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ROMANIA dal 20/04/2000 al
01/05/2000 UN VIAGGIO A RITROSO NEL
TEMPO, ALLA RISCOPERTA DI IN UNA VITA PERDUTA. IL CONTATTO CON LA NATURA E
CON LA GENEROSITA’ E SEMPLICITA’ DELLA GENTE. I GIOIELLI DELLA BUCOVINA E
L’ARTE MARAMURES. 20 APRILE 2000 (Giovedì) BORGOSESIA (VC) – Area di servizio a 50 Km. da GRAZ (Austria)
sull’A2 - km.760 Partenza ore 9.30. Traffico infernale su tutto il nord
Italia. Raggiungiamo l’Austria, via Tarvisio, alle 18.00 circa. Continuiamo
sull’autostrada A2 fino ad un’area di servizio a 50 Km. prima di Graz dove
sostiamo e pernottiamo. L’area è abbastanza defilata dall’autostrada e si
rivela adatta anche per la sosta notturna. 21 APRILE 2000 (Venerdì) GRAZ- BORS (Confine rumeno) Km. 600 Partenza ore 7.30, il nostro viaggio prosegue sulla A2
fino a Furstenfeld per poi continuare sulla E66 fino al confine ungherese di
Rabafuzes dove arriviamo alle 9.00.
Nonostante non ci sia molto traffico, ci impieghiamo una mezz’ora a superare il
controllo di frontiera. All’ufficio cambio, in dogana, il fiorino ci viene
cambiato in L. 7,6. In Ungheria il prezzo del carburante l’abbiamo pagato circa
L. 1.550 (203.9 fiorini al litro il gasolio), noi lo abbiamo trovato più
conveniente in Austria fuori dall’autostrada a circa L.1.450 (10.40 scellini al
litro). Continuiamo sulla E66 fino a Székesfehervar e quindi
sull’autostrada M 7 fino a Budapest. Ci immettiamo sulla M0 (tangenziale della capitale ungherese
congestionata dal traffico) per poi imboccare la M5 dove effettuiamo la pausa
pranzo in un’area di servizio. Qui abbiamo modo di constatare che le principali
carte di credito sono accettate. Lasciamo la M5 per immetterci sulla E60 che ci
porta fino al confine rumeno. Questo tratto di autostrada, a differenza degli
altri, è a pagamento 1350 fiorini (L. 10.250) perché il ns. mezzo è gemellato
altrimenti sono 950 fiorini. Al confine ci arriviamo verso le 18.00, ma,
ahinoi, c’è una colonna di 4 km! Ci vorranno 5 ore a superare il confine. I
doganieri ungheresi salgono anche sul camper a dare un’occhiata. Superata la
barriera ungherese alle 22.00 ci impieghiamo un’altra ora per superare quella
romena. Dopo aver pagato il visto ($ 33 a persona e $5 per il cane) e cambiato
$100 per l’equivalente di 1.960.000 lei, arriviamo al controllo documenti. Il
doganiere vuole cambiare il suo orologio da polso con quello di mio marito, il
quale tentenna sorpreso. Il doganiere
però, dopo averlo osservato più accuratamente, non è più interessato al
cambio. Arriviamo così al controllo del mezzo che passiamo abbastanza in
fretta. Al primo parcheggio che troviamo, ossia a 50 mt. dalla frontiera ci
fermiamo per la notte. Siamo veramente stremati, questa lunga attesa alla
frontiera ci ha innervositi oltre misura. Non riusciamo a comprendere l’utilità
di una frontiera ed oltretutto sono costruite da poco, addirittura sono in fase
di ultimazione. Mah! 22 Aprile 2000 (Sabato) BORS - GHERLA Km. 251 Stamattina, dopo una dormita di quelle memorabili, ci
svegliamo sotto un sole cocente. Per prima cosa andiamo a fare rifornimento di motorina
(gasolio) al primo distributore che
incontriamo. La prima buona scoperta è che costa poco, circa L. 765 (ossia
7.500 lei al litro). Imbocchiamo quindi la strada che ci porta alla prima città
romena: Oradea, a 5 km dal confine. Già prima di arrivare in città incontriamo
i primi carri coi cavalli, alcuni dei quali sono dei veri e propri ronzini
degni di Don Chisciotte. Arriviamo a Oradea, città molto grande e molto viva,
c’è molta gente a piedi, bambini soprattutto, e tanti carretti; non c’è molto traffico
automobilistico. I palazzi sono decrepiti e fatiscenti, le strade orribilmente a buchi. Quello che
ci ha subito colpito è sia la presenza dei carretti coi cavalli sia i negozi di
computer, telefoni cellulari ed impianti satellitari. La oltrepassiamo abbastanza velocemente e riprendiamo la
E60, che ci fa traballare alquanto. Eravamo stati allertati sulla situazione
viaria romena, e purtroppo dobbiamo confermare che bisogna viaggiare con 4
occhi cercando di individuare in anticipo le buche e, soprattutto, quando si
incontra un pezzo di strada lineare non lasciarsi ingannare e aumentare la
velocità perché il buco è in agguato. Attraversiamo un vasta area pianeggiante,
qua e la dei campi lavorati coi cavalli, alcuni arano, altri passano l’erpice,
famiglie intere impegnate nei lavori. Le pezzature dei campi sono decisamente
piccole messi a confronto con i nostri. Verso le 12 arriviamo a Cluj Napoca. Città capoluogo di
provincia, situata in posizione collinare, molto grande e abbastanza caotica.
Quello che notiamo, come a Oradea del resto, è la moltitudine di persone a
piedi; gli stessi palazzi, che solo a guardarli fanno venire i brividi, ma se
venisse un terremoto, qui succede una carneficina! Giunti alla periferia di Cluj ci fermiamo ad un
ristorante per il pranzo. La signora che ci accoglie parla solo romeno, quindi
il libretto multilingue che portiamo con noi non serve a nulla. Ordiniamo alla
cieca e ci viene servita una zuppa a base di latte, aglio, trippa, e lardo in
una ciotola scheggiata ma, dobbiamo confessare che, nonostante la riluttanza
iniziale, si è dimostrata squisita. Ci è stato servito poi un piatto con due
cotolette di maiale ai ferri con contorno di patatine in umido e un piattino
con insalata di cavolo. Il tutto innaffiato con una bottiglia di birra URSUS e
una di acqua minerale. E’ seguito il caffe (sapeva un po’ di cicoria) e quindi
il conto 125.000 lei pari a L. 12.750! Alle 14.30 riprendiamo il nostro viaggio deviando sulla
E576 per raggiungere Gherla, punto d’incontro con altri equipaggi italiani
partiti il giorno prima di noi da Camisano Vicentino. Raggiunto il gruppo italiano, ci spostiamo tutti insieme
(10 camper in tutto) in riva al lago Taga, a circa 10 Km. da Gerla, dove
trascorreremo la Pasqua insieme .5 equipaggi è da diversi anni che vengono in
Romania e qui hanno degli amici. Ci sistemiamo nel terreno prospiciente il lago
di proprietà di alcuni di questi amici rumeni. Abbiamo così l’opportunità di conoscere queste persone
che ci ospitano (parlano molto bene sia l’italiano che il francese - il livello
culturale è alto) molto aperte e disponibili e con una grandissima voglia di
occidente. Inutile dirgli che non è tutto così bello e giusto quello che c’è in
occidente, ma effettivamente noi possiamo scegliere mentre loro no. Ci spiegano
per sommi capi la situazione del loro
paese. Qui non c’è economia e quindi non c’è denaro in circolazione. Un
professore universitario guadagna L. 200.000 al mese mentre un’inserviente
guadagna L. 80.000. E’ vero che la vita è meno cara, ma una forma di pane di ½
Kg. lo abbiamo pagato L. 600 quindi L. 18.000 al mese vanno solo per il pane.
Non si possono permettere la carne in tavola tutti i giorni sicuramente! Quando
c’era Ceausescu, mancava ogni genere di merce, ma c’era il denaro; ora la merce
c’è ma manca il denaro. Nelle campagne e nelle periferie delle città l’acqua in
casa è inesistente, si usano i pozzi. I mezzi di trasporto per eccellenza sono
i carretti con i cavalli. Le auto ci sono (qualche Dacia) ma quelle poche che
ci sono rimangono molto tempo ferme perché i proprietari non hanno denaro a
sufficienza per metterci la benzina. Negli ospedali c’è carenza di medicinali e
disinfettanti. Sui tetti delle case, alcune antenne paraboliche, ma tantissimi
(la stragrande maggioranza) senza alcun tipo di antenna. E’ incredibile per noi
pensare che nel cuore dell’Europa ci siano ancora situazioni del genere!. In compenso i paesi sono VIVI e a misura d’uomo. Alla sera fuori dalle
case, nuvole di persone che chiacchierano, bambini che giocano rincorrendo le
galline in mezzo alla strada. Se ti fermi a parlare ti invitano ad entrare in
casa e ti offrono da bere. Sensazioni perdute o addirittura, per i più giovani,
mai conosciute! 24 APRILE 2000 (Lunedì) GHERLA – VATRA DORNEI Km. 192 Al mattino c’è mercato a Gherla ed è d’obbligo la visita.
In città c’è molto movimento e un’infinità di carretti. Seguiamo la corrente
che ci porta dritti al mercato. E’ un bagno di folla. In pratica il mercato per
loro è come il supermercato da noi dove puoi trovare di tutto. E’ coinvolta
tutta la famiglia, perché quei carretti sono stracarichi di persone.
Effettivamente c’è di tutto, nei vestiti molti jeans e scarpe da ginnastica, ma
i prezzi sono cari per loro. I jeans L. 40.000 ed altrettanto le scarpe, e non
è comunque merce di qualità. La gente, nel padiglione dei vestiti, guarda molto
ma compera poco; gli acquisti li riserva nel padiglione del mangiare. Prima di pranzo, visita alla fabbrica di bicchieri. Nel pomeriggio alle 15 lasciamo Gerla e gli amici
incontrati. Dirigiamo sulla E576 in 7 camper, verso la Bucovina ed i suoi
monasteri. Le strade sono molto
insidiose, bisogna mantenere sempre una guida attenta. Per quanto riguarda il
carburante, noi lo abbiamo effettuato a Bistrita, prima di entrare nella zona
montuosa, per paura di non trovare altri distributori. Abbiamo scoperto poi che
se ne trovano dovunque e quindi anche per il rifornimento idrico non è un
problema, non c’è bisogno di attingere ai pozzi. Al Pasul Tihuta (mt. 1200 slm)
facciamo tappa nel Parcheggio dell’Hotel DRACULA. Il paesaggio è molto bello,
simile al nostro Trentino. Arriviamo verso le 19.00 a Vatra Dornei. Graziosa
cittadina dei Carpazi dove riusciamo a trovare persino un campeggio chiuso (Camping Autoturist – Str. Runc) ma
che apre per noi. Non sono abituati, e quindi tantomento attrezzati, a ricevere
veicoli ricreazionali. Ci sistemiamo sui vialetti e lo occupiamo completamente.
Il prezzo per la sosta di una notte, con uso dei servizi, è di L. 3.000 ad
equipaggio. Il campeggio, situato su una collina in posizione dominante la
città, consiste in una serie di piccolissimi bungalow in legno, vialetti
illuminati, i servizi (nuovi) insomma un ottima ricezione (spazi per tende e/o
roulottes non ne abbiamo visti). Durante l’estate, ci dicono, è frequentato da
turisti tedeschi. 25 APRILE 2000 (Martedì) VATRA DORNEI – PUTNA Km. 146 Alle 8.30 ripartiamo e continuando sulla E576 arriviamo a
Cimpulung Moldovenesc dove ci fermiamo a visitare il Museo del Legno, molto
molto interessante. Vorremmo poter visitare anche la collezione privata di
cucchiai, sempre a Cimpulung Moldovenesc, ma non c’è nessuno, riusciamo solo a
vederli appesi alle finestre. Riprendiamo la strada, abbandonando la E576 e
prendendo la 17A per arrivare al Monastero Moldovita. Ci arriviamo alle 12,
posteggiamo nel piccolo parcheggio antistante il monastero (lo riempiamo) La
visita la effettuiamo dopo pranzo. Ingresso L. 1.000. Il monastero si compone
di mura di cinta fortificate, al suo interno sorge, nel centro, la chiesa le
cui mura esterne son affrescate da dipinti che rappresentano episodi della vita
di santi, di cronaca dell’epoca; in questo monastero spicca su tutto
l’illustrazione dell’assedio di Sebastopoli. Una suora, che parla inglese e
francese, accompagna e spiega ai gruppi visitatori. Oltre alla chiesa si può
visitare il museo situato in alcune piccole sale nelle mura di cinta. Al botteghino d’entrata, oltre al biglietto, si può
acquistare cartoline e piccoli souvenir. Molto caratteristiche sono le
coloratissime uova pasquali. Sono delle normalissime uova di gallina, ricoperte
di perline colorate che formano dei disegni geometrici molto molto belli. Dopo aver lasciato il monastero Moldovita, nel pomeriggio
arriviamo al Monastero Sucevita. Qui il parcheggio è decisamente più grande ed
è a pagamento (L. 400). Il monastero, anch’esso più grande, è comunque molto
simile al precedente ed è anche questo occupato da suore. Proseguiamo poi per
Marginea, paese famoso per la sua ceramica nera, ci arriviamo verso le 18 e ci fermiamo per gli acquisti.
Incomincia ad imbrunire quando riprendiamo la marcia alle 19 diretti al
Monastero di Putna. Per arrivare a Putna dobbiamo, una volta raggiunto Radauti
sulla 17A, seguire le indicazioni deviando su una strada secondaria, abbastanza
buona. Arriviamo alle 20 con il buio. Qui il parcheggio è enorme. 26 APRILE 2000 (Mercoledì) PUTNA – PASUL CIRLIBABA Km. 181 Al mattino alle 5.30 veniamo svegliati da un tamburellare
crescente, scopriamo poi che erano i monaci (sì qui a Putna ci sono i monaci)
che chiamano i fratelli alla preghiera picchiando con il martello su un asse di
legno. Dopo la visita al monastero, ritorniamo sui nostri passi fino a Radauti
e, seguiamo le indicazioni per Arbore. Continuando a viaggiare su strade
secondarie, arriviamo ad Arbore verso le 11.30 dove incontriamo un grandissimo
traffico di carretti. Qui ci aspetta una grandissima delusione, la chiesa è
completamente in rovina, i dipinti sono irriconoscibili, all’interno siamo
aggrediti da un forte odore di muffa. Usciamo quasi subito. Ne approfittiamo
per andare a vedere da dove arrivano tutti questi carretti, e come dubitavamo
scopriamo che c’è il mercato. Per la pausa pranzo ci dirigiamo al prossimo
paese, SOLCA, dove sostiamo nella piazza vicino al torrente. Nel pomeriggio arriviamo al Monastero di Voronet, la
cappella Sistina d’Oriente. Ed è veramente così! Nonostante la somiglianza con
gli altri, questo si distingue per la ricchezza e la conservazione dei dipinti. Ampio parcheggio a pagamento con alcune bancarelle dove
si vende in prevalenza biancheria: tovaglie, centri, tappetti, camicette, ecc…. Con Voronet finiamo il tour dei monasteri, domani ci
attendono i Maramures. Dopo la visita, riprendiamo la marcia riagguantando la
E576 che seguiamo fino all’incontro con il fiume Bistrata, qui imbocchiamo la
nazionale 18 e, giunti al Pasul Cirlibaba verso le 19.30, ci fermiamo per la
notte nel parcheggio interno del Ristorante. Qui c’è anche la possibilità di
rifornirsi di acqua. 27 APRILE 2000 (Giovedì) PASUL CIRLIBABA – SAPINTA Km. 156 Al mattino si parte col nebbione, che a mano a mano
scendiamo, si dirada. Attraversiamo posti molto pittoreschi, molto “alpini”,
una volta raggiunto il Pasul Prislop (mt. 1416 slm) ci fermiamo per la foto di
gruppo e ad ammirare la distesa di crochi violetti che ricoprono i prati appena
snevati. La tappa pranzo la effettuiamo appena fuori la cittadina di Borsa. Qui
un equipaggio ci lascia in quanto decide di rimare qualche giorno in più in
Romania. Noi ripartiamo e lasciamo la 18 per la 17C fino a Sacel, quindi
prendiamo la strada dei Maramures quella che ci porta ad ammirare portali in
legno scolpito di inestimabile valore artistico, le chiese in legno di Bogdan
Voda, di Rozavlea, il complesso di Birsana e quindi, ormai al tramonto, il
cimitero allegro di Sapinta. Di fronte al cimitero, ogni casa vende i propri tappeti
tessuti a mano e qui ci indicano il campeggio del paese distante circa 2 Km. Ci
dirigiamo là per la notte. Quando arriviamo ci accoglie una ragazza alquanto
stupita. Per poter entrare dobbiamo, con l’ausilio di una scopa, alzare il filo
della luce che ostruisce il passaggio a mezzi alti come i nostri. Una volta
entrati e parcheggiati, scopriamo che questo campeggio non ha l’acqua corrente,
ha il pozzo. Non ci sono docce, solo W.C. senz’acqua corrente. Noi, per fortuna
non abbiamo bisogno d’acqua in quanto ci siamo riforniti stamattina. Il costo
per il pernottamento è sempre di L. 3.000. Da quando abbiamo lasciato la provincia di Cluj e siamo
entrati in quella di Suceava e poi di Satu Mare, abbiamo notato una miglior
condizione di vita della popolazione. Le case sono più consistenti – struttura
in legno - i pozzi sono coperti, più antenne TV, la presenza, seppure
occasionale e fatiscente, di ricettività turistica: agriturismo, camere in affitto…..
Si nota che qualcosa si muove 28 APRILE 2000 (Venerdì) SAPINTA – BUDAPEST Km. 450 Il viaggio in Romania è finito, siamo tutti un po’
tristi. Usciamo dal camping, sempre alzando il filo della luce con la scopa, e
riprendiamo il viaggio. Imbocchiamo la nazionale 19 e, dopo il paese, passiamo
vicinissimi all’Ucraina, solo il fiume Tisa, che non è molto grande, ci divide.
Passiamo per Satu Mare, città meno rumena delle altre in quanto c’è molto
traffico automobilistico, ed arriviamo alla frontiera alle 12.30. Non c’è molto affollamento e passiamo in mezz’ora.
Alle 13.30 siamo fermi per la pausa pranzo in un parcheggio di una discoteca
ungherese ad un paio di chilometri dalla frontiera. Alle 15 riprendiamo sulla
49 fino a Mateszalka e quindi sulla 471 fino a Debrecen. Qui prendiamo la E573
fino all’imbocco con la E60 in direzione di Budapest. Il traffico in Ungheria è
intensissimo anche se si viaggia spediti. Troviamo una giornata particolarmente
calda ed il paesaggio piatto e uniforme non aiuta a rimanere attenti e vigili.
Facciamo quindi una pausa e qui il
gruppo decide di dividersi. Tre equipaggi rientrano direttamente in Italia e
gli altri tre optano per la visita a Budapest. Noi facciamo parte del secondo
gruppo. Continuiamo il viaggio ancora insieme fino ad Albertirsa dove il primo
gruppo imbocca la strada che lo porterà sulla M5. Noi continuiamo sulla E60 che
ci porta dritti a Budapest. Arriviamo alle 21.30 in città e con molta fortuna
riusciamo ad arrivare alla cittadella verso le 22. Posteggiamo e, nonostante la
stanchezza, usciamo a godere un panorama unico e impareggiabile. La vista della
città illuminata ai nostri piedi è appagante. 29 APRILE 2000 (Sabato) Al mattino alle 9.00 scendiamo dalla cittadella e
cerchiamo un camping per poter lasciare tranquillamente i mezzi e poterci
dedicare alla visita della città. Budapest è una città non troppo caotica, ma
la segnaletica è molto molto scarsa e per di più la gente parla solo ungherese
e tedesco, l’inglese non lo masticano. Alle 10.30 riusciamo a trovare un
campeggio il Nicke Camping a Zugleglit
nei pressi dell’ambasciata americana (L. 26.000 al giorno: 2 persone +
mezzo). All’uscita del campeggio un bus parte (e arriva) ogni 15
minuti per Moszkva ter (Piazza Mosca) da dove poi si diramano: trenino, bus,
metro. Il costo del biglietto giornaliero valido su tutti i mezzi è di L. 6.000
(740 fiorini) Giornata (quel che resta) interamente dedicata alla visita della
città che a noi è piaciuta moltissimo. 30 APRILE 2000 (Domenica) BUDAPEST – Area Servizio A4 Km. 630 Partenza alle 9.00 dal campeggio, seguendo le indicazioni
(queste ci sono) delle autostrade M1/M7, usciamo da Budapest. Imbocchiamo la M7
fino a Székesfehévar e quindi la E66 fino al confine di Rabafuzes dove
arriviamo alle 13.00. Altra mezz’ora per le formalità, quindi ci fermiamo per
la pausa pranzo al parcheggio che si trova dopo un paio di chilometri sul lato
destro della strada. Riprendiamo fino all’imbocco con l’autostrada A2 direzione
Graz e raggiungiamo il Tarvisio. Qui sulla A23 arriviamo fino all’imbocco con
la A4 e ci fermiamo alla prima area di
servizio dove pernottiamo. 01 MAGGIO 2000 (Lunedì) Area di servizio A4 – BORGOSESIA Km. 470 Qui ci si saluta e ci si da l’arrivederci alla prossima,
anche perché gli altri equipaggi imboccheranno la A13 a Padova. Alle 7.30
partiamo, abbiamo timore di trovare traffico a Milano, quindi prima ci
arriviamo meglio è. Nonostante i nostri timori, a parte qualche rallentamento
ormai cronico, il rientro è OK. TOTALE KM. PERCORSI: 3836. Viaggio effettuato nell'Aprile 2000 da Maura Gippa Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE. |
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