In risposta al messaggio di eccomi del 07/10/2020 alle 22:32:04Questo é vero solo in parte. Personalmente viaggio per godere della natura ed anche per "l'aria che tira" in una determinata zona, non solo per la sua natura, ma anche per la cultura di chi ci vive, e che influenza e determina un certo ambiente, un ámbito ben definito.
La distanza non sempre (anzi) corrisponde con la bellezza per visitare luoghi interessanti...a volte ho come l'impressione che molti godono a macinare migliaia di chilometri, e si vada lontani per cercare qualcosa che magari si trova a qualche centinaia di chilometri da casa..e Rimini c'entra ben poco con i miei gusti e mete...
In risposta al messaggio di wippet del 08/10/2020 alle 00:41:37Volevo dire la mia a riguardo, ma devo dire che avrei scritto le tue stesse identiche parole...
Questo é vero solo in parte. Personalmente viaggio per godere della natura ed anche per l'aria che tira in una determinata zona, non solo per la sua natura, ma anche per la cultura di chi ci vive, e che influenza e determinaun certo ambiente, un ámbito ben definito. Le zone, lontane, che ultimamente frequento piú spesso, hanno caratteristiche che in Europa trovo solo nella Scandinavia del nord; se le trovassi nelle piú vicine Alpi nostrane, non esiterei ad andarci: sarebbe infinitamente piú comodo, ma purtroppo non é cosí.
In risposta al messaggio di Marino2 del 08/10/2020 alle 10:22:53Ho letto con piacere ed emozione i report dei viaggi che hai descritto... complimenti, farli tutti per me rimane un sogno impossibile, ma un paio però conto di realizzarli....
Da sempre amo viaggiare e conoscere quanto più mi è possibile del nostro mondo, la natura, gli animali nel proprio habitat e le culture dei popoli, cose che da sole ripagano dai lunghi viaggi necessari per vedere quantosopra. La Patagonia attraversata in camper è stato uno dei miei viaggi più affascinanti, entrare in contatto con le popolazioni himba della Namibia e scoprire come vivono ancora oggi, nonostante a pochi chilometri possano trovare una civiltà con tutte le comodità, è una loro scelta per mantenere la loro cultura, da apprezzare, e come non ricordare la cultura giapponese, dove nonostante le difficoltà linguistiche siamo riusciti a comprenderla e rimanere stupiti dalle grandi differenze rispetto alla nostra. Certo anche a pochi chilometri da casa nostra puoi trovare luoghi bellissimi, ma non certo uguali ai parchi americani od alle rosse terre australiane o alla indimenticabile grotta nella Nuova Zelanda dove il soffitto pare un cielo stellato, tutte cose che vedi solo una volta ma che ti rimangono in mente per la vita intera. Chi si trova bene a fare vacanze riposanti fa molto bene, ma preferisco mille volte stancarmi per conoscere sempre nuovi luoghi che mi appagano molto di più di una permanenza al camping Miramonti o Miramare-
In risposta al messaggio di wippet del 08/10/2020 alle 00:41:37Forse conosci poco i piccoli borghi alpini...,comunque sia il tuo discorso sulla cultura dei popoli era valido fino a 30-40 anni fa in epoca pre digitale,ora (a mio avviso) tutto si è "appiattito"...il virus mi sta dicendo che Francesi e company nordici in fatto di osservanza di regole,non sono poi dissimili dagli italiani...
Questo é vero solo in parte. Personalmente viaggio per godere della natura ed anche per l'aria che tira in una determinata zona, non solo per la sua natura, ma anche per la cultura di chi ci vive, e che influenza e determinaun certo ambiente, un ámbito ben definito. Le zone, lontane, che ultimamente frequento piú spesso, hanno caratteristiche che in Europa trovo solo nella Scandinavia del nord; se le trovassi nelle piú vicine Alpi nostrane, non esiterei ad andarci: sarebbe infinitamente piú comodo, ma purtroppo non é cosí.
In risposta al messaggio di bruno it del 08/10/2020 alle 15:01:40Condivido,aggiungendo che una volta si mandavano due cartoline ad amici o parenti,ora con i social...
Senza offesa, ma il Machu Picchu e la Patagonia dei documentari mi sembrano: il primo, Miramonti o Miralago in una domenica pomeriggio con tanto di fila per il gelato; l'altro, un vagare nel niente dove dopo tre giorni passatitra altopiani, brughiera e arbusti, la vista di un capanno genera una òla. Lungi da me criticare i gusti altrui, ma secondo me per vedere e sentire una usanza diversa occorrerebbe fare come molti giovani fanno per imparare una lingua: alloggiare presso una famiglia e convivere con essa. Tutto il resto è viaggio da cartolina travestito da interesse culturale. Bruno
In risposta al messaggio di bruno it del 08/10/2020 alle 15:01:40
Senza offesa, ma il Machu Picchu e la Patagonia dei documentari mi sembrano: il primo, Miramonti o Miralago in una domenica pomeriggio con tanto di fila per il gelato; l'altro, un vagare nel niente dove dopo tre giorni passatitra altopiani, brughiera e arbusti, la vista di un capanno genera una òla. Lungi da me criticare i gusti altrui, ma secondo me per vedere e sentire una usanza diversa occorrerebbe fare come molti giovani fanno per imparare una lingua: alloggiare presso una famiglia e convivere con essa. Tutto il resto è viaggio da cartolina travestito da interesse culturale. Bruno
In risposta al messaggio di Marino2 del 08/10/2020 alle 17:17:19beh, si può anche andare al circo od allo zoo per vedere gli elefanti, ma a me piace vederli liberi
questo fa parte della patagonia, ma forse il campeggio miramonti a qualcuno piace di più, de gustibus non disputandum est
In risposta al messaggio di Marino2 del 08/10/2020 alle 10:22:53Marino ti quoto in TOTO fermo restando il mio pieno rispetto per chi non condivide le mie scelte.
Da sempre amo viaggiare e conoscere quanto più mi è possibile del nostro mondo, la natura, gli animali nel proprio habitat e le culture dei popoli, cose che da sole ripagano dai lunghi viaggi necessari per vedere quantosopra. La Patagonia attraversata in camper è stato uno dei miei viaggi più affascinanti, entrare in contatto con le popolazioni himba della Namibia e scoprire come vivono ancora oggi, nonostante a pochi chilometri possano trovare una civiltà con tutte le comodità, è una loro scelta per mantenere la loro cultura, da apprezzare, e come non ricordare la cultura giapponese, dove nonostante le difficoltà linguistiche siamo riusciti a comprenderla e rimanere stupiti dalle grandi differenze rispetto alla nostra. Certo anche a pochi chilometri da casa nostra puoi trovare luoghi bellissimi, ma non certo uguali ai parchi americani od alle rosse terre australiane o alla indimenticabile grotta nella Nuova Zelanda dove il soffitto pare un cielo stellato, tutte cose che vedi solo una volta ma che ti rimangono in mente per la vita intera. Chi si trova bene a fare vacanze riposanti fa molto bene, ma preferisco mille volte stancarmi per conoscere sempre nuovi luoghi che mi appagano molto di più di una permanenza al camping Miramonti o Miramare-
In risposta al messaggio di eccomi del 08/10/2020 alle 15:06:51... un tempo c'era il passaparola, poi le cartoline, oggi i social.... domani gli ologrammi, ed il teletrasporto è dietro l'angolo.
Condivido,aggiungendo che una volta si mandavano due cartoline ad amici o parenti,ora con i social...
In risposta al messaggio di jana del 09/10/2020 alle 10:34:55Quando venivano in viaggio i figli con noi , le cartoline che voleva spedire mia figlia erano una vera scocciatura, sia per il numero e per la spesa, ma poi ognuna doveva avere una frase diversa di saluto ed il tempo per scriverle si dilungava a dismisura, anche per l'acquisto dei francobolli all'estero spesso occorre andare negli uffici postali.
Io continuo mandare le cartoline ai amici e famigliari importanti. Sia dalle vacanze un po particolari (da RImini no) sia le cartoline di auguri per natale e pasqua. Quelle di natale a volte produco personalmente. Mi e'venuto un colpo quando sono andata in posta spedire le cartoline in Argentina e ho speso equivalente di oltre 50 euro, ho dovuto pagare con carta di credito...
In risposta al messaggio di Marino2 del 09/10/2020 alle 10:52:40Anni fa in Bulgaria abbiamo preso sia cartoline che francobolli, ma poi tempo di scriverle sono passati giorni, sia noi che amici. Nostro amico e' andato in bici imbucarli in un paesino piccolo vicino il confine, ma mai arrivata neanche una. Sospettiamo che qualche dipendente della posta ha diligentemente staccato i francobolli, gli ha rivenduti e buttato le nostre cartoline.
Quando venivano in viaggio i figli con noi , le cartoline che voleva spedire mia figlia erano una vera scocciatura, sia per il numero e per la spesa, ma poi ognuna doveva avere una frase diversa di saluto ed il tempo per scriverle si dilungava a dismisura, anche per l'acquisto dei francobolli all'estero spesso occorre andare negli uffici postali.
In risposta al messaggio di bruno it del 08/10/2020 alle 15:01:40Non sono stata nei due posti, ho visto pero tanti altri bellissimi. Sai cosa c'e? A guardare un documentario non mi e' venuta mail la sindrome di Stendhal, dal vivo mi ricordo almeno 4 volte. Una, stranamente, in Portogallo al convento di Tomar. Ho studiato e ristudiato tutto prima, sapevo della finestra manuelina, l'ho vista in foto diverse volte, chi sa perche quando me la sono trovata davanti nella sua maestosita da sola, non c'era nessuno, mi sono sentita male, nausea e mi sono venuti brividi... Credo che agli altri li non succede, era una mia reazione. Anche in Finlandia seduta sulla roccia a Uka Koli a contemplare il panorama straordinario della immensita dei laghi con le isolette che spuntano ovunque, mi e' successo. E altro po di volte. Davanti la tv mai...
Senza offesa, ma il Machu Picchu e la Patagonia dei documentari mi sembrano: il primo, Miramonti o Miralago in una domenica pomeriggio con tanto di fila per il gelato; l'altro, un vagare nel niente dove dopo tre giorni passatitra altopiani, brughiera e arbusti, la vista di un capanno genera una òla. Lungi da me criticare i gusti altrui, ma secondo me per vedere e sentire una usanza diversa occorrerebbe fare come molti giovani fanno per imparare una lingua: alloggiare presso una famiglia e convivere con essa. Tutto il resto è viaggio da cartolina travestito da interesse culturale. Bruno
In risposta al messaggio di jana del 09/10/2020 alle 13:36:02Ti capisco, ho abitato e lavorato per 5 anni consecutivi in Finlandia, mi ci é voluta parecchia pazienza per riadattarmi, al mio ritorno in Italia.
Non sono stata nei due posti, ho visto pero tanti altri bellissimi. Sai cosa c'e? A guardare un documentario non mi e' venuta mail la sindrome di Stendhal, dal vivo mi ricordo almeno 4 volte. Una, stranamente, in Portogalloal convento di Tomar. Ho studiato e ristudiato tutto prima, sapevo della finestra manuelina, l'ho vista in foto diverse volte, chi sa perche quando me la sono trovata davanti nella sua maestosita da sola, non c'era nessuno, mi sono sentita male, nausea e mi sono venuti brividi... Credo che agli altri li non succede, era una mia reazione. Anche in Finlandia seduta sulla roccia a Uka Koli a contemplare il panorama straordinario della immensita dei laghi con le isolette che spuntano ovunque, mi e' successo. E altro po di volte. Davanti la tv mai...
In risposta al messaggio di ledzep del 10/10/2020 alle 17:28:34Tu sei "IL" camperista. Non "un" camperista. IL maiuscolo non e' un mio errore di battitura. Ragiono esattamente come te.
– [...] Sal, dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo. – Per andare dove, amico? – Non lo so, ma dobbiamo andare. La Strada è la vitaJack Kerouac A me piace andare dove non sono mai stato. E tornaredove sono già stato percorrendo strade diverse. Mi piace un sacco guidare, scegliere le strade più lunghe e tortuose, ma mi piacciono anche le autostrade, le soste in autogrill e mi piace persino perdermi. All'Italia riserviamo le puntate brevi durante l'anno e fuoristagione. Le vacanze lunghe sono esplorazione. Mi interessano le mete, i km che ci vogliono si fanno, non importa quanti. In Europa mi mancano solo Albania Bielorussia ed Islanda. Il prossimo inverno vorrei tornare a Capo Nord ma passando da Polonia Estonia e Finlandia. La prossima estate spero finalmente nell'Azerbaijan o in alternativa magari Mosca e San Pietroburgo. Il mio camper dall'aprile 2018 ha fatto 80mila km, lockdown compreso. (ma nel frattempo, purtroppo non in camper, siamo stati in Iran, Sud Corea, Seichelles, Sud Africa) Come dicevo...ognuno è come è...
In risposta al messaggio di ledzep del 10/10/2020 alle 17:28:34Mi ricordo che chiesero a Licia Colò (giornalista giramondo) quale era il più bel posto in cui è stata: rispose il giardino di casa sua ..io metto sullo stesso piano chi viaggia sempre e chi non si muove mai dalla propria zona residenza,entrambi soffrono di "malattia incurabile...occhio a cercare l'isola che non c'è..non c'è mai stata...e mai esisterà...e non mi riferisco ai soli camorristi ...
– [...] Sal, dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo. – Per andare dove, amico? – Non lo so, ma dobbiamo andare. La Strada è la vitaJack Kerouac A me piace andare dove non sono mai stato. E tornaredove sono già stato percorrendo strade diverse. Mi piace un sacco guidare, scegliere le strade più lunghe e tortuose, ma mi piacciono anche le autostrade, le soste in autogrill e mi piace persino perdermi. All'Italia riserviamo le puntate brevi durante l'anno e fuoristagione. Le vacanze lunghe sono esplorazione. Mi interessano le mete, i km che ci vogliono si fanno, non importa quanti. In Europa mi mancano solo Albania Bielorussia ed Islanda. Il prossimo inverno vorrei tornare a Capo Nord ma passando da Polonia Estonia e Finlandia. La prossima estate spero finalmente nell'Azerbaijan o in alternativa magari Mosca e San Pietroburgo. Il mio camper dall'aprile 2018 ha fatto 80mila km, lockdown compreso. (ma nel frattempo, purtroppo non in camper, siamo stati in Iran, Sud Corea, Seichelles, Sud Africa) Come dicevo...ognuno è come è...