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LE
DUNE, LE FORESTE E I CASTELLI DI…VINI Il diario di
Marilena e Pierluigi
11 – 23 giugno 2005 Abbiamo
letto da qualche parte che i pescatori del posto dicono che “questo mare è il
più bizzarro del mondo. Duro, certo, più grigio che azzurro, però
incredibilmente generoso: quando si ritira lascia dietro di se’ nastri di
sabbia dorata e un patrimonio di ostriche, quando cresce lambisce o flagella le
coste liberando nell’aria un pungente odore di sale”. Questo è il mare della costa
atlantica francese. Ma non solo … ed ecco le maestose dune, i pittoreschi
porticcioli, i tranquilli borghi di campagna, le immense foreste di pini e gli
sterminati vigneti del bordeaux, ordinatissimi e pulitissimi, con le loro belle
piantine di rosa davanti ad ogni filare. Buon
viaggio. Sabato 11 giugno
Finalmente si parte. Verso le 14,30 passiamo il Monte
Bianco e proseguiamo poi il nostro viaggio seguendo le belle (ma carissime)
autostrade francesi fino a Macon (è stata una nostra precisa scelta, ma
consigliamo – per chi ha tempo – di percorrere tranquillamente le scorrevoli e
ben tenute Nazionali). Alle 19,30 siamo a Charolles, paese carino dominato
dall’imponente chiesa di S. Nicola, accanto alla quale ci fermiamo per passare
la notte. Note tecniche
·
Charolles: area di sosta presso la piazza del mercato
(attenzione, chiusa al mercoledì per mercato) che si trova proprio dietro la
Chiesa di S. Nicola; tranquilla e alberata.
Non abbiamo trovato il camper service, nonostante alcune guide ne
segnalassero la presenza. ·
Percorsi Km 733. Domenica 12 giugno
Temperatura
freschina (17°). Alle 9,10 si parte. La strada è molto piacevole in mezzo
all’ordinata campagna francese. Alle 18,30 arriviamo a L’HOUMEAU, un
paesino nelle immediate vicinanze di La Rochelle, e andiamo subito a
posizionarci presso il locale campeggio. Da qui domani, in bici, partiremo per
visitare l’Ile de Rè ed il campeggio scelto è il posto ideale per raggiungerla. Note tecniche ·
L’Houmeau: Camping “Au Petit Port de l’Houmeau”, buono, piazzole
ampie sul verde in piano ed ombreggiate, no camper service. Costo € 15,64 a
notte x 2 persone incluso elettricità. ·
Percorsi Km 482. Lunedì 13 giugno Sveglia
ore 7; freddo cane: ma chi ha lasciato aperto l’oblò stanotte?!?? Oggi
gita in bici all’ILE DE RE’. Ci aspettano 6,5 Km in bici per arrivare in
un’isola che le guide ci descrivono come il contrario di St. Tropez e Cap
d’Antibes, un’isola dal sapore autentico, fonte d’ispirazione artistica, mèta
di un’elite che cerca spiagge solitarie, villaggi storici, aragoste e ostriche
a volontà. L’effetto che ne ricaviamo appena attraversato il lungo ponte (attenzione:
1,5 km di salita e 1,5 km di discesa – 16 € di pedaggio a/r escluso le bici)
che la collega alla terraferma è di “amore a prima vista”. Siamo tra piccoli
villaggi, rovine di un’abbazia cistercense, spiagge infinite; ma andiamo con
ordine: ·
l’Abbazia di Chateliers, le cui rovine si innalzano tra verdi
prati e sterminati campi di frumento e papaveri; ·
La Flotte, un anfiteatro di casette attorno ad un piacevole
porticciolo. Da non perdere il graziosissimo mercato del XII secolo (!) con le
primizie dell’isola, aperto tutte le mattine; facciamo foto a nastro, da
girarci un film con personaggi quali il formaggiaio, la venditrice di spezie,
il cappellaio, il pescivendolo ecc. ·
St. Martin de Rè, famosa – purtroppo – per la sua cittadella
adibita a penitenziario, che ospitò, tra gli altri, personaggi quali Papillon e
Dreyfus. Ma al di là di questo, il villaggio è veramente carino con le sue
stradine che salgono e scendono tra negozietti e ristoranti a pelo d’acqua. Ci
è impossibile girare tutta l’isola in bicicletta e a questo punto decidiamo di
fare marcia indietro. Il
ritorno al campeggio è molto faticoso: vento contrario, salita del ponte,
stanchezza che si fa sentire. Siamo però molto felici: tutto quello che abbiamo
visto “merita un viaggio”; anzi riteniamo che per visitare bene questa zona ci
vorrebbero almeno tre/quattro giorni. Una delle cose che ci piacerebbe fare è
raccogliere le ostriche con la bassa marea, come abbiamo visto fare da due
signori del luogo. Quanti spunti per il prossimo anno (forse)! Martedì 14 giugno Partenza
ore 8,35. Bella giornata di sole. Prima
tappa MARENNES, paesino tutto sommato insignificante, ma dove si trova l’alto
campanile della chiesa di St. Pierre de Sales, dalla cui sommità si può godere
di una bella vista che spazia dalla campagna all’oceano: purtroppo è chiuso per
restauro e non si può salire! Riprendiamo
allora il cammino e ci dirigiamo subito verso l’ILE D’OLERON, collegata
alla terraferma da un lungo ponte, ma questa volta non a pagamento. Le guide ci
dicono che a chi piace l’Ile de Rè non può piacere l’Ile d’Olèron e viceversa:
ma, sarà! L’Ile d’Olèron è sicuramente più semplice e forse un po’ trasandata,
con gli abitanti tutti dediti al lavoro più che a compiacere al turista; in
ogni caso quest’isola è un vero paradiso per chi ama le ostriche. Il
porticciolo del centro più antico dell’isola, CHATEAU, è strapieno di barche
col fondo piatto e di attrezzature per la pesca del pregiato mollusco, mentre
tutto intorno è un continuo susseguirsi di casette colorate adibite a
laboratori e magazzini e banchetti di vendita delle huitres. Percorriamo la
cosiddetta “strade delle ostriche”, che corre lungo la costa fino a
Boyardville, disseminata di piccoli stabilimenti dove i coltivatori raccolgono
e puliscono le ostriche prima di venderle. Ritorniamo indietro e ci spingiamo
fino all’estremità sud dell’isola, a PORT DE SALINES, dove visitiamo le antiche
saline e dove, ovviamente, compriamo il sale marino raccolto dalle vicine
vasche di decantazione. Dopo una breve passeggiata tra gli stagni del piccolo
parco annesso, con le garzette e gli aironi che scappano infastiditi al nostro
passaggio, lasciamo l’isola e, riattraversato il lungo ponte, prendiamo subito
a destra verso la selvaggia foresta de Coubre. Non è niente di particolare: un
continuo saliscendi tra i pini (qui avvistiamo, proprio ai bordi della strada,
un cerbiatto tipo bambi) ed arriviamo a TALMONT, bel paesino con castello a
strapiombo sul mare; impossibile fermarsi, pieno di pulman turistici e barriere
anti-camper. Lo guardiamo da lontano e in due ore arriviamo a ST. EMILION,
in mezzo a vigneti stupendi che producono uno dei vini più prestigiosi del
mondo, dove andiamo a piazzarci in un bellissimo campeggio nelle immediate
vicinanze del paese. Note tecniche ·
St. Emilion: Camping “Domaine de la Barbanne”, ottimo, molto
comodo per la visita della città, piazzole ampie, sul verde, in piano ed
ombreggiate, camper service in ottima posizione. Costo € 18,66 a notte x 2 p.
incluso elettricità. ·
Percorsi Km 315. Mercoledì 15 giugno Oggi
il tempo è un po’ coperto; speriamo bene. In
groppa alle nostre fide biciclette ci dirigiamo verso ST. EMILION (ca. 3 km) e
andiamo subito al locale Ufficio del Turismo per prenotarci alla visita guidata
della città (€ 5,50 a testa) e ad un castello/cantina di produzione vini (€
9,00 a testa). Alle ore 10 si parte e con la guida (che purtroppo parla solo
francese o, al massimo, inglese) visitiamo l’Eremo di St. Emilion, la Cappella
della Trinità, le Catacombe e la Chiesa Monolitica. Dopo un’ora la gita finisce
e così, liberi, girovaghiamo alla scoperta di questo gioiello medievale,
patrimonio dell’Unesco, attraverso stradine lastricate, chiostri fioriti ed
enoteche fornitissime del pregiato vino locale, peraltro carissimo! Dopo un
pranzetto sublime, sia per il contesto che per la qualità del cibo, presso il
ristorante “L’Envers du Decor” – che consigliamo caldamente – (piccolo
antipasto offerto dalla casa, due terrine di patè, due filetti di maiale con
verdurine, due torte di ciliegie, due caffè Illy con biscottini, due calici di
vino, uno rosè ed uno rosso importante, € 44,00) alle 15,30 partiamo per la
seconda visita guidata prenotata questa mattina. In autobus ci portano alle
cantine del Clos Trimoulet; non è un castello vero e proprio come ci
aspettavamo, ma una specie di villa di campagna dove viene prodotto uno dei
famosi Grand Cru Saint-Emilion. La visita si svolge tra grandi botti e piccole
e profumate barriques, ed è abbastanza interessante (anche qua parlano solo
francese e inglese) perché ci fa capire la profonda cultura del vino che c’è da
queste parti ed il diverso approccio alla sua produzione: qui il vignaiolo non
è un contadino qualsiasi! Alla fine la classica degustazione, dapprima con un
rosso 2002 e poi con un rosso 2001 “grand cru St-Emilion”, davvero eccellente. Il
rientro al campeggio in bici è un po’ difficoltoso causa tasso alcolico nel
sangue e diventa a poco a poco una corsa contro il tempo (atmosferico) causa
pioggia sempre più forte. Arriviamo al camper trafelati ed ovviamente non piove
più! Anche stasera alcune paparette provenienti dal vicino laghetto arrivano
sotto la porta del nostro camper ad elemosinare un po’ di cibo: è proprio una
scenetta divertente, con noi che, più cerchiamo di allontanarle, più loro si
avvicinano. Giovedì 16 giugno Oggi
sole. Dopo il rituale scarico/carico acqua, partiamo in direzione Bordeaux. Il
raccordo anulare che circonda la città è un gran casino, sbagliamo due volte la
strada, e alla fine ci troviamo in mezzo ad una coda chilometrica - stile
tangenziale di Mestre – per passare il Ponte Aquitania. Nel camper si respira
un po’ di tensione ma per fortuna l’uscita n° 7 direzione castelli bordolesi
del Medoc è ormai vicina. Oggi siamo in mezzo a distese di vigneti e a castelli
di…vini. Andiamo per ordine. SIRAN, ci compare all’improvviso alla fine
di una stretta stradina di campagna; MARGAUX il Castello Palmer (sembra
sia proprietà di un russo), nel bel giardino “rubiamo” una rosa (per la verità
era spezzata) che adornerà la cabina del nostro camper; LAMARQUE,
maniero medievale con fortezza del XII secolo; LANESSAN, dove vediamo
all’opera una macchina agricola mostruosa, tipo spaziale, che passa in mezzo ai
vigneti con delle grandi braccia aperte ad irrigare le piccole vigne con i
grappoli appena nati; BEYCHEVELLE, la Versailles del Medoc; PAUILLAC
sulla Gironda; ROTHSCHILD, castello stupendo in un giardino altrettanto
stupendo, dove viene prodotto il Bordeaux più famoso – e costoso – del mondo. Un
po’ alla volta, man mano che ci dirigiamo verso nord, il paesaggio cambia
gradualmente ed una brulla campagna prende lentamente il posto delle
lussureggianti distese di vigneti. Ancora un poco ed eccoci a POINTE DE
GRAVE, il punto estremo della penisola del Medoc, sull’estuario della
Gironda. Sullo sfondo vediamo Royan (che si può raggiungere con un traghetto
che parte proprio da qui) e a sinistra, sull’oceano tra la foschia, vediamo il
Faro di Cordouan: è difficile fotografarlo … è comunque molto affascinante.
Sono ormai le 19,00 e ritorniamo indietro alla ricerca di un’area per la sera.
A Le Verdon s/mer ce n’è una bella grande ma un po’ troppo affollata per i
nostri gusti. Cerchiamo qualche altra alternativa. Finalmente a
VENDAYS-MONTALIVET (e sono quasi le 20!) troviamo quello che cercavamo, l’Aire
Naturelle l’Alouette, in mezzo alla natura, “disturbati” solo dal canto degli
uccellini e dal gracchiare delle rane. Note tecniche ·
Vendays-Montalivet: “Aire Naturelle l’Alouette”; sulla D 102
verso il mare dopo ca. 2 Km a sx seguire il cartello pubblicitario arancione;
ottima area di sosta nel verde, recintata, con servizi ed elettricità; no
camper service; costo € 9,00 a notte x 2 p. incluso elettricità. ·
Percorsi Km 212. Venerdì 17 giugno Nottata
stupenda nella selvaggia area dell’allodola (che peraltro consigliamo
caldamente; a ca. 5 km c’è l’oceano). Com’è cambiato il paesaggio da un giorno
all’altro: oggi stagni, falchi che volteggiano nel cielo, laghi che sembrano
mari, come quello di Hourtin-Carcans; a Maubuisson, accanto alla riserva
naturalistica di Cousseau, ammiriamo uno di questi laghi … oceanici, con tanto
di spiaggia attrezzata tipo nostro Mare Adriatico. Attraversiamo la foresta di
Lacanau, Le Porge ed eccoci al GRAND CROHOT OCEAN. Lasciamo il camper
sotto dei maestosi pini marittimi e a piedi, seguendo un sentiero tra le dune,
sbuchiamo davanti ad una spiaggia che lascia senza parole: immensa,
abbagliante, soffice con l’oceano sullo sfondo di un blu cobalto davvero
affascinante. Ritorniamo
indietro e dopo poco entriamo nel BACINO DI ARCACHON. Andiamo subito a CAP
FERRET, una località un po’ chic ma che secondo noi conserva ancora un suo
fascino; facciamo una breve passeggiata tra le dune ondulate ed osserviamo,
proprio di fronte a noi, quella imponente di Pyla. Tentiamo di visitare anche
il faro, ma non ci ispira più di tanto e così decidiamo di andare via. Tappa
successiva L’HERBE, romanticissimo posto un po’ fuori dal tempo; così
come il successivo paesino di LE CANON, è tutto un susseguirsi di
casette colorate (gialle, verdi, rosse, azzurre), una attaccata all’altra e
separate soltanto da strettissimi viottoli che sbucano sul mare (o meglio sul
Bacino di Arcachon); qui sono attraccate le piccole barche degli ostricoltori e
sullo sfondo vediamo i numerosi allevamenti di ostriche. A PIRAILLAN ne
visitiamo uno piccolo a conduzione familiare. Riprendiamo il camper e passiamo ARES
(niente di particolare), ANDERNOS LES BAINS (da vedere il tipico
porticciolo ostreario), AUDENGE (normale); fa molto caldo (35°) e la
guida su queste strade strettine, ondulate e piene di curve è un po’
impegnativa. Attraversiamo ARCACHON – dove sbagliamo strada e andiamo ad
incasinarci nella magnifica “ville d’hiver” tra sensi unici, divieti di
accesso, zone residenziali e chi più ne ha più ne metta – e finalmente siamo
alla DUNE DU PYLA, dove decidiamo di fermarci al camping Pyla, che ci
sembra strategicamente migliore del Dune. Note tecniche ·
Pyla: Camping “Pyla”, buono, piazzole non molto ampie sotto
alla fitta pineta (attenzione alla resina: ce n’è tantissima!), camper service
scomodo adatto a chi ha lo scarico laterale o l’apposito raccordo estensibile.
Questo campeggio è molto comodo per visitare la DUNA prendendola dalla parte
finale; da qui è inoltre possibile scendere al mare senza eccessive difficoltà.
Costo € 19,30 a notte x 2 p. incluso elettricità. ·
Nella zona del Bacino di Arcachon, soprattutto nella parte
occidentale, è molto difficoltoso parcheggiare, sia perché è tutto piccolo e
stretto, sia perché ci sono diversi divieti; per cui è meglio trovare un posto
dove potersi fermare – magari a Le Canon o a L’Herbe nelle vie interne un po’
decentrate – e poi girare a piedi o in bici. ·
Percorsi Km 212. Sabato 18 giugno Sveglia
ore 8: il sole splende che è una meraviglia. Colazione con calma, oggi giornata
di riposo. Si
va alla DUNA; lungo una stradina tra i pini che attraversa il campeggio, in
dieci minuti siamo ai suoi piedi: è veramente gigantesca! In lontananza il faro
di Cap Ferret e tutto attorno la baia di Arcachon con le coltivazioni di
ostriche e l’oceano pieno di barchette a vela. Foto a raffica. Con
molta difficoltà la scaliamo un po’ – è un paesaggio d’incanto … come essere
nel deserto del Sahara – e poi giù giù fino alla spiaggia dove, con una certa
cautela per via dell’acqua fredda, ci tuffiamo nell’oceano. E’ una sensazione
stupenda! Attorno a noi svolazzano delle grosse rondini marine, che ogni tanto
si tuffano nel mare a caccia di qualche pesciolino: che paradiso! Risalire
un pezzo di duna e, attraverso il campeggio, ritornare al camper è un’impresa
mooolto ardua, soprattutto col sole delle 13 che picchia a più non posso. Oggi
pomeriggio ci concederemo una pennichella. Riflessione prima di dormire: in
quale altro posto al mondo si è così vicini ad una duna alta 114 metri? Pensiamo
di essere in un posto unico al mondo! Domenica 19 giugno Oggi
cielo bianco lattiginoso, proprio bruttino. Partiamo alla volta di ARCACHON. Passiamo
davanti alle splendide ville della “città d’inverno” e della “città d’estate” e
parcheggiamo vicino ad una chiesa, di fianco ad altri due camper. Passeggiamo
verso il lungomare, ma il tempo (atmosferico) è sempre più schifoso: grigio,
vento e freddino. Non possiamo fare le foto che vorremmo e non possiamo neanche
andare in barca all’isola degli uccelli. Decidiamo di tornare indietro e per la
strada vediamo un negozietto “vendita ostriche” direttamente dal produttore; ci
sono dei francesi in coda per acquistarle. Timorosi ci avviciniamo:
gentilissimi ce ne fanno assaggiare una a testa … che squisitezza, il mare in
bocca! Siamo convinti: ne comperiamo 12 (€ 3,80 categoria 3); il problema
adesso è però aprirle: ci insegnano come fare e il negoziante ci regala pure
l’apposito coltellino. Con il nostro “prezioso” sacchetto, felicissimi,
ritorniamo al camper. Del tempo pessimo non ci importa più nulla, il nostro
pensiero è fermarci a mangiare le ostriche. Come una giornata un po’ sottotono
può cambiare all’improvviso! Prossima
tappa LARROS. Qui andiamo innanzitutto a visitare il museo delle
ostriche (€ 3,00 a testa); dopo un video molto interessante (purtroppo solo in
francese, ma le immagini parlano da sole) una simpatica ragazza ci accompagna
nel giro del piccolo museo e ci spiega la storia del bacino di Arcachon, tutto
il complesso sistema di allevamento delle ostriche e come degustarle al meglio
(in particolare, bisogna aprirle un’ora prima di consumarle e togliere subito
l’acqua che c’è dentro; dopodiché l’ostrica, se è viva, produrrà ancora un po’
di acqua: una spruzzata di limone e via). Con in mano una quantità quasi esagerata
di materiale informativo relativo al bacino di Arcachon e con la convinzione
che il lavoro dell’ostricoltore è proprio un “lavoraccio”, usciamo per visitare
il porticciolo di Larros, con le “pinasse” che stanno lentamente andando in
secca per la bassa marea e le colorate casette degli allevatori tutto intorno. Risaliti
in camper è già ora di cercare un posto per la notte, che troviamo ben presto a
Le Teich. Note tecniche ·
Le Teich: Camping “Ker Helen”, buono, piazzole in piano, tra
il verde ed ombreggiate; è pieno di fiori; non abbiamo visto il camper service,
ma dovrebbe esserci. Costo € 14,50 a notte x 2 p. incluso elettricità. ·
Museo delle Ostriche di Larros: consigliamo vivamente di
visitarlo prima di iniziare la visita del bacino di Arcachon, in quanto è molto
utile per capire tante cose sul mondo delle ostriche e sul difficile lavoro
degli ostricoltori; la guida del museo – che purtroppo parla solo francese – è
molto gentile e, secondo noi, anche competente. ·
Percorsi Km 39. Lunedì 20 giugno Sveglia
ore 8. Cielo nuvoloso. Alle 10 siamo all’ingresso del PARCO ORNITOLOGICO DU
TEICH (€ 8,00 a testa). Questo parco ornitologico è stato creato in
corrispondenza di una delle più importanti vie migratorie d’Europa dove, in
un’area di ca. 120 ettari, è possibile osservare tantissime specie di uccelli
nel loro habitat naturale (ovviamente il loro numero varia a seconda delle
stagioni e giugno, purtroppo, non è il mese migliore). Si può scegliere fra due
circuiti: uno corto di 2 km ed uno più lungo di 6; noi ovviamente scegliamo
quello da 6 km, ci mancherebbe altro! Armati di un buon tele e di un paio di
binocoli iniziamo la passeggiata, costeggiando stagni e paludi e fermandoci
ogni tanto negli appositi capanni per l’osservazione degli uccelli. La prima
cicogna che vediamo ci esalta … i nidi diventano sempre più numerosi;
osservarle in questa stagione è molto interessante perché sono nati i piccoli
che ancora non riescono a volare e le mamme devono continuamente nutrirli:
vederle passare sopra la nostra testa con le grandi ali spiegate e il cibo in
bocca ci lascia un po’ stupiti (si cibano di serpentelli, topi, rane ecc. … e
noi che pensavamo fossero erbivore!). Gruppi di cormorani giganti (hanno
un’apertura alare che pensiamo sia intorno ai due metri) se ne stanno sui pali
conficcati nell’acqua dello stagno ad osservare noi che, dai capanni, osserviamo
loro. Avvistiamo anche dei falchi. Ci passano vicino, dall’altra parte del
piccolo canale, tre grossi cavalli neri. Aironi, anatre, garzette e altri
uccelli per noi misteriosi popolano il resto del parco. Siamo stanchi, abbiamo
le gambe che vanno per conto loro; se in questo momento passasse davanti a noi
l’uccello più raro del mondo non avremmo neanche la forza di fotografarlo!
Usciamo dal parco; facciamo una capatina nel negozio di souvenir, ma non
troviamo nulla di bello. Ancora una piccola sosta ad un supermercato Auchan
(quello che ci stupisce è vedere quanti vini hanno – e di tutti i prezzi da 2 a
99 euro – e come sono ben disposti) e poi veloci verso SABRES. Il
paesaggio è piuttosto monotono, pini e felci a volontà: siamo in mezzo al Parco
Naturale des Landes de Gascogne. Arriviamo a destinazione verso le 19 e andiamo
a sistemarci nel locale campeggio; siamo praticamente gli unici ospiti – a
parte due bungalow occupati – ed è bellissimo la sera stare seduti sull’erba in
mezzo a questa foresta di pini ad ammirare il paesaggio. All’improvviso
sentiamo un forte rumore di zoccoli … cavalli? NOOO, due cerbiatti attraversano
velocissimi il campeggio a pochi metri da noi … ESALTANTE! Note tecniche ·
Sabres: Camping “Domaine de Peyricat”, buono, piazzole ampie
tra il verde ed ombreggiate. Apre dal 15 giugno. Molto comodo per prendere il
treno per l’Ecomuseo. Costo € 10,90 a notte x 2 p. incluso elettricità. ·
Percorsi Km 94. Martedì 21 giugno Facciamo
colazione con uno scoiattolo che, sceso dal pino accanto, ci guarda incuriosito
quasi a chiederci cosa facciamo noi, qui, a casa sua! Oggi
andiamo a visitare l’ECOMUSEO DI MARQUEZ (€ 9.50 a testa); l’unico modo
per raggiungerlo è prendere un trenino d’altri tempi – una volta alla
settimana, sembra il mercoledì, è spinto da una locomotiva a vapore – che in 15
minuti, sferragliando attraverso la foresta delle Landes, ci porta all’ingresso
di questo grande museo all’aperto, che testimonia la vita nel secolo scorso in
questa terra inospitale dove, a causa del terreno sabbioso, l’unico modo per
sopravvivere era coltivare la segala, con cui fare il pane, ed allevare le
pecore, col cui sterco fertilizzare i campi dove veniva coltivata la segala ….
Quando hanno cominciato a creare le foreste di pini per rendere più salubre
questa zona, sono arrivati anche i resinari. Tutta la storia di questa zona,
così come la vita degli abitanti di allora, ci viene spiegata molto
dettagliatamente dalla guida (che purtroppo parla sempre e solo in francese).
Visitiamo le case del contadino povero, del padrone – l’unica che aveva le
finestre con in vetri – del pastore, del ricco resinaro (colui che raccoglieva
la resina dai pini) e del mugnaio; un antico forno cucina ancora il pane fatto
con la segala (ne comperiamo un sacchetto per il nostro amico Sergio, così ci
farà il pane col suo fornetto). Un gruppo di pecore che si stacca dal gregge
viene “assalito” da una comitiva di bambini delle scuole, stupiti ed entusiasti
di poter toccare, abbracciare e nutrire con foglie e merendine le pazienti
bestiole. Alle
14,30 via col trenino che ci riporta a casa. La visita è stata senz’altro
interessante, ma siamo rimasti un po’ delusi dalla mancanza di persone che
avrebbero forse potuto dar vita al villaggio (magari contadini in costume …
tipo Olanda o Danimarca per intenderci). Riprendiamo
il camper e proseguiamo direzione AUCH, dove arriviamo verso le 19.
Parcheggiamo al locale campeggio municipale e dopo cena facciamo una
passeggiata fino in centro; sono quasi le 23 e la piazza è in festa, musica
dappertutto e tantissima gente di tutte le età. Si vede proprio che stiamo
andando sempre più verso sud: all’inizio del nostro viaggio, nella parte più
settentrionale, te le sognavi serate così affollate e festanti. Andiamo a letto
un po’ tardi e con un caldo atroce. Note tecniche ·
Auch: Camping “Municipal Ile St. Martin”, discreto,
affollato, piazzole non molto ampie con fondo in ghiaia e al sole. In 15/20
minuti si arriva a piedi in centro città. Camper service ottimo all’ingresso
del campeggio. Costo € 9,60 a notte x 2 p. incluso elettricità. ·
Percorsi Km 146. Mercoledì 22 giugno Partiamo
direzione Tolosa. La strada non è molto bella, piena di camion, tutta curve e
saliscendi, e il caldo è terribile: mai più senza aria condizionata! Ci
fermiamo un momento a CARCASSONNE, visto che ci passiamo vicino, giusto per
dare un’occhiata velocissima ad una città che, esteticamente, è proprio
stupenda (potrebbe essere una nostra meta futura) e poi veloci lungo
l’autostrada verso la costa azzurra dove, a Frejus, ci fermiamo per la notte.
Caldo afoso e umido; per la prima volta in questo viaggio le zanzare ci hanno
già punto. Riflessioni: se dovessimo rifare il viaggio, faremmo il percorso in
senso inverso e non passeremmo sicuramente per questa zona. Note tecniche ·
Frejus: Camping “Le Frejus”, buono, piazzole ampie nel verde
e ombreggiate; attenzione alle formiche. Verso le 22 il campeggio è
praticamente “sigillato” per motivi di sicurezza (si può uscire da una
porticina facendo un codice numerico) causa anche diversi campi nomadi nei
dintorni. Non abbiamo visto il camper service. Costo € 17,10 a notte x 2 p.
incluso elettricità. ·
Percorsi Km 568. Giovedì 23 giugno Partenza
ore 9. Entriamo in autostrada qui e non ne usciamo più fino a casa, dove
arriviamo nel tardo pomeriggio. Note tecniche ·
Percorsi Km 584. ·
Che caos sulle nostre autostrade! A
casa nostra stiamo ordinando le centinaia di diapositive scattate e davanti
agli occhi ci scorrono le bellissime immagini di questo viaggio, mentre nella
mente e nel cuore continuano a susseguirsi le sensazioni e le emozioni vissute
in questi quindici giorni: il sapore del mare, il sibilo del vento dall’alto
delle dune, il pungente odore della resina delle grandi foreste di pini, la
corsa di un cerbiatto e lo stupore di uno scoiattolo, i silenzi infiniti ed il
profumo del vino. Marilena
e Pierluigi e-mail: pegstudio@alice.it Considerazioni tecniche
finali Veicolo ·
Semintegrale ELNAGH Slim 2 (noleggiato da Bonometti Spa di
Altavilla Vicentina) su Ducato 2.8 jtd. Nessun problema registrato. Unico neo
la V lunga! Km percorsi ·
3.385 Carburante consumato ·
Litri 330 circa ·
Media 10,25 km/litro circa Spesa sostenuta (escluso noleggio) ·
€ 1.055,45 di cui: o
€ 358,20 gasolio (costo medio al litro € 1,085) o
€ 153,40 autostrade (Italia € 60,10 – Francia € 93,30) o
€ 168,30 campeggi o
€ 375,55 tutto il resto, incluso regalini vari (Tunnel Monte
Bianco € 39,70) Strade ·
Come già accennato nel diario, ottime le autostrade ma
troppo costose. Molto buone le N e buone le D. Se non si hanno problemi di
tempo, scegliere tranquillamente queste ultime due. Campeggi e soste ·
Abbiamo sempre usato i campeggi (ad eccezione di due notti)
per nostra precisa scelta. Innanzi tutto perché ce ne sono tantissimi, in ogni
posto e sono spesso ottimi sotto ogni punto di vista, con acqua calda a volontà
e “a gratis” e a costi tutto sommato equi (si può risparmiare evitando
l’elettricità che costa veramente troppo – anche 3,20 € al giorno); in secondo
luogo perché noi viaggiamo con una attrezzatura fotografica piuttosto
“importante” e cerchiamo di non correre troppi rischi (alla luce anche delle
esperienze del passato). ·
Per quanto riguarda le aree di sosta, ne abbiamo viste
parecchie lungo il percorso, alcune anche belle e, riteniamo, anche tranquille
e sicure; un po’ meno da Tolosa in giù. Vale sicuramente la pena fermarsi a
Charolles nella piazza del mercato. Sul sito www.campereavventure.it ne potete
trovare un elenco molto completo. Da ricordare prima della partenza ·
Una buona cartina stradale della Francia, possibilmente una
Michelin. ·
Portare le biciclette. ·
La visita dei castelli del vino Bordeaux nel Medoc non
sempre è possibile, per cui – se si è veramente interessati a questo aspetto –
conviene prenotare dall’Italia anche tramite Internet.
Viaggio effettuato nel Giugno 2005 da Marilena e Pierluigi Pegoraro Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA. |
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