![]() |
|
![]() |
|||
![]() |
Veicolo:
Arca Europa 92 Equipaggio:
Gianna, Enzo e i figli Pierpaolo e Cecilia Viaggio:
tre settimane Partenza
da Ancona alle ore 16.00 e arrivo a Patra alle ore
13.00: il viaggio in nave ( Anek Lines)
è lungo ma abbastanza confortevole e con la formula “Open
Deck” è possibile attaccarsi alla corrente elettrica 220 volt c.a. ed usufruire
dei servizi della nave. Molti sono i camperisti
francesi e tedeschi, pochissimi gli italiani. Dopo lo scalo di
Igoumenitsa si scorge la costa delle isole di Paxi, Lefkada, Itaca ecc. Patra è un centro portuale di
medie dimensioni che non merita soste particolari se
non per i rifornimenti (il gasolio costa meno che in Italia ed anche del resto
del Peloponneso: 0,880 euro anziché 1,050 in Italia e 0,970 nel Mani (il dito intermedio). Ci
dirigiamo perciò verso Pirgos, dopo aver mangiato e
fatto qualche provvista al Centro commerciale Carrefour
di Patra dove acquistiamo un bel
ventilatore visti i 40° C che ci accolgono. A
circa 1 ora di strada da Patra deviamo per Katakolo. Katakolo è un paesino grazioso con
un porticciolo e una spiaggia non particolarmente bella ma originale poiché
spaziosa e con la sabbia così compatta che è transitabile in camper… . L’acqua è pulita, il lungomare pullula di negozietti, taberne e qualche ottimo fast food
che invitano a mangiare al fresco della brezza marina. Il camper è parcheggiato
nell’ampio e tranquillo piazzale del porto che è scalo obbligatorio per le navi
da crociera che prevedono una visita ad Olimpia. L’indomani
mattina si parte per Olimpia. Il
paesaggio è tipicamente mediterraneo con oleandri, ulivi e araucarie. C’è la
possibilità di parcheggiare nelle vicinanze del sito archeologico se si arriva
presto, visto l’affollamento di turisti e pullman soprattutto di mattina.
Meglio visitare i resti archeologici in mattinata
(2 ore circa) e poi il Museo (1 ora
circa) per evitare le ore più calde che renderebbero la visita troppo faticosa. Il
sito archeologico è interessante anche se un po’ deludente per la massa di
resti e rovine qua e là che non mostrano chiaramente ma
richiedono di immaginare quello che c’era effettivamente una volta. Impossibile
poi trovare una guida italiana, le uniche informazioni sono i pochi cartelli
qua e là in inglese, greco e tedesco. Il
Museo al contrario conserva tutto ciò che è stato
trovato nel sito archeologico e in un certo senso completa il percorso
precedente rendendolo più soddisfacente. Il
paese è vivace, accogliente e moderno. Appena
ci si sposta verso Kristeina
ci si imbatte in qualche trattore, un asino con “vecchina”
a cavalcioni e case vecchie ammucchiate … Proseguiamo
e ci dirigiamo verso Kiparissia percorrendo una bella
strada alberata, passiamo per Zaharo, Kakovatos, Karyes, Kalo Nero, Memi, Kyparissia. Finalmente
a Pilos in serata: si può sostare per la notte nel piazzale del
porticciolo e cenare in una delle tante taberne del
paesino che offrono cucina locale e tanta cordialità. Nel
piazzale del porto si può fare rifornimento di acqua e
ripartire per la spiaggia di Voidokilia, a nord di Pilos nei
pressi di Gialova. La spiaggia è lunghissima e
abbastanza bella. Si estende a forma di golfo ed è possibile parcheggiare
direttamente sul mare in uno degli spiazzi tra la vegetazione che divide la
spiaggia dalla strada. In mezzo al golfo c’è uno stabilimento con i confort e in fondo un tratto selvaggio a ridosso di uno
stagno. Il paesaggio è bello e ci invita a sostare per
l’intera giornata, unico inconveniente le zanzare che aleggiano intorno al
camper! La
sera si riparte per Methoni,
altro paesino di pescatori caratteristico per il bel Castello Veneziano che troneggia
sulle casette ammucchiate intorno alla piazzetta centrale e alla spiaggetta. Più bar e negozietti che
taverne; anche qui molta cordialità e tanti camper italiani che ci fanno
compagnia per la nottata da trascorrere proprio in riva al mare e direttamente
all’ingresso del paesino. A Methoni scattiamo qualche foto e ripartiamo per Filicundas.
Questo è un paesino grazioso con una bella spiaggia; purtroppo però non si può
parcheggiare in riva al mare e un supermercato ben segnalato ha prezzi
proibitivi … Ci spostiamo allora verso la spiaggia di Loutsa,
pochi chilometri più avanti e parcheggiamo accanto alla taverna Albatros proprio sul mare. La sabbia è fine e dorata ed è
tempestata regolarmente di ciotoli levigati. Il mare
è pulitissimo, la concentrazione di bagnanti è minima, c’è anche una doccia
sulla spiaggia con acqua incredibilmente calda: decidiamo di fermarci per
l’intera giornata. La taverna dispone di parcheggio e
forse sarebbe disponibile ad ospitarci per la notte se vi rimanessimo a cena,
ma nel pomeriggio decidiamo di visitare Koroni. Koroni è un bel posto molto
caratteristico: situato su una altura con le mura
antiche e in cima il Castello, le casette vecchie ammucchiate una sull’altra
fin giù al porto e alla spiaggia. Si può scendere col camper e parcheggiare in
un piccolo spiazzo di fronte al mare, adiacente alla via centrale che è tutta
un susseguirsi di bar e taverne molto affollate di sera. Nel pomeriggio invece
si può visitare la cittadina salendo su fino al Castello che presenta una parte
più antica con qualche rudere ed una più recente dove si trova un Monastero.
L’accesso è aperto e libero: è interessante il panorama visto dall’alto e
l’interno dove ci siamo imbattuti in minuscoli
passaggi che vanno dal chiostro al cimitero, dalla chiesetta ad un ossario
aperto …! Passiamo
a Koroni la serata e la nottata. L’indomani mattina
acquistiamo alla Bakery (alle spalle della piazzetta)
dolci locali appena sfornati e ripartiamo verso Kalamata. Kalamata è un grosso centro abitato
dove è possibile fare rifornimenti di ogni genere in
quanto offre varietà di negozi, supermercati e servizi. Poi
ci avventuriamo, per la penisola del Mani, giù verso Karavostassi,
golfo situato sul lato ovest del 2° dito del Peloponneso. Vi
giungiamo di sera e seguiamo l’indicazione di un cartello “Free
Parking for Camper”.E’ già sera, il golfo sembra molto accogliente con
paesaggio da cartolina: acqua limpida, casette e taverne, dappertutto la
tranquillità regna sovrana.. Arrivati al parcheggio
dove vi sono altri tre camper andiamo a cena alla taverna del pesce “O Faros” ( 5 min a piedi) dove
consumiamo dell’ottimo pesce fresco ( zuppa di cernia, calamari fritti, gamberi
al grill e polpo alla brace …) per un prezzo abbastanza onesto di 50 euro, unico inconveniente le porzioni che ci
sembrano un po’ risicate! La
mattina dopo utilizziamo il parcheggio come un vero e proprio campeggio e ci riforniamo di acqua alla taverna. Appena usciti dal golfo scopriamo la bellezza mozzafiato del
lato opposto. Si tratta di Limeni:
dalla strada che inizia ad arrampicarsi sulla montagna si vede un mare dai
colori cristallini e un susseguirsi di piccole scogliere naturali bellissime.
Purtroppo non abbiamo fatto il bagno, ma ci ripromettiamo di farlo al ritorno. Da
K. giù verso Porto Kagio lungo la strada tortuosa e
ripida con saliscendi impressionanti (impieghiamo un’ora e mezza per percorrere
30 Km). Porto Kagio è tranquillo: un golfetto riparato con poche case, tre taverne e qualche
barca.. Si può parcheggiare sullo spiazzo dell’ultimo tornante
in fondo alla discesa e affacciati sul mare o in fondo al lungomare nel
parcheggio dell’ultima taverna. La spiaggia è formata da ciotoli
ed è qua e là un po’ terrosa, l’acqua è trasparente
anche se il fondale è cosparso di alghe. Non è particolarmente bello ma
gradevole per trascorrervi una giornata. Imbocchiamo a piedi un sentiero che si
arrampica su per la montagna fino alla chiesetta che sovrasta la stretta
imboccatura del golfo e godiamo di una vista
suggestiva: non resistiamo alla tentazione di rompere il magico silenzio che ci
circonda con un rintocco alla campana della chiesetta. Consigliabile
fare il bagno con maschera e pinne e, se avete la canna da pesca, il mare pare
particolarmente pescoso: gettato l’amo affiorano quasi
a riva 2 murene che un vicino camperista, inesperto
pescatore, non riesce a tirar su. Dopo
la nottata a Porto Kagio ritorniamo
a Limeni.
Verso mezzogiorno facciamo il bagno in una piscina naturale
con facile accesso dagli scogli, il mare è una tavola, l’acqua verde
smeraldo e il fondale di sabbia fine. Il camper è parcheggiato in discesa sulla
strada e quindi decidiamo di spostarci sul lungomare che collega a Karavostassi. Anche qui l’acqua è bella
anche se il mare è agitato e la spiaggia è estesa. Molti locali e
qualche camper in sosta. Verso
le 17.00 facciamo rifornimento di acqua davant alla chiesetta del paese (in Peloponneso è facile
trovare fontanelle dappertutto). Via
per Ghitio e dritti a Monemvassia. Paragonata a Mont Saint Michel, Monemvassia (o Monembazia) è una
fortezza-abbazia in cima
ad un isolotto collegata al paese di Glifada
da un ponte di 200 metri circa. Vale la pena fermarsi una giornata per visitare
l’abbazia e le antiche mura situate in cima. E’ preferibile parcheggiare il
camper negli spiazzi a destra o a sinistra prima di imboccare il ponte che si
può attraversare a piedi o con la navetta che con 0,50 euro porta fino
all’entrata della fortezza. La strada dopo il ponte infatti
è stretta e col camper non agevole. Arrivati su si
visitano le stradine e i numerosi negozietti di souvenir e prodotti tipici fino
alla piazzetta dove è la chiesa di S. Sofia ancor oggi usata per matrimoni e
cerimonie solenni. Colpisce l’assetto interno della chiesa cristiano ortodossa e la devozione dei
fedeli locali. Di fronte alla chiesa c’è un museo di cui si possono chiedere le
chiavi per una breve visita. Si prosegue poi verso l’alto dove da assetto turisticizzato e criticabile, tutto diventa antico e
apparentemente inesplorabile per i passaggi imberbi e diroccati. Chiediamo ad alcuni
turisti inglesi che scendono se è possibile proseguire e fin dove: ci
sconsigliano per l’ora tarda e la pericolosità del percorso che necessita almeno di una torcia, è decisamente più sicuro
tornarvi la mattina seguente per ammirare qualcosa di veramente inalterato nel
tempo e godere dello stupendo panorama. Tornati
giù passiamo la serata nel paesino e dormiamo nello spiazzo di destra nel
parcheggio del porticciolo. Il
giorno dopo via per Vinglafia
e Elafonissi. Vinglafia è un piccolissimo villaggio con poche case e un
molo per traghettare all’isola di Elafonissi. Non
è permesso campeggiare, tuttavia cerchiamo di fermarci vista la bella spiaggia
e il mare invitante che si presenta alla nostra vista. A sinistra del molo si
stende una lingua di sabbia chiara, pulita con un mare dai colori cristallini
verde smeraldo (paragonabile a quello della nostra Sardegna). La concentrazione
di bagnanti è bassa e il fondale sabbioso degrada dolcemente; di fronte c’è un
isolotto raggiungibile a nuoto (attenti però ai ricci). Impossibile resistere:
ci sistemiamo nel grande piazzale (un lago salato
prosciugato) alle spalle della spiaggia dove ci sono già una decina di camper e
visto che molti sono italiani chiediamo informazioni per la notte. Pare non sia ammessa la sosta notturna nel piazzale per continue
incursioni e controlli della polizia, alcuni si recano a cena alla taverna di Andreas che ha le docce e li fa pernottare nel suo
parcheggio, altri rischiano. Noi
siamo un po’ combattuti se restare poiché la taverna è una specie di
primordiale agriturismo, il villaggio è veramente isolato e temiamo di
deprimerci … Decidiamo allora di spostarci a Neapolis, a pochi chilometri di
distanza, dove c’è sicuramente più “movimento”, possibilità di parcheggiare nei
pressi del centro, un supermercato all’entrata del paese, negozietti, taverne e
bar aperti fino a notte fonda, nonché un porticciolo
dove tentiamo di improvvisarci pescatori. Dormiamo
per due notti a Neapolis dove facciamo spesa e rifornimento di acqua alla fontana del molo e di
giorno ci godiamo la spiaggia di Vinglafia. La
mattina è ancora più bella poiché l’acqua è calmissima
e calda. La
3° mattina ci imbarchiamo per Elafonissi ( 20 euro il camper
più 1 euro a persona). La traversata è veloce e l’isola molto carina: poche
case nel porticciolo, qualche locale, 3-4 negozi
essenziali, una chiesetta. Qualcuno fa il bagno nel porticciolo … lì l’acqua se
pur pulita non merita un tuffo. E’ interessante invece
osservare sul lato sinistro del porto l’acqua più profonda al mattino quando è
calma per avvistare l’enorme tartaruga marina “caretta
caretta” che nuota indisturbata e beata a poca
profondità e di tanto in tanto affiora. Sull’isola
non si può campeggiare liberamente, ci dirigiamo dunque verso il camping
attrezzato Simos che si trova a 4 Km di distanza ed è
in prossimità di una delle due spiagge paradisiache di
Elafonissi. Prima di fermarci al camping decidiamo di
andare a dare un’occhiata all’altra possibile area di
sosta per camper che è situata alle spalle dell’altra spiaggia: quella di Panagria. Quest’area di sosta,
molto semplice ma accogliente costa solo 10 euro ( contro i 33 del Camping) e
offre parcheggio, acqua, docce e scarico per cassetta. La spiaggia ci pare
ancora più bella di quella di Simos poiché meno
ventilata e molto tranquilla. L’acqua è pulitissima e trasparente, si possono
trovare facilmente stelle marine sul fondo sabbioso e al lato estremo di
sinistra un susseguirsi di scogli naturali rossastri, piani e dalle forme
scavate stranamente semisferiche e regolari colpiscono la nostra attenzione.
Sembrano scogli scavati artificialmente contenenti acqua di mare e qualche
minuscolo pesciolino … una sorta di colabrodo con piccole piscine rotonde ai
piedi di dune sabbiose incontaminate. L’acqua delle vicine baie è di un verde
smeraldo intenso e il paesaggio è incontaminato, non frequentato nemmeno da
bagnanti locali o da camperisti. Elafonissi non offre molto oltre al mare perciò è meglio rifornirsi di
viveri se si vuole soggiornare per qualche giorno; l’area di sosta è purtroppo
al sole, ma c’è acqua a volontà e l’atmosfera è rilassante. Molti ospiti
dell’area sono fermi lì da giorni e giorni, altri sono degli abitué, alcuni si comportano da compagnoni e organizzano
grigliate e gruppi di ascolto serali che si
protraggono fino all’una di notte!!! Confermata la nostra evidente asocialità
ci godiamo tuttavia 3 giorni di tutto relax e mare. Lasciamo
questo posto al mattino presto e ci rechiamo nella
spiaggia di Simos per un magnifico bagno e verso
l’ora di pranzo ripartiamo per traghettare a Vinglafia.
Da
qui proseguiamo il viaggio per Mistras. La strada è lunga e tortuosa fino a Skala, poi più scorrevole fino a Sparti. Tempo del tragitto
circa tre ore. Arriviamo
a Mistras verso le 18.30, troppo tardi per visitare
l’antica città bizantina, visita che necessita di
almeno 2-3 ore. Non sapendo dove trascorrere la notte ce ne andiamo
a Sparta (Sparti) che è a soli 6 Km
di distanza. Molti camperisti ci avevano consigliato
di vedere Mistras e ignorare Sparta, ma la nostra
curiosità e la voglia di fare almeno un giro per la famosa sede di tanti eventi
storici ci spinge a trascorrervi la serata e poi la
notte. Sparta
è una città abbastanza vivace, soprattutto di sabato sera, Alla ricerca di un
parcheggio vaghiamo in lungo e in largo e per caso, nei pressi del campo
sportivo, ci troviamo nell’antica Acropoli che non è neanche ben segnalata nelle
escursioni classiche. Lì ci sono i resti dell’acropoli e di un grande teatro immersi in un paesaggio fitto di ulivi e di
eucalipti visitabile percorrendo col camper stradine acciotolate.
Troviamo la visita inaspettata e interessante. Sostiamo
in pieno centro cittadino dove la confusione e la voglia di divertirsi degli
spartani dura fino alle due del mattino. Alle
8.00 via per Mistras:
parcheggio nel piazzale antistante l’ingresso principale sito alla parte
inferiore della antica città. Il biglietto è di 5 euro
per gli adulti (anche qui i ragazzi non pagano fino a 19 anni) e vale sia per
visitare la città antica che per la parte superiore dove si trovano il Castello
e alcune chiese (conviene spostarsi poi col camper all’ingresso superiore). Il
tutto si trova sul pendio di una montagna, è ben conservato e a circa metà
altezza si visita il piccolo monastero di Santa Patanassa
dove alcune suore che tuttora vi abitano accolgono i turisti mostrando i
merletti ed i ricami di cui vivono. Meraviglia l’ordine e le piante fiorite,
tipiche dei climi caldi mediterranei di un tempo, che adornano il piccolo giardino
del monastero. Le
chiese bizantine sono molte e interessanti, c’è anche un piccolo Museo e il
Castello offre una vista stupenda.La
nostra escursione dura più di tre ore ed è abbastanza faticosa, conviene
indossare scarpe da ginnastica e portarsi dell’acqua fresca. Ripartiti
alle 15.00 ci avviamo verso Tripoli e poi giungiamo a Nea Kios
nei pressi di Nafplio. Nea Kios è un posto segnalato per la
sabbia scura e melmosa che viene consigliata per fare
i fanghi. Se pur intenzionati a seguire il consiglio veniamo
scoraggiati dall’odore sgradevole del luogo, dalla sporcizia dovuta
all’assoluta mancanza di manutenzione del posto e dalla presenza di nomadi che
dal vicino accampamento si sono appunto recati a cospargersi di fango. Proseguiamo
perciò dritti verso Nafplio,
una bella cittadella veneziana molto particolare e vivace per il Castello, in
alto sulla montagna alle sue spalle, e una fortezza su un isolotto nello
specchio di mare di fronte al porto. Parcheggiamo
con altri camper nel porto e spendiamo la serata tra le viuzze del paese ricche
di bei negozi e luoghi di ristoro. Purtroppo mangiamo malissimo alla taberna Ellas ( da evitare, si
trova in una delle piazzette centrali che noi scegliamo appunto per la posizione) ma ci rifacciamo con un ottimo gelato alla
gelateria Italiana che è nelle vicinanze. Non
visitiamo né il Castello né la Fortezza, ma scegliamo di andare a fare il bagno
nelle acque della “Public Beach”, sempre in centro, che sono
pulite ed invitanti. Vi si accede dal centro città
imboccando una strada che sembra arrampicarsi sulla montagna retrostante: qui
molti greci del luogo vanno per un bel tuffo, fermandosi però pochissimo (mezz’ora
al massimo) sulla spiaggetta di ciottoli e questo ci
sembra una usanza alquanto insolita. Ripartiamo
per vedere il Canale di Corinto
passando per i siti archeologici di Tirinto, Ireon e Mikenes. A Tirinto restiamo delusi dalle testimonianze quasi nulle che
appaiono dopo aver percorso qualche Km di strada sotto il sole cocente. Consigliamo perciò di tirare dritto verso Ireon dove gratuitamente si possono visitare i resti
dell’antica cittadina e poi a Micene dove una visita a pagamento più
impegnativa permette di visitare la famosa porta dei Leoni… Il
sole picchia forte e la stanchezza non ci permette di effettuare
questo tipo di escursione perciò, dopo una breve occhiata da fuori e una pausa,
ripartiamo per Corinto e restiamo affascinati dal Canale. Il
Canale merita sicuramente una sosta: appare maestoso, un’impresa incredibile
avviata da Nerone, portata a termine il secolo scorso e ancora oggi in uso. Dal
ponte che lo attraversa si resta a bocca aperta e non si può fare a meno di
attendere il passaggio di qualche imbarcazione e scattare qualche
foto. Tempo della visita mezz’ora circa. Da
Corinto via per Loutraki.
Questa è una bella cittadina sul mare dove ci fermiamo per sostare una notte
all’andata ed una al ritorno da Atene. Innanzitutto ha
una spiaggia di piccoli ciotoli che si estende per
tutto il suo golfo, con acqua trasparente e docce lungo tutto il litorale che
offrono acqua tiepida gradevolissima. Bar e taverne a volontà (consigliamo la
taverna dove abbiamo mangiato benissimo sia carne che
pesce con dolce offerto dalla casa) possibilità di parcheggiare facilmente sul
lungomare e città vivace con supermercati, alberghi, gioiellerie, negozi e
fontane a volontà ( è la patria dell’acqua minerale greca più venduta). Dopo
una bella sosta e la nottata a Loutraki si riparte
lungo la costa e ci dirigiamo verso Capo
Ireon, segnalato per le bellezze naturali. La
strada si inerpica su per la montagna per poi scendere
in prossimità del Lago di Volougmeni, un tratto di
mare a forma circolare collegato al mare aperto da una piccola apertura. Dopo
qualche Km si arriva in prossimità del faro al piazzale di Capo Ireon da dove si ammira dall’alto la piccola baia con spiaggetta all’interno del sito archeologico con resti ben
conservati. I
colori del mare sono di un blu intenso e il paesaggio
incontaminato. Impossibile non scendere per un bel bagno … peccato per la
presenza di innumerevoli meduse nell’acqua e il
fastidio provocato da vespe e mosche nell’aria. Torniamo dunque al lago dove è
possibile sostare agevolmente col camper e rilassarsi, anche se qui l’atmosfera
d’insieme è quella tipica del paesaggio lacustre. Partiamo
quindi alla volta di Atene. Molti camperisti ci hanno
sconsigliato di visitare la capitale perché caotica e poco interessante ma
secondo noi non ci si può recare in un paese straniero senza almeno passare per
la città più rappresentativa del suo stato e dai molteplici paesini e villaggi
ci avventuriamo dunque per la metropoli greca. La
troviamo subito rumorosa e molto trafficata; il traffico è piuttosto
disordinato e la viabilità difficile: sorpassi a destra, motococlisti
senza casco, infrazioni continue strombazzamenti e Tir ovunque. Capiamo subito
che non è possibile tentare di effettuare l’intera
visita in camper e dopo una breve sosta al supermercato Lidl
andiamo diretti al Camping Athina che si trova alla
periferia Nord di Atene ed è abbastanza confortevole. Per raggiungere il centro
e l’Acropoli bisogna percorrere 6 Km e poiché sono già le 18.00 ed è giornata
di sciopero dei mezzi di trasporto pubblici non ci
resta che prendere il taxi. Scopriamo che i taxi in Grecia sono molto
economici, in 4 spendiamo solo 3 euro per raggiungere l’Acropoli con il Partenone, il Teatro e la bellavista dalla collina davanti
all’Acropoli. Si
fa buio e le luci si accendono: uno spettacolo da cartolina! L’indomani
visita sempre in taxi al mercatino delle pulci, al centro commerciale
(bellissimi negozi) e dritti a piedi fino al Parlamento dove assistiamo ad un’originalissimo e tradizionale cambio della guardia in divisa. Poco
prima delle 14.00 del pomeriggio lasciamo il campeggio
(alle 14.00 scatta la tariffa del giorno successivo) giudicando la nostra
visita ad Atene soddisfacente se pur breve. Le 4 corse in taxi e le 2
passeggiate ci hanno permesso di avere l’impressione di una città costellata di
quartieri modesti dall’assetto urbano disordinato e nel
contempo di aree verdissime con uffici molto eleganti e alberghi di
lusso, così come in strada si notano accanto alle carrette incidentate, che nel
sud del Peloponneso erano la regola, le utilitarie di oggigiorno ma anche un
discreto numero di auto di gran lusso. Le diversità sociali evidentemente sono
nette ed il tenore di vita medio piuttosto modesto. Dirigendoci
da Atene verso Capo Sounion (punta estrema a sud-est
della penisola) passiamo per il quartiere residenziale di Glifada,
nuovo ed elegantissimo. Da
lì dritti verso Capo Sounion
e il Tempio di Poseidone. Qualche ora in tutto: il
Tempio ha una posizione strategica poiché si erge
proprio in punta sul promontorio e sembra dominare il mare. Il
Capo Sounion invece ci delude per il vento
insopportabile che è fastidioso e costante. Le spiagge non sono invitanti, tutto sommato non valeva la pena avventurarvisi.
Capo Sounion è l’ultima tappa del nostro lungo
itinerario di tre settimane in Grecia. Al
ritorno ripercorriamo lo stesso tragitto ripassando per il Canale di Corinto e
facendo qualche breve sosta nelle località di mare più graziose che troviamo
prima e dopo Atene. Alcuni
paesini offrono un litorale pulito e acqua trasparentissima come Paralias Platanou, Demo Diakofto
e Kamatras.
Qui sostiamo per qualche ora, il tempo di fare l’ultimo nostro bagno in Grecia.
Purtroppo c’è poca ombra dappertutto. Considerazioni generali: Bei
paesaggi e parecchi luoghi di interesse. Nessun
problema per la sosta libera, in tre settimane abbiamo dormito in campeggio
solo 4 notti. Nessun
problema per rifornimento di acqua e gasolio, ci sono
fontane, fontanelle e distributori di benzina praticamente dappertutto, anche
nel Mani, mentre sono poche le aree attrezzate per lo scarico delle acque che
immaginiamo avvenga prevalentemente a cielo aperto. Il
prezzo del gasolio varia da 0,883 a 0,970 a seconda della
località. I
pedaggi autostradali sono molto contenuti, le autostrade però
spesso sono ridotte a corsie d’emergenza usate per il transito dei mezzi
pesanti e lenti come i camper più un’altra sola corsia. L’altro senso di marcia
sovente non è diviso da guard-rail. Le
regole del Codice della strada e i cartelli non sempre vengono
rispettati. Ultima
curiosità: nel centro di Atene pare non sia ammesso il
transito dei veicoli a gasolio per “tecnologia avanzata” come ci dice vantandosene
il gestore del camping! Abbiamo
incontrato qualche difficoltà nell’interpretazione delle indicazioni stradali poiché sono talvolta scritte solo in greco, del
resto ci avevano detto di acquistare una carta stradale con le indicazioni sia
in greco che in inglese ma non è poi così facile da reperirsi. In
compenso i greci sono molto cordiali e disponibili se si chiedono loro
informazioni e molti, soprattutto i giovani parlano inglese. I
luoghi che ci sono piaciuti di più sono stati: Koroni,
Mistras, Atene, Monemvassia;
le spiagge più belle in assoluto sono: Loutza (nei
pressi di Finicoundas), Limeni,
Panagria e Simos a Elafonissos, Vinglafia;
gradevoli: Voidokilia e Loutraki. Infine, come sempre tutti e quattro diamo un voto alla nostra vacanza che va da 1 a 10 e il risultato è sicuramente un bell’otto.
Viaggio effettuato a Luglio 2005 da Gianna De Bonis Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA. |
|