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Questo è il secondo viaggio che facciamo in Scozia.
Ci siamo già stati quattro anni fa e vi abbiamo lasciato il cuore. Impossibile
non tornarci. Nel 2000 abbiamo visitato la parte meridionale facendo
un anello che congiungeva Edimburgo-Glasgow-Mull-Loch Ness, con una veloce
puntata piu’ a Nord, nei dintorni di Ullapool. Quest’anno il programma prevede
un altro anello ma piu’ a Nord, sino a toccare le Orcadi. L’equipaggio è composto da: Roberto, classe ’61 Angela, classe 63 Francesco di dieci anni, Anna di sei anni. La nostra casa viaggiante si chiama Glen McLouis, ed
è al suo primo viaggio in Scozia. DOMENICA
1°AGOSTO Meta della giornata: Chamonix Mont Blanc. Alle 8 partiamo, con i bimbi che ancora dormono.
E’una tattica di viaggio che adottiamo da sempre. Funziona. Anna e Francesco dormono placidamente cullati dal
loro camper e quando si svegliano sono contenti e curiosi di trovarsi in un
posto nuovo. E intanto i chilometri scorrono: Angela con il plaid sulle gambe e
la tazza di Nescafè, io alla guida rilassatissimo. Mi passi un biscotto? Buon
viaggio amore mio. Quando Anna si sveglia siamo già in Valle d’Aosta:
una breve colazione e per mezzogiorno arriviamo a Chamonix. Il programma
prevede nel pomeriggio di andare al “Parc de Loisirs de Chamonix” in località
Les Planards. Carino, con tanto di seggiovia, bob estivo, trampolini ed altri
giochi per bimbi. Per raggiungerlo,
all’uscita del traforo del Monte Bianco seguite per Chamonix ed andate sempre
avanti sino a trovarlo sulla destra. Attenzione: nel parcheggio attiguo al
parco non è consentita la sosta ai camper; noi abbiamo parcheggiato a 500 mt.
verso il centro, in un P a pagamento (Place du Mont Blanc?). Qualche km prima,
volendo, c’è una grande area riservata ai camper. Nel parco c’è
anche un’attraente percorso avventura nel bosco, ma richiederebbe troppo tempo.
Promettiamo di ritornarci, e alle 18 siamo di nuovo a bordo.Un po’ di strada e
raggiungiamo Nantua’. Al fondo del lungolago c’è un’area di sosta, ma la
troviamo congestionatissima. Troviamo posto sul lungolago, anch’esso molto
popolato da camper. Cena e notte… Asti-Nantua’: Km. 380 LUNEDI 2
AGOSTO Giornata di viaggio verso Disneyland. Cosa c’entra Disneyland con la Scozia? E’ un piccolo
debito che avevamo con i nostri cuccioli. E visto che siamo sulla strada… Consigliabilissimo il percorso scelto: anziché la
tradizionale A6, percorriamo il tragitto autostradale alternativo via Troyes (A39+A31+A5).
L’autostrada è poco trafficata, ottime le aree di sosta lungo il percorso. Sono
40 Km in piu’ ma ne vale la pena. Arriviamo a Disneyland alle 21 e ci sistemiamo nel
parcheggio riservato ai camper. Il meccanismo di pagamento è un po’ strano: si paga
20 Euro, ma il biglietto scade a mezzanotte. Se si vuole pernottare bisogna
pagare altri 20 Euro, che valgono sino alla mezzanotte del giorno dopo. Ci
viene subito l’idea di ritornare dopo mezzanotte per risparmiare 20 Euro.
Impossibile: i cancelli chiudono a mezzanotte! Meno male che a spiegarci il
meccanismo era un ragazzo italiano… Nota 1: In teoria l’area riservata ai camper non
avrebbe né docce né servizi, in pratica tutti utilizzano la grande struttura
riservata agli autisti dei pullman, con bei servizi e docce bollentissime. Nota 2: Evitate di parcheggiare il mezzo troppo
vicino al percorso pedonale che conduce all’ingresso del parco, a meno che non
vi piacciano tantissimo le colonne sonore dei cartoni della Disney, che vengono
emesse in continuazione dagli altoparlanti del percorso pedonale. Una coppia di
Italiani ci ha raccontato di essersi spostata in piena notte perché alle 2 gli
altoparlanti continuavano a dire “A revoir a Disneyland Resort Paris!”. Un
incubo. Nantuà-Disneyland Paris: Km 540 MARTEDI 3
AGOSTO Primo giorno a Disneyland. Sino a 10 anni fa non eravamo mai andati in un parco
divertimenti. Poi è nato Francesco, e non ci siamo piu’ fermati! In cima alla lista della nostra personale Hit
Parade c’è Europa Park, ma per i bimbi Disneyland ha un fascino
particolare. Ci eravamo già stati due
anni fa, ed ora rieccoci qua: come annunciano gli altoparlanti, “bienvenue a Disneyland Resort Paris!”. La giornata scorre piacevolmente tra un’attrazione e
l’altra, sino a giungere al momento clou: la parata serale e i fuochi d’artificio sul castello della
bella addormentata. E tutti si ritorna bambini. MERCOLEDI
4 AGOSTO Una bellissima giornata di sole ci accompagna per la
seconda giornata dedicata a Disneyland Paris. Ormai proviamo un’affetto quasi
domestico verso le attrazioni del parco. In cima alla lista c’è sempre
l’attrazione dei Pirati , che prima di andare via rifacciamo ancora una volta.
Inevitabile l’acquisto ricordo: il cappello di Indiana Jones per Franci ed un
bellissimo vestito bianco per la principessa Anna. Ceniamo sul camper e poi verso le 22 ripartiamo con
in lontananza i fuochi d’artificio che ci salutano. Un’ora di viaggio per
evitare la spesa del parcheggio ed il traffico del mattino sulla tangenziale di
Parigi. Notte su un’area dell’autostrada A1 dopo l’uscita N°7 di Park Asterix
(questo ci manca ancora!). Disneyland Paris-Autostrada A1, “P” dopo uscita 7:
Km. 62 GIOVEDI 5
AGOSTO Oggi la giornata prevede l’imbarco sul traghetto che
ci porterà direttamente in Scozia. E’ una scelta che comporta una certa spesa,
ma complessivamente pensiamo ne valga la pena, soprattutto perché ci fa
risparmiare un sacco di chilometri, guadagnandoci in energia e rilassatezza. Quattro anni fa avevamo adottato una soluzione simile
utilizzando il tratto Amsterdam-Newcastle. In questi anni però, è stato
inaugurato un nuovo tratto, che da Zeebrugge –in Belgio- porta direttamente in
Scozia, e precisamente a Rosyt, una località che si trova 5 km a Nord di
Edimburgo. Si parte verso le 18 da Zeebrugge e si arriva alle 11
del giorno dopo in Scozia, dormendo in cabina. Una vera pacchia. La compagnia è la Superfast. Zeebrugge si trova a pochi chilometri dalla splendida
Brugge, che abbiamo già visitato dodici anni fa. L’intenzione era di cogliere
l’occasione per ritornarci, anche solo per qualche oretta, ma una delle parole
d’ordine di questa vacanza è “Relax!”, per cui scegliamo di fare le cose con
calma, saltando la visita: il tempo d’altronde è brutto, meglio un po’ di
lettura, e per quanto riguarda Francesco meglio portarsi avanti con un po’ di
compiti. Sbrigate velocemente le operazioni d’imbarco (avevamo
prenotato dall’Italia), alle 16,30 siamo sulla nave, dove prendiamo posto nella
nostra bella cabina con due letti a castello. La nave è nuova e pulitissima.
Siamo tutti contenti. Dopo una frugale “cena al sacco” in cabina, grande sfida a carte nella “games room”
della nave. A1, “P” dopo uscita 7 -Zeebrugge : Km 283 Durante la notte Zeebrugge-Rosyth : Km 750 , mentre
dormiamo rilassati... VENERDI 6
AGOSTO Grande colazione all’inglese sulla nave, e alle 11
arriviamo al porto di Rosyth. Fantastico: ci aspettano 13 giorni di Scozia! Decidiamo di andare a Dunkeld, che raggiungiamo
brevemente prendendo la M90 in direzione Perth, poi la A9 sino a Dunkeld, dove
troviamo una bellissima sistemazione per il pranzo. Una volta arrivati, evitate
il parcheggio lungo il fiume ma attraversate il paese seguendo l’indicazione
del parcheggio dei Bus, che troverete poi sulla sinistra. Il parcheggio è
diviso in due: una parte asfaltata ed una parte sterrata, seminascosta in mezzo
a grandi alberi, dove ci sistemiamo per il pranzo. Proprio da questa parte del parcheggio parte un
sentiero che percorre una radura fra alberi secolari, e in breve raggiunge le
rovine di una cattedrale gotica. La chiesa è letteralmente immersa in un parco
che degrada verso le rive del fiume Tay.
L’erba è verdissima. Gli alberi possenti si armonizzano con le grandiose
rovine della cattedrale. Lungo il fiume corre un sentiero che raggiunge la
strada, che utilizziamo per andare a piedi (20 minuti), nella frazione Birnam,
dove si trova un piccolo museo dedicato a Beatrix Potter: la famosa
illustratrice e scrittrice di favole per bambini, nota in tutto il mondo per i
suoi personaggi dolcissimi come Peter Coniglio o Samuel Baffetti. In realtà il
museo è molto piccolo e delude un po’ le aspettative. Pazienza. Si ritorna al
camper facendo ancora una bella sosta sulle sponde del fiume. L’ideale sarebbe
rimanere qui per la notte, ma nel parcheggio c’è il primo degli innumerevoli
cartelli che troveremo in tutta la Scozia: “No overnight camping”. Decidiamo
quindi di andare a cercare un campeggio, mettendoci in strada verso Est, in
modo da avvicinarci al castello di Dunottar, meta prevista per l’indomani. Lo
troviamo ad Alyth; per raggiungerlo percorriamo da Dunkeld la A923 sino a
Blairgolurie, quindi la A926. Il campeggio è piccolissimo, ma ordinato e
pulito. Rosyth – Dunkeld – Alyth: Km 102 SABATO 7
AGOSTO La meta del mattino è il castello di Dunottar, famoso
fra le altre cose per aver ospitato il set del film “L’Amleto” per la regia di
Zeffirelli. Percorriamo la A926 fino alla periferia di Forfar,
dove prendiamo la superstrada A90 direzione Aberdeen. Usciamo a Stonehaven ed
eccoci a Dunottar. Il castello si raggiunge dal parcheggio con
una breve camminata di 15 minuti. L’atmosfera è magica. C’è molta nebbia e le
rovine del castello compaiono a poco a poco, su una scogliera a picco sul mare.
Non c’è che dire: complice il tempo l’atmosfera è decisamente suggestiva e
“cinematografica”. La meta del pomeriggio è la strada panoramica che va
da Crathie a Corgaff. Da Stonhevan prendiamo la A957 dir.Banchory, quindi
la A93 e… sorpresa! Ad Aboyne vediamo un gran movimento e scopriamo che ci sono
gli “Higlander Games”! Cogliamo subito
l’occasione, parcheggiamo e via! Gli “Higlander Games” sono dei giochi popolari che si
svolgono in estate toccando paesi diversi secondo un calendario prestabilito.
Una specie di Olimpiade locale con diverse discipline in cui gli atleti
disputano le gare con il kilt scozzese. Le discipline sono le piu’svariate,
dalla maratona al “lancio del tronco”,
alle gare di ballo e di cornamusa, e intorno all’area dei giochi è tutto
un brulicare di bancarelle, con parate, bande musicali, specialità
gastronomiche. La bellezza di tutto cio’ è che non si tratta di una
manifestazione fatta per i turisti, ma per l’interesse e la passione locale.
L’atmosfera quindi è squisitamente genuina, decisamente consigliabile. Nota curiosa. Questi giochi nacquero nel medioevo con
un intento che non era ricreativo ma militare: le gare erano un modo per
individuare gli uomini migliori, destinati a diventare i guerrieri di punta. Purtroppo non riusciamo a godere a lungo di questa
atmosfera, perché verso le 17,30 la
gente comincia a scemare e le bancarelle a chiudere. Ritorniamo sul camper
contenti di aver vissuto questo fuoriprogramma e procediamo, raggiungendo in
breve Crathie. L’intenzione è di percorrere da qui la B976 e poi la A939, un
tragitto che “nella sua desolazione lunare è tra i piu’ spettacolari della
Scozia” (Guida della Clup). Proprio ai margini di questa strada troviamo una
splendida sistemazione per la notte, in una bell’area parcheggio senza divieti.
Si trova 4 miglia prima del castello di Corgaff, sulla sinistra dell’abitato di
Corgaff (state attenti a non oltrepassarlo, sono quattro case). Siamo
praticamente in montagna, e ci sentiamo in sintonia con il bellissimo
paesaggio, completamente appagati dalla giornata, che termina dopo cena con una
bella passeggiata nei dintorni, mentre
cala la sera. Alyth- Dunottar – Corgaff : Km. 180 DOMENICA 8
AG0STO Meta mattino: Findhorn Foundation Meta pomeriggio: Channory Point Le prime 10 miglia
dopo Corgaff sono molto belle. Il castello di Corgaff, immerso in mezzo
alla foschia in un paesaggio brullo sembra un fortino western. Si sarebbe
potuto visitare, ma dobbiamo fare delle scelte, e ci facciamo bastare questa
vista da lontano, come se fosse tratta da un film di Leone. Poco piu’ avanti
riusciamo ad individuare lontano un gruppo di cervi. Siamo sempre sulla A939, che seguiamo sino a Dava,
poi prendiamo la A940 sino a Forres e da qui la B9011 sino a Findhorn. Siamo venuti sin qui perché attratti dalla storia
della “Findhorn Foundation, a centre of spiritual education and planetari
trasformation”. Si tratta di una
comunità new-age con una storia veramente singolare che si è sviluppata a
partire dal 1962, e nonostante gli anni, gode ancora di ottima salute. La
visita di qualche ora non dice granchè, perché è una struttura –poco piu’ di un
campeggio- dedicata ad esperienze piu’
lunghe (vengono organizzati corsi che durano da una settimana in su). Ma un po’
di shopping nell’originalissimo bazar ed un the nel punto ristoro della
comunità sono già sufficienti per far capire l’atmosfera che vi regna. (Se
l’argomento vi interessa www.Findhorn.org).
Per pranzo riprendiamo il camper e ci sistemiamo in un
parcheggio a Findhorn. Occorre entrare nel paese e seguire le indicazioni “P
dune”: la strada porta in un parcheggio sterrato fra le dune con servizi
(rubinetto esterno per acqua). Al di là delle dune c’e una spiaggia immensa,
che poi ci vedrà protagonisti di una bella camminata, con Anna e Francesco che
disegnano grandi figure sulla sabbia. A metà pomeriggio si riparte. Da Findhorn torniamo a
Forres con la B9011, qui imbocchiamo la
veloce A94 in direzione Inverness, poi la A9 in direzione Thurso. Pochi
km dopo il ponte sul fiordo su cui si affaccia Inverness seguiamo le
indicazioni “Black isle” (B9161 e poi A832). Giunti a Fortrose ci sono le
indicazioni per Channory Point che in breve ci conducono al promontorio
(l’ultimo tratto della strada è veramente curioso: taglia in due un campo da
golf!). Channory Point è famoso come punto di avvistamento di
una colonia di delfini che vive nel fiordo. Pare che i momenti migliori per
l’avvistamento dei delfini siano al mattino presto, quando partono dal fiordo
per andare nel mare aperto, e nel tardo pomeriggio, verso le 18, quando
“tornano a casa”. La strada termina con un parcheggio nei pressi di un faro,
dove lasciamo il mezzo per incamminarci sulla spiaggia di ghiaia verso la punta
vera e propria. Il tempo è bello, soleggiato. Rimaniamo un bel po’ con i nostri
cannocchiali sulla spiaggia, ma purtroppo… niente delfini. Pernottiamo nel vicino campeggio di Fortrose, in
bella posizione, a 15 minuti a piedi dal faro. Corgaff-Findhorn-Channory
Point, Km 152 LUNEDI 9
AGOSTO Mete: Museo di Tain
Castello di Dunrobin
Falls of Shin Da Fortrose ripercorriamo a ritroso la A832 per
raggiungere la A9, che prendiamo in direzione Thurso sino a Tain, dove ci
sistemiamo in uno dei numerosi parcheggi della cittadina per andare a vedere il
museo “Tain through Time”. Si tratta di un piccolo museo che si visita
velocemente, suddiviso in tre edifici, fra cui una cappella gotica. La cosa
carina è che poco dopo l’ingresso sono a disposizione alcuni costumi che i
bambini possono scegliere ed indossare durante la visita. Così Anna si
trasforma in una bellissima regina dal vestito giallo, e Francesco in un misto
fra re celtico e crociato. Dopo la visita facciamo un po’ di spesa nelle vicine
botteghe, e ritorniamo sul camper per spostarci verso il castello di Dunrobin,
che raggiungiamo velocemente percorrendo la A9 sempre in direzione Thurso.
(Pausa pranzo poco prima del castello, a Golspie, in un parcheggio lungo la
lunga e sabbiosa spiaggia). Il castello di Dunrobin è circondato da un verdissimo
parco e, sebbene non se ne senta la presenza, è vicinissimo al mare, che si
vede bene dai piani alti dell’edificio.
Il biglietto prevede la visita
al castello, al parco, alla serra-museo, e in piu’ permette di assistere allo
spettacolo di falconeria. Straordinario
è l’allestimento interno. Girando per le tantissime stanze si ha la piacevole
sensazione che il castello sia ancora abitato: fiori freschi dappertutto,
tavoli apparecchiati, addirittura la stanza dei bambini ricca di vecchi giochi.
In effetti ci spiegano che il castello è ancora abitato dai duchi di
Sutherland, che risiedono negli appartamenti al piano terra (ovviamente non
visitabili). Sono loro che hanno voluto dare quest’impronta “domestica” alla
visita. I giardini sottostanti sono bellissimi: vi si assiste all’esibizione
dei falchi e si puo’ visitare un villino-serra dove i conti hanno raccolto
materiale scientifico e (sic!) ricordi delle loro battute di caccia, in loco e
in Africa. Vi raccomandiamo di informarvi bene in merito agli
orari, che –come in tutta la Scozia- non tengono conto delle abitudini di noi
Italiani. Chiude prestissimo! Ma la giornata non è finita. Partiamo, ripercorrendo all’indietro
la A9 per qualche miglio, per poi imboccare la scorrevole e poco trafficata
A839, in direzione Lairg. Le Falls of Shin sono delle cascate dove si possono
vedere i salmoni risalire il corso del fiume;
si trovano 5 miglia a Sud di Lairg. Arrivati nel villaggio occorre
proseguire lungo la A839 verso Rosehall e dopo 500 mt seguire le indicazioni
“Falls of Shin”: ora siete sulla single track B864, che in pochi chilometri vi
porterà al parcheggio delle cascate, con annesso mega centro ristoro-vendita,
area giochi per bimbi, ecc… Il consiglio è di arrivare sul posto come noi, nel
tardo pomeriggio o comunque lontano dalle ore di punta, per evitare di trovare
troppa gente ed il conseguente disagio sulla stretta single-track. Dal
parcheggio scende nella boscaglia un piccolo sentiero che porta ai margini
delle cascate, dove –effettivamente- è possibile vedere con un po’ di pazienza
i salmoni che risalgono la corrente, con la loro incredibile forza (fisica e di
volontà). E’ ormai sera. Ci dirigiamo nuovamente verso Lairg
dove ci sistemiamo in un campeggio, posto al centro del villaggio, fra case e
pascoli di pecore e mucche. Fortrose (Channory Point) – Dunrobin
– Lairg: Km. 90 MARTEDI 10
AGOSTO Meta: entro sera raggiungere la costa Nord godendoci
in giornata l’entroterra desolato delle Highland. “La A836 in direzione Altnaharra non ha pari in
termini di isolamento, assenza di tracce, amplissimi spazi e silenzio: a una
sola corsia, la strada procede tra brughiere desolate e radi boschetti di pini,
ponticelli di pietra su ruscelli color whisky, pecore e agnelli sul ciglio
della strada.” (“Scozia” di M.Montaruli, ClupGuide). Affascinati da questa descrizione partiamo al mattino
presto senza svegliare i bambini, e ci gustiamo con il sottofondo di una musica
scozzese questo paesaggio così lontano dai nostri ambienti abituali. Nello
scrivere a conclusione del viaggio questo diario e nel ricordare i paesaggi
grandiosi che avremmo visto piu’ avanti,
questa strada diventa nei ricordi forse piccola cosa. Ma la bellezza di
questo viaggio è stato proprio questo: il crescendo poco per volta della
bellezza dei paesaggi e delle emozioni ad essi collegate. Ci promettiamo di fermarci per colazione non appena
Anna e Francesco si fossero svegliati, il che succede appena passato il
cartello di Althanarra. Parcheggiamo il camper subito dopo, su uno spiazzo
panoramico sulla destra, in vista del Loch Navel. Non abbiamo fretta, dopo
colazione facciamo una lunga camminata lungo la stradina che parte in
prossimità dello spiazzo e raggiunge prima il lago e poi sulla sponda Sud un
gruppo di case con una fotogenica palazzina bianca che si affaccia sul lago. Nel pomeriggio proseguiamo il viaggio verso Nord e
decidiamo di prendere la B873+B871, che si rivela piuttosto stretta e poco
panoramica, sino a raggiungere Bettyl: un villaggio posto su un’altura e
circondato da spettacolari spiagge color cipria. E’ quasi sera ed il vento è fortissimo: impossibile pensare di
stare fuori. Che fare? Leggiamo da un
precedente diario di viaggio che un equipaggio aveva pernottato qui, nel
parcheggio della piscina. Seguiamo quindi le indicazioni “swimming pool” con la
speranza di non trovare divieti e… doppia sorpresa: non solo non ci sono
divieti ma scopriamo che il martedì la piscina coperta è aperta sino alle
20! Un fuoriprogramma fantastico:
prendiamo costumi ed accappatoi ed entriamo nella struttura –piccola ma
attrezzatissima- dove praticamente oltre al personale ci siamo solo noi! Considerata l’acqua calda ed il vento gelido
fuori, la “goduria” è altissima ed i bambini si diverono un mondo. Grazie
angioletto (quando capitano di queste cose siamo soliti pensare che ci sia in
vacanza con noi un angioletto che ci accompagna e ci fa di queste sorprese). Lairg – Bettyhill: Km. 73 MERCOLEDI
11 AGOSTO Mete: Isole Orcadi, “Skara Brae” e “Ring of Brodgar” E’ mattina. Prendiamo la strada costiera A836 e ci
dirigiamo a Scrabster (il porto di Thurso) dove ci imbarchiamo per le Isole
Orcadi. Dopo un’ora e mezza di navigazione (durante il viaggio
si possono ammirare le pareti rocciose
dell’isola di Hoy con il particolare “Old man of Hoy”) sbarchiamo a Stromness,
sull’isola di Mainland. Poi in breve tempo raggiungiamo “Skara Brae”: uno dei
siti archeologici piu’ importanti delle Orcadi. La visita è molto interessante
e facilmente comprensibile anche per i bambini, ma forse ricorderemo di piu’
questo posto per l’ampia spiaggia che costeggia il sito, dove passiamo molto
del nostro tempo nel cercare di far volare un aquilone: impresa che si rivela
molto piu’ difficile del previsto! Ripartiamo alla volta del Ring of Brodgar, che
raggiungiamo dirigendoci verso Kirkwall. Il paesaggio è molto diverso da come
l’avevamo immaginato. Per la verità non avevamo letto molto su queste isole.
Essendo il punto piu’ a Nord dell’itinerario, avevamo ingenuamente immaginato
un paesaggio estremamente nordico: quello che in realtà è proprio delle isole
Shetland, non delle Orcadi, che invece hanno un paesaggio dolce ed agreste, con
distese di campi coltivati, in un’atmosfera ovattata ed armonica. Raggiungiamo
il Ring of Brodgar al tramonto. L’ingresso all’area archeologica è libera per
cui anche qui è vivamente consigliabile arrivarci lontano dalle ore di punta.
Ci siamo solo noi. Il sole al tramonto crea delle ombre lunghissime.
L’atmosfera è magica. Un po’ meno il campeggio in cui ci sistemeremo per la
notte, a Kirkvall: pulito e ordinato ma un po’ freddino. (Attenzione
all’ubicazione della reception: è nella palazzina del vicino centro sportivo.) Bettyhill-Scrabster-(traghetto)-Stromness-Skara
Brae-Kirkwall Km: 90 GIOVEDI 12
AGOSTO Mete: mattino Kirkvall, pomeriggio Italian Chappel e
ritorno sulla terraferma. Dedichiamo la mattinata alla visita di Kirkvall, la
capitale delle Orcadi. Il tempo è brutto e freddo, per cui decidiamo di
muoverci con il camper avvicinandoci al
centro, e ci sistemiamo in uno dei parcheggi vicino al porto, notando tra
l’altro l’assenza di cartelli di divieto per il pernottamento. Passeggiamo per le vie del centro curiosando
nei diversi negozi sino a raggiungere la bellissima cattedrale. Il suo interno
ci emoziona, è imponente ma raccolto al tempo stesso e pulsa di fede e storia:
un luogo di grande suggestione. A
sinistra della cattedrale vi sono le curiose rovine di un palazzo medievale.
Per entrarvi occorrerebbe prendere il biglietto nel vicino “Earl’s Palace “, ma
non vi è nessuno e da bravi Italiani ne approfittiamo per farvi un breve giro e
per salire sulla relativa torre. Una visita piu’ approfondita la dedichiamo
invece al museo che si trova quasi di fronte alla cattedrale, che si rivela
particolarmente interessante. Anche in questo caso notiamo quanto sia grande
l’attenzione ai bambini: all’interno del museo vi è infatti una stanza dedicata
a loro, dove è possibile fare diverse attività, come ad esempio travestirsi con
dei “costumi poveri” o ricomporre i cocci di un vaso “antico”. La cosa carina è
che questi spazi che i musei dedicano ai piu’ piccoli non sono in realtà nulla
di eccezionale, nel senso che non hanno strumenti interattivi sofisticati, ma
sono nella loro semplicità l’espressione di un reale interesse verso l’infanzia
e sono per noi l’esempio di come con poco si possa offrire un servizio utile e
sensibile. Proprio vicino al museo, se cercate un posto veloce
per il pranzo vi consigliamo il “St.Magnus Cafè”, un locale economico ed
assolutamente non turistico, frequentato dalla gente del luogo. Nel pomeriggio è previsto il ritorno sulla terraferma
e, contrariamente all’andata, decidiamo di utilizzare rotta e compagnia diversa.
Veniamo infatti a sapere di un traghetto che parte da Sr.Margareth’s Hope e
raggiunge in Scozia John o’Groats . Ci
avviamo quindi verso Sud percorrendo la A961. La zona è famosa per la sua
storia legata alle due guerre mondiali. La strada passa sopra le dighe fatte
costruire da Churcill per impedire ai sottomarini tedeschi di raggiungere la
strategica baia di Scapa Flow . Il tempo continua ad essere brutto: non piove,
ma vi è una nebbia fitta. Quando passiamo su una delle dighe compaiono, come
dei fantasmi tra la nebbia, i relitti di alcune navi affondate nel 1919 in circostanze incredibili. Su tutte le guide
sono riportati i fatti che videro questi posti protagonisti durante le due
ultime guerre. Uno di questi racconta l’operato di un gruppo di soldati
italiani che vennero fatti prigionieri e
portati sin quassu’ per costruire le dighe. Della loro vicenda è
testimone una piccola chiesetta che i nostri soldati vollero erigere
utilizzando materiale di recupero: la cosiddetta “Italian Chappel”, sul cui spiazzo
antistante sventola ancora oggi la nostra bandiera. La cappella in sé non ha un
grande valore artistico ma il conoscerne la storia, ed il vedere questa storia
testimoniata dalle foto pubblicate dalla breve guida disponibile al suo
interno, è qualcosa che tocca l’anima. Il porto di St.Margareth’s Hope è tutto quello che
potete immaginare, tranne che un porto. E’ piuttosto un semplice attracco che
serve ad un vecchio traghetto che fa la spola qualche volta al giorno con John
o’ Groats. La compagnia è la “Pentlad Ferries“ ed il biglietto (molto
economico) si puo’ prenotare telefonicamente e poi pagare al gabbiotto
dell’imbarco. Con un’ora di ritardo ci imbarchiamo. Anche questa, nella sua
stranezza, è una bella esperienza: la nave dell’andata era nuovissima con sale
giochi, due bar, poltrone di velluto. Questa avrà almeno cinquant’anni, con uno
sparuto bancone bar e panche di legno, ma nel dover scegliere opterei per
questa, per quell’atmosfera –complice la nebbia ed il buio ormai calato- che
essa sa offrirci. Ci sembra di essere lontanissimi, fuori dal mondo, o per la
precisione calati in quel mondo. Sbarchiamo
molto tardi e l’intenzione è di cercare al piu’ presto una sistemazione
per la notte. E’ buio pesto e nessuno in giro. Tutto insieme –la nave, la nebbia,
il buio, il posto sconosciuto, la stanchezza- ha un’aria un po’ da thriller.
Papi decide allora che è meglio dirigerci verso un posto perlomeno un po’ piu’
abitato e quindi ci avviamo verso Thurso. Quando arriviamo sono ormai le 23 e
ci sistemiamo furbescamente nel campeggio del posto: la reception infatti è
chiusa ma non vi sono cancelli, per cui entriamo e prendiamo posto vicino ad
altri camper. Tutto ok. Buonanotte… Kirkwall-St.Margareth’s Hope
–(traghetto)-John o’ Groats- Thurso :
Km 60 VENERDI 13
AGOSTO Oggi ci spostiamo un po’ ad Ovest, senza una meta
precisa. L’idea è quella di raggiungere con calma entro sera i dintorni di
Tarbet, in vista della giornata ad Handa Island che abbiamo programmato per
domani. Quando partiamo la reception è ancora chiusa, per cui piano piano
sgattaioliamo via dal campeggio senza nasconderci una certa soddisfazione per
la notte gratuita. Percorriamo la strada costiera A836, che da Tongue in poi
diventa A838, fermandoci di tanto in tanto per scattare delle foto al
paesaggio. Quando i bimbi si svegliano siamo quasi arrivati a Durness, dove ci
sistemiamo nel parcheggio del Turist Information, tra l’altro molto fornito e
con un bell’angolo dedicato ai bambini.
Durness è un piccolo villaggio di case sparpagliate qua e là che inizia
con la “Smoo Cave” facilmente raggiungibile con un sentiero dal parcheggio
attiguo. E’ situata al termine di un fiordo e si tratta di un enorme antro,
all’interno del quale vi è il buio ingresso di una grotta. Quando arriviamo nell’antro
troviamo su di un asse una serie di elmetti ed un piccolo cartello scritto a
mano che invita ad un tour nella grotta. Infatti in pochi minuti arrivano due
uomini barbuti “molto scozzesi” che ci invitano ad indossare gli elmetti e a
salire su una traballante barchetta (gli elmetti non sono una formalità,
attenti alla testa!). Il giro non è molto lungo ma è originale per il suo
carattere poco formale e per la simpatia dei due personaggi (sembra di essere
in un film). Così come decisamente originale è lo spazio di fronte alla grotta
con innumerevoli scritte composte da pietre. Anche noi componiamo la nostra
(PACE) e ritorniamo sul camper per un pranzo con stupenda vista sulla spiaggia
di Durness. Nel pomeriggio visitiamo poco distante il centro
artigianale di Balkanal. Curioso: si tratta di un vecchio centro radar che
negli anni settanta è stato occupato da artisti vari, che vi hanno installato i
loro laboratori e le loro botteghe. Ora l’aria è un po’ dimessa e molte
botteghe sono chiuse, ma in generale vale la visita, per l’originalità del
posto ed anche per la qualità delle opere. Gustatevi un the nell’accogliente
bar-libreria (con ovviamente un angolo dedicato ai bambini) e sceglietevi un
quadro da portarvi a casa in ricordo della Scozia andando a scoprire i vari
laboratori. Da Durness continuiamo la A838 verso Rhiconich.
Questo tratto di strada è bellissimo ed i panorami che si possono ammirare
sulla sinistra sono veramente MOZZAFIATO. Arrivati a Rhiconich giriamo a Nord con la B801.
L’idea è quella di sistemarci per la notte nel porticciolo di Kinlochbervie
seguendo l’esperienza che abbiamo colto dal diario di viaggio di precedenti
camperisti, che segnalavano un parcheggio senza divieti. Purtroppo nel
frattempo i cartelli sono arrivati e così ci tocca trovare un’altra
sistemazione. Chiediamo a due operai del porto che ci indicano un’area
campeggio pochi chilometri a Nord*, che poi troviamo non senza difficoltà dal
momento che l’area –non segnalata- è nient’altro che un piccolo prato,
riconoscibile solo per la presenza di un bungalow. Siamo gli unici clienti
della serata e la sistemazione si rivela ottima, economica (5 Sterline!) e
silenziosa. Mentre mamma cucina,
prendiamo un piccolo sentiero che ci porta in 5 minuti ad una
lunghissima spiaggia affacciata su un golfo. Il sole sta tramontando e i bimbi
corrono sulla sabbia… *Per trovare l’area, da Kinlochbervie proseguite
verso Nord; dopo un paio di chilometri nei pressi di Oldshoremore sulla
sinistra c’e’ una piccola strada in ripida discesa al fondo della quale
troverete un piccolo spiazzo con davanti un minuscolo cimitero e sulla destra
il “prato campeggio”. Thurso – Kinlochbervie: Km.150 SABATO 14 AGOSTO Oggi la giornata è dedicata alla visita di Handa
Island. Salutiamo il nostro “pratino” e ripercorriamo a ritroso la B801, poi a
destra la A838 sino a Laxford Bridge e poi ancora a destra la A894. Prima di
Scorie giriamo a destra verso Tarbet (super single-track) fino a raggiungere
una piazzetta dove parcheggiamo il camper. Da una parte abbiamo un prato con le pecore che
pascolano, dall’altra il mare con il profilo di Handa Island ed un piccolo
porticciolo su cui attracca il motoscafo che tutti i giorni funziona da navetta
per l’isola (dalle 9 alle 17). Leggiamo sulla guida che Handa Island è “una delle
piu’belle riserve naturali di Scozia”. La visita funziona in questo modo: il motoscafo ti porta sull’isola dove ad
accoglierti c’è una guida che ti accompagna in una vicina casetta illustrando
le caratteristiche principali del luogo. Poi ognuno è libero di organizzarsi a
modo proprio, tenendo presente che l’ultima corsa del motoscafo per la
terraferma è alle 17. Importante, l’isola è completamente disabitata e non vi
sono punti ristoro: prima di partire ricordatevi quindi l’acqua e qualche
panino. La giornata è splendida, il cielo è perfettamente
sereno, senza una nuvola. I colori dei fiori e del mare sono vivissimi.
Scegliamo di percorrere il sentiero che fa il giro dell’isola. Il paesaggio
cambia spesso e a tratti è veramente spettacolare. Francesco e Anna si
dimostrano dei bravissimi camminatori.
Trascorriamo tutto il tempo possibile sull’isola prendendo l’ultimo
motoscafo alle 17, e godendoci appieno
quella che rimane nei ricordi la
giornata piu’ bella della nostra vacanza scozzese, coronata dalla vista prima
di partire di un gruppo di Otarie. Si fa tardi e riprendiamo la nostra marcia. L’idea è
di sistemarci per la notte nei dintorni di Lochinver. Se il tempo ci concede
un’altra bella giornata l’idea è di fare domani una camminata in montagna e
Lochinver si presta al caso, poiché pur essendo vicina al mare si trova vicino
al gruppo di montagne dalle forme spettacolari chiamato Assynt Coirgach. La
montagna piu’ famosa è il Suilven ed è raggiungibile con quattro ore di cammino
partendo da Lochinver, ma nei dintorni ci sono anche punte piu’ accessibili,
come lo Stac Pollaidh raggiungibile in due ore. Potrete trovare facilmente nei
Tourist Information delle pubblicazioni in merito. Noi abbiamo acquistato un
piccolo volumetto intitolato “Northen Highlands” della collana “Pocket
Mountains” che descrive percorsi ad anello. Riprendiamo quindi la A894 per poi deviare sulla A837
in direzione Lochinver. La guida indicava alcuni campeggi ma scopriamo che non
si trovano in paese ma nei dintorni. Prendiamo quindi la stretta B869 seguendo
poi a sinistra le indicazioni per il campeggio di Achmelvich che raggiungiamo
con una single-trak veramente single. Campeggio piuttosto grande, senza
personalità, con una bella spiaggia. Kinlochbervie-Tarbet-Lochinver Km. 75 DOMENICA 15 AGOSTO Aih! Tempo brutto. Annulliamo l’idea dell’escursione
e optiamo per una giornata tranquilla dirigendoci ad Ullapol. Ullapol è la località piu’ a Nord che abbiamo toccato
nel nostro precedente viaggio in Scozia e ne conserviamo un bellissimo ricordo.
Ci era rimasto in particolare nel cuore un campeggio situato in posizione
splendida alcune miglia a Nord di Ullapol, in località Ardmair, per cui
decidiamo che quella sarebbe stata la nostra meta. Oltretutto ricordavamo della
possibilità di noleggiare in campeggio una barca a remi, con la quale avevamo
fatto quattro anni fa un bel giro, attorno all’antistante Isle Martin. Non ci
sarebbe dispiaciuto bissare l’esperienza. Ripercorriamo a ritroso la A837 e poi procediamo
verso Sud con la A894/A835 in direzione Ullapol. E’ veramente un peccato che ci
sia il tempo brutto perché ricordavamo, soprattutto nell’ultimo tratto, dei
bellissimi paesaggi. Se vi puo’ interessare, poco dopo l’abitato di
Elphin-Knockan troverete le indicazioni sulla sinistra per un centro
informazioni. La strada sale ripida sino al parcheggio, tra l’altro senza il
solito divieto. Il posto è un buon punto di osservazione sulla riserva di
Interpolly. Arriviamo di prima mattina al nostro campeggio. Il
posto è come lo ricordavamo, bellissimo, ma purtroppo con due novità: la prima
è che per motivi di sicurezza (è cambiata la legge inglese) non è piu’
possibile noleggiare barche, la seconda è che il tempo basso e umido favorisce
l’arrivo dei temutissimi mudges, che ci costringono a stare sul camper.
Passiamo la mattinata tra un po’ di compiti e qualche gioco, poi vista la bella
esperienza di Bettyhill prendiamo informazioni e scopriamo che anche in
Ullapool esiste una piscina. Mezz’oretta ed eccoci tutti là a sguazzare e
giocare nell’acqua. E quando la piscina chiude si puo’ stare ancora un po’
nella palestra, dove ci divertiamo ancora un po’ a giocare a pallavolo, con
Anna che si scatena sui materassi. Finiamo la giornata con due passi lungo il porto e la
visita ad una chiesa in omaggio al Ferragosto. In serata grande sfida a scala
40. Lochinver-Ullapool
Km.50 LUNEDI 16 AGOSTO Il programma della giornata prevede al mattino la
visita all’Inveren Garden, e nel pomeriggio la visita di un’aera naturale a
Torridon. Purtroppo anche oggi il tempo non promette un gran
che. Prendiamo da Ullapool la scorrevole A835 per poi prendere a destra dopo 12
miglia la A832. Il paesaggio è molto
bello ma soprattutto diverso rispetto alla costa a Nord di Ullapool: quasi
alpino. Arriviamo nel grande parcheggio di Inveren Garden. Si tratta di un
parco che ad opera dei nobili del luogo è stato trasformato nel corso degli
anni in un lussureggiante giardino con piante provenienti da tutto il mondo.
Piove tantissimo e ci sono tantissimi
mudges, per cui decidiamo di ridurre la visita ad un giro nel grande shop della
struttura dove oltre ai soliti souvenir sono in vendita piantine e bustine di
semi. Si riparte per Gairloch. Pranzo sul camper lungo la
strada che costeggia il mare (arrivati al villaggio girare a sinistra) nei
pressi di un curioso garage prefabbricatoadibito a negozietto di oggettistica
vintage. Poi visitiamo il piccolo museo di Gairloch, dove fra le altre cose è
possibile vedere la lanterna che era posizionata sul faro del vicino capo di Rubha Reidh. Chi lo pensava
che la lanterna di un faro fosse così grande e fosse fatta così? Proseguiamo verso Sud sulla A832 costeggiando il Loch
Maree, la cui leggenda vuole che le sue isole siano tuttora abitate da
folletti; arrivati a Kinlochewe prendiamo a destra la A896 ed in breve
raggiungiamo Torridon, un paesino posto sotto un crinale roccioso alto 1000 mt.
Poco prima del paese sulla destra troverete un ufficio informazioni.
Parcheggiando lì il proprio mezzo e seguendo la stradina sterrata vi troverete
in una decina di minuti ai bordi di un’area recintata (Deer Park) dove vive un
branco di cervi. L’area è enorme con diversi habitat (foresta, prato, radura…)
per cui non sempre è possibile vedere gli animali. Noi siamo stati
fortunatissimi perché abbiamo potuto ammirare da vicino l’intero branco, con le
mamme, i papà, i cuccioli, i cervi anziani: un’intera famiglia che si muoveva
con naturalezza a pochi metri da noi. Un altro dei momenti magici da ricordare. Ma la giornata non è finita, occorre cercare un posto
dove dormire e, seguendo le indicazioni di un diario di viaggio (grazie!)
troviamo a pochi chilometri, nel villaggio di Shieldaig una stupenda area di
sosta, in posizione incantevole sul
Loch Torridon. Ullapool-Shieldaig Km.150 MARTEDI 17
AGOSTO La meta della giornata è il castello di Eilan Donan,
poi è prevista un po’ di strada verso Sud, in vista dell’imbarco di domani. Si prosegue dunque verso Sud sulla boscosa A896 sino
a Locharron dove per colazione ci fermiamo nel cortile del “Smith Heritage
Centre”, un minuscolo museo con annesso laboratorio artigianale che per puro
caso troviamo poco dopo il paese. Seguiamo il bordo del Loch Carron prendendo
la A890 e in poco tempo raggiungiamo uno dei piu’ famosi castelli della Scozia,
set del film Higllanders: il castello di Eilan Donan. E’ senza dubbio molto
fotogenico (molto piu’ bello con l’alta marea). E’ da vedere per il sito
scenografico ma potete evitare la visita dell’interno, veramente poco
interessante. Al pomeriggio ci aspettano tanti km, che percorriamo
vedendo panorami inaspettati. Ci eravamo fatti l’idea di un trasferimento senza
grandi emozioni, invece i panorami che ci accompagnano sono splendidi, come il
primo tratto della scorrevole A87 che offre severi ambienti montani, teatri un
tempo di aspre battaglie, e le dodici miglia prima di Invergarry, ricche invece
di paesaggi dall’ampio respiro. Ad Invergarry prendiamo la A82 che ci conduce a Spean
Bridge, dove “viriamo” ad Est sulla A86 che percorriamo sino a Laggan, per poi
piegare verso Sud prima con la A889 e poi con la scorrevolissima A9 sino
all’uscita del castello di Blair. Proprio qui troviamo l’ultima chicca del
nostro viaggio in Scozia. Nel parco del
bianco castello di Blair esiste… un campeggio!
Shieldag-Blair Km.250
MERCOLEDI
18 AGOSTO Il programma della giornata prevede al mattino la
visita al castello di Blair ed al pomeriggio l’imbarco sulla nave che… ci
porterà via dalla Scozia. Il bianco castello di Blair è bellissimo ed
interessante, sia per i ricchissimi interni che per la sua storia. Vivamente
consigliabile. Ci gustiamo quest’ultimo pezzo di Scozia e ci trasferiamo a Rosyth,
dove nel pomeriggio ci imbarchiamo sulla nave della Superfast diretta in
Belgio. Il tempo non promette niente di buono e in effetti
sulla Scozia durante la notte si scatenerà un nubifragio la cui notizia sarebbe
stata diffusa il giorno dopo anche dai telegiornali italiani. Devo dire che
sulla nave non è andata molto meglio, con il mare grosso e lontano fulmini e
tuoni. DA GIOVEDI
19 AGOSTO… Arriviamo a Zeebrugge con un po’ di ritardo rispetto
all’orario previsto e ci mettiamo subito in marcia verso casa. Per la verità
abbiamo ancora qualche giorno davanti, e l’intenzione è di prenderla molto con
calma. Il viaggio di ritorno, dunque, continua, ma
volutamente il nostro diario di viaggio finisce qui. Perché ai chilometri
macinati per il ritorno preferiamo chiudere con ancora vive le immagini della
Scozia. Che cosa ci porteremo nel nostro sacco dei ricordi?
Certamente il ricordo dei nostri bimbi che sono stati degli ottimi compagni di
avventura e che hanno vissuto questi giorni con energia ed interesse. Il
vederli contenti ed appagati ha significato l’aver raggiunto il primo obiettivo
della vacanza. E poi i paesaggi, quelle mattine in cui ci
svegliavamo presto e mentre i bimbi dormivano cullati dal loro camper noi
viaggiavamo su quelle piccole single track dove esistevamo solo noi, la natura
e basta, con la nostra tazza di nescafè e la musica scozzese in sottofondo. E
viaggiavamo, in quei paesaggi grandiosi
che siamo soliti incontrare a 2000 metri sui sentieri delle nostre
montagne, mentre adesso ci scorrevano veloci davanti agli occhi, per chilometri e chilometri a due passi dal
mare. Vorremmo concludere così, riportando lo stralcio di
un articolo che abbiamo conservato e che in questo contesto si presta
moltissimo. Non ricordiamo piu’ né chi sia l’autore, né la rivista da cui è
stato tratto, ma ci sembra veramente bello. Lo rileggiamo, e con il pensiero
siamo di nuovo là. Arrivederci Scozia. “I grandi
maestri del misticismo ebraico pensavano che uno dei metodi piu’ potenti per
risvegliare la “Shechinà”, la natura divina dell’uomo, fosse la contemplazione
della natura. La grandiosità del cielo, la bellezza del mare e delle montagne
ispirano una reverenza che apre la strada alle esperienze spirituali piu’
profonde. Gli ambienti selvaggi e intatti sono dei santuari naturali dove
rigenerarsi spiritualmente. Conservano quell’aspetto primordiale che parla a
una parte profonda dell’animo umano. Evocano sensazioni che nutrono il bisogno
di assoluto e di contemplazione che ogni persona ha nel cuore. Quando sei nella
natura sei ospite in un ambiente che vive da molto prima che tu nascessi. Pensa
alla montagna come se fosse una metafora della tua vita, con picchi e crepacci
battuti dal vento delle emozioni. In natura tutto si ricompone in bellezza ed
armonia, stelle e tramonti ci danno il senso dell’eterno ritorno del tempo…”
Viaggio effettuato nell'Agosto 2004 da Roberto Baracco Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA. |
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