CAPODANNO IN ALTA SAVOIA
Visto l'esito delle scorse edizioni, per la destinazione di Capodanno 2007 non ci sono stati dibattiti nè
dubbi: si va in montagna, e precisamente in Alta Savoia.
Benchè nessuno di noi sia un appassionato "estremo" di sport invernali,
tutti apprezziamo in modo crescente, anno dopo anno, la "magia" dei panorami imbiancati di neve.
Altri fattori, pur se meno importanti, influiscono poi nella scelta della destinazione alpina:
la distanza (per noi, contenuta), le strade ben tenute e sempre percorribili senza problemi,
l'organizzazione turistica di eccellente livello, la grande varietà di possibili località da visitare,
il costo dei campeggi Francesi, che risulta competitivo nei confronti delle aree di sosta nostrane e addirittura
irridente se paragonato ai prezzi che abbiamo pagato in campeggi Italiani di livello pari o inferiore.
Purtroppo, quest'anno uno dei 'soliti tre' equipaggi non ce l'ha fatta ad essere dei nostri, causa
un malanno al conducente che gli auguriamo sia passeggero. Partiamo quindi in due veicoli.
Sabato 30 Dicembre 2006
La partenza è fissata alle 8:30, e l'orario viene quasi rispettato.
Il viaggio poco impegnativo che ci aspetta è uno degli elementi positivi di questo tipo di vacanza.
Niente stress, pochi km, relax assoluto.
Raggiungiamo rapidamente Aosta, dove usciamo dall'autostrada per rifornire di gasolio "artico".
La brutta esperienza vissuta da un equipaggio della nostra squadra nell'analogo viaggio dello scorso anno ci induce
a non lasciare nulla di intentato pur di evitare il congelamento del carburante, e quindi ci siamo informati
su dove reperire con certezza il gasolio adatto a prevenire eventuali problemi.
Avevamo approssimativamente calcolato di arrivarci con non più di un quarto di serbatoio di gasolio, come in effetti avviene.
L'impianto indicato ha in effetti il carburante "garantito fino almeno a -20°, probabilmente anche di più", e dunque
ripartiamo con il pieno e tranquilli.
Senza nessun problema raggiungiamo il tunnel del Monte Bianco, praticamente senza quasi vedere neve nei dintorni, riferendoci alle quote basse valdostane. Solo nei pressi di Entreves, circa tre chilometri dopo Courmayeur, i parcheggi della funivia sono pieni di
sciatori.
Una trentina di minuti dura la coda per l'accesso al tunnel, dove utilizziamo l'abbonamento che rende ragionevole il costo del passaggio
(circa 13 euro invece degli oltre 42 della corsa singola).
L'uscita sul lato francese conferma che il turismo sembra a senso unico: in ingresso verso l'Italia non c'è un solo veicolo in attesa.
Se vogliamo essere ottimisti, sarà per la mancanza di neve. Se vogliamo essere realisti, non sarà forse per il rapporto prezzo-servizi
che regge sempre meno il confronto con altre realtà?
Il traffico verso Chamonix si mantiene sostenutio ma scorrevole. La oltrepassiamo e ci dirigiamo, sempre su strada normale,
verso Sallanches, che attraversiamo con una certa fatica, soprattutto perchè è giorno di mercato.
Segnaliamo, per chi dovesse passare di qui ed averne necessità, che uscendo verso Cluses e Bonneville vi è una vasta area
commerciale, incluso un grande e fornitissimo ipermercato, dove - ovviamente - non vi è alcun problema di parcheggio.
Giunti a Cluses imbocchiamo, a destra, la strada per Taninges, che si raggiunge in circa 10 chilometri, i primi dei quali
molto panoramici in quanto si innalzano piuttosto rapidamente e consentono una bella vista sull'abitato di Cluses e sul fondovalle
circostante.
A Taninges seguiamo la D902, ben segnalata, della nostra prima destinazione: Morzine.
L'abbiamo scelta per la fama, essendo sede di gare di Coppa del Mondo di sci alpino, e dopo aver a lungo navigato sui siti degli
uffici del turismo francesi della zona, generalmente piuttosto ben fatti e completi.
A due terzi circa della ventina di chilometri che restano da coprire, incontriamo Les Gets, una piacevole località di montagna
che ci colpisce per almeno tre motivi: è piuttosto gradevole alla vista, con costruzioni in stile non troppo grandi e molto sparpagliate nel verde, al suo ingresso da questo lato presenta una grande ed affollatissima area di sosta camper con colonnina per il camper service, e
mostra un primo accenno di neve, su un pendio a ridosso dell'area camper, che appare frequentato.
Ampie segnalazioni in loco la definiscono la città capitale della musica meccanica (tipo carillon, per capirci), con tanto di museo.
Proseguiamo senza fermarci, tra boschi senza neve ma con molte cascate di ghiaccio ai lati del nastro d'asfalto, fino a Morzine.
Dai dati in nostro possesso (rilevati nella sezione Strutture Estero di CamperOnLine.it), sappiamo che esiste un
campeggio nei pressi dell'abitato di Morzine, e infatti troviamo l'indicazione per Essert-Romand. Si tratta di un bel campeggino,
pianeggiante e panoramico, ma ad almeno tre chilometri dal centro, e con un percorso improponibile per dislivello e carreggiata.
Ci portiamo quindi in centro, per la consueta esplorazione preliminare che dia confidenza con una nuova località, e pranziamo in un
comodo parcheggio di un supermercato, al momento chiuso per la pausa pranzo.
Nel pomeriggio, spinti dall'interesse suscitato dal primo approccio con la bella cittadina, ci avviciniamo e troviamo senza eccessiva
difficoltà spazi per sostare nel pressi del supermercato centrale.
Qui accade un piccolo imprevisto, da citare più che altro a titolo informativo: dopo aver chiuso con estrema cura (forse anche troppa,
con il senno di poi) il loro veicolo, i nostri amici realizzano che le chiavi del camper sono rimaste sul sedile del passeggero in cabina
guida. Superato il momento di sconforto, e memori di aver letto su CamperOnLine.it delle tecniche impiegate dai ladri, ci improvvisiamo
scassinatori e verifichiamo quanto facile sia aprire la porta del Ducato. Nonostante la nostra assoluta impreparazione al riguardo,
in due minuti il finestrino triangolare della porta (prossimo allo specchietto retrovisore) viene estratto dalla guarnizione che
lo tiene in sede, e le chiavi Fiat recuperate. In un tempo leggermente superiore, e con le sole dita, il finestrino viene riposizionato
nella sua sede. Nessun danno, ma la certezza che "chi è del mestiere" non ha il minimo problema ad aprire questo tipo di porte ...
Commentiamo con letizia la soluzione dell'imprevisto, dopodichè scatta l'operazione "esame ravvicinato" del centro, che ci vede
approfondire meticolosamente l'esplorazione delle numerose vie centrali, in un crescendo di giudizi positivi.
Nell'ufficio di informazione turistica, molto elegante e professionale, richiediamo le possibilità proposte ai camping-car, e veniamo informati che esistono un secondo campeggio a circa due chilometri (non rilevato a priori su internet), ed uno spazio per sosta e camper service nei pressi del cimitero.
Essendosi nel frattempo fatto buio, optiamo per verificare questo campeggio a due chilometri, in direzione Montriond.
Il traffico è molto intenso (in pratica, una coda continua), e l'assoluta mancanza di segnalazioni rende problematica la localizzazione
del campeggio. Chi la dura la vince, e alla fine lo troviamo, ma ne restiamo molto delusi: in pratica, è un prato, senza
Reception, non illuminato, con il tariffario esposto che secondo noi non è adeguato ai servizi offerti.
Torniamo quindi in centro e troviamo posto presso la zona sportiva, praticamente sotto ad uno spettacolare ponte sospeso pedonale.
Si tratta di un'area con numerose attrezzature per il tempo libero, come piscine, tennis, skate-board e altro, già scelta
per la sosta notturna da una dozzina di altri camper, in prevalenza francesi.
Trascorriamo una notte tranquilla.
Un po' di pioggia concilia il sonno. Ah, se fosse neve ...
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Domenica 31 Dicembre 2006
La mancanza assoluta di neve, anche a quote ben più alte, non concede spazi per improvvisazioni sportive.
La giornata viene dedicata alla sistematica esplorazione, visita e ispezione dell'elegante Morzine.
Ci concediamo una adeguata sosta per il pranzo, e completiamo i rifornimenti per il consueto cenone on-board.
Specialità di famiglia vengono accostate prodotti tipici locali, con il solito lusinghiero risultato.
Per tutta la durata del cenone piove, ma verso la mezzanotte una tregua ci consente il brindisi all'aperto, con ben +4°
(che sono almeno 10 o 15 più di quelli che sarebbe stato lecito aspettarsi).
Facciamo di necessità virtù, e completiamo il reportage fotografico.
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Lunedi 1 Gennaio 2007
Il giorno di Capodanno la pioggia non sembra voler cessare, e quindi pensiamo di spostarci, tornando sui nostri passi
per cambiare valle.
Riattraversiamo Les Gets, che la pioggia ha privato della neve di due giorni fa e quasi tutti i camper hanno ormai abbandonato,
e, scesi a Taninges, prendiamo a sinistra verso Samoens. Ancora una volta, scelta fatta seguendo le informazioni reperite online,
che si rivela giusta.
La valle è molto ampia e verde di pascoli, intervallati da boschi e cascinali. Sale in maniera molto dolce e lineare, anche
se di poco. Infatti Samoens è a soli 714 mt slm, e dunque non stupisce che non vi sia traccia di neve.
Troviamo senza difficoltà il campeggio, ordinato e con colonnina per il camper service in uno spiazzo antistante.
E' solo un poco defilato dell'abitato, e non avendo noi al momento necessità di servizi, sostiamo per la notte in uno dei numerosi
e ben segnalati parcheggi a ridosso del centro, asfaltato, pianeggiante, illuminato.
Visitiamo il piccolo e gradevole centro, con i suoi negozi aperti per il passeggio dei turisti, ed anche qui riusciamo a trovare un paio di
souvenir da acquistare.
Trascorriamo una notte tranquilla, anche perchè il mercato che si tiene nel piazzale dove ci troviamo è di mercoledì.
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Martedi 2 Gennaio 2007
Ci svegliamo con la lieta sorpresa del panorama completamente imbiancato, e con una fitta nevicata in corso.
Noi, però, seguiamo il programma concordato la sera precedente, e ci muoviamo, ridiscendendo verso Taninges e poi Cluses,
dove ci riforniamo in un ipermercato.
Proseguiamo poi in direzione Bonneville, per prendere poi a sinistra la D12, spostandoci così sul versante opposto.
Contiamo di tornare a Le Grand-Bornand, gradevole località già vista lo scorso anno, dove pensiamo la neve non manchi.
Arriviamo fino a La Clusaz, ma la nevicata in corso e soprattutto lo stato della strada rendono impossibile raggiungere il
campeggio segnalato. In particolare, il semintegrale a trazione anteriore dei nostri amici va in crisi nel punto più critico,
e cioè quando è affiancato ad un altro mansardato (sempre su Fiat Ducato), e a nulla valgono gli sforzi congiunti, integrati anche da alcuni automobilisti che hanno tutto sommato preso con filosofia il temporaneo blocco della circolazione causato dai camping-car ...
Montate le catene, si riesce a divincolare il mezzo dalla neve, ma prudentemente facciamo dietro front, scendendo di un paio di chilometri
e sistemandoci senza problemi al campeggio "L'Escale" di Le Grand Bornand, per noi noto ed affidabile.
Nonostante sia ormai ora di pranzo, e la reception chiusa come da orario esposto, il solerte personale del campeggio
ci accoglie con evidente cordialità, dandoci un caloroso benvenuto e ricordando anche il nostro soggiorno dello scorso anno.
Si prodigano anche nel trovarci una sistemazione esposta al sole per quanto possibile, con due piazzole affiancate,
e in men che non si dica la liberano dalla neve.
Non paghi, sotto una bella nevicata ci aiutano a sistemare i cunei sotto alle ruote e a connettere l'elettricità, senza farci scendere dal veicolo.
Meritano un elogio per un comportamento esemplare, facendo sentire il turista davvero benvenuto.
Ultima nota positiva: non serve esibire documenti, hanno già tutto sul computer dallo scorso anno, ci dicono con un sorriso.
Il campeggio è molto vicino al centro di Le Grand Bornand Village, il capolouogo, che si raggiunge in cinque minuti a piedi.
Le altre località della vallata, a cominciare da Le Grand Bornand Chinaillon dove si trovano molti impianti di risalita, sono raggiungibili
molto comodamente con un efficiente servizio di ski-bus gratuiti per i turisti (inclusi i residenti al camping L'Escale),
che con corse piuttosto frequenti (ogni 20-30 minuti) collegano senza interruzioni tutti i punti delle cinque linee previste.
Per noi, la fermata è proprio all'ingresso del campeggio.
Nel pomeriggio prima escursione a piedi nel centro, e primi acquisti delle specialità locali, particolarmente formaggi e salumi,
di cui abbondano varietà molto attraenti dalle tante vetrine gourmand.
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Mercoledi 3 Gennaio 2007
Oggi a Le Grand Bornand Village è giorno di mercato, e la fortuna ci assiste donandoci una splendida giornata di sole.
Indugiamo a lungo tra i numerosi negozi ambulanti che hanno popolato la piazza principale e le viuzze circostanti.
Le merci proposte sono equamente divise tra abbigliamento da montagna e generi alimentari, con tripudi di salumi.
In alcuni casi, notiamo ed assaggiamo salami con ingredienti ai quali non siamo abituati: ad esempio, nocciole,
funghi, formaggio Rochefort. Ovviamente, ci approviggioniamo di quelli meglio graditi ai nostri palati (in verità,
più "tradizionalisti").
Dopo una veramente riuscita "polenta e coniglio", necessitiamo di fare un po' di moto.
Le strepitose condizioni meteo ci incoraggiano ad effettuare il battesimo delle ciaspole.
Si parte direttamente da dentro al campeggio con questi strani aggeggi ai piedi, e prendendo confidenza
si passeggia con sempre maggiore sicurezza tra boschi e distese candide, evitando di affondare nella neve fresca
e godendosi panorami e sensazioni di assoluto pleinar alpino da cinque stelle con lode.
Molto divertente, e neanche troppo affaticante: esperimento riuscito in pieno.
Al rientro, ci concediamo un bel bagno nella piscina climatizzata del campeggio: una parte è agibile tutto l'anno, al chiuso,
mentre nella bella stagione è disponibile anche una sezione all'aperto.
Ritemprati dal vigoroso trattamento delle bocche degli idromassaggi, ceniamo in allegria, come sempre,
commentando positivamente la situazione e il decorso della vacanza.
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Giovedi 4 Gennaio 2007
Il tempo non è soleggiato come ieri.
Pertanto optiamo per una visita alla frazione Chinaillon, che rappresenta la parte alta di Le Grand Bornand.
Lo ski-bus gratuito ci porta in meno di dieci minuti ai 1300 mt di quota, dove partono numerosi impianti di risalita
e dove terminano altrettante piste.
Passeggiamo tra chalet in rigososo stile savoiardo, con molto legno a vista, molto belli.
Alcuni sono ben restaurati, altri sono di recente costruzione, a conferma dello sviluppo che questa valle sta vivendo.
Inizia a nevicare, in modo anche piuttosto fitto, e per pranzo rientriamo al campeggio, sempre con lo ski-bus.
Il pomeriggio è di tutto riposo, e l'attività più impegnativa è una lunga seduta nella bella piscina riscaldata,
a godere del contrasto con il la neve all'esterno.
Una cena come si deve, in compagnia, con quattro chiacchere tra amici, e la giornata si chiude positivamente.
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Venerdi 5 Gennaio 2007
In mattinata preparativi per lasciare il campeggio, incluso un modesto rabbocco di acqua.
Non sarebbe stata male l'idea di ripetere il passaggio sul Col de l'Aravis, come lo scorso anno, ma visto che non abbiamo più tempo per sostare a Megeve, preferiamo dirigerci verso la nostra prossima meta seguendo la via più veloce.
Al momento della messa in moto, scatta il secondo imprevisto di questo viaggio: il veicolo dei nostri amici non parte.
Tranquilli sul lato gasolio (super-artico) e su quello batteria (l'allacciamento all'elettricità del campeggio non lascia dubbi al riguardo), veniamo invece colti in contropiede da una spia che si nota insolitamente accesa sul cruscotto, che include un lucchetto.
La febbrile consultazione del libretto di uso e manutenzione svela il mistero: è il Fiat Code, che non riconosce la chiave di avviamento
e dunque inibisce la messa in moto.
Alternando sconforto a scansione verbale degli abitanti del calendario, ci rincuoriamo leggendo la frase "Attivare la procedura di emergenza, descritta a pagina 124" (mi pare). E alla pagina indicata, nuova doccia fredda: "Per i veicoli diesel, non esiste procedura di emergenza". Una vera beffa ...
La disperazione ormai serpeggia, soprattutto al ricordo dello scorso anno, quando la filiale Fiat di Sallanches - competente per territorio - ci aveva già negato l'intervento di assistenza, limitandosi a fornire il ricambio e invitandoci a trovare un meccanico localmente.
E qui, quando l'esaurimento nervoso è ormai prossimo, un ennesimo tentativo di avviamento in extremis ottiene il risultato sperato: dopo almeno trenta falliti, stavolta la spia si spegne regolarmente, ed il motore si avvia! Inspiegabile.
Senza più spegnere il motore, scendiamo quindi a Bonneville e, dopo una sosta pranzo nell'immenso ipermercato di Sallanches, raggiungiamo Chamonix.
Ci sistemiamo senza problemi - se non quelli del fondo molto ghiacciato - nel solito parcheggio piuttosto comodo per il centro.
Ed il pomeriggio se ne va in una distensiva passeggiata tra le eleganti vetrine della città, come sempre tirata a lucido ed allegramente addobbata per le feste.
Notte tranquilla, un poco più fredda delle precedenti ma niente di drammatico: due-tre gradi sottozero.
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Sabato 6 Gennaio 2007
E' l'ultimo giorno di questa bella vacanza. Il tempo è ancora sereno, e di buon umore effettuiamo una nuova perlustrazione del centro,
rifornendoci di pane e croissant freschi.
Non senza brividi - ma non di freddo - i nostri amici provano l'avviamento del loro Ducato ... che riesce. Meno male!
In pochi minuti siamo alla rampa che porta al tunnel del Monte Bianco. E qui viviamo l'ultimo imprevisto: una coda già molto lunga di veicoli in attesa, a conferma che il flusso di rientro è notevole, viene bloccata per oltre un'ora, a causa di una autovettura in panne all'interno del tunnel. Scattano le procedure di emergenza: numerosi veicoli di soccorso, inclusi quelli per l'evacuazione dei passeggeri che evidentemente hanno dovuto trovare rifugio negli appositi spazi di fuga ai lati del tunnel, transitano a sirene spiegate
a fianco della lunga teoria di mezzi in paziente attesa. Il fatto che non vi siano feriti, fumo o danni di alcun tipo solleva gli animi.
Approfittiamo della lunga sosta per scattare diverse foto, anche alle due vette che si fronteggiano alle sommità opposte dei versanti della vallata, entrambe raggiunte da ardite teleferiche: una delle due è la mitica "Aguille du Midi", a 3840 mt di quota.
Poi, finalmente, possiamo transitare nel tunnel e siamo nuovamente in Italia - che conferma l'assoluta penuria di neve - e giungiamo a casa senza altri intoppi.
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Viaggio effettuato a Capodanno 2007 da Cinzia Nesi
Potete trovare ulteriori informazioni sulle località
toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione
AREE DI SOSTA.
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