BRETAGNE 1998
Viaggio in Italia, Francia
25 Luglio - 15 Agosto 1998
Con la partecipazione di Alessandra, Diana, Gabriella & Gabriella, Roberto
Un affettuoso saluto a tutti i partecipanti a questa emozionante esperienza.
Prefazione.
Il viaggio preparato per quest'anno avrebbe dovuto avere una durata di quattro settimane ma, impedimenti contingenti, ne hanno ridotto la durata. Sull'itinerario preventivo tagliamo tutta la parte che comprende la visita della costa atlantica da La Rochelle fino a Saint Nazaire al fine di recuperare giorni quindi, dal Massiccio Centrale, dirigeremo direttamente in Bretagna.
Sabato 25 Luglio 1998.
Come al solito carichiamo il mezzo durante i giorni immediatamente precedenti la partenza ma, pur essendo tutto pronto sin dal mattino, preferiamo muoverci con calma nel tardo pomeriggio.
Partiamo alle 16.45, dopo i saluti e le raccomandazioni di rito. Durante il tragitto che ci porta all'incontro con le Gabrielle, facciamo l'inventario di quanto ci risulta caricato e scopriamo che, anche quest'anno, abbiamo dimenticato qualcosa: l'itinerario! Alle 17.30 siamo all'area di servizio IP sulla A22 per Civitavecchia per l'incontro con le Gabrielle che, piú che puntuali, ci aspettano godendosi un bel gelato. La temperatura è ancora alta, il traffico scorrevole e non abbiamo incontrato alcun intoppo. Fortunatamente le Gabrielle hanno con loro una copia dell'itinerario così i conti tornano quasi a posto.
Si riparte alle 17.45 e, portato a termine il tratto di autostrada che conduce a Civitavecchia, prendiamo filati l'Aurelia. Superiamo Albinia, tappa notturna lo scorso anno e, in due ore tonde, raggiungiamo Grosseto. Abbiamo percorso 205 Km in circa tre ore, niente male.
Proseguendo regolarmente la marcia, alle 21.10 ci fermiamo per la notte nella prima area di servizio incontrata appena ripresa l'autostrada a Rosignano Marittima mettendo in cassaforte un bottino di 320 Km.
Sommario delle tappe.
Domenica 26 Luglio 1998.
Anche quest'anno a casa abbiamo lasciato anche la sveglia, ma la cosa non ci dispiace. Ci svegliamo alle 7.30, al termine di una nottata passata tranquilla e fresca. Prima di partire controlliamo olio e pressione delle gomme, facciamo il pieno di carburante e leviamo le ancore alle 9.15. Filiamo dritti per un'ora e un quarto, fino all'area di servizio Magra Est, senza rallentamenti o code, nonostante la festività, e ci fermiamo per una breve colazione. La temperatura è ancora accettabile ma in evidente ascesa, nel camper abbiamo 34°C.
Ripartiamo alle 11.10 e, verso mezzogiorno e mezza, siamo a Genova. Una distrazione capitata in un momento delicato ci fa prendere la corsia per l'uscita verso la città anziché‚ la direzione di Ventimiglia. Siamo costretti ad uscire e rientrare subito in autostrada, non perdiamo tempo, più che altro è fastidioso fare le manovre.
Raggiungiamo Savona alle 13.10, lasciamo l'autostrada per Ventimiglia e prendiamo la A26 direzione Torino. Ci arrampichiamo presto sulle alpi e, appena scollinato, decidiamo di uscire per trovarci un posto per il pranzo. Usciamo, dopo 304 Km di marcia, a Ceva alle 14.00 e subito troviamo, nei pressi del casello, il parcheggio sterrato dell'ospedale, in piano, ampio anche se un poco spoglio.
Buon posto da tenere presente per il futuro anche per dormire. A qualche centinaio di metri dall'autostrada, di fianco all'ospedale e di fronte alla caserma dei Carabinieri. Un paio di ristoranti a tiro di passeggiata e il distributore Tamoil, con gpl, lungo la strada.
Pranziamo, mettiamo le ventose agli oscuranti delle Gabrielle e ripartiamo alle 16.15. In poco più di mezz'ora di statale raggiungiamo Mondovì, ove ci riforniamo di carburante. Alle 17.00 siamo già diretti verso Cuneo, che non raggiungiamo prendendo direttamente la direzione di Borgo San Dalmazzo. Cominciamo presto l'arrampicata sulle alpi, la strada si fa stretta e tortuosa. Una fila interminabile di veicoli proviene in senso contrario al termine del loro week-end.
Seguiamo la valle dello Stura di Demonte fino alle 18.45, superando Vinadio e Argentera, poi ci fermiamo in un grande spiazzo sterrato ove diamo il cambio a numerosi automezzi che lì hanno passato il fine settimana. L'aria è piacevolmente frizzante. Diana si dedica immediatamente alla pesca dei girini, che poi rigetta nel fiume.
Nell'attesa della cena attraversiamo il gelido torrente a piedi nudi riattivando così di colpo la circolazione. In seguito ci dedichiamo alla caccia fotografica alle marmotte subito sopraffatti da Diana.
Durante la cena ci raggiunge il temporale che riversa a ripetizione scrosci d'acqua e folate di vento sui camper parcheggiati in riva la torrente. Per oggi mettiamo da parte altri 415 Km di una faticosa tappa di trasferimento portata a termine senza contrattempi e conclusa nello splendido scenario della natura alpina ricca di verde, di fresco e tranquillità.
Sommario delle tappe.
Lunedì 27 Luglio 1998.
Notte fresca e assolutamente tranquilla durante la quale ha piovuto diverse volte. Stamattina il cielo è totalmente sereno e le marmotte sono scese fino alla riva del fiume. Gabrielletta attraversa di nuovo il torrente per farsi la sua irrinunciabile passeggiata mattutina. Anche Diana, che di solito dorme come un ghiro, si sveglia per portare qualche pezzo di pane da mangiare davanti l'entrata delle innumerevoli tane.
Portata a termine un'altra battuta di caccia fotografica, alle 9.45 decidiamo che è ora di muoverci. Impieghiamo venti minuti per percorrere i 10 Km di strada, irta e a tornanti, che ci separa ancora dal Colle della Maddalena. Nel corso della salita ancora avvistamenti di marmotte e di cascate. Appena scollinato scendiamo, adagio, verso Larche, ove ci fermiamo per riempire le bottiglie della fresca acqua alpina quindi, con 24°C nel camper, dirigiamo verso Barcellonette.
Arriviamo al camper service dell'aerodrome alle 11.20 e, durante l'esecuzione delle operazioni di carico d'acqua, comincia a piovere mentre la temperatura rimane decisamente fredda. Senza grosse difficoltà riprendiamo la nostra strada diretti a Gap che raggiungiamo alle 13.00. Abbiamo qualche difficoltà, causa lavori, a raggiungere i parcheggi segnalati. Dopo venti minuti di tour arriviamo finalmente in Place de la Commanderie con molti posti disponibili ma con una pendenza paurosa. Chiudiamo qui la prima parte della giornata mettendo in conto solo 130 Km.
La pendenza del parcheggio non scoraggia Diana, che ne approfitta per scorrazzare con i suoi pattini tra le poche auto in sosta. Durante il pranzo cerchiamo disperatamente di captare qualche stazione che ci informi sull'andamento della odierna tappa del Tour, che si svolge tra Vizille, il Col du Galibier e Les Deux Alpes.
Fatto rifornimento lasciamo Gap alle 15.20 e in meno di quaranta minuti raggiungiamo Veynes ove, su indicazione del locale Office du Turisme, troviamo lo scarico in Place 19 Mars con pozzetto e acqua. Impieghiamo una ventina di minuti per le operazioni necessarie ai due camper, dopodich‚ riprendiamo la nostra rotta sempre accompagnati da un cielo estremamente variabile.
Alle 16.45, lungo la impegnativa salita che conduce al Col de Cabre, decidiamo che è opportuna una breve sosta per fare merenda, così ci fermiamo in una piccola area a pochi chilometri da colle. Ripresa la navigazione, appena scollinato, ci immettiamo nella valle della Drome e, alle 17.30, siamo a Le Claps. Un grazioso posto con un laghetto e qualche cascatella prodotta delle smeralde acque del fiume, a causa di una frana che in era geologica ne ha ostruito il corso.
Ci fermiamo per qualche foto e il gelato. Ci rendiamo conto che l'andatura che portiamo, causa delle strade tortuose e in salita, è molto lenta. Siamo in notevole ritardo sul previsto e difficilmente per questa sera riusciremo a raggiungere Le Puy come speravamo. In compenso ci godiamo con la dovuta calma i paesaggi e le soste.
Alle 18.30 raggiungiamo il centro di Die ove, sulla destra, notiamo un comodo parcheggio eventualmente buono per passare la notte ma è ancora presto e preferiamo continuare. Un'ora più tardi, alle 19.25 siamo fermi in un parcheggio posto nel centro di Loriol. Con le nostre dimensioni occupiamo qualche posto di troppo ma speriamo per la notte non comporti problemi. Il tempo è sempre imbronciato e continua a piovere ad intermittenza.
Dietro indicazione di un cortese signore che parla italiano, ci spostiamo in un parcheggio più ampio, pianeggiante, con bagni e fontanella. Posto di fronte alla caserma dei pompieri, sembra proprio essere il posto segnalato da Rino Carli nel suo diario.
Durante i preparativi della cena riusciamo finalmente a captare Radio France che ci informa della splendida impresa compiuta da Marco Pantani che, al termine di una mitica tappa, nel corso della quale ha stracciato gli avversari, ha conquistato la maglia gialla infliggendo a tutti distacchi di altri tempi.
Confortati da queste buone nuove mettiamo anche noi in cantiere la nostra odierna fatica aggiungendo altri 269 Km al monte.
Sommario delle tappe.
Martedì 28 Luglio 1998.
Sveglia alle 7.00. Il paese è oltremodo tranquillo, piccoli viali, piccoli negozi, praticamente niente "vita". Preso lo storico numero de "L'Equipe" con la cronaca della tappa del Tour, ci mettiamo in marcia alle 9.20.
Dirigiamo su Le Pouzin, sull'altra riva della Rhone, ove prendiamo la RN86 verso Valence. Giunti a Saint Peray viriamo inserendoci sulla D533 verso Saint Agreve. La strada è molto impegnativa, non molto larga e piena di curve. I sorpassi sono quasi impossibili, così siamo costretti a fermarci diverse volte per consentire alle più agili autovetture di procedere più speditamente. Attraversiamo una zona collinosa e ricca di vegetazione. In alcuni paesi temiamo addirittura di non riuscire a manovrare, ci colpisce la spericolatezza con cui guidano diversi camionisti locali su strade così pericolose.
Impieghiamo due ore tonde per arrivare a Saint Agreve, posta dopo soli 90 Km di tappa. La stanchezza si fa sentire, la fame anche, inoltre il posto è gradevole così decidiamo di fare la sosta per il pranzo.
Diana e Roberto si cimentano in un bel tour della graziosa e vivace cittadina in bicicletta scoprendo, tra l'altro, un parcheggio, migliore di quello in cui ci siamo sistemati. Si trova in Place Phelise d'Ansenne, è limitrofo al centro, con acqua e telefoni, pianeggiante e di facile accesso dalla strada proveniente da Annonay. In definitiva un buon posto per dormire. Il tempo continua ad essere variabile e il vento che spira è piuttosto freddo.
Prima di rimetterci sulla rotta, facciamo rifornimento quindi, alle 14.40, lasciamo Saint Agreve. Ci immettiamo sulla D21 ed, in un'ora, percorriamo i 60 Km, senz'altro meno impegnativi di quelli della mattina, che ci sperano da Le Puy en Valey. Giunti nella città, raggiungiamo un piccolo parcheggio posto alle falde dell'oratorio di Saint Michel e ci avviamo alla visita. Saliamo fin sulla cima dell'oratorio, godendoci uno splendido panorama sugli altri colli e sulla imponente statua della Vergine che domina la città, quindi, ridiscesi a terra, ci dirigiamo verso il santuario. La visita è piuttosto impegnativa, dal punto di vista atletico, trattandosi di continue ascensioni, nonostante questo fatto, risulta assai gratificante.
Tornati ai mezzi, ci rimettiamo in marcia che sono le 18.20. Prendiamo la RN102 e dirigiamo ancora verso ovest. Approssimandosi l'ora della cena, iniziamo a cercare posti adatti alla sosta. Proviamo ad Arrant e Lempdes ma non troviamo un parcheggio decente. Alle 20.20 ci fermiamo sulla piazzetta del villaggio di Moriat, ove un altro mezzo non ci sarebbe entrato. Un signore, che esce dal municipio, ci chiede se abbiamo intenzione di fermarci a dormire. Alla nostra timorosa risposta affermativa, anzichè intimarci di sgomberare immediatamente, ci indica ove poter trovare i bagni publici e l'acqua potabile.
Chiudiamo questa faticosa tappa cenando nei camper sotto una pioggerellina fitta e aggiungendo altri 228 Km al nostro bottino.
Sommario delle tappe.
Mercoledì 29 Luglio 1998.
Sveglia alle 7.00 al suono dei rintocchi dell'orologio del comune e di un gradevole, quanto puntuale, "cu cu". Passeggiando in paese, molto piccolo e abitato soprattutto da anziani, scopriamo anche un piccolo castello trascurato e in decadenza. Rientrando ai mezzi compriamo pane e dolci nell'unico negozio trovato.
Partiamo alle 9.15 e, anzichè tornare sui nostri passi verso Lempdes per prendere l'autostrada, dirigiamo verso Saint Germain Lembron. Un quarto d'ora più tardi siamo già fermi nell'ampio e comodo parcheggio sterrato nel centro città per recarci presso la vicina farmacia per una misurazione della pressione di Gabriellona che sembra fare le bizze. Anche qui troviamo i servizi, telefoni e un rubinetto con presa a vite per l'acqua sul muretto di cinta del parcheggio, mentre il mercato vi si svolge la domenica.
Confortati da buone notizie sulla salute della nostra Condottiera, ripartiamo alle 10.15. Presa la A75, aspettiamo inutilmente il casello per il pagamento del pedaggio, così alle 11.00 arriviamo alla periferia di Clermont Ferrand ove approfittiamo di una stazione Esso per fare rifornimento e orientarci un poco. Avuta qualche informazione di massima, seguendo le segnalazioni, chiare e ben visibili, in cinquanta minuti di irte salite, attraversiamo Clermont e raggiungiamo il parking obbligatorio posto ai piedi del Puy de Dome. Terminiamo, dopo 71 Km, la prima semitappa giornaliera e ci avviamo a prendere la navetta, 21 FFr per gli adulti e 5 FFr per i bambini, che ci conduce alla cima del più alto "Puy" di Francia.
La visita è gradevole ed entusiasmante. Il vento teso ha spazzato via per tempo tutta la nuvolosità della mattina e ci permette di godere di un panorama sconfinato sia su Clermont Ferrand che sugli altri Puy.
Cammina, cammina, si fanno le 14.00 allorch‚ i morsi della fame ci richiamano alla mente anche il fatto che Gabriellona è rimasta sola a valle ad aspettarci. Spedite alcune cartoline e presi i soliti souvenir, scendiamo, come eravamo saliti, con la navetta.
Pranziamo e, poco prima delle 15.00, prendiamo di nuovo la rotta per la Bretagna. Arriviamo ad Aubusson alle 16.20, ci fermiamo per un poco di riposo e per fare merenda, così chiama il gelato Diana. Anche qui troviamo un ampio e comodo parcheggio asfaltato, vicino a quello dell'Intermarchè, da tenere presente eventualmente per la notte. Approfittiamo e facciamo anche un poco di spesa e di bighellonaggio nel supermercato.
Ripartiamo alle 17.45 per raggiungere Gueret cinquanta minuti più tardi. Ancora un'ora di viaggio e arriviamo a Magnac Laval ove, in un batter d'occhio, troviamo il parcheggio di fronte alla Mairie. In seguito ad una attenta quanto provvidenziale ricognizione leggiamo gli avvisi che indicano che ogni giovedì mattina vi si tiene il mercato. Ci spostiamo allora, in direzione di Le Dorat, passato il cimitero, nel parcheggio di fronte alla ex stazione ferroviaria, oggi adibita ad Office du Tourisme.
Gettiamo l'ancora che sono quasi le 20.00, mettendo fine ad una gradevole tappa di 269 Km. Il tempo si è decisamente rimesso al bello, anche grazie al vento, che non ci lascia da stamattina. Fa caldo, nel camper abbiamo 30°C, e ci rimane anche tempo per una sgambatura a pallone prima della cena.
Sommario delle tappe.
Giovedì 30 Luglio 1998.
Alle 7.30, al termine di una notte assolutamente tranquilla, ci sveglia i classico rumore di un carico di mucche pronte per il vicino mattatoio. Il cielo si è di nuovo coperto e piove. Fa di nuovo freddo e nel camper abbiamo 24°C.
Ci mettiamo in marcia alle 9.10. Raggiunta e imboccata la RN147, a Moulismes notiamo una splendida "Area di Riposo" sulla destra appena finito il centro abitato in direzione di Poitiers. Percorsi neanche 90 Km, alle 10.30 arriviamo a Poitiers, che cerchiamo di attraversare senza rallentamenti. Quando siamo ormai alla periferia, diretti verso Nantes, ci fermiamo per rifornirci di pane proprio mentre la pioggia torna a farsi insistente. Giunti a Vouillè, approfittiamo di Super U, e di una tregua concessaci dalla pioggia, per rifornirci di carburante. Il viaggio prosegue spedito e senza intoppi di alcun genere.
Alle 12.40 ci fermiamo in Place St. Jaques a Bressouire dopo 170 Km di tappa. Qui troviamo un pozzetto di scarico e diverse prese d'acqua lungo tutto il perimetro del parcheggio molto capiente, asfaltato, leggermente in pendenza, con bagni e telefoni vicinissimi, posto proprio di fronte alla stazione ferroviaria. Diana scorrazza un poco in bicicletta nella piazza deserta in attesa che sia pronto il pranzo.
Effettuate le rituali operazioni di carico e scarico, riprendiamo la nostra rotta che sono le 15.20. Raggiungiamo Nantes alle 16.45 e, senza abbandonare le viabilità veloce, la attraversiamo. Alle 17.30 siamo St. Nazaire ed, anche qui, passiamo veloci fino a raggiungere Pornichet.
Appena lasciata la superstrada, ci troviamo subito in difficoltà per trovare la giusta direzione. Una volta in paese, l'affollamento e le strade di dimensioni lillipuziane ci fanno temere di rimanere imbottigliati, notiamo in diversi parcheggi sbarre poste a 1.80 metri. Senza sapere come, arriviamo all'Office du Tourisme ove otteniamo una carta dei campeggi. Da un primo esame dei depliant calcoliamo che in zona una notte in camping ci costerebbe circa 60.000 lire ad equipaggio. Decidiamo di proseguire la ricerca a La Baule e Le Pouliguen.
Il tempo rimessosi al bello rende ogni manovra una fatica. Alla fine proviamo al camping municipale Les Mouettes di Le Pouliguen ove sia la sistemazione che i prezzi ci aggradano e ci sistemiamo. Per arrivarci abbiamo percorso tutto il cementificato lungomare di La Baule seguendo, gioco forza, il senso unico in cui eravamo finiti nostro malgrado. Abbiamo anche notato il camper service, efficiente ma costruito in modo da non consentire soste. Le operazioni devono essere svolte un mezzo alla volta e non c'è spazio neanche per attendere che chi ti precede abbia finito.
Per le 19.00 siamo piazzati al centro di una piazzola che da sola basterebbe per tutti e due i camper. Diana non perde tempo e s'invola con la bici nei viali del camping facendo la spola tra il nostro camper e quello delle Gabrielle.
Dopo il bucato, le docce e una meritata cena, mettiamo fine a questa tappa di trasferimento che con altri 365 Km ci ha portato fino alle porte della Bretagna.
Sommario delle tappe.
Venerdì 31 Luglio 1998.
Sveglia alle 7.30. Notte tranquilla e senza vento. Stamane fa di nuovo caldo e il sole è già alto in cielo. Sbrigate le formalità di uscita, leviamo le ancore alle 10.20. Il programma odierno prevede il giro della penisola di Croisic, Vannes e la visita a Carnac.
Già alle 10.45 siamo fermi lungo la Cote Sauvage della Pointe de Croisic a goderci gli scogli scoperti dalla bassa marea. Diana prosegue nella sua inarrestabile raccolta di sassi e gusci di conchiglie. Ripartiti dopo mezz'ora di camminata, raggiungiamo Guerande, ove falliamo tutti i tentativi di parcheggiare. Presa la D774 raggiungiamo La Roche Bernard ove arriviamo per l'ora di pranzo.
Dopo mangiato, lasciamo i mezzi e ci godiamo sia il caratteristico centro che stupende viste sulla foce della Vilaine, l'ardito ponte e il porticciolo. Preso il gelato, fatto rifornimento, ci rimettiamo in marcia alle 15.15. Ripresa la RN165, aggiriamo Vannes e, in un'ora e mezza, raggiungiamo Locmariaquer ove ci fermiamo per scattare alcune foto al gigantesco dolmen. Poco dopo le 17.00 siamo di nuovo in marcia verso Carnac. In mezz'ora arriviamo a Menec, ove apprendiamo che l'accesso agli allineamenti di menhir non è possibile per consentire il ripristino della vegetazione sul terreno. Decidiamo allora di approfittare del trenino turistico, per la gioia di Gabriellona e di Diana, che ci porta a spasso per Carnac, La Trinitè sur Mer, Kerlescan, Kermario e di nuovo Menec. Alle 18.45, ripresi i mezzi, ci rechiamo all'allineamento di Kermario per una visita un poco più approfondita.
Il proliferare di divieti di parcheggio dalle 20.00 alle 8.00 e gli sbarramenti posti a 2 metri di altezza ci creano qualche preoccupazione. Alle 19.30 ci rimettiamo in cerca di un posto per dormire. Dirigiamo verso Plohuarnel e, di qui, verso Quiberon e la omonima penisola.
Alle 20.10 siamo piazzati sulla spiaggia in località Les Sables Blancs, non ci sono divieti e diversi camper ci hanno preceduto. E' questo forse l'unico angolo di spiaggia libera sulla penisola di Quiberon. Siamo stretti tra due camping, alle spalle abbiamo un bosco di pini e di fronte alla baia di Quiberon. Per arrivarci abbiamo seguito la D768 fino a Plohuarnel ove abbiamo seguito le indicazioni per Quiberon. Alla segnalazione della Plage des Sables Blancs, abbiamo girato a sinistra percorrendo circa mezzo chilometro di strada nel bosco di pini e, superata la ferrovia, siamo arrivati alla spiaggia.
Chiudiamo la tappa passeggiando sulla spiaggia alla luce del tramonto accompagnati dalle urla dei gabbiani. Per oggi mettiamo da parte solo 156 Km ma anche tante soddisfacenti visite e nuove conoscenze.
Sommario delle tappe.
Sabato 1 Agosto 1998.
Sveglia alle 9.00 al termine di una notte tranquilla e fresca. Il cielo è sereno e si preannuncia una giornata calda. Si sta meravigliosamente in quanto il vento è poco più che una brezza ma è sufficiente a mantenere la temperatura fresca. Ci godiamo, in tutta rilassatezza e serenità una mattinata di sole, mare e ... conchiglie.
Pranziamo un poco tardi e, quando la bassa marea sta scoprendo i banchi di sabbia nella baia, sotto un sole cocente, partiamo che sono le 15.25. Tornati sulla strada principale, riprendiamo la direzione di Quiberon, superiamo l'istmo di Pontievre quindi giriamo a destra verso la Cote Sauvage. A Portivy effettuiamo una mezz'ora di sosta al supermercato per rifornirci in previsione della giornata festiva.
Ripreso il largo, percorriamo la Cote Sauvage de Quiberon da nord a sud così da passare sul lato dell'oceano. Impieghiamo un'ora e tre quarti per percorrere, dalla Pointe du Percho, neanche dieci chilometri. Non per colpa del traffico o della strada, ma per le continue soste, a cui non sappiamo resistere, per godere di panorami ogni volta diversi, ogni volta più belli offertici, dalla costa alta e selvaggia che cela meravigliose spiagge frequentatissime dai surfisti. Il giro termina alle 18.00 quando raggiungiamo l'abitato di Quiberon.
Ripresa la D768, torniamo a Plouharnel dove prendiamo la D781 diretti a Lorient. Superata con una bella vista la Riviere d'Etel, prendiamo la D9 che presto lasciamo per la D194. Superata la foce della Blavet, entriamo in Lorient che sono le 19.00, avendo percorso 66 Km. Tralasciamo, nostro malgrado, la visita della città e, soprattutto, del porto peschereccio, e ci immettiamo sulla superstrada RN165 in direzione Quimperle. Già dalla penisola di Quiberon avevamo notato un intensificarsi del traffico e questa specie di autostrada gratuita non si sottrae alla regola del week-end.
Dopo 122 Km di tappa, alle 20.00 siamo piazzati nel piazzale della stazione alla periferia di Concarneau. E' questo un ampio parcheggio munito di camper service, con scarico a pozzetto raggiungibile con tubo di prolunga, dove parcheggiamo agevolmente, data la capienza, nonostante siano già presenti numerosi altri mezzi.
Per spezzare un poco il solito rituale, nonostante il tempo sia nuvoloso e pioviggini un poco, decidiamo per una cena al ristorante. Ci sobbarchiamo così una bella passeggiata fino di fronte al porto e alla caratteristica Ville Close, la cittadella fortificata sul mare, ove ceniamo, tutti insieme e in allegria, in un ristorante con piatti a base, ovviamente, di pesce.
Sommario delle tappe.
Domenica 2 Agosto 1998.
Sveglia alle 8.00, notte tranquilla. Prima di partire, carichiamo l'acqua e svuotiamo le grigie. Muoviamo alle 10.10 verso il centro di Concarneau, ove facciamo una rapida sosta per due foto alla Ville Close. Dirigiamo poi verso la baia che costeggiamo con splendide vedute fino a Fouesnant da dove seguiamo le indicazioni per Benodet.
Giunti in paese, nella speranza di trovare un posto per parcheggiare, ci dirigiamo al porto e, per poco, non restiamo imbottigliati senza spazio per manovrare. Torniamo sui nostri passi e dirigiamo verso Quimper ove, arrivati poco prima di mezzogiorno, impieghiamo un poco a trovare un parcheggio senza impedimenti ove fermarci. Siamo prossimi al centro e il parcking, essendo domenica, è anche gratuito. Ci rechiamo a visitare la cattedrale attraversando diverse viuzze del caratteristico centro. Approfittiamo della presenza del trenino turistico per abbreviare i tempi della visita degli altri monumenti. Rientriamo ai mezzi alle 13.40 e, prima di partire, siamo costretti a pranzare, avendo trovato ogni esercizio chiuso.
Da Quimper dirigiamo verso Pont l'Abbè e, di qui, verso Penmarc'h. Arriviamo al faro di Eckmuhl che sono le 15.30. Il parcheggio davanti al faro non è adatto a mezzi di grosse dimensioni, inoltre impera un ordine del comune di Penmarc'h di divieto di stazionamento ai camping car. Fortunatamente, girato l'angolo, troviamo ampio spazio proprio di fronte all'oceano e la costa scoperta dalla marea. Parcheggiati i mezzi procediamo alla scalata.
La visita del faro e una passeggiata sulla puzzolente scogliera sottostante, essiccata dal sole, ci portano via più di un'ora e mezza. Ci rimettiamo in viaggio alle 17.10. Percorriamo la costa fino a St. Guenole quindi ci dedichiamo alla visita dei Rochers, nonostante strade dalle dimensioni proibitive. Lasciando St. Guenole troviamo anche il camper service in località Plage de Pors Carn, con una colonnina eurorelais. Giunti a Pointe de la Torche abbiamo la brutta sorpresa di trovare due sterminati parcheggi sbarrati 1.90 metri e siamo costretti a proseguire. Raggiungiamo, abbastanza agevolmente Notre Dame de Tronoen, e il suo magnifico calvario bretone, ma, anche qui, impossibilitati a parcheggiare non riusciamo a fermarci.
Raggiunto con un poco di affanno Ploneour Lanvern ci immettiamo sulla più comoda D2 e dirigiamo verso Pouldreuzic. Qui giunti ci fermiamo per un breve riposo e un consulto sul da farsi. Decidiamo di dirigere verso Penhors e di lì seguire la costa nella speranza di trovare un buon posto per dormire. Raggiunta Penhors, seguiamo la strada costiera e incontriamo diversi parcheggi sterrati, ormai liberi, il cui accesso è impedito dalle solite sbarre. Trovatone uno libero ci fermiamo per una passeggiata sulla spiaggia. Al ritorno abbiamo la ventura di leggere i soliti divieti, "Interdit au camping cars/Defense de camping car", che ci erano sfuggiti all'arrivo, inoltre incontriamo una signora che, con il sorriso di chi ti pugnala alle spalle, ci sollecita, senza mezzi termini, ad andarcene.
Visto l'ambiente ostile, appena possibile, torniamo sulla D2 e dirigiamo verso Pointe du Raz. A Plozevet ci immettiamo sulla D784 percorrendo la quale raggiungiamo Plouhinec ove troviamo il camper service, eurorelais, all'esterno del locale concessionario di autocaravan.
Scartiamo una sistemazione per la notte presso Audierne vista la presenza di equipaggi che ci sembrano poco raccomandabili. Superata anche Primelin senza trovare qualcosa che ci aggrada, alle 20.30, dopo 142 Km, terminiamo questa tappa, costellata di sbarre, di divieti e di impedimenti materiali, arrivando sotto la chiesa di Plogoff, dove ci piazziamo, in modo un poco precario, accanto all'edificio dei bagni pubblici, circondati dai fiori, con una sistemazione molto più aderente all'ambiente bretone che non squallidi parcheggi.
Sommario delle tappe.
Lunedì 3 Agosto 1998.
Sveglia alle 8.30, notte tranquilla. Stamattina troviamo il cielo nuovamente coperto e piove. Meraviglia delle meraviglie, in un'ora siamo pronti a partire, nonostante che ci siamo anche recati a comprare giornali e pane. Torniamo sui nostri passi fino Primelin per fare rifornimento al supermercato Leclerc, poi puntiamo su Pointe du Raz.
Qualche minuto prima delle 11.00 siamo nel parcheggio a pagamento, 20 FFr, predisposto per gli ospiti motorizzati che intendono visitare il capo più celebre di Bretagna. Scarichiamo le bici e dirigiamo verso la punta. All'ufficio informazioni apprendiamo che l'accesso al capo è consentito solo tramite la navetta, gratuita, o a piedi. Mentre le Gabrielle scelgono la navetta, noi optiamo per la passeggiata.
Ci arrampichiamo fino alla stazione meteorologica attraverso un oceano di vegetazione e di fiori da cui proviene un inquietante ronzio di api e insetti. Raggiunta la cima, ci incontriamo con le Gabrielle, già sulla via del ritorno, e scegliamo di sorbirci la scarpinata per tentare la discesa fino al capo in riva la mare.
Torniamo ai mezzi, stremati e soddisfatti, alle 15.30, dopo esserci rifocillati a dovere alla Creperie le Gand Bleu. In un quarto d'ora siamo pronti a salpare. Raggiungiamo e superiamo Douarnenez alle 16.30 e, venti minuti più tardi, siamo a Locronan. Paghiamo i 15 FFr del parcheggio e scendiamo a visitare la caratteristica cittadina inibita ai mezzi a motore. Giriamo per un'ora e mezza, facendo seguire un'esclamazione di meraviglia all'altra.
Ripartiamo alle 18.20, proprio quando il tempo si rimette al brutto e comincia a piovere. Presa la D107 raggiungiamo Plonevez-Porzay ove prendiamo la D63 percorrendo la quale raggiungiamo Plomodiern e, poco dopo, la D887 che imbocchiamo verso Crozon.
Superiamo l'incrocio per Menez Hom e raggiungiamo Telgrunc sur Mer. Qui giunti troviamo, presso il campeggio, il camper service. Con qualche acrobazia, e un poco di mestiere, riusciamo a scaricare quindi, alle 20.00 ci rimettiamo in cerca di un posto per dormire. Un poco disorientati, anzichè tornare verso Crozon, scendiamo fino alla Plage de Trez Bellec, una vera perla, ove, pur non trovando alcun posto adatto, sul lato a monte della strada, notiamo diversi appezzamenti di terreno privati all'interno dei quali sono piantate numerose tende e roulotte pur non trattandosi di campeggi.
Sotto un cielo completamente bianco, coperto e una pioggia insistente, ritroviamo la bussola. Alle 20.20 ci fermiamo, dopo 120 Km, nell'ampio parcheggio asfaltato posto davanti al municipio di Crozon. Dalla partenza da Locronan il cielo, già coperto, non ha smesso un minuto di buttare giù acqua e non sembra intenzionato a farlo a breve, nonostante la costante presenza del vento.
Sommario delle tappe.
Martedì 4 Agosto 1998.
Sveglia alle 7.30. La notte è stata disturbata dal traffico. Non si direbbe, ma sembra che tutte le auto di Crozon passino per questa piazza. Il vento, progressivamente, porta via con se le nubi ed il sole torna padrone del cielo. La temperatura, comunque, rimane decisamente fredda, tanto è vero che nel camper abbiamo 20°C. Prima di partire facciamo un poco di spesa al supermercato che si affaccia sulla piazza, come la banca e il municipio.
Partiamo alle 9.45 e, in un quarto d'ora, raggiungiamo la Plage de Kerseguenou. Restiamo talmente attratti dalla bellezza di questa immensa distesa di sabbia, lambita dalle candide scie delle spumeggianti onde dell'oceano, posta in una idilliaca ansa tra Pointe de Dinan e Pointe de Penhir, da decidere, senza esitazioni, una sosta prolungata. Diana inforca la bicicletta e comincia a scorrazzare tra il mare, ancora in ritirata, e la costa, alta e rocciosa. Scesi sulla battigia, confortati dal sole sempre più caldo, piano, piano ci spogliamo e ci avventuriamo sul bagnasciuga ove cominciamo una raccolta di telline che non immaginavamo mai potesse essere così ricca. Restiamo sulla spiaggia fino alle 13.00 allorch‚ i morsi della fame e la marea ormai in rimonta ci suggeriscono di tornare ai mezzi con il nostro corposo bottino.
Pranziamo quasi al sacco e partiamo alle 14.45 dirigendo verso Pointe de Penhir. Raggiunta Camaret sur Mer troviamo l'indicazione per il camper service di Place St. Ives. Seguendo le chiare indicazioni, in pochi minuti, siamo al parcheggio del capo. Il cielo, completamente sereno, oltre a regalarci il caldo del sole, ci scopre infiniti panorami da incorniciare. Ci godiamo viste stupende di scogliere e spiagge che vanno da Pointe du Touliguet a Pointe de St. Mathieu, a Pointe de Dinan fino a Pointe du Raz.
Alle 16.20 pensiamo di aver visto tutto e ci rimettiamo in moto verso Pointe des Espagnols. Per breve tempo torniamo sui nostri passi poi, usciti da Camaret sur Mer, seguiamo la strada costiera che in mezz'ora ci permette di arrivare al parcheggio del capo. La visita è un poco deludente rispetto alle aspettative dettate dalle guide e, soprattutto, confrontando i panorami con quelli visti in precedenza. Unica curiosità sono le navi da guerra in manovra nella rada di Brest e una portaerei all'ancora nei cantieri navali.
Tornati ai mezzi, alle 17.45 ci mettiamo in cerca di un posto per dormire. Seguendo il più possibile la costa, proviamo a Roscavel, Le Fret e Lanveoc senza successo. Puntiamo allora di nuovo su Crozon raggiunta la quale scendiamo fino al porto di Morgat ove, presso il porto turistico, troviamo una sistemazione, di solo parcheggio per 28 FFr. Preferiamo tornare al camper service di Crozon che raggiungiamo alle 19.40.
Ci sistemiamo agevolmente, date le dimensioni del parcheggio, posto di fronte alla Maison du Tourisme e, per concludere questa breve ma intensa tappa, ceniamo all'aperto tutti insieme con diverse portate di telline.
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Mercoledì 5 Agosto 1998.
Sveglia alle 8.00, prima di partire facciamo il carico d'acqua alla colonnina eurorelais e un poco di spesa al vicino supermercato Casin•. Leviamo le ancore alle 10.00 per fermarci dopo mezz'ora ancora alla Plage de Kerseguenou. Mattinata dedicata ancora al mare, al sole e alle telline. Oggi ci scappa anche il bagno. Diana, con il body board, e Gabrielletta, le meno freddolose, riescono a godersi in todo questo angolo di paradiso. Ci trastulliamo presso i mezzi anche dopo il pranzo, freddo e veloce.
Alle 16.30, quando ormai l'alta marea s'è mangiata quasi tutta la spiaggia e l'affollamento nel minuscolo parcheggio è prossimo ad intrappolarci ci muoviamo diretti a Pointe de Dinan. Tornati a Crozon, ci mettiamo un poco ad imboccare la strada giusta poi, senza intoppi, arriviamo al parcheggio del capo. Facciamo una stupenda camminata di un'ora e quaranta minuti per aggirare tutta l'area del capo. Percorriamo sentieri a strapiombo sul mare e ci godiamo panorami bellissimi. Scattiamo a raffica foto da cartolina incuranti del sole che, nel frattempo, ci cuoce a dovere.
Alle 18.40, cotti e soddisfatti, riprendiamo la via del camper service di Crozon ove, alle 19.00 ci sistemiamo per benino in modo da poterci fare le docce. Ceniamo di nuovo all'aperto, tutti insieme in allegria e serenità con pizze "a emporter" prese nel vicino ristorante.
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Giovedì 6 Agosto 1998.
Sveglia alle 8.30. Notte assolutamente tranquilla mentre la giornata si presenta serena e si preannuncia torrida come quella di ieri. Le gabrielle partono per il viaggio di ritorno. Ci muoviamo che sono già le 10.10 e procediamo insieme fino a Tar el Groas ove noi dirigiamo verso Le Fou, mentre loro prendono la via di Chateaulin. Alle 10.30 perdiamo anche l'ultimo contatto radio, ci risentiremo per telefono e ci rivedremo a casa.
Il nostro viaggio prosegue con regolarità, il traffico è pressochè insignificante sulla D791 che percorriamo. Superiamo la foce dell'Auline sul magnifico Pont de Tenereze così, in tre quarti di un'ora siamo a Sizun. Ci sistemiamo in un parcheggio prossimo alle scuole e ci rechiamo a visitare il complesso parrocchiale. La passeggiata è gradevole e rilassante. Alle 12.00 ci rimettiamo in marcia e in mezz'ora arriviamo a parcheggiare davanti alle scuole di Lampaul Guimiliau. Altra visita al complesso parrocchiale e nuova partenza per Guimiliau ove arriviamo che sono le 13.10. Qui troviamo diversi camper fermi e ci sentiamo meno soli. Questo complesso parrocchiale è molto più articolato e più bello dei due precedenti. La visita si protrae fino a che Diana non richiama la nostra attenzione sul fatto che è ora di mangiare. Ci fermiamo così in una creperie vicina la centro ove gustiamo crépe e cidro poi torniamo al camper che sono le 14.30.
Partiamo diretti verso St. Thegonnec e, per lasciare Guimiliau, siamo costretti a fare una sorta di circonvallazione attorno all'abitato che ci scopre scorci ignoti del caratteristico villaggio e, in più, ci fa notare la presenza di un'area attrezza con camper service. Seguiamo le indicazioni, un poco frammentarie per la verità, fino alla Salle Polyvalente ove troviamo una comoda, e ben tenuta, area di parcheggio, pianeggiante, ampia, con scarico a pozzetto e fontana. Effettuiamo con calma le nostre operazioni e ci rimettiamo in cammino sotto un sole dardeggiante, con 34°C nel camper, appena stemperato dalla frescura del vento.
Alle 15.30 arriviamo ... sulla luna. A St. Thegonnec parcheggiamo presso l'area attrezzata con piazzole delimitate da siepi, tavoli per pic nic e colonnina eurorelais discosta dalla zona di sosta. Roba da fare invidia ad un camping, non solo italiano.
Visitiamo il complesso parrocchiale, purtroppo menomato in seguito a un violento incendio che l'8 giugno scorso ne ha distrutto un'intera navata. Ripartiamo, con non poco rammarico, alle 17.45, dopo aver abbondantemente fruito del parco giochi della locale scuola ed aver girovagato un poco nel centro del villaggio.
Mezz'ora più tardi parcheggiamo lungo il porto canale di Morlaix che abbiamo rapidamente raggiunto percorrendo un breve tratto della superstrada RN12. La visita è inferiore alle aspettative. A parte il fatto di aver trovato prosciutto di Parma ed altri prodotti italiani presso un alimentari gestito da un nostro connazionale emigrato, il porto è poco meno che una fogna, inoltre solo il caso fa in modo che torniamo la camper giusto in tempo per sventare un tentativo di furto.
Alle 19.30 ci rimettiamo in marcia alla ricerca di un posto per la notte. Prendiamo la D786 verso Plestin e, giunti a Lanmeur ci fermiamo nel grazioso parcheggio di fronte all'aire de loisir che si raggiunge dal centro del villaggio seguendo la direzione "Lannion par la cote". Alle 20.00 chiudiamo questa tappa culturale di 108 Km con una telefonata alle Gabrielle per avere notizie sul loro viaggio di ritorno.
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Venerdì 7 Agosto 1998.
Sveglia alle 8.00, al suono delle campane della parrocchiale locale che possiede una cripta romanica molto reclamizzata dalle indicazioni turistiche. La notte è passata tranquilla nonostante la vicinanza della D64 che conduce da Plouigneau, posto lungo la N12, a Locquirec, ove inizia la Cornice de l'Armorique, nostra prima tappa odierna.
Partiamo alle 9.45, con ancora qualche sintomo di mal di pancia, di cui non riusciamo ad individuare con certezza l'origine se nell'acqua non potabile o nelle telline mangiate in eccessiva quantità. Il cielo si è un poco velato e la temperatura, nel camper, si assesta sui freschi 20°C.
Percorsi neanche venti chilometri, ad andatura turistica, alle 10.20 facciamo una breve sosta nel bel mezzo della immensa spiaggia Lieue de Greve. Abbiamo la fortuna di imbatterci in un momento di bassa marea così possiamo ammirare treni di barche, trainati da trattori, che attraversano uno sterminato territorio sabbioso per raggiungere i primi flutti e poter salpare. Ci troviamo oramai sulla D786 e, raggiunto St. Michel en Greve, vi scorgiamo un camper service, fot en bleu, proprio lungo la costa. Rientrati in terraferma, alle 11.00 siamo a Lannion da dove dirigiamo verso Trebeurden, imboccando la D65.
Dopo venti minuti siamo fermi alla Pointe de Bihit per goderci lo splendido panorama e per scattare qualche foto scenografica. Seguendo la costa, aggiriamo il centro di Trebeurden e ci immettiamo sulla D788 che sarà il nostro filo d'Arianna per percorrere la Cornice Bretonne. Diretti verso Tregastel, in località Plage Goas Treiz, appena usciti da Trebeurden, troviamo un altro camper service, lato mare, con parcheggio, probabilmente a pagamento.
Alle 12.00 ci fermiamo a Tregastel per ammirare altri panorami e scattare altre foto ad un oceano mai visto così azzurro e smeraldo e ad una costa mai vista così rosa. L'ambiente ci attira a tal punto che ci sorbiamo una passeggiata, gradevolissima, di oltre due ore. Passiamo tra il rosa dei rochers e lo smeraldo di un mare mai visto così calmo da queste parti. Il vento, a livelli di brezza, stiepidisce la temperatura, mentre il cielo sereno lascia risplendere un sole cocente.
Tornati al camper, pensiamo bene di mangiare, prima di rimetterci in viaggio. La cosa contribuisce ad esaurire la bombola del gas, così cambiamo alimentazione e installiamo la piccola camping-gaz da 2 chilogrammi che portiamo sempre di scorta.
Partiamo alle 16.15 e, prima di arrivare a Ploumanach, incontriamo un altro camper service, anch'esso con sosta lato mare. In mezz'ora raggiungiamo Perros Guirec ove effettuiamo una fugace sosta per una foto alla Plage Trestagou, completamente invasa dai bagnanti. Seguendo la D6, ci allontaniamo dall'oceano e dai suoi spettacolari panorami quindi imbocchiamo la D786 e, alle 17.40, lontani dalla Cornice Bretonne ma di nuovo sul mare, ci fermiamo al porto di Treguier. Vi troviamo anche una colonnina flot bleau per il carico d'acqua, energia elettrica e scarico per wc a cassetta, il tutto previa introduzione della solita moneta da dieci franchi.
Lasciamo il camper in riva al mare, fiancheggiato da altri di proprietà dei pescatori, e ci rechiamo a fare una rilassante quanto impegnativa passeggiata per il centro. Al termine di una faticosa salita, raggiungiamo la cattedrale di St. Ives, che nobilita tutto il centro della città, comunque caratteristico e bello. Girovaghiamo scattando foto, comprando cartoline e souvenir per più di un'ora, poi decidiamo che è tempo di cambiare prospettiva e, alle 18.50, ci rimettiamo in viaggio diretti a Le Gouffre.
Percorriamo prima la D8, poi un dedalo di stradine che sembrano non aver direzione, ne fine, ed arriviamo in loco alle 19.15. Fortunatamente, data l'ora, i parcheggi sono deserti e non troviamo alcun affollamento. Ci godiamo lo stupendo tramonto, gli incantevoli colori e la visita in assoluta solitudine. In questo selvaggio posto, la cui magnificenza e fama sono fortemente legati alle onde, l'assoluta mancanza di vento lascia risaltare altre caratteristiche come i fiori, le erbe e la originale casa costruita tra due enormi massi.
La passeggiata naturalistica termina alle 20.10 quando, pienamente appagati, torniamo, quasi esausti, al camper e ci mettiamo in marcia alla ricerca del nido per la notte. La via del ritorno diventa quasi un incubo, avendo sbagliato il primo incrocio della serie, finiamo per ritrovarci costantemente sull'oceano percorrendo strade sempre più strette.
Alle 21.15, dopo una via crucis di incroci e sentieri senza destinazione, attraversata di nuovo Treguier, finalmente, arriviamo a La Roche Derrien. La cittadina ci accoglie con un'area attrezzata di prim'ordine, anche se un poco difficile da raggiungere, date le dimensioni microscopiche delle pur capillari segnalazioni.
In quest'area di pace chiudiamo questa tappa un poco zingaresca, ma piena di soddisfazioni e con gli occhi gonfi di stupende visioni, mettendo nel nostro bottino altri 126 chilometri.
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Sabato 8 Agosto 1998.
Sveglia alle 8.30, la notte è passata assolutamente tranquilla. Ci sveglia qualche rintocco del campanile della chiesa e il cinguettare degli uccellini che giocano sulla siepe che delimita l'area dietro il camper. Prima di partire approfittiamo del camper service per fare un poco di bucato, scaricare e fare il pieno di acqua.
Alle 10.30 ci mettiamo in viaggio. Per raggiungere Lezadrieux, per un poco percorriamo la D33, poi ci immettiamo nella più scorrevole D786. Il sole, di nuovo forte, ha spazzato via la foschia mattutina e abbiamo una nuova limpida giornata.
Raggiunta in un lampo Paimpol, e superati alcuni indecisi passaggi nell'attraversare la città, alle 11.00 arriviamo ad uno dei tanti parcking di Pointe de l'Arcouest. Paghiamo i 20 FFr. di rito e ci sistemiamo di fronte al mare e all'Ile de Brehat. L'oceano è calmo e la temperatura è salita a 32°C in camper.
Dopo un breve consulto, con il voto decisivo di Diana, che ogni volta che sente parlare di traghetti si entusiasma quasi fosse la figlia del Corsaro Nero, diversamente da quanto in programma, optiamo per la visita dell'Ile de Brehat e ci rechiamo all'imbarcadero.
Per salire e scendere dal battello percorriamo, sulle due sponde, quasi un chilometro di passerelle, tanto è bassa la marea. Sbarcati sull'Ile de Brehat, ci incamminiamo per raggiungere Le Bourg ma, presi dai morsi della fame, pensiamo bene di fermarci a gustarci qualche crépe in uno dei caratteristici bar del percorso. Visitato il centro, torniamo di corsa verso il porto ove prendiamo di nuovo il battello che ci porta fare il meraviglioso periplo dell'isola, tra scogli, spiagge, barche a vela e un'infinità di cormorani, gabbiani ed altri uccelli.
Tornati sull'isola, ci rechiamo, un poco avventurosamente, alla Plage de Le Guerzido giusto il tempo per un breve bagno di Sandra e Diana. La marea montante si mangia a vista d'occhio tutta la sabbia e, quando sono rimasti solo ciotoli e rocce, ce ne andiamo per imbarcarci per tornare sulla terra ferma.
Stavolta le passerelle sono completamente sommerse e la rada di Brehat, che in mattinata era un cimitero di barche, è divenuta una immensa piscina. Il battello ci viene a prendere praticamente sulle porte dei ristoranti e, in un lampo ci scarica, all'Arcouest. Arriviamo al camper che sono le 18.20. Una rinfrescata e uno spuntino e leviamo le ancore un quarto prima delle 19.00. Siamo cotti a puntino, dopo la giornata sotto il sole, e il fresco dovuto al moto del camper ci gradisce.
Attraversiamo di nuovo Paimpol e ci immettiamo sulla D786 e, giunti a Plouha, riusciamo anche a fare la spesa prima della chiusura dei supermercati. Ripartiamo che sono le 20.00 senza aver risolto i due principali problemi che ci stanno a cuore, la ricarica camping gaz da tre chilogrammi e una videocassetta VHS-C essendo entrati in riserva con le riprese effettuate all'Ile de Brehat.
Alle 21.40, dopo aver saltato la sistemazione di Plouha, per nostra scelta, e quelle di St. Quay Portrieaux, Plohuran ed Etables sur Mer, perchè non trovate o poste in campeggio, arriviamo con un poco di fortuna e di fatica all'area attrezzata di Binic.
La cittadina è animata, negozi e ristoranti aperti sul porto, ma l'area è defilata e, nonostante il notevole affollamento per la fiera, ancora con qualche posto disponibile. Con 82 Km all'attivo, achiviamo anche questa avventurosa tappa marinara.
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Domenica 9 Agosto 1998.
Sveglia alle 8.00. La notte è trascorsa tranquilla ma, la vicinanza della strada, ha portato con se i rumori del traffico fino ad ora tarda. Prima di partire, approfittiamo del camper service per scaricare le acque grigie e, alle 9.30, siamo in rotta per St. Brieuc. Ripresa la D786, in breve, dato il traffico scarso, raggiungiamo la N12 e, senza lasciarla, superiamo St. Brieuc. Arrivati a St. Renè prendiamo di nuovo la D786 e, in capo ad un'ora, arriviamo a Pleneuf Val Andre, ove ci fermiamo all'Intermarchè per cercare ancora bombola e videocassette.
Fallito ancora l'obiettivo, ripartiamo alle 11.00. La giornata, bella e assolata, si sta vivacizzando e, con essa, anche il traffico che incontriamo sulla strada. Superata l'uscita per Erquy, prendiamo la D34 seguendo la quale attraversiamo Sables d'Or, di nome e di fatto, e ci dirigiamo verso Cap Frehel.
Arriviamo al traguardo alle 11.50, dopo aver goduto di stupendi panorami, di spiagge veramente dorate e di un mare smeraldo da far invidia alla Sardegna. Parcheggiato il camper lungo la strada, ci avventuriamo verso il capo attraversando buona parte del promontorio, avendo cura di non avvicinarci troppo agli strapiombi da capogiro che si aprono pericolosamente verso il mare. La camminata, sotto un sole veramente cocente, dura fino alle 13.30 e ci consente di ammirare panorami sconfinati e stupendi sulla rigogliosa flora del campo e sulle falesie, calanchi e spiagge di tutta la costa.
Ripreso il mezzo, in dieci minuti raggiungiamo il parcheggio di Fort La Latte. La visita del forte prende il via alle 14.50, dopo aver pranzato, con la bassa marea prevista per le 15.10, ad una temperatura di 30°C. Il forte è molto scenografico, dato lo stato di conservazione e, soprattutto, la posizione. Alle 16.00 siamo di ritorno dalla piacevole visita libera ma ci sentiamo abbrustoliti come polli allo spiedo.
Partiamo alle 16.30 con l'obiettivo di dormire il più vicino possibile a Le Mont St. Michel. Presto siamo di nuovo sulla D786 e, giunti a Beaussais, non resistiamo alla tentazione di una sosta per scattare due foto alla baia prosciugata dalla bassa marea. Ripreso il cammino, a Ploubalay troviamo un camper service vicino la rotatoria appena prima di entrare in città.
Alle 17.50 siamo fermi presso la Barrage sur la Rance per assistere all'apertura del canale per il transito delle barche e la conseguente interruzione del traffico. Ci rimettiamo in moto alle 18.30, superiamo la Rance e raggiungiamo i sobborghi di St. Malo. Seguendo la superstrada, raggiungiamo facilmente il Mc Donald, le cui indicazioni non sono sfuggite all'occhio cacciatore di Diana, così pensiamo bene di fare un misto tra merenda e cena.
Alle 19.45 ci rimettiamo in marcia dirigendo verso il centro di St. Malo, quanto mai affollato, nel quale ci districhiamo senza difficoltà ma con confusione causata dalla pressione del caotico traffico che non consente la minima riflessione a nessun incrocio. Presa, in un modo o nell'altro, la D201, superiamo Rotheneuf e ci godiamo un lungo tratto di costa spettacolarmente illuminata dal sole calante con la sua luce sempre più rossa. Doppiata Pointe de Grouin, ove troviamo un paio di parcheggi per camper molto frequentati ma non completi, scendiamo verso Cancale. Raggiungiamo l'area di parcheggio per i camper ma, la sua disposizione, sotto il viadotto della superstrada, il fatto che sia eccessivamente in pendenza, disordinata e ridotta ad una zingarata, ci fanno optare per il proseguimento del viaggio.
Prendiamo la D76 e, in breve arriviamo a Le Vivier sur Mer. La baia di Mont St. Michel è ormai sotto i nostri occhi. Raggiungiamo anche qui il camper service ma lo troviamo sapientemente disposto dal vicino campeggio, che sembra lo gestisca, in modo da impedire qualsiasi sosta agli automezzi. Tornati sui nostri passi ci allineiamo ad altri automezzi in un piccolo parcheggio sul litorale di Le Vivier. Ormai sono le 21.40 e sappiamo perfettamente di essere a rischio di essere cacciati, ma non essendo esposto alcun segnale di divieto, decidiamo, data l'ora, di rischiare. La sistemazione non è delle migliori, avendo davanti la baia e alle spalle la strada. Chiudiamo la giornata con una lunga chiacchierata con un collega transalpino di origine orientale che ci erudisce su tutte le bellezze naturali che ci siamo persi per la mancata visita a Poite de St. Mathieu e ci istruisce sul da farsi l'indomani per la visita del monte.
Sommario delle tappe.
Lunedì 10 Agosto 1998.
Quando ci svegliamo, alle 7.45, la marea è ancora bassa a sufficienza da far sparire il mare di fronte a noi. Alle 9.00 partiamo verso la bolgia di Mont St. Michel. Prima di lasciare Le Vivier sur Mer, abbiamo l'occasione di vedere le famose barche con le ruote utilizzate dai pescatori locali, in bassa marea, per raggiungere gli allevamenti di ostriche nella baia o il mare distante diversi chilometri. La marea monta e il mare raggiunge quasi il livello che aveva al nostro arrivo ieri sera.
Presa la D797, dirigiamo verso St. Broladre, quindi verso Pontorson e, infine, Le Mont St. Michel. Alle 9.45 arriviamo in vista dell'abbazia. Mentre siamo in coda, alla ricerca di un parcheggio, ci appare, tra la nebbia, il primo bagliore dell'archangelo d'oro in cima alla guglia più alta.
Alle 10.00 parcheggiamo agevolmente nel quartiere italiano dell'oceanico parcheggio ricavato prima della diga che sorregge gli ultimi due chilometri di strada verso il celebre promontorio. Sono presenti non meno di cento camper, di ogni nazionalità, fattura ed età.
Ci incamminiamo baldanzosi seguendo un serpentone di turisti di cui non riusciamo a scorgere testa e coda. Prima di raggiungere la porta d'ingresso della cittadella, abbiamo già scattato una mezza dozzina di foto. Se ogni fotografia scattata a questa meraviglia portasse via un granello di sabbia, basterebbe una giornata per farne rimanere solo l'orma.
La faticosa visita termina alle 19.15 con il ritorno al camper dopo una giornata campale ad oltre 40°C. Siamo stanchi e soddisfatti ma anche fermamente determinati nel non tornare in questo posto tanto presto. Tutto è stato molto bello, il gioco delle maree, l'abbazia, il borgo e la baia all'asciutto. Il caldo africano e l'affollamento insopportabile e, francamente, esagerato sono le sole note stonate. Diana e Sandra possono annoverare nel loro palmares anche una lunga passeggiata nella melmosa baia attorno al promontorio verso l'isola della Tombelaine.
Decidiamo di ripulirci dall'argilla e di pernottare nel parcheggio in modo da goderci qualche bella veduta di Mont St. Michel di notte e completare così un bottino già reso corposo dalla passeggiata nella baia.
Dopo cena, alle 21.30, ci rimettiamo frettolosamente in cammino e percorriamo ancora i due chilometri di diga verso il monte per assistere alla marea delle 21.51, la più alta del mese. Lo spettacolo è veramente di quelli che valgono il viaggio. L'arrivo dell'onda sommerge tutto: la passerella, i parcheggi, gli arbusti nati sulle dune. Appena buio viene illuminata l'abbazia e subito dopo tutto il borgo, così il quadro assume aspetti sublimi.
Sulla via del ritorno abbiamo la possibilità di constatare il già considerevole calo del livello del mare. Siamo al camper alle 23.10, andiamo a letto stanchi ma pienamente soddisfatti.
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Martedì 11 Agosto 1998.
Ci svegliamo alle 8.00, quando i rumori prodotti dalla odierna marea umana in arrivo non possono più essere ignorati. Piano, piano il sole alza la temperatura, scalda la foschia e scopre 'il monte', nell'ennesima luce diversa, ma sempre affascinante. Partiamo alle 10.00 con direzione Pontorson e Fougeres.
Secondo le nostre stime, la presenza italiana tra i turisti a Mont St. Michel è seconda solo a quella francese, abbiamo avuto nettamente la sensazione di essere a casa. Ci fermiamo ad acquistare qualche prodotto regionale prima di raggiungere Pontorson e prendere la RN175. Arrivati ad Antrain, ci immettiamo sulla D155 così, in meno di un'ora, raggiungiamo la periferia di Fougeres. Ci fermiamo al parcheggio del locale Intermarchè per cercare di risolvere il solito problema della bombola. Facciamo un poco di spesa e, nell'attiguo Bricomarchè, acquistiamo una ricarica camping-gaz da 2 Kg. Ci intratteniamo a lungo a scambiare impressioni con una coppia di camperisti toscani a caccia di antiquariato.
Ripartiamo alle 12.30 quando la chiacchierata, seppur piacevole, ci ha fatto perdere il tempo da dedicare alla visita della caratteristica e storica città. Lasciamo Fougeres seguendo la RN12 e cercando di trovare un posticino grazioso ove fermarci a mangiare. Percorriamo oltre 50 Km , a tratti stupendamente immersi nel verde del bosco, ma non troviamo alcun posto adeguato. Alle 13.30 arriviamo al camper service di Mayenne, difficile da trovare in quanto posto in centro città e assolutamente non segnalato. Per raggiungerlo, abbiamo seguito le indicazioni per l'Halte Fluviale, quindi abbiamo navigato a vista seguendo la Mayenne fin sotto il viadotto della superstrada. L'eurorelais ha i servizi gratuiti, elettricità compresa (forse), ma è disposto in un luogo assolutamente sconsigliato per la sosta. Carichiamo acqua e facciamo un poco di bucato quindi, alle 14.00, ci rimettiamo in marcia cercando qualcosa di meno squallido per pranzare.
Ripresa la RN12, alle 15.10 ci fermiamo presso il Mc Donald alla periferia di Alencon per la felicità di Diana, nonostante il fatto che oggi abbia un poco tirato il collo. Ripartiamo dopo un'ora, al termine di un fast pranzo e un breve riposino dirigendo verso Verneuil e Dreux.
Alle 18.00 siamo fermi alle porte di Dreux per la merenda di rito. Abbiamo percorso la RN12 senza incontrare il minimo intoppo e con una scarsa presenza di Tir. Le temperature sono torride, nel camper abbiamo costantemente 40°C e crediamo che fuori sia anche più caldo. Rimpiangiamo i freschi venti atlantici della Bretagna e del Puy de Dome e le gelide acque dello Stura sul colle della Maddalena. Stacchiamo tutto il ghiaccio formatosi nel frigo e ci rinfreschiamo con esso strusciandolo sulla pelle.
Ripartiamo alle 18.25 diretti a Paris. Arrivati in città seguiamo immediatamente le indicazioni per la A4, Metz, Nancy, evitando di portarci verso il centro. Finalmente alle 20.30 arriviamo nel parcheggio di Eurodisneyland, ci sistemiamo e, nell'attesa, lasciamo sfogare l'eccitazione di Diana che vede materializzato il sogno a cui tanto ha pensato in questi giorni.
Sommario delle tappe.
Mercoledì 12 Agosto 1998.
Inutile dire che stamattina la sveglia arriva di buon ora per tutti, Diana compresa, e senza tante storie dopo aver fatto l'una di notte al fresco di un vento refrigeratore per mezzi, asfalto e persone. Il cielo è velato, ma più che una brutta giornata sembra annunciarne una molto afosa. Alle 8.30 il parcheggio comincia a riempirsi di mezzi e anche noi ci dirigiamo verso l'entrata del parco.
Diana è in un brodo di giuggiole, non ricorda quasi nulla della sua precedente visita e tutto gli appare così bello e certamente oggi più godibile di quanto non lo fosse quattro anni fa. Giriamo il parco in lungo e in largo, ripassando diverse attrazioni già viste anni fa e scoprendone di nuove. Il Paese delle Meraviglie di Alice, il Nautilus del Capitano Nemo, il villaggio di Pocahontas, Merlino e la Spada nella Roccia, i racconti nel teatrino di Winni Puh, l'isola dei Pirati e l'albero di Robinson Crosue, il giro sul vecchio battello a pale del Mississipi, il magico mondo di Aladino, la pista di automobili, abbracci, foto e baci con Topolino e Pluto, sono le principali esperienze che Diana riporta a casa.
Quando i piedi non ne possono più, sono ormai le 20.00. Torniamo al camper, ceniamo, ci cambiamo e, con il fresco, ripartiamo per il gran finale. Rientrati nel parco ci godiamo da una posizione invidiabile la Electrical Parade ma non possiamo vedere lo spettacolo dei fuochi d'artificio in quanto le condizioni meteorologiche non consentono la sua realizzazione. Rientriamo alle 23.30.
Sommario delle tappe.
Giovedì 13 Agosto 1998.
Al momento della sveglia, alle 8.20, c'è già confusione attorno al camper e durante la colazione, ascoltando le musiche provenienti dal parco, riflettiamo sulle diverse attrazioni di cui non ci è stato possibile godere in virtù dell'affollamento.
Partiamo alle 9.30, riprendiamo per breve tratto la A4 in direzione Paris ed usciamo al primo svincolo per dirigere su Provins. La temperatura in camper è di 20°C e il cielo è sereno e limpido. In quarantacinque minuti copriamo con regolarità i 60 Km che ci separano da Provins quindi proseguiamo sulla RN19 verso Troyes. Un'altra ora per altri 70 Km così, alle 11.20, seguite con qualche difficoltà le indicazioni per Dijon, ci immettiamo sulla RN71.
Alle 12.00 siamo fermi in un parcking centrale di Bar sur Seine. Si tratta di un buon punto sosta per la notte. Asfaltato, in leggera pendenza, ci si arriva seguendo le indicazioni per il centre ville, provenendo da Troyes, e lo si trova sulla sinistra. Pranziamo al fresco sotto gli alberi che perimetrano il parcheggio. Una passeggiata, dopo pranzo, ci fa scoprire la pianta turistica del paese che ci rivela l'esistenza di un parcheggio gemello anche dalla parte di Chatillon sur Seine. Recatici a visitare la cattedrale, possiamo constatare lo stato di abbandono e incuria in cui versa, con vetrate rotte, banchi sconnessi, quadri e statue ammuffiti e scoloriti.
Ripartiamo alle 14.30 riprendendo la RN71 e seguendo per buon tratto il corso della Seine, fino a raggiungere le sue sorgenti. Alle Source de la Seine ci fermiamo una mezz'ora per fare merenda e ripartiamo che sono le 16.45. In tre quarti d'ora raggiungiamo Dijon che aggiriamo agevolmente, nonostante l'intenso traffico. Ci immettiamo sulla RN74 ed arriviamo a Beaune alle 18.15. Proseguiamo spediti fino a raggiungere, dopo essere confluiti sulla RN6, Chalon sur Saone poco prima delle 19.00. Per quasi cento chilometri abbiamo attraversato un zona ricchissima di vigneti.
Alle 19.15 arriviamo a Sennecey le Grand ove facciamo una breve sosta per un gelato, il pane e per fare il punto sul da farsi. Il paese possiede un piccolo maniero che oggi ospita l'Hotel de Ville e l'Office de Tourisme. A fianco delle mura si ha un ampio parcheggio, defilato rispetto alla trafficata RN6, utile per la notte.
Nonostante la disponibilità in loco, optiamo per proseguire il viaggio. Ci rimettiamo in marcia e, alle 19.50, saliamo sulla A6 a Tournus. Proco prima delle 20.00, alle porte di Lyon, superiamo il casello di uscita e ci immettiamo sulla gratuita A46 in direzione di Grenoble. Ormai è tardi, così alle 21.10 ci fermiamo all'area di servizio Monnaie ove ceniamo e gettiamo l'ancora per la notte con il parcking stracolmo di Tir. La posizione scelta è piuttosto essenziale, lontana dai Tir e dalla stazione di servizio, comunque nel parcheggio automobili. Per oggi abbiamo strafatto, aggiungiamo infatti al monte ben 494 Km.
Sommario delle tappe.
Venerdì 14 Agosto 1998.
Sveglia alle 7.30. Contrariamente alle previsioni, abbiamo passato una notte abbastanza tranquilla, considerando che ci troviamo su un'autostrada. La giornata si presenta subito limpida e soleggiata il che ci fa ben sperare di poter godere di ottimi panorami sulle alpi che ci accingiamo a valicare.
Partiamo alle 9.00 e, in un'ora, raggiungiamo l'area di servizio Isle d'Abeau, nostra tappa lo scorso anno, posta sulla A43 per Grenoble. Scarichiamo i serbatoi e ci riforniamo d'acqua al camper service e, senza por tempo in mezzo, ripartiamo.
Arriviamo a Grenoble alle 10.50. Attraversando la città facciamo rifornimento di carburante quindi, presa la RN91, ci fermiamo all'Intermarchè di Vizille per rifornirci di alimentari e bibite prima di affrontare le nostre fatiche alpine. Alle 12.40 inizia la scalata. Lasciata la valle dell'Isere, seguiamo il corso della Romance con una temperatura in camper di 34°C. Alle 13.45, superato la diga sulla Romance ci fermiamo in vista del lago per il pranzo. Portata a termine una breve escursione fino alla riva, ripartiamo che sono le 15.20. Lungo la salita verso il Col du Lauteret, ci fermiamo a ripetizione per vedere, fotografare e filmare scorci, panorami, ghiacciai e cascate stupende che si gettano nel fiume dalle pendici del Massif des Ecrins. Alle 16.40 arriviamo al Col du Lauteret, a 2058 metri d'altezza, ove facciamo tappa e con rammarico rinunciamo a raggiungere il mitico Col du Galibier, teatro dell'impresa di Pantani.
Ripreso il cammino in mezz'ora raggiungiamo Biancon, gremita di turisti e di traffico, la attraversiamo e ci avventuriamo sulle ardite rampe che conduco al Col de Montgenevre. Arriviamo in quota, 1850 m s.l.m., alle 18.25. Ci piazziamo sotto i campi da sci , di fronte al laghetto, nell'apposito parcheggio riservato ai camping-cars. Sistemato il mezzo, ci cambiamo ed usciamo in cerca di una pizzeria. Spira un vento teso ma la temperatura è ancora calda.
Sommario delle tappe.
Sabato 15 Agosto 1998.
Sveglia alle 7.30. I mezzi sono continuati ad arrivare fino a notte fonda e, stamattina, il parcheggio è quasi pieno. La notte è trascorsa nella consueta tranquillità delle montagne. Nonostante faccia fresco, si annuncia una giornata calda dato che il sole splende già in un cielo limpido.
Partiamo alle 8.55, superiamo Claviere e il confine senza ombra di frontiera. Dopo venti minuti prendiamo la A32 ad Oulx. Raggiunto Torino, percorriamo la tangenziale e ci immettiamo sulla A21 verso Alessandria. Alle 11.15 facciamo rifornimento all'area di servizio Crocetta Sud liberandoci anche degli abiti pesanti indossati in mattinata. Il traffico è praticamente nullo, si viaggia con regolarità ma il caldo, 38°C in camper, è soffocante.
Arriviamo a Tortona alle 12.15 e ci immettiamo sulla A7 verso Genova. Alle 13.00, dopo aver tentato di sostare nell'area di servizio Giovi, lasciamo l'autostrada a Busalla e ci fermiamo nel primo parcheggio, tra l'altro ombreggiato, che troviamo per mangiare.
Riprendiamo il nostro cammino alle 14.45 risalendo in autostrada. Raggiungiamo Genova alle 15.12 e filiamo diretti verso la Toscana. Alle 17.30 arriviamo all'area di servizio Savalano Ovest ove scarichiamo le acque grigie, facciamo rifornimento di carburante, ci godiamo un bel gelato e, dopo un poco di relax, alle 17.15 ci rimettiamo in marcia.
Il traffico continua ad essere irrilevante come il caldo continua ad essere torrido. Fatti due conti, pensiamo di essere a casa per le 22.00. A Rosignano Marittima ci immettiamo sulla SS1 Aurelia e dirigiamo verso Grosseto ove arriviamo un quarto d'ora prima delle 20.00. Raggiungiamo Civitavecchia che sono le 21.00 e riprendiamo l'autostrada per arrivare a casa alle 22.25 dopo un giro di 4985 Km.
Sommario delle tappe.
Viaggio effettuato nel 1998 da Roberto Lumaca.
Potete trovare ulteriori informazioni sulle localitŕ toccate da questo itinerario nella sezione METE.
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