degli stessi e questo fastidioso odore cessa dopo un po' di tempo.
Per evitare il tutto occorre asportare queste piccole fibre dal corpo della stufa con un pennellino, previa rimozione del mantello esterno. Per quanto riguarda la peluria depositata sulle palette del ventilatore la procedura di eliminazione è un po' più complessa. Occorre staccare il ventilatore per raggiungere queste palette e, sempre con un pennellino, asportarla, facendo molta attenzione a non premere sulle stesse. Un'eccessiva pressione provoca la scentratura della ventola. La rumorosità di un ventilatore dipende molto dalla sua equilibratura (centratura). Attenzione quindi alle pressioni anomale esercitate!

Giovanni Carosso


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